13. DOV’E’ IL NERO?
Visto che il telefono del Nero continua ad essere muto, Michele, in un momento di lucidità post partita, ha tirato fuori l’idea di chiedere ad Alfio (o a qualcuno dell’organizzazione) di poter controllare i dati sulle nostre schede di iscrizione per poter trovare indirizzo e numero di telefono del Nero.
Ammetto che non è stato semplice spiegare alla ragazza prima, e ad Alfio poi, cosa e perché ne avevamo bisogno. Ma alla fine la missione ha avuto esito positivo e ora ci troviamo in possesso dei dati necessari. Oddio, il numero di telefono indicato è quello del cellulare, che già abbiamo e che suona muto da ormai una giornata.
Ma almeno abbiamo recuperato l’indirizzo.
Siamo quindi di fronte a casa di Maurizio Giollo. Insomma, davanti a casa del Nero.
“Ero convinto si chiamasse Mario”.
“Ma chi?”
“Il Nero”.
“No, Maurizio”.
“Grazie, ora lo so anch’io. Ma non dirmi che tu sapevi che si chiamava Maurizio”.
“Boh, non mi sono mai posto il problema”.
“Suoniamo?”
“Suoniamo”.
Ci risponde una voce femminile.
“Sì, chi è?”
“Siamo amici di Maurizio”.
“Amici?”
“E’ in casa?”
“Amici, non sappiamo neppure come si chiama”.
“Maurizio”
“Grazie perché l’hai letto sul foglietto dell’iscrizione.”
“No, non c’è”.
“Non sa quando possiamo trovarlo?”
“O dove”
“O dove?”
“Salite”.
L’appartamento dove vive la famiglia del Nero è in uno stabile di periferia costruito nei primi anni ottanta. Non brutto, non bello. Mediocre. Insomma, come il Nero.
E’ al terzo piano. C’è l’ascensore ma Michele ha paura. Si sale a piedi.
Al nostro arrivo la porta sulla sinistra si spalanca e… rimango pietrificato.
“Benvenuti. Entrate”.
“Allora? Che succede”.
Michele mi spinge ma non riesco a muovermi. Le gambe sono paralizzate. Le braccia rigide lungo il corpo. Lo sguardo pallato. La fronte grondante di sudore. Ma certo. Come non aver collegato quel cognome. Giollo. Il Nero si chiama Maurizio Giollo. Giollo. Come Eliana Giollo.
“Cosa fate lì sulla porta. Avanti, accomodatevi”
“Oscar, ti vuoi muovere da qui”.
“Come? Sì. Certo. Ciao Eliana. Quanto tempo”
La mia fidanzata delle scuole superiori.
“Vi preparo un caffè?”
“Volentieri, grazie”.
“E così il Nero è tuo fratello?”
“Chi?”
“Maurizio. E’ tuo fratello?”
“Sì. E’ mio fratello. Gioca con voi a calcetto, vero?”
“Esatto. Ma ieri non si è presentato al campo e al telefono non riusciamo a contattarlo”.
“Io non lo vedo da settimana scorsa”.
“Ma abita qui con te, giusto?”
“Sì. Ma spesso prende e se ne va”.
“Fe ne ba? E vove?”
Michele si è gettato come un falco sulle paste che Eliana ci ha offerto in attesa del caffè.
“Va. Gira. Nessuno lo sa con precisione. Sapete, Maurizio non ha molti amici. Almeno, che io sappia”.
“E’ davvero molto strano”.
“Ma avrà qualche appoggio. O gira così, a caso?”
“Ha dei contatti conosciuti su internet”.
“Internet?”
“Sì, persone con cui chatta frequentemente. Dice che con loro si sente più libero e riesce a essere se stesso”.
“Per questo è sempre attaccato al cellulare”.
“Ok, ma non sarebbe meglio che parlasse con chi gli sta attorno?”
“Maurizio è sempre stato un ragazzo molto chiuso. Con questi contatti si trova a suo agio”.
“Capisco”
“Eliana, volevamo solo avvisarti che siamo costretti a sostituire Maurizio per il torneo”.
“Sì, è giusto. Fate bene”.
“Se lo senti avvisalo e salutalo da parte nostra”.
“Non mancherò”.
“Grazie”.
“Oscar!”
“Sì?”
“Se non avete ancora trovato il sostituto posso chiedere al mio fidanzato. Se per voi va bene.”
“Fidanzato?”
“Per noi va bene, tanto non abbiamo ancora trovato nessuno. Che ne dici, Oscar?”
Fidanzato. Eliana ha un fidanzato?
“Oscar?”
“Eh, come? Sì. Certo. Nessun problema. Giochiamo lunedì. Digli di venire per le sette al Bar Luna che lo iscriviamo”.
“Grazie.”