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L'ottava nota - Sinfonia per orme sole

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1L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Empty L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Ven Apr 29, 2022 2:38 pm

Different Staff

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Admin
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Alcuni utenti invitati all’evento organizzato da DT raggiunsero alla spicciolata la piazza su cui si affacciava la Chiesa delle Otto Chiavi, il luogo convenuto per l’incontro: a guidarli attraverso l’intrico di viuzze del piccolo borgo medievale era stato il campanile, che svettava sui tetti delle case, simile a una matita ben temperata.
Nonostante l’aspetto pacifico del villaggio e l’eccitazione per un evento dai contorni quanto mai nebulosi, e quindi molto intrigante per gli utenti tipo del forum, si trovarono immersi in un’atmosfera che li mise a disagio.
Dalle finestre uscivano brusii di voci, risate, musica, acciottolii di stoviglie, ma la sensazione era di assenze; per contro, benché le stradine fossero deserte, udirono passi veloci, porte che si chiudevano, il campanello di una bicicletta, il rimbalzare di una palla…
Un po’ esitanti e mascherando la curiosità con un ostentato interesse per la chiesa, piccola e semplice, si scrutarono di sottecchi per qualche minuto finché Digito, impaziente, ruppe il ghiaccio con le presentazioni: nessun turista, solo cinque utenti DT, nonostante le adesioni fossero state più numerose.
Non si conoscevano di persona ma, pur interagendo tra loro sul forum con assiduità, studiandosi tra le righe di racconti e commenti, si ritrovarono ora a non sapere cosa dire, quasi che con l’aver dato un volto normale ad avatar e nickname curiosi si fosse dissolto l’alone di mistero che da essi derivava.
Petunia, raffinata nel suo tubino color salmone, superò il momento e si avvicinò al portone della chiesa, su cui era affissa una nota: “Riservato DT. Attendere.”
«Attendere chi? Pare un paese fantasma.»
Viv, con l’inseparabile chitarra e aggiustandosi il Trilby, si diresse verso il portone: «Dice il saggio: a ogni chiave il suo zelbino. Dopo di voi.»

Entrarono in silenzio, aspettandosi acquasantiere, immagini sacre, candele: si ritrovarono invece in una sorta di nartece, un’anticamera dove, al posto del classico tavolino per opuscoli e avvisi, c’erano alcune vecchie poltroncine.
«Cos’è, uno scherzo?» Susanna detestava le anticamere, la innervosivano, soprattutto quando non era certa di cosa aspettarsi dietro porte chiuse: ma qui di porte che consentissero l’accesso alla navata o alla sacrestia neanche l’ombra. Di fronte a loro una parete di pannelli di legno e vetri colorati, ognuno dei quali recava una placchetta col nome delle stanze degli step di Rooms conclusi. Fu sul più laterale dei pannelli che trovarono, ben dissimulate negli intarsi di un disegno complicato, diverse serrature e un pomello, bloccato: niente chiavi e nessun zerbino.
«Alla faccia delle otto chiavi! Ci vorrebbe Bernie Rhodenbarr.»
Mentre Molli esaminava con attenzione le serrature, dal portone accostato entrò, trafelato, un ragazzo alto e molto magro: sotto una giacca dal taglio impeccabile, una camicia maculato giraffa. Anche la borsa che portava a tracolla aveva la stessa stampa, e così pure una lunga sciarpa svolazzante.
«Scusate il ritardo, senso dell’orientamento zero. Che corsa! Piacere, Imagiraffe, ma Giraffa va bene. Uh, che ansia! Che si fa adesso? Entriamo?»
«Niente chiavi, tesoro,» lo informò Petunia, giocherellando con un orecchino «e nessun sagrestano in vista.»
«Magari c’è una nicchia nascosta. Per le chiavi, intendo.» ipotizzò Viv.
Esaminarono con cura le pareti ma fu l’esperienza di Digito a consentire il recupero di un foglietto nascosto nello strappo del rivestimento di una delle poltroncine.
Pessima grafia, messaggio chiaro: “Keys in rooms, tocca il nome, entra uno x volta, if miei calcoli ok max entro mezzanotte. Good luk. Achillu.”
«Direi che non abbiamo scelta, gente. Ho chiuso il portone, che è… ehm… bloccato.» disse Giraffa, imbarazzato. «Non sarà per caso una escape room? Viv?»
«Mmm, non credo proprio. Troppi indizi. Vabbè, dai, vediamo! Portineria: volontario?» 
«Dice il saggio: plima gallina che canta fatto uovo.» lo scimmiottò Petunia.
Per le altre stanze, tirarono a sorte.
Mentre Viv si preparava a entrare in Portineria, gli altri si accomodarono sulle seggioline, scomodissime, senza trovare di che parlare, come dal medico. Uno sguardo all’orologio, un pelucco sulla giacca, non c’erano vecchie riviste da sfogliare o quadri da esaminare, e nessuno si era portato un libro. E sì che sarebbe bastata una banalità qualsiasi a dare l’avvio a qualche discussione, magari parlare delle “stanze” dei loro racconti, a quelle idee che si erano palesate appena spediti i testi…
Non ne ebbero né il tempo né la possibilità.

