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1Una strada tutta curve Empty Una strada tutta curve Gio Dic 16, 2021 1:42 pm

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A sentire quel che dice il babbo di Arturo, il nonno non ha lavorato un solo giorno in vita sua.
Via, che il nonno è pigro si sa, pure che prendere ordini non gli garba e che certo quando era più giovane gli piaceva fare tardi con gli amici e bere qualche bicchiere di vino, ma non esageriamo, non è certo un mostro.
Il fatto è che al babbo di Arturo piace metterlo in imbarazzo. Almeno, piace provarci, perché al nonno queste cose da un'orecchia gli entrano e dell'altra gli escono. Anzi, gli garba pure di farci su due risate.
Il nonno in fondo è sempre stato un gran bischero. Per esempio, al babbo di Arturo tutti lo conoscono come Aldo, ma in realtà si chiama Aldobrando. Il nonno l'ha chiamato così per prenderlo per il naso, per fargli una burla ancor prima che nascesse. E a vedere come il babbo di Arturo odia il suo nome, c'è riuscito.
Aldo e il nonno litigano spesso, soprattutto da quando la mamma di Arturo se n'è andata a Parigi con Jean-Claude, il suo nuovo fidanzato. Aldo è sempre nervoso e il nonno pare che ci prenda gusto a farlo arrabbiare ancora di più. Per esempio continua a fumare dentro casa, oppure si ostina a fare battute sul naso di Jean-Claude, nonostante ad Aldo dia fastidio solo sentirlo nominare.
Arturo invece col nonno ci va d'accordo. Ci gioca a scacchi, ci guarda le repliche di "Colpo grosso" su Youtube, oppure insieme fanno gli scherzi ai vicini, come quando hanno dipinto delle strisce nere sull'alano del signor Monti, un fanatico della Fiorentina, così che il cagnone pareva la zebra della Juventus.
Se poi ci si mette il fatto che Arturo di amici non ne ha, il nonno in questi mesi che non è in casa con lui gli è mancato moltissimo. La sua ultima infatti è che ha deciso di rinchiudersi in un ospizio.
Ha litigato con Aldo e per ripicca ha deciso di andare via, in eremitaggio, come dice lui, a finire i suoi giorni in meditazione, come in un monastero.
Te tu potevi scegliere un monastero vero, allora! Gli ha urlato il babbo di Arturo, che per lo meno l'è gratis!
Ad Arturo il nonno manca così tanto che oggi, il giorno della vigilia di Natale, ha deciso di passarla con lui, a giocare a scacchi nella sua stanzetta al secondo piano della casa di riposo.
Si son messi comodi, con le pantofole di pelo e la stufetta con i tubi incandescenti vicina alle ginocchia, perché al nonno dolgono le giunture anche se il riscaldamento è acceso. Non è da tanto che giocano, ma Arturo ha già conquistato il centro e fatto uscire entrambi gli alfieri.
Il nonno si gratta la pelata, pensieroso, e s'accende una sigaretta.
«Nonno» dice Arturo, «ma 'un dovresti fumare!»
Il nonno per tutta risposta dà una bella aspirata e butta fuori il fumo dal naso. È tutto accartocciato sulla scacchiera e ragiona, mugugnando, e quando ragiona e mugugna deve fumare per forza, anche se all'ospizio è vietato.
«Te tu mi distrai» borbotta, «chiudi il beccuccio, che ora fo' una mossa che neanche Kasparov...»
«Ismaele, quant'anni hai detto che c'ha il tu' nipotino?» chiede il signor Eugenio, il compagno di stanza del nonno, mentre sta alla finestra a guardare la pioggia fine e a spaccare noci.
Il nonno lo liquida con un grugnito.
«Ho undici anni» dice Arturo.
«Undici anni e già ti mette sotto» ridacchia il signor Eugenio.
«Te tu pensa a mangiare le noci, via, che dice fanno bene al cervello e magari t'aiuta pe' l'arteriosclerosi» dice il nonno e avanza col cavallo.
Ad Arturo viene da roteare gli occhi, a mo' di ramarro. Quella è infatti una tipica mossa che il nonno chiama "estrosa". Che in realtà è solo un suicidio. Arturo non voleva chiuderla così presto la partita, ma proprio si sente costretto e porta fuori la regina.
«Scacco in tre mosse» annuncia.
Al signor Eugenio scappa da ridere.
«Che fo', te le lascio due noci, Ismaele, che magari servono anche al tuo, di cervello?» dice.
Il nonno la prende stranamente bene, tira solo due sagrati e mette via la scacchiera.
Arturo si sistema gli occhiali, che sono scivolati sulla punta del naso.
«Perché usi il polso per tirar su gli occhiali?» chiede il signor Eugenio, che oggi sembra particolarmente curioso.
«Perché c'ho paura di toccare le lenti con le dita e d'imbrattarle» risponde Arturo.
«L'è un tipetto precisino, come il su' babbo» dice il nonno.
Arturo non capisce se è un insulto o un complimento, quindi si limita ad alzare le spalle.
«Per questo prima ha vinto» continua il nonno, «perché un' va mai fori le righe. Te conosci gli scacchi giapponesi, lo shogi?» chiede al nipote.
Arturo fa sì con la testa, perché gli garbano i manga e gli anime e del Giappone sa tutto.
«Oh bene, il motto dello shogi è: la mente ordinaria è la via. E certo, così si vincerà pure, ma che noia, 'un credi?»
«Certo» interviene il signor Eugenio, «ma anche a fa' le cose a bischero sciolto come fai te 'un l'è proprio consigliato.»
Il nonno dà l'aria di non averlo inteso e tira dritto.
«Anche la vita l'è così» dice, «una vita ordinaria sarà pure vincente, per certi versi… ma dopo un po' annoia. Anche una strada tutta dritta è comoda per arrivare da un punto a un altro, ma il panorama lascerà un poco a desiderare...»
Arturo sbuffa e si getta a corpo morto sul letto, con un gran cigolare di molle.
«Sì, ma ora che si fa?» dice, con la faccia affondata nel piumone.
«C'è la "Signora in giallo" a Rete quattro...» prova a suggerire il signor Eugenio.
«'Un t'azzardare!» sbotta il nonno.
«Certo che sei un bel tiranno, te.»
«Son tiranno solo delle cose mie.»
«Le cose tue! Via, te lo sai che l'è la democrazia?»
«La democrazia l'è vedere una vecchia iettatrice che in ogni posto dove va ci scappa il morto e mi tocca di vederla tutto il tempo con le mani sulla patta? 'Un mi sembra.»
«La democrazia l'è metterla ai voti, per esempio.»
«A me la democrazia 'un mi garba punto. Preferisco come facevano gli antenati nostri. Che se decidevano co' la democrazia del culo. Ogni due mesi si cambiava chi comandava, si mettevano i nomi di tutti i cittadini dentro d'un sacco e li si tirava a sorte. E guarda che l'è Firenze oggi! Vuol dire che la democrazia del culo funziona. Facciamo i biglietti e tiriamo a sorte.»
«E sia!» esclama il signor Eugenio, zoppicando verso il suo comodino, dove tiene un'agenda e un lapis.
«Ti risparmio la fatica, Eugenio. Noi si esce. 'Gnamo, Artù» annuncia il nonno, levandosi dalla sedia.
«Dove si va?»
«Si va alla Galleria della stazione, c'ho fame. Vedi c'ha smesso di piovere e l'è quasi l'ora che al bar metton fori le tartine. M'han detto che c'è un barista novo che 'un mi conosce, vediamo se l'è vero.»


