Avevo tirato fuori le cento lire del ghiacciolo quando la signora Erminia rovesciò la caraffa di vino.
Il marito la raggiunse e la colpì, facendola cascare per terra.
Gli occhiali ora le pendevano sghembi sul viso rigato di lacrime, una lente incrinata.
«Stupida oca» ruggì l’oste. «Fai solo danni.»
Al tavolo un vecchio sollevò il bicchiere in segno di approvazione, poi calò la carta bestemmiando.
I grandi dicevano che fosse diventata scema per tutte le botte prese.
Andai da lei e l’aiutai ad alzarsi.
Ricordo che l’oste mi guardò male, un dito infilato nel buco della canottiera blu.
Addentai il ghiacciolo e uscii col cervello ghiacciato.
Il marito la raggiunse e la colpì, facendola cascare per terra.
Gli occhiali ora le pendevano sghembi sul viso rigato di lacrime, una lente incrinata.
«Stupida oca» ruggì l’oste. «Fai solo danni.»
Al tavolo un vecchio sollevò il bicchiere in segno di approvazione, poi calò la carta bestemmiando.
I grandi dicevano che fosse diventata scema per tutte le botte prese.
Andai da lei e l’aiutai ad alzarsi.
Ricordo che l’oste mi guardò male, un dito infilato nel buco della canottiera blu.
Addentai il ghiacciolo e uscii col cervello ghiacciato.