Non appena uno di loro toccava il cartellino col nome della stanza, il pannello si apriva e nell’anticamera, mescolandosi agli utenti in attesa del loro turno, si riversavano i Personaggi dei vari step.
Mercenari, contadini, guardoni e spie, soldati e dame, prostitute e prelati, animali parlanti e poliziotti d’altri tempi, donne seminude… La stanza si ingrandiva in modo da poterli contenere tutti: una folla di figure evanescenti eppure reali, tanto reali che fu possibile toccarli, carezzarli, raccogliere le loro lacrime, sistemare l’abito di ballerine, o lo scialletto di donne del popolo. Consolarli. Aspirarne il profumo.
Alcuni personaggi si avvicinavano timidamente al loro autore, e si prendevano per mano, complici, mentre gli altri parevano spaesati, in attesa di qualcuno o di qualcosa, forse quel dettaglio che allora avrebbe fatto la differenza.
Nonostante l’affollamento, c’era silenzio.
Anche dall’altra parte dei pannelli, nelle stanze, le esperienze erano state forti: ogni stanza conteneva tutte quelle dello step, né incastrate né sovrapposte, ma tutte assieme, con gli arredi, le atmosfere, gli odori e i profumi, il caldo e il freddo; il lugubre delle pompe funebri, la sensualità di momenti intimi, dolori e gioie, allegria e sconforto… E poi rumori, fruscii, musica, silenzi improvvisi e buio. In qualche angolo erano rintanati anche Personaggi che non avevano voluto uscire.
Ci furono cassetti da aprire, lettere da spedire, ripostigli da riordinare, partite di pallone alle falde di un vulcano, tra torrenti di lava e cowboy malinconici, finché le chiavi non venivano trovate: tra le pieghe del costume di una ballerina o i tubetti di colore di un pittore.
Per ogni autore fu un’impresa ardua.
Tutti, al di qua e al di là di quella sorta di barriera, avevano vissuto inoltre la stessa sconvolgente esperienza: si erano ritrovati in testa tutti in racconti in gara, con l’impressione, per ogni stanza, di leggerli in una volta sola, compresi i commenti; avevano provato sulla pelle le sensazioni e le emozioni dei protagonisti, le fatiche degli autori, l’ansia di una storia tutta in un battito di ciglia che fatica a uscire, le letture e riletture, i dubbi, l’emozione di un bel commento e il dispiacere di una critica.
Digito ne era uscito particolarmente provato: non aveva partecipato al sesto step e la casualità lo aveva portato in Veranda, con l’atmosfera dei venti di guerra che lo avevano angustiato in quei giorni. Neanche l’erotismo delle storie aveva smorzato l’angoscia percepita in alcuni racconti.
Petunia e Giraffa avevano vissuto molto intensamente le emozioni dei personaggi, le loro fatiche per mostrarsi nel profondo, mentre Molli aveva cercato le atmosfere e le storie del ’68, una pacchia per un amante dei racconti storici.
Susanna aveva riordinato sgabuzzini, rovistato tra le scatole, con animali parlanti che avevano cercato di impedirle di trovare la chiave, confusa assieme a decine di altre, nascosta in bella vista.
Viv aveva vagato, vagato, provando ad afferrare sensazioni ed emozioni: per la chiave aveva dovuto lottare con uno Sherlock decisamente scatenato. La chiave era appesa al riccio di un violino malconcio.
Appena inserita l’ultima chiave, il pomello si bloccò e avrebbero potuto passare oltre, ma dopo quello che avevano vissuto erano titubanti.
Però, se i racconti erano così reali nella loro testa, se erano riusciti a dare consistenza a personaggi e situazioni, perché ora tentennavano?
«Gentaglia, non vorrete calare le braghe proprio adesso!» Petunia risentiva ancora dell’effetto Pamphlet della Sala da Ballo.
Entrarono.

La chiesa, piccola dall’esterno, aveva ora dimensioni ben più ampie, e non era un trompe l’oeil. L’ambiente ricordava una di quelle abbazie fredde, spoglie, dove nessun orpello deve distrarre dalla preghiera. I classici simboli religiosi erano relegati in spazi angusti sotto le arcate, la poca luce proveniva da strette finestre disposte lungo il perimetro della chiesa.
Il pavimento, libero da panche, era occupato per intero da una splendida meridiana, molto più complessa di quelle presenti in tante chiese; l’asta dello gnomone che segnava l’ora sul quadrante delle ore era finemente decorata con simboli astrali, mentre esternamente al quadrante mosaici dalle tessere coloratissime rappresentavano i pianeti e il loro percorso attorno al Sole, e ancora le varie costellazioni visibili dalla Terra… le galassie lontane, che rilucevano di pagliuzze dorate.
Osservato da vicino, l’insieme era spettacolare, non solo per la complessità e precisione di quanto vi era rappresentato: l’insieme pareva vibrare, ogni elemento sembrava muoversi, un movimento infinitesimale ma percepibile con chiarezza sconcertante.
Molli si avvicinò a un lungo tavolo, attratto da grossi tomi, alcuni dall’aria antica, altri più recenti.
«Non ci posso credere! Ehi Petunia, vieni a vedere! Venite a vedere. Questi sono... no, per favore, se è uno scherzo è super, ma...»
I tomi sul tavolo erano raccolte di racconti, tutti i loro racconti, ma alcuni parevano scritti secoli or sono, addirittura a mano, altri erano chiaramente di pochi mesi prima. Presero a sfogliare i libri, cercando i loro lavori, ma dovettero interrompersi: la chiesa pareva vibrare e nel giro di pochi minuti ogni cosa si dissolse nell’aria e tutto diventò bianco: un bianco assoluto, compatto e luminoso. Persero la percezione dello spazio: guardandosi attorno, l’unica cosa che videro furono le loro orme, su quello che per forza doveva essere il pavimento. Alcune erano ben delineate, profonde; altre più leggere, dai contorni incerti.
Nessuno riuscì a proferire una sola parola.
Lentamente il bianco sparì, le vibrazioni si fecero più intense, accompagnate da un suono continuo, tenue e monocorde.
Se prima erano frastornati, ora erano attoniti e impauriti.
Erano sospesi nello spazio.
«Schumann Resonance! Il suono dello spazio!» Viv si tolse il cappello, in devoto ascolto.
Si presero per mano, per il timore di perdersi nel vuoto come astronauti alla deriva e lentamente cercarono quelle che erano state le pareti della chiesa: c’erano, invisibili e tiepide. Anche il pavimento c’era, trasparente, come il tetto.
«Se vi dicessi che soffro di vertigini?» Giraffa fu il primo a riprendersi. Male.
«Una giraffa che soffre di vertigini! Ma per favore!» Viv non riuscì a essere ironico: la voce roca la diceva tutta.
«Ditemi che siamo in un planetario, che sono mega effetti speciali!» Susanna se ne stava raggomitolata in un... forse un angolo, accanto a un Digito pentito:
«Lo sapevo, lo sapevo che non dovevo lasciarmi coinvolgere! Alla mia età avrei dovuto saperlo!»
«E io che detesto persino il cinema dinamico!» Petunia finì di torturare il filo di perle, che si sparpagliarono per ogni dove.
Alla fine il suono, quella nota sola e continua, parve calmarli e si ritrovarono a fissare, sempre più sbalorditi lo spettacolo che li circondava: l’infinito, fino a ora solo vagamente intuito nella sua vastità inimmaginabile. Miriadi di stelle, che neanche col cielo più terso avevano mai visto. E la Terra! Gli oceani, le foreste, i grappoli di luci delle città! Incrociarono la Luna, veloci verso una destinazione sconosciuta, girando dapprima attorno al Sole, come su una gigantesca giostra, dove spazio e tempo giocavano tra loro, senza più termini di misurazione.

