5. DANIELA
Niente. Idee per il manifesto del Cortesi non ne arrivano. In compenso i pensieri sono tutti per il torneo. Mancano due giorni e siamo senza maglie. Certo, Pippo ha promesso che ci penserà lui, ma sulla sua affidabilità se ne potrebbe discutere per ore. Ed è proprio per questo che mi chiedo per quale motivo abbiamo affidato a lui la custodia delle divise. Quest’anno niente brindisi di fine torneo. Le maglie le tengo io. Punto.
“Sei preoccupato?”
“No, è solo il manifesto del Cortesi. Non riesco a trovare idee”.
“Ti conosco da più di 30 anni e non ti ho mai visto preoccuparti per il lavoro. C’è altro. Lo vedo”.
Se c’è una persona che mi conosce davvero, questa è Daniela. Voi direte, è ovvio, siete fratelli. Ed è vero. Però c’è qualcosa in più. Sembra che a volte riesca a leggermi nel pensiero. Avrebbe dovuto fare la psicologa, a mio avviso, invece di laurearsi in filologia orientale e trovarsi a lavorare dietro il bancone della cartoleria di famiglia.
“E’ per la squadra. Iniziamo il torneo tra due giorni e siamo senza maglie.”
“Come senza maglie?”
“Il cane di Pippo ha pensato bene di utilizzare le vecchie divise come cuccia e non so cos’altro ancora. Ora sono ridotte ad un mucchio di stracci.”
“Avete lasciato le divise a casa di Pippo?”
“Sì, abbiamo lasciato le divise a casa di Pippo. Non chiedermi perché ma è così”.
“E ora?”
“Dice che ci penserà lui”.
“E vi fidate?”
“No. Ed è per questo che sono preoccupato”.
“Non è solo questo.”
Le parole di Daniela mi colpiscono come una scarica di Kalashnikov. Come, non è solo questo? E’ sicuramente solo questo. La squadra di calcetto. Un torneo importante. Le maglie. Non possiamo fare figuracce. E’ solo questo. E’ sicuramente solo questo. Cos’altro può essere? Il manifesto del Cortesi? Ma figuriamoci! E’ assolutamente solo questo!
Però…
“Ma dai, vi ho visto giocare in canotta. Figuriamoci se il problema è una stupida divisa. Cosa c’è d’altro che ti turba?”
Come vi avevo detto? Psicologa! Avrebbe fatto denaro a palate.
“Ma ci hai visto? Abbiamo quarant’anni ormai. E come siamo messi? Un precario con un sogno irrealizzabile, un grafico che si fa mantenere dai suoi, un figlio di papà che vive in mezzo al sudiciume e… Lasciamo perdere l’altro. A quarant’anni. Una volta a quarant’anni avevi già figli e a volte nipoti. Avevi un progetto di vita, avevi una posizione. E noi?”
“Ho capito, la crisi dei quaranta.”
“No, nessuna crisi. E’ solo un guardarsi in faccia e…”
“...e scoprire che l’adolescenza è passata da un pezzo.”
“Esatto. Eppure pare che non ce ne siamo accorti. Almeno, non tutti. Può essere prioritario un torneo di calcetto? E’ davvero questo il senso della nostra vita?”
“E’ l’amicizia il senso della vostra vita.”
Psicologa. E anche molto brava.