Lo sfondo era grigio, il centro del foglio era occupato dai suoi genitori che si tenevano per mano ma l’espressione dei volti era minacciosa e i loro sguardi orientati dalla parte opposta a quella in cui era raffigurata la bambina. Agnese si era rappresentata in un angolo in basso del foglio. Gianna aveva riconosciuto i suoi capelli biondi e i tratti più salienti del viso ma non c’era il minimo accenno a un sorriso. Che differenza con gli altri disegni dei compagni di classe, costellati di mani nelle mani, sorrisi, soli splendenti, cieli azzurri e prati fioriti!
Alla fine dell’anno sarebbe andata finalmente in pensione. Avrebbe potuto fregarsene ma non l’aveva mai fatto in tanti anni.
“Brava Agnese, sai disegnare benissimo. Guarda, fra qualche giorno è il tuo compleanno e ti voglio regalare questi”. La bambina aveva scartato con una certa emozione il pacchetto. “So che saprai usare bene queste matite colorate, ma dimmi, perché nel tuo disegno hai fatto il cielo così grigio?” Sapeva, per esperienza, che avrebbe dovuto evitare domande troppo dirette.
La bambina aveva avuto un attimo di esitazione e poi aveva risposto: “Avevo terminato il blu”.
“Ecco, ora ce l’hai. Per ricordartelo ti regalo anche questo nastrino di velluto blu per i capelli”
A questo pensava Gianna, quando suonò il campanello. Era tardi e prima di aprire guardò dallo spioncino. Spalancò la porta. “Che ci fai tu qui a quest’ora?”