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La strada a mezzanotte è un fiume, la processione festante l’acqua.
Ti perdo e ti ritrovo di continuo, delicata, di mano in mano: la mia è sempre vuota. Aspetto, vago, ringhio e maledico, nascosto tra gli astanti, confuso tra ombre lunghe di solitudine e indolenza.
T’accorgi di me solo quando metto su la maschera canina.
È quel lato sporco che ci portiamo dentro per memoria primeva; senza il costume da predatore, senza caccia né usta, senza lotta e sottomissione, restiamo indifferenti.
In questo notturno colorato, senza più gli abiti eleganti, sussurri una preghiera: torniamo randagi.
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