Fu Digito ad accorgersi per primo di quanto fossero vicini a Giove e che stavano rallentando per affiancarsi ai satelliti dell’enorme pianeta: uno spettacolo magnifico, da togliere il poco fiato che ancora riuscivano a gestire. Molli aveva pure il singhiozzo.
Ed ecco, quasi inaspettato, Europa.
Meraviglioso, con quello strano labirinto di crepacci poco profondi, di fiumi congelati nell’attimo stesso in cui un’onda creata dalle maree si era formata. Tutti ricordavano le fotografie che avevano studiato in cerca di un’idea per lo step, ma non erano preparati a tanta meravigliosa desolazione, ora popolata di tanti personaggi, sfuggiti ai loro appunti slegati che aspettavano quel qualcosa che era di fronte a loro, inarrivabile, per dare spessore a una trama.
Europa, l’amante di Giove, a lui legata indissolubilmente dalle leggende più antiche e qui, nello spazio, da forze smisurate.
Girarono attorno a Europa parecchie volte e tutti si riempirono gli occhi di immagini che, chissà, forse sarebbero state inviate sulla Terra così nitide solo dalle sonde delle missioni previste nel 2024, semmai fossero portate a compimento.
Poi la bolla si allontanò all’improvviso da Europa, sospinta fuori dall’orbita di Giove verso la Terra: le pareti tornarono bianche, la luce si attenuò; in un angolo trovarono coperte, cuscini, dei futon, un invito al riposo. Il tempo prese a scorrere lentamente e arrivò il momento di raccontarsi la loro prima parte del loro viaggio e di mostrare i piccoli oggetti che le stanze avevano loro regalato.
Giraffa, commosso, mostrò loro un ciondolo che racchiudeva il suo ritratto “interiore”, che nessun stile avrebbe mai potuto rappresentare a dovere come in quei pochi tratti stilizzati.
Digito, messo a dura prova dall’idea di una guerra, si mise al collo la piastrina di un soldato senza nome, che emanava un delicato profumo di zafferano e di donna; Petunia mostrò loro una pergamena: “Cittadina Onoraria di Pettinengo” e… le chiavi dei bagni della città; Susanna una scatoletta, che risuonava forse di qualche sogno sfuggito a Enigma; per Molli un libro di cucina, senza punteggiatura e i suoi preziosi appunti sul ’68.
Per Viv uno spartito intonso: solo il titolo. Ballata per un’avventura.
Sulla porta, la settima chiave.

Quando si svegliarono, infreddoliti e affamati, l’alba era solo un ricordo.
Appesa a un chiodo trovarono l’ottava chiave, che riaprì il portone.
Uscirono sulla piazzetta, ancora un po’ disorientati, sotto gli sguardi curiosi di persone alle prese con gli acquisti presso le bancarelle del mercato.
Strana mercanzia quella in vendita: pesci di ogni genere e dimensioni, coloratissimi, dalle fogge più strane. Per gli orologi era il 1° aprile 2022.
Bello scherzo, grandioso! E ci siamo cascati come pere cotte!” pensarono tutti.
«Il primo aprile! Che bastardi gli admin! E adesso chi ci crede, sul forum, se raccontiamo quello che ci è successo?» Per Digito la credibilità era importante.
«Probabilmente tutti, ma non rischierei la reputazione.» Molli concordò, stiracchiandosi.
«Beh, qualcuno aprirebbe una discussione su cosa ci siamo fumati!» Petunia e Giraffa furono concordi che non sarebbe stata una questione velocemente archiviata.
«Ammesso che lo raccontiamo.» Viv era preoccupato: “Non è che abbiamo esagerato?”
«Comunque, era proprio l’avventura che mi aspettavo! Però, insomma… non saprei… Sono stato davvero contento di esserci, però poi ho pensato che ero felice perché non mi capitano mai cose così, mentre vorrei viverle più spesso.» Pure confuso.
«Cioè, ti rammarichi di aver vissuto un momento che vorresti capitasse più spesso, però sei triste perché ti è successa proprio quella cosa mentre, se non fosse successa, non saresti triste perché non avresti pensato al fatto che di solito non ti capita?» Petunia sfoderò le ultime energie.
«Esattamente!»
«Viv, facci un favore! Vai a giocare là in fondo, che ci sono dei tombini aperti! Ti chiamiamo noi quando è ora!» Decisamente stanza, Susanna.
«Caffè e brioscina?» Molli era già oltre il momento: Digito prese le ordinazioni, Giraffa cercò di individuare un bar; mentre attraversavano il mercato cercando di passare inosservati, le persone davanti alle bancarelle abbassarono le mascherine: i loro avatar o quel che se ne poteva umanizzare, con dei gran sorrisi divertiti!
Nessuno disse: «Non ci posso credere!» ma ognuno scelse il suo pesce da portare a casa: hai voluto partecipare? Prendi e porta a casa!
Partiti loro, il villaggio tornò tranquillo e in apparenza deserto: nella prima aria primaverile, una musica rotolava tra le vie del borgo, semplice e ipnotica.

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Delizioso, auto@, delizioso. Un litro racconto ricco di fantasia e ben congegnato. 
Mi è piaciuto moltissimo questa descrizione: il campanile, che svettava sui tetti delle case, simile a una matita ben temperata.
Sono morta dal ridere quando mi sono state consegnate le chiavi dei bagni di Pettinengo in qualità di cittadina onoraria. È il secondo racconto in cui il mio nome è legato alla “latrina” e non ti nascondo di provare un certo orgoglio per tutto ciò. L'ottava nota - Sinfonia per orme sole 65867427

Un divertissement dal quale si evince l’affetto e la partecipazione al lavoro di gruppo. A volte basta un avatar per farsi un’idea della persona che nasconde e credo tu abbia centrato molte personalità.
L’escamotage di un gioco, un pesce d’aprile, ti ha consentito di inserire i paletti richiesti in scioltezza.
Il racconto si legge molto bene e diverte. Grazie!
Ps. Il titolo non mi piace 🙃

SuperGric

SuperGric
Padawan
Padawan

Petunia mi ha battuto di un secondo nella pubblicazione del commento, per fortuna lo avevo salvato!

Bello questo racconto così onirico e surreale.
Scritto molto bene, con una bella dose di ironia che lo rende anche divertente.
I personaggi/utenti di DT sono ben caratterizzati, coerenti le informazioni che abbiamo ricavato dai loro post e dagli avatar.
Colpisce nel testo la contrapposizione tra la ricchezza delle interazioni e della fantasia che si ha in DT, e la difficoltà che incontrano i protagonisti nel comunicare dal vivo (si ritrovarono ora a non sapere cosa dire. - gli altri si accomodarono sulle seggioline, scomodissime, senza trovare di che parlare, come dal medico). Come se DT e in generale la scrittura fossero degli strumenti per superare i limiti che abbiamo nel relazionarci con gli altri di persona. Chissà.
Bello leggere tutte le citazioni degli step di DR: io me ne sono persi alcuni dunque non tutto mi è chiarissimo, ma ho ricostruito facilmente. Brav!

Antonio Borghesi

Antonio Borghesi
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Credo tu sia il mio ultimo racconto in ordine di lettura e... forse il primo sul mio podio. Potrei smetterla di scrivere qui ma il mio commento non sarebbe gradito a chi queste cose controlla e giudica. Allora proseguo coi complimenti: l'idea di raccontare gli avatar e i loro precedenti racconti era molto difficile da mettere su carta (o schermo che dir si voglia) ma tu ci sei riuscito benissimo. I miei due neuroni invidiano la tua memoria. A un certo punto ho pensato che tutto fosse stato immaginato perchè succube di un potente allucinogeno però tu non l'hai scritto e allora... sei stato bravissim@.

