https://www.differentales.org/t2010-un-ora-di-scorta#26100
È il tardo pomeriggio d’un sabato qualsiasi di primavera avanzata. Il sole ormai in caduta libera rilascia effetti stupendi sulle acque del Garda, colorandolo di mille sfumature.
Qui nel basso lago si cominciano anche a vedere i primi turisti tedeschi. Camminano per le vie e le piazze della cittadina osservandone ammirati le bellezze.
Ci sono anche qua nella piazza laterale, ma Mino è come se non li vedesse e si avvicina con noncuranza alla statua sul cui piedistallo ci sono seduti alcuni ragazzi.
Si accomoda accanto a uno di loro e per un poco rimane a osservarlo mentre rolla.
Dita esperte preparano in breve un perfetto spinello, subito acceso.
Un paio di tiri notevoli poi lo passa a Mino. L’odore acre e inconfondibile della marijuana si sparge accanto a loro. Qualche turista si volta verso di loro per capire se è quello che pensa.
«Ne hai per me?» chiede Mino rendendogli lo spinello dopo aver a sua volta aspirato.
«No. L’erba è per uso personale.»
«Cosa mi puoi dare?»
«Libano.»
«Giallo o rosso?»
«Giallo. Del rosso non c’è più traccia. Quanto ne vuoi?»
«Un ventino» e gli passa la banconota.
L’altro la mette via senza neppure guardarla, poi prende dalla tasca un sacchettino di cellophane e ne estrae la merce. «Annusa» dice.
Mino si china e inspira: «Pare buono, il profumo c’è tutto.»
«Questo è ottimo, non buono. Io non vendo roba scadente. Tieni» e lo rimette nella bustina per poi cederglielo.
«Grazie, Fra. Ci vediamo presto.»
«Aspetta, ci sta un altro tiro» e gli ripassa la canna.
«Volentieri. A buon rendere.»
«Domani ho dell’olio, se ti va…»
Mino scuote la testa in gesto di diniego: «No, l’olio non mi va» poi si alza con calma, pregustandosi lo sballo in arrivo e comincia ad allontanarsi lentamente.
«Non sai cosa ti perdi, amico. È olio puro di marocchino.»
Ma sebbene si fermi pochi metri più in là, su una panchina rivolta verso il lago, Mino è ormai in viaggio e non torna indietro. Rilassato e tranquillo osserva le ultime luci del giorno accarezzare le acque.
In questo momento è felice.
È il tardo pomeriggio d’un sabato qualsiasi di primavera avanzata. Il sole ormai in caduta libera rilascia effetti stupendi sulle acque del Garda, colorandolo di mille sfumature.
Qui nel basso lago si cominciano anche a vedere i primi turisti tedeschi. Camminano per le vie e le piazze della cittadina osservandone ammirati le bellezze.
Ci sono anche qua nella piazza laterale, ma Mino è come se non li vedesse e si avvicina con noncuranza alla statua sul cui piedistallo ci sono seduti alcuni ragazzi.
Si accomoda accanto a uno di loro e per un poco rimane a osservarlo mentre rolla.
Dita esperte preparano in breve un perfetto spinello, subito acceso.
Un paio di tiri notevoli poi lo passa a Mino. L’odore acre e inconfondibile della marijuana si sparge accanto a loro. Qualche turista si volta verso di loro per capire se è quello che pensa.
«Ne hai per me?» chiede Mino rendendogli lo spinello dopo aver a sua volta aspirato.
«No. L’erba è per uso personale.»
«Cosa mi puoi dare?»
«Libano.»
«Giallo o rosso?»
«Giallo. Del rosso non c’è più traccia. Quanto ne vuoi?»
«Un ventino» e gli passa la banconota.
L’altro la mette via senza neppure guardarla, poi prende dalla tasca un sacchettino di cellophane e ne estrae la merce. «Annusa» dice.
Mino si china e inspira: «Pare buono, il profumo c’è tutto.»
«Questo è ottimo, non buono. Io non vendo roba scadente. Tieni» e lo rimette nella bustina per poi cederglielo.
«Grazie, Fra. Ci vediamo presto.»
«Aspetta, ci sta un altro tiro» e gli ripassa la canna.
«Volentieri. A buon rendere.»
«Domani ho dell’olio, se ti va…»
Mino scuote la testa in gesto di diniego: «No, l’olio non mi va» poi si alza con calma, pregustandosi lo sballo in arrivo e comincia ad allontanarsi lentamente.
«Non sai cosa ti perdi, amico. È olio puro di marocchino.»
Ma sebbene si fermi pochi metri più in là, su una panchina rivolta verso il lago, Mino è ormai in viaggio e non torna indietro. Rilassato e tranquillo osserva le ultime luci del giorno accarezzare le acque.
In questo momento è felice.