Ci vogliono quaranta minuti ad arrivare a Santa Maria Novella, tra pigliare il bus e fare il viaggio. È quasi l'una, ma una visitina alla Basilica il nonno la deve sempre fare quando gli capita di gironzolare da quelle parti. E ogni volta s'accosta al barbone che chiede l'elemosina di fianco al portale e ci fa due chiacchiere.
«Si abitava qua vicino, con la nonna, quando il tu' babbo l'era ancora piccino» dice il nonno, allontanandosi e sistemandosi la cuffia di lana per proteggere la pelata.
«Lo so, nonno, te tu me l'avrai raccontato un centinaio di volte. L'era un palazzetto in via dei Banchi, tutto...»
«Tutto muffe e co' muri zuppi d'acqua. Ora te pensa: ce l'ha un affittacamere che lo dà via a mille euro alla settimana! Maremma docile...»
Questo pensiero deve accompagnarlo per tutta la passeggiata, perché rimane mugugnando e scuotendo la testa fino a quando non entra in Galleria. Là dentro è tutto uno sfarfallio di luci e addobbi. Sul soffitto hanno appeso degli alberelli di Natale a testa in giù e sul fondo hanno montato un paesello in miniatura, innevato col polistirolo, che dovrebbe essere il villaggio degli Elfi, con tanto di scranno rialzato per Babbo Natale. E il Babbino è proprio là, in pausa pranzo, che mangia un tramezzino con la barba abbassata, mentre la fila dei bambini in attesa di parlarci si snoda lungo il corridoio.
«Via, si va a mangiare anche noi!» annuncia il nonno, dirigendosi verso il bar.
Metà del banco è ricoperto di tartine e dolcetti e il nonno gli si avvicina tutto allegro, sfregandosi le mani.
Il barista fa un grande sorriso e mette via il cencio con cui stava pulendo. Il nonno ricambia e inizia a buttare giù una tartina dietro l'altra. Arturo invece aggredisce i bignè con la crema e le briosce mignon.
«Cosa vi servo?» chiede il barista, che ha smesso di sorridere.
«Che mi da’ dell’acqua di cannella?» dice il nonno, con la bocca piena, «che sono un po' troppo piccanti, codeste tartine al tonno.»
«'Un è che invece preferisce un nocchino?»
Il nonno arraffa un'altra manciata di tartine e le mette dentro un fazzoletto.
«Via che modi, l'è Natale, siamo tutti più boni.»
«Infatti son bono, di solito 'un avverto mica, ma ora va' via, va', altrimenti ti do uno schiaffo e ti spoglio!»
Il nonno strabuzza gli occhi, fingendosi indignato.
«Sta' certo che una bella recensione a una stella su Trippadvisore 'un te la leva nessuno» minaccia, mentre si allontana.
Girano ancora, a tempo perso. Si provano tutti gli occhiali da sole dall'ottico e fanno le pose all'americana, leggono un po' di libri alla Feltrinelli, progettano qualche viaggio che non faranno mai davanti alla vetrina dell'Alpitour.
Verso le quattro la Galleria si svuota, la gente evidentemente torna a casa a preparare il cenone, e anche la fila per parlare con Babbo Natale si è quasi consumata.
«Dai che si va a rompere un poco le scatole al Babbino» propone il nonno, «tu gli puo' chiedere se stanotte ti porta un sedere novo, che quello vecchio che c'hai tiene un buco.»
«Via nonno, se vo' gli chiedo una cosa seria, che poi mi piglia pe' grullo e 'un mi porta nulla.»
«Dio bonino, icchè tu credi al Babbino pe' davvero?»
«Certo. Conviene. Tanto, se c'è 'un cambia nulla, ma se c'è… lascia fare» sentenzia Arturo e battendosi il dito sulla tempia si mette in fila.
Quando è il suo turno sale sul palchetto e si sistema sulle ginocchia di Babbo Natale, con la faccia contrita. Guarda il nonno, gli fa l'occhiolino, si nasconde la bocca con la mano e sussurra qualcosa all'orecchio di Babbo Natale, che annuisce convinto, gli molla una pacca sulla spalla e ride.
Quando torna dal nonno ha un sorrisino soddisfatto stampato in viso.


