Nessuno sapeva perché, era una modalità che si tramandava da secoli e che si era sempre rispettata, e quando il tempo di domandare era arrivato nessuno aveva più voglia di conoscere le motivazioni, si continuava a fare così e basta, funzionava e non serviva sapere altro. Questo si narrava, e quindi così era. Punto.
Nel bosco la gente del villaggio svolgeva molti riti, alle volte per semplice consuetudine o per comodità, ma i matrimoni andavano celebrati nel bosco, sotto la betulla maggiore nel prato fiorito accanto al torrente. La betulla era la custode delle relazioni. Aiutava a mantenerle salde e leggere, e ci si doveva sposare li perché alla betulla non si faceva il torto di non farla assistere a un matrimonio.
«Non me ne frega un pifferaio magico se la tradizione dice così. Io nel bosco non mi sposo, mi fa paura, c'è sempre il lupo che mi stalkera, non mi sento rilassata. Posso non sentirmi rilassata?».
Antonia, meglio nota come Cappuccetto Rosso, cercava da mesi di fare comprendere a tutti il perché della sua ritrosia, ma nessuno la comprendeva.
Purtroppo la mamma di Cappuccetto nata Antonia non poteva raccontare a sua figlia che prima di lei, della nonna e del lupo semplicemente nel villaggio nessuno si sposava. Si faceva una festa quando si metteva su famiglia e la questione si esauriva con molta semplicità, come era la loro comunità. Semplice, senza grilli per la testa. Ma dopo il fatto al villaggio erano accorsi preti, vescovi, si era ventilata anche la visita del papa che poi era sfumata per un'influenza improvvisa. Gridavano al miracolo, nonna e bimba vive nella pancia del lupo, c'era di certo la mano santa di mezzo. E il villaggio non poteva assolutamente vivere nel peccato di unioni non benedette da dio; e il villaggio allora aveva contratto matrimoni riparatori in fretta e furia, ma in un luogo un po' isolato, perché non si sapesse che dio allungava la sua mano miracolosa dove la gente razzolava nel peccato. E quale posto migliore del bosco, in quel bel prato fiorito accanto al torrente, sotto la betulla maggiore? Battesimo al volo da una parte, matrimoni a raffica dall'altra, e in due giorni il villaggio era in regola. Benedetto da dio, dai preti e via dicendo.
E il matrimonio nel bosco, in quarantotto ore, era diventato tradizione.
In tutto ciò Cappuccetto stava seriamente pensando di non sposarsi, tanto non lo aveva ancora detto a nessuno di lei e di Diego, tanto non aveva mai nessuno con cui parlare, lo sapeva solo sua sorella Lucilla ché a lei non si poteva nascondere proprio nulla, ma alla fine forse l’annullamento era la soluzione migliore, anche se Diego era tanto bello e carino e si amavano tanto; ma lui nel bosco si voleva sposare a tutti i costi, gli sembrava così romantico; certe cose non le sconfigge neanche l'amore e Antonia non riusciva proprio ad avvicinarsi al bosco, già solo guardarlo da lontano le faceva venire una pletora di brividi lungo la schiena che manco la casa dai mille corpi le aveva provocato. Anzi, anche lì c'era il bosco, ma almeno non era il suo bosco.
Così lo chiamavano, quelli del villaggio. Il bosco di Cappuccetto Rosso, ma lei non ci metteva piede da quindici anni, quello non era il suo bosco ma il suo incubo peggiore, e nonostante psicanalisi, psichiatria e ago puntura, riflessologia plantare e reiki, le cose non erano mai migliorate. Antonia fu Cappuccetto Rosso non si sarebbe sposata, e basta.
Trovava assurdo dover sottostare a una tradizione che sapeva millenaria.
Avrebbe trovato assolutamente ridicolo sapere che invece la tradizione era solo causa sua.
Eppure, nonostante tutto, continuava a rimanere. Non riusciva ad andarsene dal villaggio.
Li era qualcuno, almeno. Era incompresa, certo. Oh, come si sentiva un’estranea a casa sua, tra la sua gente, lo sapeva solo lei. Ma altrove sarebbe stata estranea lo stesso. E a casa di altri. Le era sempre sembrato molto peggio.
La sua gente. A conti fatti, gli abitanti le volevano bene, diciamo che quantomeno le erano affezionati. Certo che avevano timore di lei, aveva cambiato la vita del villaggio a sei anni, sopravvivendo nella pancia di un lupo; cosa avrebbe potuto fare ancora?