Asbottino

Asbottino
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Inizio dicendo che il racconto è scritto davvero bene.
Lo dico perché è facile pensarlo dopo una prima lettura o dopo diverse altre, indifferentemente.
E lo dico perché penso che sia il racconto perfetto da cui iniziare questo giro di letture. Il fatto che sia scritto così bene, con una mano così salda ed esperta, fa venire voglia di passare sopra quello che considero un "difetto congenito" di questo settimo step. Diciamo in tutta onesta che è più un'idea che mi sono fatto, che spero venga smentita da altre letture, quasi il sospetto di trovarsi di fronte a un estremo, uno step di passaggio, un'anticamera verso i successivi. Il concetto stesso di anticamera è quello di un passaggio verso altro, di uno spazio vuoto su cui si affacciano le altre stanze della casa. Ci passo perché ci devo passare, ma non ci vivo. Non penso sia una scelta causale, l'averla affrontata proprio ora. Infondo dopo sei stanze è come se fossimo a metà del percorso e quello dell'anticamera il passaggio obbligato verso il resto della casa.
Spero resti un'idea, un sospetto, ma intanto mi godo questo racconto. Perché da godere c'è molto. E quel difetto congenito a cui accennavo e che penso troverò in molti altri racconti è quello dell'autoreferenzialità. DT che parla di DT. Che gioca con se stesso, prendendosi più o meno sul serio. O come in questo caso, riflette su se stesso e sulle persone, o avatar, che lo popolano. Di nuovo l'immagine dell'anticamera è perfetta. Lo vedo come una specie di cortocircuito, di loop. E la domanda che fa scaturire è sempre quella: può un racconto che parla di DT sopravvivere fuori da DT? Forse. Dipende. Bisognerebbe che a commentarlo a giudicarlo ci fossero dei lettori appena arrivati. Ma non credo ce ne siano. Quindi a chi resta spetta non solo il compito di scegliere i racconti migliori, ma anche di pensare almeno un po' a chi li leggerà, a chi non sarà un utente di DT, a quanto le storie potranno reggere al di fuori del cortocircuito, dei riferimenti più o meno nascosti. Nomi che non dicono nulla a chi non li conosce. Nome dietro cui noi stessi un po' ci nascondiamo.
"Non si conoscevano di persona ma, pur interagendo tra loro sul forum con assiduità, studiandosi tra le righe di racconti e commenti, si ritrovavano ora a non sapere cosa dire, quasi che con l'aver dato un volto normale ad avatar e nickname curiosi si fosse dissolto l'alone di mistero che da essi derivava.
Questa riflessione iniziale dice tanto di questo racconto. Della qualità della scrittura e del fatto che al racconto piace riflettere e lo fa in modo profondo e semplice allo stesso tempo. Credo sia un pensiero che abbiamo tutti in testa, o che abbiamo avuto, ma leggerlo così nero su bianco e in modo così efficace, ti predispone all'autoreferenzialità con uno atteggiamento di grande apertura.
Ci torni ancora dopo, di nuovo, parlando dell'imbarazzo, dalla mancanza persino di una banalità che possa dare il via a una discussione.
Il riferimento a Bernie Rhodenbarr non è affatto causale. Anche qui è una questione di riflessione, della scrittura che riflette sulla scrittura (del forum di scrittori che riflette sugli avatar del forum), del concorso che riflette su se stesso. Così il racconto prende una via interessante, onirica, i protagonisti ritornano a essere dei nomi a basta e più degli utenti ciò che conta davvero sono le loro opere.
Penso vada letto più di una volta per comprendere tutti i riferimenti. Niente è lasciato al caso.
Qualità molto alta fino alla fine. Paletti perfetti, favoriti dal fatto che il racconto non ha nulla di reale, è quasi un avventura ai confini della realtà, o persino oltre, oltre il confine tra realtà e narrazione, dove i nostri nickname sono personaggi di una storia che ci siamo inventati, quella di essere scrittori di storie.
Molto bello.



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L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Senza_10

A The Raven, vivonic e Susanna garba questo messaggio

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

bello e divertente, questo racconto.
molto ben scritto, con trovate deliziose.
certo, è surreale e degenera nel fantastico, ma mica era vietato, perciò hai fatto bene a sfruttare l'idea.
e l'hai sfruttata bene anche come stesura, visto che non ho notato errori o refusi di sorta.
alcune scene sonoo davvero divertenti, cariche di sarcasmo che non sfocia mai nel volgare.
complimenti, dunque.


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L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Una sorta di adulazione per gli utenti di Different. Non ci sono tutti, ma è come se ci fossero tutti, pur'io mi sento dentro.
Digito e Viv sono gli interpreti più preziosi, senza togliere nulla agli altri.
La mia maggior preoccupazione è quanto sia godibile questa operazione per chi non frequenta il sito, ma nessuno ha pensato a questo non racconto, non romanzo, come a qualcosa di edibile per lettori generici. È tutto dedicato, un omaggio che non da scampo all'emozione dei nominati. Senza enfasi, con serena normalità.
Se firmeranno i libretti di questo evento li comprerò tutti.

CharAznable

CharAznable
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ecco un altro racconto surreale, molto surreale. Forse troppo. I protagonisti, utenti di D.T. ben identificati oltre che dai loro nick, anche da semi sparsi nei propri commenti, nella bio o nella foto del profilo, intraprendono uno strano e psichedelico viaggio nell'universo e all'interno delle storie scritte per le varie stanze del contest. Mi ha dato la sensazione di quegli episodi, che ritroviamo in molte serie tv, composti quasi esclusivamente di flashback presi da episodi passati, celebrativi e nostalgici per i fan ssidui, ma che poco trasmettono a chi è estraneo all'ambiente. Il tutto condito da una scrittura ottima e ricca di descrizioni interessanti (a volte a scapito della fluidità della lettura). Resta però molto legato all'esperienza interna al forum. Poi non so se questo possa essere realmente un difetto.
Nel complesso un buon lavoro.
Complimenti
Grazie


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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

A Akimizu garba questo messaggio

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Come già scritto in un commento relativo a un altro racconto, anche qui più che un racconto mi è sembrato di trovarmi di fronte a un "divertissement" da parte dell'autore che ha giocato con utenti DT e paletti in modo da orchestrare uno scritto che riuscisse a comprenderne quanti più possibili dei primi e tutti i secondi.
Il racconto in se, purtroppo, non mi ha coinvolto più di tanto, forse il surreale è eccessivo e mi ha creato un senso di estraneità alla pseudo trama; in più ho fatto sinceramente fatica a capire in cosa sia consistito il pesce di aprile (ma questo, a evidenza, è un mio limite).
Ottima la scrittura, scorrevole, senza refusi, il livello è molto alto sotto tutti i punti di vista.
Bellissima la caratterizzazione dei personaggi con, mi sembra di poter affermare, uno sforzo in più rispetto ai racconti finora letti, per avvicinarsi il più possibile ai caratteri reali, uno sforzo non da poco che esce in maniera chiara e forte dalla lettura.
Complessivamente un ottimo lavoro.