Escono fuori dalla Galleria che il cielo ha finito di pulirsi dalle ultime nuvole e l'aria s'è fatta di ghiaccio. Arturo e il nonno si stringono, per scaldarsi, mentre camminano.
«Delle volte mi sento solo» dice a un tratto Arturo.
«Il babbo ti lascia solo a casa?»
«Ma 'un è quello… è che c'ho cose dentro e 'un so che fare...»
«Cose dentro?»
«Pensieri. Se me li racconto da solo 'un vanno mai via...»
«Ma che la fa’ finita di blaterare e principi a dire icché tu vo’ dire?»
«Mi serve che te mi stai a sentire, nonno.»
«Lo credo bene, te hai bisogno della saggezza dell'età...»
«Nonno, tu 'un sei mica saggio, che ti metti in testa? 'Un mi servono consigli, solo che qualcheduno m'ascolti.»
«Oh via, è 'un lo tieni un amico co' cui parlare?»
«Vedi che se tenevo un amico lo chiedevo a te d'ascoltarmi? 'Un lo tengo un amico, manco mezzo. Mi schifano tutti, mi garba di fare tutte le cose che all'altri danno noia, 'un so giocare a calcio, a scuola ho tutti dieci e poi...»
«Va bene, va bene, dimmi, t'ascolto.»
«Penso sempre che l'è colpa mia se la mamma se n'è andata in Francia.»
«Via che sciocchezza. 'Un è colpa di nessuno, nemmeno del tu' babbo. Sono cose che accadono, l'è così e basta.»
«E perché 'un m'ha portato via co' lei?»
«Hai voluto rimanere te qua.»
«'Un ha insistito.»
«Oh, 'un te va bene nulla. Via, ci sono pure i lati positivi, per esempio 'un devi dare gli auguri a Jean-Claude, che col nasone che c'ha prima di baciarlo su tutte e du' le guance si fa prima a passare di dietro.»
«'Un fa ridere.»
«E che voi che dica allora?»
«Niente, m'è bastato che m'hai ascoltato.»
«Vedrai che tutto si sistemerà.»
«Via nonno, 'un c'è modo d'aggiustare nulla.»
«Dio bonino, te sei pessimista forte!»
«Io sono pessimista, l'è vero, ed è strano solo perché sono ancora piccino. Ma è vero pure che gli adulti che 'un lo sono, sono un branco d'idioti.»
Il nonno si incupisce e si leva la cuffietta di lana. Un lieve vapore si leva dalla pelata.
«Hai ragione» mormora, impercettibile, mentre entrano nella piazza della Basilica. Si avvicina di nuovo al barbone, che sonnecchia sopra una catasta di cartone, coperto da un plaid macchiato. Senza svegliarlo, gli mette vicino l'incarto dove ha conservato le tartine che ha preso al bar.
Rimane qualche minuto inginocchiato là, sul marmo freddo, ancora umido della pioggerella di quella mattina, un po' perché rialzarsi con l'artrite è un'operazione complicata, un po' perché gli va di pensare.
Quando si rimette in piedi prende a braccetto il nipote.
«Te tu m'ha fatto una confidenza. E ora ne fo' una io a te. 'Gnamo, ti porto in un posto» dice.
Mentre camminano sono silenziosi, comprano un panino col lampredotto e lo mangiano un po' per uno, in quella posizione tipo cammello con il collo all'infuori che hanno tutti i fiorentini quando non vogliono sbrodolarsi.
Arrivano dopo non molto a un parchetto curato, tutto recintato e deserto. Il nonno fa due nuvolette di vapore dalla bocca e poi s'accende una sigaretta.
«Artù» dice, «'un fumare mai, mi raccomando, che fa male» e butta fuori il fumo dal naso.
Si mette a sedere a dà una pacca al granito, vicino a lui. Arturo gli si accomoda vicino e il nonno lo abbraccia. E così rimangono, fino a che il nonno non finisce la sigaretta e gli molla un bacio sulla fronte.
«I ricordi e i pensieri invecchiano, proprio come le persone. E proprio come le persone, invecchiando gli capita di diventare più dolci» dice il nonno.
Principia frattanto a fare scuro e lungo la via s'accendono i lampioni e le luminarie natalizie, che si riflettono sulla strada che pare uno specchio, tant'è ancora velata di pioggia. Una signora s'affaccia a una finestra al pianterreno d'un palazzo, dall'altro lato della via, e prova a chiamare il suo gattino.
«Micio!» urla, «Micio dai, che l'è pronta la pappa!»
Aspetta un poco, mezza figura sporta dalla finestrella, poi scuote la testa e si ritira, lasciando però un poco di spiraglio, una porticina per Micio, così da farlo rincasare senza problemi.
«Ho tanti ricordi qui, che prima l'erano aspri, ma ora sono più dolci» confessa il nonno, «codesto l'è il posto dove con la nonna ci siamo visti per la prima volta. 'Un c'era ancora il parchetto, ma v'era una serie di piste da bocce, co' la sabbia e le sponde di legno dipinto. Si faceva ogni estate un torneino, che da anni si era ormai trasformato in una faida tra du' famiglie che tra loro l'avevano i giocatori più forti. E codesti l'erano il mi' babbo, il bisnonno Guido, e 'l babbo della tu' nonna. Quindi noi si era come Giulietta e Romeo, perché le nostre famiglie s'odiavano come i Montecchi e i Capuleti. Te li conosci chi sono?»
«Oh nonno, e certo che li conosco.»
«E figurati, che domande. Comunque, si era piccini, si avrà avuto quindici anni, la tu' nonna du' di meno, ma l'era già un fiore. Così, mentre tutti s'era impegnati e concentrati sulla partita, io ne ho approfittato per presentarmi. "Chiamatemi Ismaele!" le ho detto. Al che lei s'è messa a ridere. "Moby Dick”, dice. Io m'innamoro all'istante, capirai, l'era la prima persona che m'indovinava la citazione. Ci siamo allontanati e siamo finiti laggiù, dove stanno le altalene. C'erano dei sedili scomodi di pietra e là ci siamo messi a chiacchierare e a guardare il cielo. L'era bello nuvolo e non si vedeva un lumino di stella a pagarlo, poi si fece un buco tra le nuvole, giusto dov'era la luna, ch'era una mezza falce, un pasticcio col gesso in una lavagna nerissima. Una cosa romantica da far venire il diabete. E io che fo'? Ne approfitto, piglio le spallucce della nonna, te non l'hai conosciuta, ma l'era piccina e gracile come un passerotto, la giro e le do un bacio sulla fronte. Qui.»
Il nonno dà ad Arturo una ditata dritta al mezzo tra le sopracciglia, dove l'aveva baciato poco prima.
«L'amore è ciclico, Artù. Prima qua si baciava la nonna, ora si bacia il nipotino» proclama, alzando l'indice. «Dopo sposati l'è nato il tu' babbo e si è continuato a venir spesso qua, dapprima a veder giocare a bocce e litigare i parenti, poi a stare al parco a far volare le altalene. Pigliavo Aldo in collo e si faceva la strada così da casa, lungo il percorso che abbiamo fatto io e te prima, con lui che mi lucidava la pelata. Poi la nonna l'è venuta a mancare... e qua 'un c'ho più rimesso piede. Fino a oggi.»
Arturo ascolta in silenzio, il nonno ama raccontare tanti episodi divertenti della sua vita, alcuni più di una volta a dire il vero, ma di queste cose è la prima volta che ne parla. Forse perché di divertente non ha proprio nulla.
«Il tu' babbo l'è dovuto crescere tutto d'un botto. Aveva solo dieci anni, poverino, quando la nonno l'è andata via. E mentre lui cresceva, io diventavo più piccino. Fino a quando ci si è scambiati di posto e lui l'è diventato l'adulto e io il figliolo.»
Il nonno fa una pausa e tira su col naso. Un gattino color miele esce d'un tratto da sotto un'altalena, si sdraia e comincia a pulirsi la coda.
«Dev'essere Micio» dice il nonno. Ma Arturo non l'ha neppure visto, pensa ad altro.
«Perchè te mi stai raccontando queste cose?» chiede.
«Perché l'è giusto che tu le sappia. Io ho imparato a vederla così: che la vita, ma la vita vera, quella straordinaria, l'è come una strada tutte curve e certo, il panorama sicuramente 'un annoia, ma delle volte ci son tornanti così stretti che ti pare d'esser tornato indietro e ti viene quasi il desiderio di fermarti, che tanto l'è tutto inutile a proseguire. Ecco, la morte della nonna l'è stato un tornante davvero lungo e io mi son fermato. Per tanto tempo. Ho iniziato anche a bere, a lavorare poco, s'andava giusto a fa' la raccolta delle olive, qualche cosa ne' campi degli amici, perchè pensavo che 'un avesse più senso nulla… te devi sapere che il babbo c'ha ragione a trattarmi come mi tratta. Me lo merito.»
Il nonno si alza e s'avvicina al gattino, che docile si fa prendere in braccio.
«Anche per te» continua, «la vita sarà piena di curve, devi fartene una ragione. E lo so che codesta cosa della tu' mamma andata in Francia l'è davvero un curva tremenda, ma 'un fermarti, il segreto sta là, ad andare avanti a testa bassa.»
«Ecco, codesta sembra quasi una cosa saggia» dice Arturo, annuendo.
Il nonno scuote la testa e si rimette la cuffietta in capo.
«'Gnamo, l'è tardi, il babbo sarà già in pensiero» dice, «e pure te, Micio, 'un l'hai inteso che l'è pronta la pappa?»
Prima d'andar via il nonno attraversa la strada per aiutare Micio a rincasare, ma il gattino, appena riconosciuta la finestra, si lancia in terra e scappa, per poi infilarcisi dentro.
Il nonno si guarda la mano: nel saltar via, Micio ha tirato fuori le unghie e gli ha fatto un leggero graffio.
«Manco il sangue esce più come prima» sussurra, sfiorando la ferita, che pare uno sbrago in una terra arida.