«Sarà magica (nessuno osava dire strega, nessuno osava manco pensarlo, a dirla tutta)».
Si sussurrava di lei in osteria, ma molto sottovoce perché comunque c’era la mano santa, lo aveva detto la chiesa.
«La chiesa ne sa» concludevano, fieri di poter esaurire la diatriba senza metterci la faccia, fieri della loro apertura mentale e del loro modernismo da ultima staffa.
Poi però evitavano Antonia, fu lo sapete, perché ok che c’è la mano santa, ma...
“Ma infatti”, si chiedeva la signora Teresa, madre di Antonia, borbottando senza sosta tra sé e sé, ignara della tresca segretissima di sua figlia, “tutto ‘sto interesse per il matrimonio nel bosco, quando, fija mia, ma chi ti si prende, che al villaggio tutti ti scansano, anche se sei una delizia, spiritosa, brillante e non lo dico da mamma, è proprio vero; poi sei così bellina, con quegli occhioni languidi da cerbiatta che per forza il lupo ti ha puntata, mica scemo quello. Ma qui, al villaggio, chi ti sposerebbe? Sono solo dei rozzi cialtroni, nessuno ti merita.”
Ma qualcuno c’è sempre. Qualcuno che sfida le convenzioni, che non guarda in faccia nessuno, che si innamora e non è interessato a passato, dicerie, cose vecchie.
O, semplicemente, qualcuno che arriva da fuori.
Eppure neanche Diego, che arrivava da fuori, che viveva al villaggio da poco più di un anno, che si vantava di essere un uomo di un certo spessore culturale, che dirigeva la scuola media e si era conquistato il rispetto di tutti, riusciva a comprendere il terrore di Antonia per il bosco.
Dal suo punto di vista era tutto passato, finito, storie vecchie.
«E poi, Antonia, ma anche se ancora ci fosse il lupo, sarebbe davvero vecchio e decrepito e senza denti e poi magari al lupo piacevano i bambini e i vecchi, tu sei una via di mezzo e a te non ti si filerebbe».
Però certo che, pensava Diego, Antonia aveva davvero luminosi e languidi occhi da cerbiatta, altro che il lupo, qualsiasi creatura poco più feroce di un’ameba avrebbe cercato di mangiarsela e poi aveva anche questa sorta di aura da perfetta vittima sacrificale che le dava un fascino al quale lui stesso non aveva potuto resistere. Antonia se la sarebbero mangiata tutti, al di fuori di quel villaggio. Ma il lupo? No, davvero, non poteva crederci neanche Diego.
«Tesorina del mio cuore allegro, queste sono solo tue paranoie, tue angosce, tuoi pensieri senza controllo. Il lupo è morto. Il lupo è vecchio. Il lupo non vive più nel bosco. Il bosco quindi è un posto sicuro. Il bosco è nostro amico».
«Amico tuo, non mio. E fammi il favore di tornartene a casa che con te non ho proprio voglia di parlare, stasera. Non capisci un cazzo».
Alla faccia della vittima sacrificale.
«Forse nel bosco ci dovresti andare tu, da sola. Ti direi con me, ma tanto non mi porti mai da nessuna parte».
Lucilla aveva dodici anni, occhi pungenti in grado di vedere qualsiasi cosa ed era una delle poche persone con le quali Antonia parlava.
In verità parlava quasi sempre Lucilla, che al contrario di Antonia aveva un’ampia cerchia di amicizie e non aveva alcun tipo di problema relazionale. Facile, quando non ti hanno tirata fuori dalla pancia di un lupo, in effetti.
«Forse tutto sommato questo Diego non lo ami così tanto, perché ho letto e poi me lo ha confermato anche Camilla che guarda le serie TV perché loro a casa HANNO LA TELEVISIONE (alza molto la voce verso la porta per farsi sentire dai genitori, che ovviamente non sentono) che per amore non si guarda in faccia a nessuno».
Lucilla è molto molto arguta, ma pecca in grammatica.
«Casomai non si guarda in faccia nessuno, quella “a” conservala per altre perle di saggezza. E comunque le serie TV che guarda Camilla perché loro a casa HANNO LA TELEVISIONE (anche ad Antonia piacerebbe avere la televisione, e ne approfitta per rimarcare la questione, tanto i genitori continuano a non sentire) non raccontano davvero la realtà e poi tu lo sai che io ho il terrore del bosco, dai, non me la sento e lo sa anche lui, anche se non vuole capire. Forse è lui che non mi ama davvero…»
Se Antonia non fosse Antonia e Lucilla non fosse Lucilla, ora ci sarebbero lacrime e abbracci. E invece, nel silenzio che avvolge la stanza, riflettono.