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L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Badge-3

10L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Empty Re: L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Dom Mag 08, 2022 4:16 pm

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Autor@ mi scuserai, se il racconto non mi ha preso molto.
Scritto bene, benissimo, ma surreale in maniera cosi eccessiva che sembra fatto solo per poter inserire i paletti.
In mezzo regna il caos con personaggi da tutte le parti ma senza una vera logica alla costruzioe della trama.
Lo leggi, ti diverte mentre lo leggi, ma poi lo chiudi e non lascia molto.
La cosa che più ho apprezzato è la caratterizzazione dei personaggi e il fatto che siano veramente utenti di DT.
Alla prossima.

11L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Empty Re: L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Dom Mag 08, 2022 4:32 pm

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Non sono convinto, autore.
Mi appoggio al concetto di autoreferenzialità espresso da asbo per dire che qui, l'autoreferenzialità, è tanta, forse troppa.
Non sto pensando a come e se questo lavoro verrà fruito dagli esterni al forum, ma al fatto che io stesso, da utente ormai radicato, ho fatto fatica a seguire il filo logico che c'è dietro la narrazione.
Hai spostato il fulcro della storia nel metafisico, più ancora che nel fantastico: i personaggi degli step, i racconti vissuti interiormente, i pezzi della ricerca che, da autori, facciamo ogni volta per realizzare i nostri piccoli lavori.
Tutto si mischia in una specie di galleria galattica nella quale i protagonisti assistono oniricamente a tutto quello che è stato negli step precedenti prima di fare ritorno alla realtà.
Senza uno scopo apparente, a parte forse il cercare un'idea per la trama dello step corrente, che mi sembra di leggere tra le righe del finale. Ma nessuna idea si forma, o comunque lo scritto non la trasmette.

Che poi, il ritorno alla realtà è incerto, viste le maschere dei cittadini del borgo e la suggestione dello scherzo degli admin, che mantengono aperta la porta sul surreale, meglio, l'allegorico.
Le chiavi, le porte, tutto questo è allegoria più che fantasia o surrealtà.

Lo stile di scrittura non mi ha entusiasmato. E' fluido, si legge bene, hai reso bene certe descrizioni, diversi passaggi. Però gli manca qualcosa in termini di vivacità.
Ho trovato meno fluidi i dialoghi, inoltre, soprattutto nella delicata parte del chi dice cosa, ma non è mai facile gestire così tanti personaggi insieme senza cadere nel "lui disse, l'altro rispose, quello s'intromise, ecc."

In definitiva, che cosa ho letto?
Io, credo, una avventura metafisica, un viaggio mentale da autore incallito, che dipinge a pennellate molto ampie e fumose i processi interiori della scrittura e delle emozioni connesse.
Non riesce a farlo, almeno per me, in maniera coinvolgente a livello emotivo, o quantomeno, di immagini suscitate.
Troppo fumoso, troppo onirico.

Credo che l'avventura, il viaggio, le peripezie, dovessero essere più reali e tangibili, almeno nella mia personale scala di gradimento.

A caipiroska garba questo messaggio

12L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Empty Re: L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Dom Mag 08, 2022 5:55 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ringrazio la Penna per avermi scelto. L’unica volta che sono stata coinvolta in qualcosa del genere, interpretavo il cacciatore in “Pierino e il lupo”, unico cacciatore della storia che va a caccia con per mano un cespuglio di fiori (mia figlia, ultimo anno di asilo nido, 38 anni fa). Ho le foto ben nascoste (per fortuna). Il fucile, vero, l’ho restituito. Era scarico, cosa me ne facevo di un fucile scarico?
Passiamo alle cose serie.
 
Racconto particolare, quasi un sogno, di quelli che – rarissimamente – si ricordano per qualche ora con dovizia di particolari.
È un commento che, curiosamente, mi gira da un paio di giorni sulla scrivania: la prima parte del titolo mi aveva aperto per un attimo, solo un attimo, un cassetto della memoria: speravo si riaprisse prima di commentare. Vabbè, tornerà.
 
Il titolo: A racconto finito, anche il titolo racconta. A parte il legame col suono dello spazio – trovato info sulla Schumann Resonance -   nelle “orme sole” ho visto noi utenti al momento di affrontare uno step: soli, di fronte ai paletti.
 
Paletti: un’anticamera affollata, una chiesa con una meridiana come ce ne sono in tante chiese, Europa e la data che tanto si sta prestando a fare da supporto ai racconti (potremmo aprire una pescheria!).
Che poi, interpreto, qui il pesce d’aprile parrebbe organizzato dagli “avatar”, che per un momento hanno rovesciato i ruoli autori-utenti/admin/personaggi.
 
Di utenti DT la Penna ne ha coinvolti un discreto numero, tutti decisamente diversi tra di loro. Nessuno emerge in modo eclatante, ma ci sono: di ognuno la Penna fornisce pochissimi dettagli, che ritengo abbia estrapolato solo dal forum: pochi dettagli ma non troppo pochi. Però nell’economia del racconto ogni utente fa la sua parte, piccola o grande sta anche a noi lettori percepirla.
 
C’è un altro personaggio, o meglio un altro luogo: una sorta di palcoscenico o un set, in cui la Penna fa interagire i suoi personaggi: il forum di per sé stesso, il suo essere “raccoglitore” di persone più o meno celate dietro un avatar, di storie viceversa in bella vista, del lavoro necessario a costruirle e commentarle, della fantasia che ognuno di noi lascia liberamente scorrazzare nelle sue stanze.
Anche della ritrosia di volersi mostrare attraverso le parti più intime dei racconti (un detto non detto sotto gli occhi di tutti) per il timore di non essere compresi pienamente.
Questa mia impressione nasce dalle immagini che nel proseguo della lettura ho incontrato: il villaggio, vivo ma di cui non si vedono gli abitanti, l’imbarazzo di persone che ogni giorno discutono e condividono ma poi de visu non sanno cosa dirsi, le chiavi intese come chiavi di lettura per scritti di altri, le orme che ad ogni step speriamo di lasciare, i piccoli oggetti (emozioni?) che le stanze hanno regalato.
 