Quando riescono a tornare a casa s'è fatto tardi e Arturo insiste che il nonno rimanga a cenare e poi a dormire. Aldo non ha certo obiezioni, forse giusto per la quantità del cibo, questioni logistiche, tipo il letto senza fare e altre questioni pratiche. Il nonno invece un poco tituba e durante il pasto rimane in silenzio.
Finita la cena, attizzano per bene il fuoco nel camino e organizzano un triangolare di scacchi. Arturo prova l'ebbrezza di fare una mossa "estrosa", ma il babbo lo fulmina e perde in malo modo. All'inizio un poco gli rode, ma poi nota che il babbo pare felice d'aver vinto e si rasserena anche lui. Insomma, forse il nonno aveva ragione, anche perdere può dare delle soddisfazioni. Finito di giocare sistema sotto l'albero i mandarini per il Babbino e poi, stanco morto, fila a dormire che sono le undici e mezzo. Fa un sogno strano: c'è un gattino che guida su di un sentiero innevato, l'auto slitta in continuazione, ma non ha intenzione di uscire di strada. Il gatto lo sa e infatti guida tranquillo e anche lui, Arturo, che sta seduto nei sedili posteriori, è sereno.
Si sveglia per andare in bagno che sono circa le due. La luce in cucina è accesa e ci si affaccia. Vede il nonno, con i piedi scalzi dentro al camino, che sta mangiando i mandarini.
«Ma nonno, l'erano per il Babbino!» protesta.
Il nonno ridacchia, sbuccia i mandarini e getta la scorza tra le fiamme, così che in cucina c'è odore di agrumi.
«Non crucciarti» dice, buttandosi in bocca due spicchietti, «il Babbino l'è già bello che passato.»
Indica dietro di sé la catasta di regali e pacchetti ammucchiati sotto l'albero.
«Ma perché 'un sei a letto?» chiede Arturo.
Il nonno ci pensa un attimino e si gratta la pelata; è una cosa rara che non abbia la risposta pronta.
«I vecchi dormono poco…» bofonchia, poi scuote la testa, «oh via, 'un serve mica che ti pigli per il naso. La verità l'è che sto cercando il modo meno umiliante pe' chiedere una cosa al tu' babbo.»
«Icchè devi chiedere al babbo?»
Il nonno sospira.
«Lo vedi il taglietto che m'ha fatto Micio?» dice, mostrando il palmo della mano. La piccola ferita sembra carta velina strappata. «Quando l'età avanza principi e vedere la vita in una certa maniera. T'accorgi tutto d'un tratto degli errori, delle cattiverie c'hai fatto, di quanto hai fatto soffrire chi ti stava vicino... Tutto l'è così chiaro che sembra trasparente e fragile, come la mia pelle da vecchio, che l'è bastata una sciocchezza pe' romperla. Il babbo c'ha ragione quando dice che son stato una cattiva persona. Quando la nonna l'è morta ho pensato solo a me stesso, al mio dolore, ma il suo… quanto avrà sofferto? Quanto sarà stato male? Gli dovrei chiedere scusa e gli dovrei chiedere anche un favore.»
«Che favore ti serve?» chiede Aldo. Sta poggiato allo stipite della porta e si sta pulendo gli occhiali con l'orlo della vestaglia. Chissà da quanto tempo è là.
«Aldo vedi… mi dispiace, io...»
«Lascia stare, babbo, ormai quel che l'è stato è stato, c'è poco da fare.»
«Ma ti volevo chiedere scusa lo stesso. Di tutto... ti volevo chiedere scusa finanche pe' il nome, tornassi indietro ti chiamerei Mario! Ti garba Mario?»
«Babbo smettila… di che favore hai bisogno?»
«E niente, è che magari 'un l'è troppo tardi per fare qualcosa di bono. Insomma, se fare il babbo 'un m'è venuto poi tanto bene, magari a fare il nonno mi verrebbe meglio. Ti volevo chiedere se potevo tornare qua, a vivere co' voi.»
Ad Arturo brillano gli occhi e si volta a guardare il babbo, trattenendo il respiro.
«Certo che puoi tornare» dice Aldo, «almeno te tu la smetti di buttare via la pensione.»
«Te sempre a pensare ai soldi stai!» sbotta il nonno, ma sorride.
«Pragmatismo, si chiama pragmatismo.»
«Hai ragione, dopotutto te sei quello noioso, che 'un mette nemmeno l'aglio nella pappa al pomodoro; noi invece si è quelli divertenti.»
«Te tu pensi male babbo. Anche io so essere estroso, come dici te.»
E detto questo sparisce, per tornare poco dopo con un cucciolo di cane addormentato tra le braccia.
«Ecco» dice, «l'è un regaluccio per Artù, l'ho adottato proprio oggi al canile, mentre voi stavate in giro a fa' quelli divertenti.»
Arturo si lascia scappare un grido e prende subito il cucciolo in braccio. È caldo e morbido, con le orecchie pendule e setose.
Rimangono tutti e tre insieme ancora per una mezz'ora, poi Aldo decide di rimettersi a letto e lascia nonno e nipote a coccolare il cucciolo vicino al camino.
«E comunque vedi che il Babbino esiste?» annuncia tronfio Arturo.
«Perchè, te alla Galleria gli hai chiesto un cagnino?»
«No, gli ho chiesto di farti tornare» mormora Arturo, abbracciando il nonno e mollandogli un bacio, proprio lì, tra le sopracciglia. Che si sa, l'amore è ciclico.
Il cucciolo li guarda, accoccolato vicino al fuoco, e batte piano il codino sul pavimento.
Il nonno lo prende in braccio e comincia a grattarlo tra le orecchie molle.
«Dio bono che nasone che c'ha!» dice, «e se lo si chiamasse Jean-Claude?»



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Nota dell'autore: come avrete notato ho fatto la scelta di addolcire i dialoghi in dialetto, per facilitare la lettura. Una prima stesura era decisamente più ermetica, quindi ho italianizzato parecchio, rimettendo a posto gli articoli ad esempio (i' ccane è diventato il cane), levando le inflessioni e la gorgia (che sarebbe poho invece di poco, per capirci) e molte elisioni. Lo dico per i puristi, che potrebbero storcere il naso, ma si tratta di un concorso nazionale e ho fatto una scelta che spero soddisfi tutti.

