L'avanzata

Caro autore, i consigli per rendere più scorrevole la lettura del tuo lavoro ti sono stati già dati, io comunque non ho trovato pesante la lettura.
La figura del tempo divinizzato ben si adatta alla foresta
(Kronos, figlio di Urano e di Gea) anche se lo hai raffigurato come un grosso orologio.
Il bambino che diventa eroe e salvatore è un presagio di speranza per l'umanità.
Ottimo lavoro, grazie.

Un racconto che è tutta atmosfera.
Bisogna lasciarsi trasportare dalle onde di tensione, tenere il tempo dell’inquietudine che genera senza farsi troppe domande sui personaggi, sulle loro storie e sui loro perché. Se ci si lascia andare alla narrazione quasi onirica (sembra tutto un grande sogno o un incubo) allora si entra in un mondo angosciante. Se si incomincia a farsi delle domande sui chi era il padre, perché l’invito a cena, perché Luca non sa nulla, Will grande o piccolo, allora si perde tutto il fascino di questo splendido racconto.
Anche i messaggi finali sul tempo e sulla narrazione arrivano come impressioni, impulsi, sensazioni di contenuti importanti su cui se ci sofferma troppo si perde il significato.
Il passaggio con la partita a schacchi è magistrale.
Nell’insieme un’ottima prova.

Car aut,
Hai scritto un bel racconto, che figurati riesce a risultare intrigante e interessante nonostante le difficoltà nella lettura.
Il muro di parole, gli a capo mancanti, i dialoghi presentati così che diventano una vera fatica da seguire e creano confusione.
Questa difficoltà penalizza la storia, costringendo la lettrice (io) a rileggere alcune parti per poter proseguire senza fraintendimenti.
Il testo deve prendere una forma più scorrevole, dove tu segni le pause e tieni il tempo e io lettore ti vengo dietro, riesco a seguirti. Cosi come si presenta ora il racconto il lettore, se non è sufficientemente curioso o motivato, lo perdi.
E questo è un peccato, perché questa è una storia che vale la pena leggere.
Ele

Racconto profondo ed evocativo, una riflessione sul tempo e sui ricordi. Quasi visionario. Quando sei andato a capo la prima volta mi sono quasi chiesto perché lo avessi fatto. Tanto valeva costruire un muro senza nemmeno un appiglio. Così quei pochi a capo fanno quasi venire l'amaro in bocca e ti rendi conto che con una disposizione delle parole diversa avresti scritto un racconto dieci volte più accessibile. Magari non era quello che volevi. Ma sarebbe stato utile: l'accessibilità senza perdere un briciolo di profondità è l'ultima cosa che uno scrittore di vero talento impara. Se non l'ultima, la più difficile.
Il racconto resta intrigante e spesso, un lavoro che valeva la pena leggere. Complimenti

Effetto estetico pessimo, scrittura migliorabile quanto a forma e refusi vari a mio modesto avviso. 

Però devo ammettere che questo racconto fa la sua porca figura e sinceramente mi ha lasciato molto a cui pensare. Intendo dire che se è vero che tutto è svelato permane l'alone di mistero che sta dietro a questa "leggenda". Ci sono molti particolari interessanti: su tutti la foresta che avanza, i volti di uomini e donne scolpiti negli alberi e i prescelti come Luca che chiudono cicli "temporali" all'interno di una foresta che ha qualcosa di magico. 

La chiave sta sicuramente nel Tempo, che rimprovera l'uomo non tanto d'averlo sprecato quanto piuttosto di averlo dimenticato per il passato, trascurato pensando al presente e deriso immaginando un futuro che non sembre esserci. Vabbé, mi perdonerà l'Autore se ho voluto fare il filosofo da quattro soldi, ma per me il racconto merita davvero.

Grazie