"la splendida veranda era stata ridotta a un luogo d’orrore che solo una mente profondamente malata avrebbe potuto immaginare." Cioè la tua, caro autore, ehehe. Scherzi a parte il racconto mi è piaciuto per ciò che intende insegnare (la morale? Chiamiamola così) meno per come è stato messo giù, su carta. Nel senso, i rancori mai sopiti davvero, la brutalità insita nell'uomo, tutte le storture dovute all'uso eccessivo delle tecnologie ect sono messaggi chiari, ma ci sono alcuni passaggi tecnici che non mi hanno convinto. Primo fra tutti l'introduzione, che proprio non capisco. Il narratore onnisciente che così, dal nulla, ti parte con la spiegazione di dove siamo e cosa è successo proprio non mi piace. Che queste cose siano mostrate dai protagonisti, accennate nei loro dialoghi, nelle azioni. Non serve il trattatello iniziale. Altra cosa, la descrizione dei ragazzi, altezza, peso, colore dei capelli, sembra una descrizione fatta dai carabinieri per sporgere una denuncia. E poi dico, fossero stati bruttini il loro amore avrebbe contato meno? Ultimo punto che mi lascia perplessi è la sovrabbondanza di aggettivi e di particolari che allungano il racconto senza un vero motivo, soprattutto nella parte iniziale, che avrebbe dovuto scorrere più veloce per arrivare prima alla ciccia, ovvero al massacro. Naturalmente ci sono anche molti punti a favore, che mi hanno entusiasmato, come la freddezza dei robocon, la musica durante il massacro, con il dj che non capisce cosa stia succedendo, il finale tremendo e potentissimo. Insomma, per quanto mi riguarda il racconto è super promosso, ma non a pieni voti. A rileggerci!