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2Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Sab Dic 18, 2021 12:58 am

vivonic

vivonic
Admin
Admin

Ciao, Autore. Hai scritto un racconto che ho letto piano piano, in modo che durasse il più a lungo possibile, e che potesse farmi conoscere meglio i tuoi tre personaggi che sono fantastici, ognuno per un motivo.
Il messaggio è chiarissimo, l’intreccio coerente, originale come ci si aspetta, quindi è ovvio che il mio gusto personale sia del tutto soddisfatto.
Grazie della nota; io amo molto i dialetti italiani e, quando posso, cerco di studiarli e di interiorizzarne le espressioni idiomatiche, che ritengo essere stupende in tutti i nostri dialetti. Non so se siano errori o sia giusto così, ma ti segnalo due frasi che mi hanno inceppato: “se c'è 'un cambia nulla” dove secondo me manca almeno una negazione prima del c’è, e “Quando l'età avanza principi e vedere” dove forse la congiunzione dovrebbe essere la preposizione “a”. Però boh…
Non è per la connotazione geografica ma per i contenuti se sto per dirti questa cosa: ho immaginato tutta la parte iniziale del tuo racconto (fino al primo discorso diretto insomma) recitata in close-up da Francesco Nuti. Non so se te lo ricordi o se hai dimestichezza con la sua filmografia, ma praticamente sembra scritto da lui. Non so che idea hai tu sul Pratese per antonomasia, ma ti sto rivolgendo un gran complimento nel caso ciò fosse equivocabile. Mi hai fatto sognare e mi hai riempito di una malinconia ineffabile, e quindi non posso che ringraziarti.
La scrittura, al netto di quello che hai scritto tu e di quanto ti ho già segnalato, è impeccabile.
Ecco, sull’ambientazione natalizia si può discutere sulla poca centralità dell’aspetto e della presenza non determinante di Babbo Natale. Di sicuro ci sono racconti che hanno accarezzato meglio questo must, anche se la tua è inequivocabilmente un’ambientazione rispettata.
In conclusione, il massimo del “punteggio” in tutti gli aspetti esaminati, per quanto mi riguarda (tranne nell’ultimo per onestà intellettuale). Un ottimo racconto, del quale posso pronosticare molto facilmente la presenza in antologia.
Complimenti!


______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.

3Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Sab Dic 18, 2021 5:05 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Carissim* aut* tocca a te l'onore del primo racconto letto e raccontato da parte mia in questo Natale bifronte.
Subito una premessa: adoro letteralmente la parlata toscana, il dialetto fiorentino nonostante sia milanese (ma con nonna nata a Siena e uno dei miei più cari amici di sempre che era di origini fiorentine) e questo racconto è stato un vero spasso per me; ho immaginato Benigni nel ruolo del nonno e il sorriso non mi ha abbandonato per tutta la lettura.
Un racconto amaro, malinconico, che hai saputo rendere "leggero" grazie a una notevole abilità nella scrittura, per cui il tono scanzonato contrasta con il contenuto senza, peraltro, farne perdere il senso, il significato profondo che si cela dietro le parole.
Un racconto al maschile in cui però le donne solo apparentemente non ci sono, risultando entrambe decisive per le vicende di tre generazioni, la nonna con la sua scomparsa precoce e la mamma con la sua fuga francese.
Hai saputo mescolare sapientemente i dialoghi dei protagonisti con momenti riflessivi permettendo anche al lettore di riprendere ogni tanto il fiato prima di immergersi nuovamente tra i flutti degli scambi nonno nipote.
Segnalo, in particolare, questo passaggio:
Principia frattanto a fare scuro e lungo la via s'accendono i lampioni e le luminarie natalizie, che si riflettono sulla strada che pare uno specchio, tant'è ancora velata di pioggia. Una signora s'affaccia a una finestra al pianterreno d'un palazzo, dall'altro lato della via, e prova a chiamare il suo gattino.
una vera e propria pennellata, sembra di stare davanti a un quadro di Hopper.
Ottima la scrittura, la sintassi, la facilità di lettura, di segnalo soltanto qualche piccolo refuso per dovere e per l'eventuale successiva revisione.
La sua ultima infatti è che ha deciso di rinchiudersi in un ospizio.
sembra mancare qualcosa dopo "ultima"
se c'è 'un cambia nulla
dovrebbe essere se NON c'è
Si mette a sedere a dà una pacca al granito
a sedere E dà una pacca...
tipo il letto senza fare e
secondo me qui c'è un refuso
comincia a grattarlo tra le orecchie molle
tra le orecchie mollI


______________________________________________________
Una strada tutta curve Badge-3

4Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Lun Dic 20, 2021 3:22 pm

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Ganzo! Che posso dire? Mi hai spiazzata con questo racconto che trovo stupendo, magico, divertente e ricco di insegnamenti. Una storia per grandi e piccoli. 
Il Natale c’è a piccole dosi, come una spezia che, usata con parsimonia, dona un gusto speciale alla pietanza e la valorizza. 
Ho trovato perfetto lo spirito toscano e non ti nascondo che mi hai fatto fare grasse risate. Tipo questa frase che potrebbe averla detta Panariello in uno dei suoi sketch:
«La democrazia l'è vedere una vecchia iettatrice che in ogni posto dove va ci scappa il morto e mi tocca di vederla tutto il tempo con le mani sulla patta? 'Un mi sembra.»


Oppure quest’altra, stupenda!:
tu gli puo' chiedere se stanotte ti porta un sedere novo, che quello vecchio che c'hai tiene un buco.»
anche se quel verbo “tiene” non ci sta proprio…
Da Toscana ti segnalo alcune piccole correzioni:
Te tu pensa a mangiare le noci. (Brutta e non gira bene. Togli il Te)
due sagrati. (meglio due moccoli. Oppure due madonne.)
'Un lo tengo un amico, (un ce l’ho un amico. Tengo proprio non va…)

Ti segnalo un paio di refusi che mi sono saltati all’occhio.


quando la nonno l'è andata via. 
l'età avanza principi e vedere

Ho apprezzato tanto il messaggio (meglio riuscito perché più “vero” nella seconda frase)


«Anche la vita l'è così» dice, «una vita ordinaria sarà pure vincente, per certi versi… ma dopo un po' annoia. Anche una strada tutta dritta è comoda per arrivare da un punto a un altro, ma il panorama lascerà un poco a desiderare...»



«la vita sarà piena di curve, devi fartene una ragione. E lo so che codesta cosa della tu' mamma andata in Francia l'è davvero un curva tremenda, ma 'un fermarti, il segreto sta là, ad andare avanti a testa bassa.»


Dieci e lode per il finale. Strepitoso.

5Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Mer Dic 22, 2021 4:57 pm

Antonio Borghesi

Antonio Borghesi
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Grazie infinite per questo bellissimo racconto scritto con una facilità non indifferente, anche se c'è quel toscanismo che però non mi ha disturbato per nulla, essendo io un milanese abitante di Firenze da oltre dieci anni. Perchè ti ringrazio? Perchè mi sono ritrovato nel nonno e la sua vita piena di curve. Sono quasi invidioso di non averlo scritto io stesso e questo di solito tra due autori dice parecchio. Non so se c'è un podio per adulti e uno per ragazzi ma il mio lo meriti senz'altro. I piccoli errori ti son già stati segnalati perciò non ho altro da aggiungere tranne: non mi rinchiuderei mai in un ospizio da solo!

6Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Mer Dic 22, 2021 5:27 pm

vivonic

vivonic
Admin
Admin

Antonio Borghesi ha scritto:Grazie infinite per questo bellissimo racconto scritto con una facilità non indifferente, anche se c'è quel toscanismo che però non mi ha disturbato per nulla, essendo io un milanese abitante di Firenze da oltre dieci anni. Perchè ti ringrazio? Perchè mi sono ritrovato nel nonno e la sua vita piena di curve. Sono quasi invidioso di non averlo scritto io stesso e questo di solito tra due autori dice parecchio. Non so se c'è un podio per adulti e uno per ragazzi ma il mio lo meriti senz'altro. I piccoli errori ti son già stati segnalati perciò non ho altro da aggiungere tranne: non mi rinchiuderei mai in un ospizio da solo!
Tony, è stato spiegato tutto nel post di apertura (e verrà spiegato anche al momento di votare). Sì, verranno stilate due classifiche diverse, e in antologia verranno pubblicati 10 racconti per adulti e 5 per ragazzi, per rispettare le proporzioni dei racconti pervenuti.


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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.

7Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Gio Dic 23, 2021 11:04 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Davvero bello questo racconto, si gusta poco alla volta e a fine lettura ti senti soddisfatto.
C'è tenerezza, sentimento, la tipica goliardia toscana, siparietti divertenti e tanto altro.
Gli unici appunti che ti posso fare riguardano l'ambientazione natalizia, che c'è ma è pressoché ininfluente ai fini della storia. Voglio dire, avresti potuto ambientarla a maggio oppure settembre e poco o nulla sarebbe cambiato. Poi la sezione, per il linguaggio per la tematica e l'atmosfera di fondo io l'avrei visto più in tema con la sezione adulti piuttosto che in quella per ragazzi.
Comunque sono bischerate, a parte queste puntualizzazioni il pezzo è magistrale.

8Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Ven Dic 24, 2021 12:14 pm

SisypheMalheureux

SisypheMalheureux
Padawan
Padawan

Un bellissimo racconto questo, per ragazzi forse, ma forse non per bambini. è uno di quei racconti sospesi tra l'infanzia e l'adolescenza, capaci di trattare tematiche "da adulti" con una leggerezza e una serenità invidiabile.
Non mi esprimo sulla correttezza o meno del vernacolo toscano perché non ne ho la competenza, posso però dirti che è una nota di colore che caratterizza benissimo i personaggi ed è la scelta vincente di questo pezzo. Sembra quasi di vederli Arturo, giovane ma già fin troppo maturo per la sua età, e suo nonno, che a volte si comporta quasi come se il ragazzino tra i due fosse lui e non il nipote.
Il finale è perfetto, non poteva essercene uno migliore. Una storia all'insegna dell'importanza dei legami familiari che, per quel che mi riguarda, rientrerà molto probabilmente tra le mie preferite. Complimenti per questo piccolo gioiello, davvero!


______________________________________________________
"Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire? 
Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto."

9Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Sab Dic 25, 2021 10:18 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Segnalo soltanto un refuso:

"quando la nonno l'è andata via."


credo fosse "nonna"


Sarà tutta a curve la strada, ma qui si va dritti dall'inizio alla fine. Veramente difficile commentare in modo utile un racconto che di fatto non ha difetti. Grazie per la nota finale e, a tal proposito, se non avessi ulteriormente italianizzato, probabilmente mi sarei goduto ancora di più questo bel racconto. Questo per dire che non ho avuto nessuna difficoltà a leggere i dialoghi con la loro marcata inflessione dialettale. Dopotutto, il toscano, parafrasando Dante, è un dialetto illustre.
Via, hai fatto una mossa estrosa e l'hai fatta magistralmente.


S'è capito, dalla cura del testo, dalla resa dei personaggi, dalla storia familiare, tutto il tuo amore per la scrittura. Anche quello l'è ciclico, no?


Grazie e Buon Natale!

A Petunia e Akimizu garba questo messaggio

10Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Dom Dic 26, 2021 8:54 am

gipoviani


Padawan
Padawan

Trovo questo racconto un po’ spiazzante. È sicuramente ben scritto, mi piace la lingua utilizzata che ascolto tutti i giorni uscendo fuori di casa.
Sono spiazzato per diversi motivi.
a) Non riesco a considerarlo un racconto per ragazzi - non a caso il protagonista sembra uno strano bimbo nato adulto - perché manca la prospettiva bambino/adolescenziale del racconto; tratta ditemi da adulti, come il senso della vita o il valore (e il peso) del passato; problemi che un bimbo non si pone (ancora). Nemmeno il bimbetto asociale e un po’ antipatico, se visto da altri bambini, protagonista del racconto.
b) Se invece lo considerassi un racconto per adulti, beh, troverei alcune cose non chiare fin dall’inizio. Il perché del dissidio padre/figlio che nasce addirittura con l’imposizione del nome. E l’unica spiegazione fornita, il non superamento del lutto per la perdita della moglie, non è del tutto coerente col carattere “farfallone” imposto al nonno dall’inizio.
In conclusione, ben scritto e scorrevole, ma almeno a me lascia un fastidioso retrogusto di incompletezza a fine lettura.

11Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Dom Dic 26, 2021 8:56 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

ciao
Di questo bellissimo racconto mi è piaciuto moltissimo il messaggio.
Le curve e i tornanti per spiegare i momenti di difficoltà, in cui sembra di stare fermi o addirittura di tornare indietro. Ma prima o poi la strada dritta arriva.
Il dialetto, o come la chiama mio marito (da buon fiorentino: la lingua per eccellenza), 
mi sembra un'ottima scelta. Condivido anche quella di “italianizzare” alcuni passaggi per favorire la comprensione.
Se prima il nonno è un “bischero”, quando diventa più serio e profondo è di una tenerezza infinita. 
Il fatto che riesca a confidarsi con il nipote avvicina le due solitudini.
Nota: la parte iniziale l’avrei accorciata per dare maggiore importanza alla seconda, che è molto bella.
Un racconto che, per me, poteva inserirsi benissimo nella sezione per adulti
complimenti
 
ps:"Colpo grosso", me lo ricordo anch’io!!!

A Akimizu garba questo messaggio

12Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Lun Dic 27, 2021 10:57 am

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Di questo racconto si possono criticare moltissime cose ma resta quello che mi ha commosso fino alle lacrime.
È scritto divinamente e quel toscano poi è il tocco che lo rende vero. Così fa cedo hai creato una connessione immeritata tra il lettore è il testo.
Si, non è propriamente per ragazzi ma io l’ho visto adatto a quei ragazzi che amano leggere libri sin da piccoli. Io ho figli di miei amici che leggono tantissimo che apprezzerebbero un testo del genere.
La magia del Natale l’avrei distribuita in modo più omogeneo nel testo ma è una sfumatura del tutto marginale di fronte a un testo di cotanta bellezza.
Complimenti.

13Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Lun Dic 27, 2021 11:48 am

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Che dire, se non che è un gran bel racconto, di quelli che penso tutti avremmo voluto scrivere. E leggere da ragazzi, quando si comincia ad apprezzare diversamente la lettura. Un racconto in cui sono entrata in punta di piedi, poi mi sono accomodata e senza fretta sono arrivata alla fine, tornando indietro ogni tanto, ma non per i miei soliti inciampi (neanche me li sono segnati), ma per riscoprire quell’attimo, quell’immagine.
In primis i complimenti alla Penna per aver saputo riproporre la parlata toscana in modo equilibrato, senza eccessi che avrebbero reso faticoso leggere: qualunque sia il dialetto, non è mai facile, e tanto di cappello a chi ci prova. Qui sembrava proprio di ascoltare le battute, anche con le inflessioni ma soprattutto con l’arguzia e la presa in giro di alcuni punti. Il tutto con una scrittura d’effetto, un ritmo che non cade mai, nemmeno nel finale.
Negli scambi di battute dei due vecchietti, facilissimo ritrovarsi al Bar Lume assieme ai personaggi di Marco Malvaldi. Qui però l’aver italianizzato, ti assicuro cara Penna, è stata una carta vincente, soprattutto perché tutto il racconto è scritto con lo stesso stile, e non solo i dialoghi.
Hai disseminato qua e là nel testo piccole perle di saggezza non da poco.
Un racconto malinconico, il tema della mancanza di una persona nascosto dietro a comportamenti inusuali (il bere, il lasciarsi andare) anziché parlarne apertamente, anche piangendo lacrime che consolano alla fine – mai facile, soprattutto ad una certa età – quasi che l’età stessa sia in grado di arginare il dolore; il confronto con un nipote che si vorrebbe guidare nel diventare adulto con dolcezza... mi hanno riportato indietro nel tempo, coi miei nonni... con mio nonno soprattutto, che giocava con me alla maestra, alunno maldestro e che sfidava la mia pazienza e la mia penna rossa.
Ma anche il tema della solitudine di un ragazzino senza amici, che comincia a farsi domande da adulto, che si sente in colpa ma non ne percepisce chiaramente le motivazioni.
Non da ultimo il tema degli errori commessi, delle scuse difficili da chiedere... delle curve che ogni vita presenta, che lo si voglia o no.


______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

A Akimizu garba questo messaggio

14Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Mar Dic 28, 2021 10:24 am

Arianna 2016

Arianna 2016
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Rubo la considerazione che qualcun altro del forum ha fatto in uno dei nostri concorsi: quando un racconto è molto bello, non rimane molto altro da dire.
E questo è un racconto davvero bello: costruito e scritto benissimo, fila via che è una meraviglia, scambio di battute ottimo, commovente, natalizio. Insomma, mi è piaciuto molto. Sarebbe stato benissimo anche nella sezione adulti.
Avere conosciuto di persona alcuni dei nostri autori toscani del forum e le loro famiglie, averli sentiti parlare, mi ha fatto apprezzare il colore toscano di questo racconto, anche se credo che non sia stato uno di loro a scriverlo.
Complimenti: un ottimo lavoro!

A Akimizu garba questo messaggio

15Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Mer Dic 29, 2021 5:55 am

Valentina

Valentina
Younglings
Younglings

Ciao Autore, complimenti per questo racconto, nel quale possiamo conoscere bene tre personaggi manschili, di tre generazioni. La loro personalità si evidenzia bene grazie ai loro dialoghi.
Mi è piaciuto lo scambio di confidenze tra il nonno e il nipote, e mi ha scaldato il cuore il finale, uno dei migliori letti fin ora.
Ho trovato qualche refuso qua là ma ho notato che te li hanno già segnalati, quindi non sto a ripetermi.
Interessante la scelta del dialetto, utilizzata da tutti, e non solo dal nonno, come inizialmente pensavo sarebbe successo, ti ringrazio per averlo "italianizzato" perché altrimenti sarebbe stato di difficile lettura per me.
Proprio per la scelta del dialetto e del linguaggio ricercato utilizzato ti critico soltanto la scelta della sezione ragazzi, lo avrei visto meglio per il adulti. Ciò non vuol dire che un ragazzo di 15/16 non lo possa apprezzare, ma un ragazzino più piccolo credo si scoraggerebbe presto nel leggerlo.

16Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Ven Dic 31, 2021 7:42 am

SuperGric

SuperGric
Padawan
Padawan

Qui siamo di fronte a un top player, non c’è niente da fare. È un racconto (e un autore dunque) di un’altra categoria.
Nel torneo amatoriale arriva il Manchester United (o la Fiorentina di Batistuta) e sbanca.
Fantastica la storia, i personaggi, le descrizioni, i messaggi. Commuove e diverte insieme. Tocca tantissime corde con armonia ed eleganza.
Forse il Natale non è così centrale, forse non è perfettamente adatto ai ragazzi, ma va bene lo stesso.
Complimenti.

A Akimizu garba questo messaggio

17Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Ven Dic 31, 2021 10:53 am

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Mi è sembrato di assistere a una delle storie del BarLume di Marcovaldi, che adoro.
Pure il ''nocchino'', che credo sia un pugno che nomina spesso Benvenuti c'è.
Un'opera perfetta per piacere a me, ironia e empatia giuste per farla arrampicare al primo posto,
o giù di lì.
La scena finale del cucciolo adottato che sbatte la coda sul pavimento per la gioia del nonno e del nipote è l'immagine più bella di tutta la raccolta.

18Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Ven Dic 31, 2021 6:50 pm

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

ovvia... e questo si gioca il primo posto!
scritto benissimo (a parte un paio di refusi) e con quella parlata toscana che adoro da sempre, riesce a penetrare sotto pelle e non ne esce più.
splendide alcune frasi, così come la descrizione di certe scene.
bellissima la rivelazione di Arturo quando dice che ha chiesto il ritorno del nonno.
a chiudere il tutto ci pensa il cucciolo.
non riesco a dirti altro se non: complimenti!


______________________________________________________
L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

Una strada tutta curve Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

19Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Gio Gen 06, 2022 7:37 pm

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Il racconto è fantastico, su questo non ci piove.
La mano che c'è dietro è palesemente quella di uno scrittore esperto. Non ci sono errori (se non forse qualche cosa di tecnico nel dialetto? non ne ho idea, io i dialetti zero), la costruzione è di alto livello, le emozioni messe in gioco sono quelle della vita reale, vera, vissuta (che lo sia o meno).
Alcune espressioni e similitudini sono da incorniciare.
Lodo la scelta di diluire il toscano (al punto giusto, direi) in modo da non trasformare la lettura in un continuo singhiozzo per quella parte non-toscana di lettori, di cui faccio parte.

Non c'è davvero nulla da dire.