Genere Di certo un’avventura sui generis, niente, per esempio, alla Wilbur Smith o alla Clavell, mi ricorda piuttosto Ruiz Zafon, con un mondo in cui reale e surreale si fondono per un momento clou, per poi rientrare alla normalità.
È un racconto “morbido”, parte tranquillo - come spesso accade nei romanzi di avventura - da un episodio semplice, un momento di vita magari un po’ inusuale, intrigante per il nostro mondo piccolo, per poi portarci in un’avventura in cui nessuno rischia la vita, nessuno è cattivo/pericoloso, tutti si salveranno ma non ci saranno eroi portati in trionfo. Eroi o meglio protagonisti per qualche paragrafo, per uscire dall’anonimato giusto il tempo di una lettura.
Commentatori più bravi di me hanno cercato di dare una connotazione per un possibile altro genere: un pensiero mio è che alla fine anche le nostre vite “normali” sono un’avventura, arrivare a sera certe volte è davvero tosto, in quest’ultimo periodo poi… e noi, raccogliendo la sfida di rooms, viviamo un’avventura che è sì da tastiera e poltrona, ma comunque irta di ostacoli e un po’ di adrenalina a ogni step la sentiamo, come capita a ogni eroe che si rispetti.
 
Ho trovato un refuso, ma proprio in fondo in fondo: Susanna stanza, penso fosse uno “stanca”, salvo un taglia riuscito male.
 
Circa la difficoltà di inquadrare molti racconti di questo step al di fuori del forum, come @Asbottino e @tommybe e altri hanno messo sul piatto: la scelta “utenti DT” come personaggi un po’ costringe a rimanere nel forum, il loro habitat naturale, altrimenti avrebbe poco senso averli scelti.
Per letture extraforum, penso che in sede di pubblicazione verrà inserita una piccola premessa. Chi legge sul forum, un minimo di informazioni sugli step del concorso le trova.


______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

A digitoergosum garba questo messaggio

13L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Empty Re: L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Mer Mag 11, 2022 10:19 am

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un racconto onirico che va preso così com'è. Le immagini che riesce a creare sono vivide come se si assistesse alla proiezione di un film. Ancor più efficaci sono le emozioni che riesce a tirare fuori. 
Non mi aspettavo un racconto di questo genere nello step quindi rimango piacevolmente colpito. 
Potrei dibattere per ore sul significato del testo con tutte le sue sfumature ma sinceramente non mi interessa. Non perché lo trovo confuso ma perché alla fine quello che conta e spicca, nel racconto, è il testo stesso. 
È la prima volta che mi capita di apprezzare pienamente un racconto in cui la trama è stata piegata completamente ai paletti. Questa operazione ha creato una struttura astratta che affascina in un modo inspiegabile. Come succede con le opere d'arte contemporanea che rimani a osservarle per interi minuti senza un perché e alla fine quando ti stacchi ti accorgi di essere in lacrime. Ecco questo è l'effetto che mi ha fatto questo racconto. Complimenti. 




Io non ti conosco, e non credo neanche di averti riconosciuto, in ogni caso (leggermente commosso) ti ringrazio per queste perle. 

"Petunia e Giraffa avevano vissuto molto intensamente le emozioni dei personaggi, le loro fatiche per mostrarsi nel profondo"


"Giraffa, commosso, mostrò loro un ciondolo che racchiudeva il suo ritratto “interiore”, che nessun stile avrebbe mai potuto rappresentare a dovere come in quei pochi tratti stilizzati."

A Susanna e digitoergosum garba questo messaggio

14L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Empty Re: L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Mer Mag 11, 2022 5:17 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao autor@
Inizio dal titolo: bellissimo!
Purtroppo, come spesso mi capita, mi ero fatta tutto un altro film, davvero.
A parte questo, rendo onore alla tua fantasia e a come sei riuscit@ a mettere su carta la visione di un sogno comprensibile a noi che frequentiamo DT.
Le descrizioni dei personaggi, come le immagini, assumono un carattere reale, sei brav@ a coinvolgere con curiosità e ironia il lettore.
Proprio perché la qualità della scrittura è alta, mi aspettavo un coinvolgimento emotivo maggiore (non era richiesto, chiaramente) e ci sono rimasta male, ma quello è un problema mio e potrò facilmente superarlo.
 
Viv, facci un favore! Vai a giocare là in fondo, che ci sono dei tombini aperti! Ti chiamiamo noi quando è ora! questa frase è troppo carina
 
Decisamente stanza, (?) Susanna. Sfuggito uno stanca o stronza? Vista la frase precedente... Scherzo Susanna!!!
vabbè, insomma, il racconto mi è piaciuto e va bene così
a rileggerci presto

A vivonic garba questo messaggio

15L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Empty Re: L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Gio Mag 12, 2022 3:04 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Soddisfatto al 50% dopo la lettura del racconto.
La prima parte a me è piaciuta tantissimo, con le sette stanze, i personaggi dei vari step, le emozioni degli autori, le loro paure, il tutto mischiato in un caleidoscopio di sensazioni e immagini davvero suggestive. A gusto mio avrei continuato in quella direzione.
Dico così perché la parte in giro per lo spazio non mi ha regalato lo stesso entusiasmo.
Ufficializzo agli amici di DT che dopo il flusso di coscienza, la fantascienza, quella ambientata nello spazio, tende ad annoiarmi.
E chi se ne frega, direte voi!
Giusto, ma lo dico solo per giustificare la mia mancanza assoluta di entusiasmo nei confronti di taluni racconti, nonostante siano scritti davvero bene.
Anche questo è scritto bene, ma per ciò che ho detto la seconda metà non mi ha regalato le stese sensazioni super positive della prima.

16L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Empty Re: L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Ven Mag 13, 2022 2:20 pm

Mac

Mac
Padawan
Padawan

Ho riletto il racconto due volte prima di dare un giudizio.
Come in altri ho ravvisato una scrittura consolidata, senza errori e abbastanza pulita.
Partito con un'idea davvero geniale il racconto si perde poi in un insieme caotico di fatti persone, satelliti.
L'idea delle chiavi e delle stanza era già ottima, non capisco il volerla complicare portando tutto su un altro pianeta.
I paletti ci sono in abbondanza, di questo te ne do atto, ma non sono rimasta particolarmente colpita.
Sto adorando come maltrattano tutti @vivonic in questo step, bella la frase  "Viv, facci un favore! Vai a giocare là in fondo, che ci sono dei tombini aperti!".

A vivonic garba questo messaggio

17L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Empty Re: L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Sab Mag 14, 2022 4:08 pm

Danilo Nucci

Danilo Nucci
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

È stata veramente una gradevole lettura. Ho apprezzato la grande fantasia nella costruzione della trama che è riuscita a raccogliere, nel poco spazio a disposizione, alcuni elementi che danno riconoscibilità ai personaggi e, nello stesso tempo, riassumere gli aspetti salienti degli step passati che avevo quasi dimenticato. Gli amici di DT che hai citato forse non saranno così ma con i pochi elementi che abbiamo a disposizione, si può dire che sono risultati molto plausibili.
L’unica parte che ho trovato un po’ forzata, un po’ troppo cercata, è quella fuga spaziale che sa di espediente per introdurre in qualche modo Europa.
La scrittura è veramente ottima e senza sbavature. Quindi giudizio più che positivo e per me ottimo piazzamento in classifica.  

