11. IL TIRASSEGNO DEL LUNA PARK
Alla fine del primo tempo il tabellino della partita, fino ad ora a senso unico, segna ancora un incredibile zero a zero. Zero sono anche i nostri tiri in porta contro i venti e più degli avversari in maglia rossa, ma la palla non ne vuol proprio sapere di entrare. Merito di Darione, autore di un paio di interventi provvidenziali (da fermo, perché di muoversi non se ne parla) e di una serie di pali e traverse troppo lunga da enumerare.
La partita è ancora aperta.
“Io tua sorella non l’ho vista”
“Ma sì, era lì, dietro la porta di Darione”, mento nuovamente.
“Allora deve essersi divertita parecchio, sembrava il tiro a segno del Luna Park”.
“Per fortuna che la loro mira è buona. Continuano a beccare Darione”.
“Dai Bellissime, che si ricomincia”.
Il canovaccio del secondo tempo rimane invariato. Quelli che tirano da tutte le parti e la porta di Darione che rimane inviolata. Il Bomber equadoregno è furioso e i suoi compagni faticano a tenerlo a bada. Noi corriamo a destra e sinistra nel vano tentativo di tappare ogni buco. Siamo cotti. E non abbiamo nemmeno il cambio. Maledetto di un Nero, spero abbia una scusa valida per non essersi presentato. Mancano un paio di minuti e la palla carambola dalle parti di Michele che lascia partire uno stracciolo di punta che, inspiegabilmente, si infila nell’angolino basso alla destra del Giannetti. Uno a Zero Sporting. O Sportig. O Bellissime Team. Uno a Zero contro la Dinamo Maghi.
Teniamo duro quel poco che resta ancora da giocare.
Altri due pali di Gonzales che se la prende con la madre di Darione e di più o meno tutti quelli presenti in campo e in tribuna.
Poi il triplice fischio che ci lascia attoniti e con il cuore a mille. Michele si siede al centro del campo. Ci guardiamo in faccia tutti senza parlare.
Può essere prioritario un torneo di calcetto a quarant’anni?
Credo di sì.