Eccetto la cosa forse più importante, cioè che non riesco proprio a vederlo come racconto per ragazzi.
E' una storia adulta, e adulta matura, perché c'è una profondità dietro che il ragazzo, il bambino, ma anche il giovane adulto, fatica a cogliere. Fatica a vivere, nel senso che è troppo lontana dalla sua sensibilità media.
E' una storia adulta che parla agli adulti, anche se il nonno Ismaele si rivolge a un bambino.
Basandomi sul criterio che ho usato per questa sezione, cioè l'immaginare la storia come se fosse un cartone animato, qui è impossibile. Letteralmente.
E' una storia troppo viva, troppo vera, per poter essere veicolata come un cartoon.

Mi metti in difficoltà, autore. Perché adesso mi trovo a dover scegliere se dare al tuo scritto un voto inferiore a quanto merita perché non lo trovo adatto ai ragazzi, oppure bypassare le mie stesse impostazioni in onore della qualità del tuo lavoro.
Ci penserò.


Nota di colore per chi sa di cosa sto parlando.

Spoiler:

A Akimizu garba questo messaggio

20Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Ven Gen 07, 2022 7:09 am

Isabella


Viandante
Viandante

Che racconto divertente! Scritto molto bene, scorrevole e coinvolgente.
I dialoghi in toscano "italianizzato" sono un'accortezza gentile per chi toscano non è (come me) e offrono comunque un'esperienza immersa, uno stralcio di vita in una Firenze nota.
Complimenti!

21Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Ven Gen 07, 2022 4:54 pm

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Prendo spesso nota mentre leggo dei commenti da fare ai diversi brani.
L’inizio non mi ha convinto affatto e mi sembrava che l’uso del toscano fosse la sola cosa degna di nota, anche se a volte quasi forzata.
Poi, man mano che andavo avanti, mi sono dovuto ricredere, e alla fine speravo non finisse mai.
Bellissimo questo quadro nonno, figlio, nipote, ognuno con i suoi pregi, ognuno con i suoi difetti, ognuno con modi diverso di esternare il proprio l’affetto.
Bellissima la metafora con la strada, con i tornanti: prima o poi li incontriamo tutti nella vita.
Spero solo tu non vinca entrambe le sezioni: lascia qualcosa anche agli altri.

A Akimizu e Susanna garba questo messaggio

22Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Sab Gen 08, 2022 4:43 pm

Danilo Nucci

Danilo Nucci
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Questo è l’ultimo racconto letto e commentato e posso veramente dire di aver chiuso in bellezza.
Credo proprio che di questo pezzo tu possa farne quel che vuoi, nel senso che con minimi aggiustamenti può essere un racconto per ragazzi (anche se non molto piccoli), oppure può andar bene per adulti, anzi lo avrei preferito nell’altra sezione. Potrebbe essere benissimo la base di una sceneggiatura di un corto o un testo teatrale, da sottoporre magari a Alessandro Benvenuti o a Ugo Chiti che ne apprezzerebbero la freschezza e la spontaneità, ma anche la profondità.
Fin qui le cose importanti ed essenziali, siccome però “nessuno è perfetto” come si diceva nel vecchio film, faccio solo qualche appunto sul “dialetto” che non è un dialetto ma un vernacolo. Mi permetto queste osservazioni perché credo di essere un esperto al riguardo, non per meriti ma per nascita.
Devo complimentarmi per l’uso molto corretto di frasi e espressioni tipiche del fiorentino o del toscano in generale che ho avuto l’impressione provengano da chi fiorentino o toscano non è ma non può aver avuto che una lunga e attenta frequentazione delle mie zone perché certe cose non si imparano sui libri. Poi mi dirai se ho sbagliato o no.
Ti segnalo solo alcune cose:
… da un'orecchia  = da un orecchio
“Te tu potevi scegliere”. Toglierei il “Te”
«Nonno» dice Arturo, «ma 'un dovresti fumare!» a scelta: “ma ‘un tu dovresti fumare!” oppure “ma t’un dovresti fumare!”

“Te tu pensa a mangiare le noci ,”  Togliere il “tu”
“… faida tra du' famiglie che tra loro l'avevano i giocatori più forti” o “tra loro avevano i giocatori” oppure “… c’avevano i giocatori…”
“Comunque, si era piccini, si avrà avuto quindici” = “Comunque, s’era piccini, s’avrà avuto…”
“L'amore è ciclico”. Aggettivo troppo “impegnativo” per il personaggio. In ogni caso avrei detto: “L’amore l’è ciclico”
«Perchè te mi stai raccontando queste cose?» = “”Perché tu mi stai raccontando…”
“… te devi sapere che il babbo” = “tu devi sapere…”
“oh via, 'un serve mica…” = “Ovvia, ‘un serve mica…”
«almeno te tu la smetti di buttare via la pensione.» Toglierei il “te”
“noi invece si è quelli divertenti” = “noi invece siamo quelli divertenti”
“Perchè, te alla Galleria gli hai chiesto un cagnino?” Cagnolino.
Concludendo, il giudizio non può che essere più che positivo. Bravo/a!

A Akimizu garba questo messaggio

23Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Dom Gen 09, 2022 1:16 am

Mac

Mac
Padawan
Padawan

Caro autore ho avuto qualche difficoltà nella parte iniziale a capire chi è chi, padre, nonno e figlio. Appurato questo la lettura è proseguita veloce, il racconto è scritto molto bene, l’uso del toscano riadattato permette a chiunque di capire e aiuta a caratterizzare i personaggi che hai descritto in maniera sublime.
Mi è piaciuto proprio tanto e si capisce che dietro c’è una penna matura e accurata.
Detto questo, mi trovo molto in difficoltà per due motivi:
- non è un racconto per ragazzi
- io Natale lo prende ti striscio
Partecipo per la prima volta a questo tipo di contest. Ho cercato di essere corretta, cercando di valutare allo stesso modo tutto i racconti e per aiutarmi mi sono creata una piccola griglia dove annoto : scrittura, trama, attinenza al tema, attinenza alla sezione ecc. ecc.
Quindi cosa faccio ora? Il tuo racconto merita, ma mancano questi due presupposti. Non è che gli admin potrebbero darti una menzione speciale?
Ci devo pensare, mannaggia a te

24Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Dom Gen 09, 2022 9:09 am

Isabella


Viandante
Viandante

Qui si sente che il tocco è di uno scrittore esperto! 
La trama è così avvolgente da farti sentire a fianco dei personaggi, assolutamente ben costruiti e ai quali ti affezioni all’istante.
L’uso del toscano italianizzato ha un sapore delicato e gentile che accompagna il lettore non avvezzo al dialetto stretto, tra le vie di una Firenze gioiosa o goliardica.
Mentre si leggono i dialoghi, non si può non sorridere con la sensazione di essere a tavola a bere un bicchiere di Chianti in compagnia dei personaggi.
Nulla da dire sulla forma e la correttezza del testo.
Un racconto da condividere. Complimenti!

25Una strada tutta curve Empty Re: Una strada tutta curve Dom Gen 09, 2022 6:02 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Riletto e non ho dubbi su questo racconto.
Mi dispiace solo non dedicargli altre parole, un'aggiunta che testimoni la mia emozione.
Secondo me vincerebbe anche nell'altra sezione.
Un abbraccio.

A Akimizu garba questo messaggio

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