18L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Empty Re: L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Sab Mag 14, 2022 5:31 pm

Arianna 2016

Arianna 2016
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Mi è piaciuto leggere questo racconto, perché è bello ritrovarsi in quello che viene scritto. L’autore ha davvero dato voce e vita ai diversi risvolti, anche e molto emotivi, dell’esperienza del contest.
È una narrazione metaforica, il paese è un luogo virtuale, il forum: “Dalle finestre uscivano brusii di voci, risate, musica, acciottolii di stoviglie, ma la sensazione era di assenze; per contro, benché le stradine fossero deserte, udirono passi veloci, porte che si chiudevano, il campanello di una bicicletta, il rimbalzare di una palla…”
Questo racconto incarna qualcosa che ha scritto Asbottino: che questo è uno step di passaggio. Il racconto sembra narrare questo: un prima e tutta l’esperienza legata a questo prima, un adesso, che è questo step, e un futuro che si apre con l’ottava chiave.
A una prima lettura mi ero chiesta: c’era già la chiesa, perché metterci Europa per forza? Forse per dare una connotazione più avventurosa, dato che senza il viaggio nello spazio sarebbe stata solo metanarrazione?
Poi invece, con una seconda lettura, ho percepito in effetti una certa naturalezza nel passaggio dalla prima fase alla seconda, come a segnare un viaggio che, dagli step precedenti, ci ha poi portati ora qui e ora, a questo punto.
Ho trovato interessante questo passaggio: “E sì che sarebbe bastata una banalità qualsiasi a dare l’avvio a qualche discussione, magari parlare delle “stanze” dei loro racconti, a quelle idee che si erano palesate appena spediti i testi…”
Non so chi l’abbia scritto, ma trovo singolare che l’autore abbia colto qualcosa che io ho notato, nei due ritrovi del forum a cui ho partecipato: si è parlato per due giorni di tutto, tranne che del forum, dei racconti sul forum, di libri o di letteratura o di scrittura (a parte il gioco letterario che aveva preparato Caipiroska).
La lettura scorre molto bene. Mi ha infastidito solo quell’”utenti” ripetuto più volte nelle prime righe, perché, come in un altro racconto, mi ha dato l’impressione di una sottolineatura inutile.
Non avevo mai sentito nemmeno nominare Bernie Rhoddenbarr. Mi hai incuriosito, mi sa che l’andrò a cercare.

19L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Empty Re: L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Dom Mag 15, 2022 10:53 pm

digitoergosum

digitoergosum
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ciao Penna. Il tuo è un racconto molto particolare. L'idea che ho è che, come già "visto" in un altro lavoro in questo step, non ci fossero idee e che tu sia riuscita a orchestrare la "mancanza" in un Amarcord di personaggi veri che s'incontrano coi loro alter ego immaginari, esplicitati nei racconti degli step precedenti. Mi ha molto colpito questa frase:"In qualche angolo erano anche rintanati Personaggi che non avevano voluto uscire". A parte la forma, che non mi è piaciuta, ci ho letto un importante messaggio che riguarda la vita e la potenzialità di questo consesso letterario in cui ci cimentiamo, spesso in una ricercata difficoltà che ci obbliga a perdere per strada splendide persone che avremmo in mente. Ma ci leggo anche, in altri passaggi, la difficoltà di riconoscere pure gli "attori" pensati precedentemente degli autori. Ho trovato rimando ai racconti più belli che in questi mesi abbiamo letto: cowboy malinconici, tubetti di colore di pittore, lettere da spedire. E poi, il travaglio del "racconto spedito", di come viene accolto, con gli entusiasmi e le delusioni. E poi uno stacco, una descrizione di una chiesa che mi ha ricordato il segreto templare di Umberto Eco, con il ritrovamento allegorico di libri di ogni tempo contenente i racconti scritti negli step, come a voler rappresentare che anche nell'arte letteraria nulla si può più creare, e molto si può ancora declinare. E sempre il significato allegorico di una chiesa, un luogo di culto, che diventa un'astronave che ha un 'che di sacro, con un viaggio che sembra un rito. Il viaggio stesso sembra una rivisitazione del percorso escatologico di Bowman in 2001 Odissea nello spazio. Per arrivare a sfiorare una Europa che si vede ma non si tocca, si rispetta ma non si sa come coniugarla. E il ritorno improvviso, dove con poche frasi indovinate si attaglia il carattere dei personaggi dello step. Ciò che riguarda "Digito" mi ha commosso, perché ho compreso che attraverso i miei precedenti racconti è giunta alla Penna la mia essenza, così ben esplicata in due righe. Ma tanta "sensibilità" traspare nel tratteggiare in brevità il bello degli altri partecipanti al viaggio. E poi...il rientro alla normalità, con brioche e la normalità delle vite di sempre. Questo racconto mi ha folgorato. È scritto bene, e questo è un valore, ma soprattutto è un manifesto di affetto tanto felice quanto sofferto su cosa voglia dire respirare l'ambiente di DT. Sei in lista preferenziale, Penna.

A Susanna garba questo messaggio

20L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Empty Re: L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Dom Mag 15, 2022 11:36 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un'esperienza di gruppo, onirica, surreale e descritta con un linguaggio e una scrittura che non sgarrano di un millimetro, che sembrano cuciti addosso alla storia stessa.
Pur non riuscendo a cogliere tutti i fittissimi riferimenti agli step passati, mi sono goduto pienamente la lettura, con l'unico rammarico di non essere stato là, insieme ai protagonisti di questa avventura pazzesca. Ma anche con la gioia di potervi in qualche modo partecipare.
Ricordi, citazioni, allegorie e metafore che, penso, si possono respirare solo da queste parti.
Solo in un punto, leggendo, si incespica un po': "arrivò il momento di raccontarsi la loro prima parte del loro viaggio e di mostrare i piccoli oggetti che le stanze avevano loro regalato. Giraffa, commosso, mostrò loro un ciondolo..."; tre righe in cui la parola "loro" compare ben quattro volte. 
Ho rilevato un solo refuso, "Decisamente stanza, Susanna", ma più che un errore lo definirei un lapsus freudiano.
Poche cose, per un lavoro in definitiva davvero ottimo.
M.


