Le storie parallele di due amori - la sabbia e il deserto, Yebrahim e Hennuba - entrambe destinate a finire in modo diverso da quanto desiderato e sperato.
Quasi ormai un archetipo, una partita a scacchi – sì, qui non sono scacchi, ma il concetto è lo stesso – che simboleggia una lotta per la vita.
Mentre cercavo idee per il racconto, avevo trovato anche questo elemento interessante, la sabbia del deserto che viene sollevata dal vento e trasportata attraverso l’oceano, tanto da arrivare a fertilizzare la foresta amazzonica: il suolo della foresta in realtà è estremamente povero, perché continuamente dilavato dei suoi nutrienti dalla continue piogge; viene fertilizzato dalle sostanze portate dalla sabbia del deserto. Questa cosa, questa idea mi è sembrata bellissima: la terra è interconnessa a livelli a cui noi spesso non pensiamo.
Qui in realtà la sabbia va a unirsi a un’isoletta in mezzo all’oceano, ma mi è comunque piaciuto il concetto di una nuova vita che si realizza, mentre purtroppo la storia di Yebrahim e Hennuba non va a finire così bene.
Racconto intellettuale, forse anche un po’ cerebrale. Interessante, narrato da una prospettiva originale, ben scritto. Una scrittura a tratti ipnotica. A tratti forse l’eccesso di dettagli appesantisce la lettura del testo; magari si potrebbe sfoltire un po’.
Ti segnalo due minuscoli refusi:
- come te sentivi: come tu sentivi
- le regolo: le regole
Mi sembra davvero un buon lavoro, molto personale, qualità che apprezzo sempre.