______________________________________________________
"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

21L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Empty Re: L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Mer Mag 18, 2022 5:36 pm

vivonic

vivonic
Admin
Admin

Volevo iniziare i miei commenti da questo racconto perché me l'ero ripromesso dopo averlo letto in fase di ammissione. Mi sono proprio detto: "Questo sarà il primo che rileggerò".
La prima impressione non è stata positiva, anzi. Mi era venuto un gran mal di testa e mi ero lasciato afferrare dalla confusione.
Invece adesso, a distanza di diversi giorni, posso dirmi soddisfatto dalla lettura.
Nel frattempo ho anche il quadro completo dei racconti che partecipano, e quindi posso affermare con nonchalance che questo è uno dei racconti più adatti allo step; forse non quello meglio riuscito, ma di sicuro ha sposato bene i paletti e ha presentato un'avventura incontrovertibile e dei personaggi ottimamente caratterizzati, per quanto il mio ne esca sempre con le ossa rotte Very Happy
La scrittura, poi, è veramente ottima.
Non credo che il racconto possa migliorare in qualche modo, ed è per questo che, più che consigli, in questo commento mi limito a farti i complimenti, tanto più che l'analisi del testo è già stata abbondantemente svolta da chi mi ha preceduto.
Non mi resta che congratularmi per la geniale idea e l'ottima resa, e darti appuntamento al prossimo tombino Razz


______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.

A Susanna garba questo messaggio

22L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Empty Re: L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Gio Mag 19, 2022 10:37 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Scritto molto bene, non ci piove. 

L'avevo già letto tempo fa e non mi aveva colpito particolarmente. Stasera l'ho ripreso, casualmente dopo aver letto il post circa il prossimo raduno. Devo ammettere che "l'incontro" in senso lato tra gli utenti di DT ha influenzato questa mia rilettura e il mio giudizio. In che misura? Pensateci bene: questo racconto non è poi il possibile scenario di un eventuale raduno? Ci si incontra, ci si conosce di persona, ma dove si va a parare se non sui nostri racconti, sui nostri personaggi, sulle nostre anticamere, su noi stessi quali membri di questa particolare comunità? 

Nel racconto quanto sopra vive in un'altra dimensione e ci sta, che poi è la dimensione creata dagli stessi utenti. Se posso fare una critica, anche qui ho ravvisato poca azione in questa avventura. Adesso critico la mia critica: ma quale azione tra personaggi avvezzi alla penna, al taccuino e al lavoro di fantasia?

Vorrei fare una riflessione su un aspetto che ha posto alla nostra attenzione Asbo nel suo bel commento a questo racconto: possono i nostri racconti sopravvivere fuori da DT, ovvero avere una propria "vita". Mi sento di rispondere in due modi: per qualità, certamente. Per gelosia, forse no. Perché, e non posso che parlare a titolo personale, DT è una casa e a volte bisogna trovare la chiave per aprire la porta e uscire. Ma chi me lo fa fare?

Grazie

23L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Empty Re: L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Mer Mag 25, 2022 12:39 am

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Il racconto è ben scritto (la prima parte è davvero ben gestita) e i paletti calzano alla perfezione.
Tuttavia non posso dire che questa storia mi abbia del tutto convinta perchè l'ho trovata un pò caotica e troppo surreale. C'è un sottobosco di messaggi e richiami, allusioni e strizzatine d'occhio che mi lasciano un pò titubante perchè non riescono a creare una storia indipendente dal forum. Nel bene e nel male.
Trovarsi faccia a faccia con i propri personaggi credo che sia l'incubo di ogni scrittore (o almeno per me, perchè ai miei succedono sempre cose molto brutte: penso che ce l'abbiano a morte con me...), in più credo che il rapporto autore-personaggio sia molto intimo e particolare, perchè comunque è una convivenza forzata e sofferta, quindi tutto questo attaccamento mi è sembrato quantomeno strano.
Ho anche storto il naso di fronte agli utenti DT che non sanno cosa dirsi dal vivo: invece è proprio vero il contrario! (soprattutto dopo le prime bottiglie di vino: alcuni è difficile farli chetare!).
L'immagine dello scrittore/autore che viene fuori da queste righe ha una patina quasi nostalgica, forse troppo romantica che non mi convince.
Fuori dal contesto il racconto perde molto del suo smalto: potrebbe provocare la stesa sensazione estraniante di quando in un gruppo di donne si parla dei figli e del parto per scoprire alla fine che una di loro figli non ne ha.
Un racconto che ha uno spunto interessante, ma che si attorciglia troppo diventando pesante: dovrebbe parlare di gente semisconosciuta che si sente unita grazie alla scrittura, ma sceglie una combinazione di parole forse un pò troppo complicata per dirlo.
In questo tipo di narrazione non riesco a trovarmi a mio agio: infatti non ho ben capito quale sia lo scherzo, perchè fanno quel viaggio nello spazio e chi si toglie la mascherina al mercato (dici che al mercato ci sono delle persone, che dovrebbero essere i loro avatar: quindi al mercato ci sono cinque persone? o tutti si tolgono le mascherine? E in questo caso, tutti chi? Come vedi sono confusa...).

24L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Empty Re: L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Lun Mag 30, 2022 9:29 pm

Hellionor

Hellionor
Admin
Admin

Per quanto il tuo racconto mi sia davvero davvero piaciuto, lo trovo davvero troppo impregnato di DT per essere universale come vorrei. 
Questo non è una critica; il tuo racconto è davvero accattivante, coinvolgente e mi ha fatto sorridere, commuovere e partecipare alla storia come poche volte mi capita, proprio perché hai saputo centrare le paure di esseri umani che non si conoscono se non virtualmente, di esseri umani che quando scrivono sono sciolti ma poi di persona hanno timidezze e fragilità molto moltissimo umane, che spesso lo schermo azzera. 
Hai saputo cogliere molte sfumature, ma non so dirti se sarebbero fruibili a un lettore X. Io non sono un lettore X e quindi non posso saperlo. 
E se non posso saperlo, non mi importa. 
Brav, mi hai convinta.
Ele

25L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Empty Re: L'ottava nota - Sinfonia per orme sole Mar Mag 31, 2022 7:38 pm

Akimizu

Akimizu
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

caipiroska ha scritto:
Trovarsi faccia a faccia con i propri personaggi credo che sia l'incubo di ogni scrittore (o almeno per me, perchè ai miei succedono sempre cose molto brutte: penso che ce l'abbiano a morte con me...)
Hahaha ho pensato la stessa cosa.
Venendo al racconto, boh, io l'ho trovato straniante. Nel senso sia positivo che negativo del termine. A un certo punto non ho capito più nulla e mi sono lasciato andare, il che mi ha permesso di godere dei singoli momenti, dei particolari, ma ho completamente perso la visione d'insieme e il significato del racconto. Era solo un omaggio al forum? Può essere, e allora ciccia, se invece in questo viaggio metafisico c'era di più io non l'ho percepito e me ne scuso. Scrittura impeccabile, con alcune immagini molto suggestive. Anche i personaggi, nonostante l'irrealtà degli avvenimenti, sono decisamente riconoscibili e riconducibili ai compagni del forum. Tra l'altro ritengo che questo sia l'unico racconto che abbia una sorta di giustificazione nell'usare i nickname e non i veri nomi degli utenti, quindi da questo punto di vista niente da eccepire. A rileggerci!

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