«Andiamo dal cacciatore. Lui sicuro sicuro lo sa cosa è successo al lupo, e almeno poi lo sai anche tu e puoi decidere. E il cacciatore abita al limitare del bosco, non nel bosco, quindi io dico che si può fare».
Antonia sta ancora riflettendo; una parte di lei si sta complimentando con Lucilla per come ha esposto la sua teoria, e quella parte è davvero fiera di sua sorella. Ma anche il resto di lei pensa che sia una buona idea, anzi un’ottima idea.
«Lucilla, questa è un’ottima idea. Andiamoci subito».
«Quindi vengo anche io?»
«Qui nessuno va da nessuna parte».
Sulla soglia compare il signor Nicola, seguito dalla signora Teresa.
«Ah, ma allora quando volete sentite, eh» esclama Lucilla
«Taci, signorina. Cos’è questa storia che volete andare dal cacciatore, primo e secondo che Antonia vuole sposarsi ma non vuole sposarsi nel bosco e...»
«Che bello che ti sei innamorata, fija mia».
La voce della signora Teresa interrompe l’interrogatorio del signor Nicola, che si accontenta di guardarle in cagnesco in attesa di spiegazioni.
«Papà, lo sai che non voglio sposarmi nel bosco, mi fa paura. Lo sapete tutti, è mesi che vi chiedo una soluzione, vi chiedo di capirmi, e nessuno mi sa dare una mano».
«Ma noi manco sapevamo che eri fidanzata, Antonia, cristo santissimo».
«Nicola, stai calmo che poi ti sale la pressione, dai».
«E lasciami stare, Teresa, che questa ragazza, questa figlia mia che il cielo mi ha ridato, non ci dice che è fidanzata perché ha paura di sposarsi nel bosco e piuttosto rinuncerebbe. Ti rendi conto, sì, di cosa significa? Ti rendi conto di che merdosissimo lavoro abbiamo fatto come genitori, se siamo a questo punto?»
La signora Teresa abbassa gli occhi.
Il signor Nicola è un uomo perbene, lo è sempre stato, lo è stato prima di conoscere Teresa, prima di mettere su famiglia, lo è stato in qualsiasi momento della sua vita. E si è sentito anche, un uomo perbene, quasi sempre. Non si è sentito perbene quando ha abbassato la testa davanti ai preti sposandosi in fretta e furia, ma sua figlia era viva, e gli sembrava un misero prezzo da pagare.
Non si sentiva perbene ora, e il suo linguaggio ne era una chiara dimostrazione, non si sentiva perbene a non aver capito, a non aver saputo accoglierla, quella figlia tornata ma della quale tutto sommato anche lui aveva un po’ timore.
«Mi dispiace, Antonia. Ha ragione tua mamma, anche se è colpevole quanto me: devo calmarmi. Ti chiedo scusa da parte di entrambi se non abbiamo saputo darti la sicurezza di cui avevi bisogno. Però posso, possiamo, farlo ora. Andiamo nel bosco adesso, insieme. Andiamo a trovare tua nonna, così non viene lei. Pensi che ti andrebbe di farlo, con me?»
«E anche con me?» si aggiunge mamma Teresa.
«E io?» sussurra Lucilla.
Perché poi, tutto sommato, il lupo, il cacciatore, il tempo nella pancia al buio a maledire la sua stupidità per non aver capito subito che quella non era sua nonna, doveva essere cieca per non vedere i denti da lupo, almeno… nonostante tutto questo, quello che l’aveva atterrita era stare da sola nel bosco. Esserci lei, sei anni appena presi al volo, da sola con il suo cestino; nei suoi ricordi si vedeva da fuori e si faceva una pena immensa.
Andarci tutti insieme, come se fosse una passeggiata, e poi anche avessero incontrato il lupo sarebbe stato vecchio decrepito, e poi al lupo piacevano bambini e vecchi e quindi…(E definire Lucilla una bambina sarebbe una strada senza via d’uscita).
Antonia sorride ripensando alle parole di Diego, in effetti non aveva tutti i torti.
«Andiamo».
Antonia attraversa scalza il prato fiorito diretta verso la betulla maggiore. Qualche passo prima le porge il braccio il signor Nicola, senza più ombra di timori.
Lucilla e la signora Teresa le sorridono dalla prima fila, e c’è tanta gente, più di quanta Antonia potesse immaginare. Anche se adesso le piace stare in mezzo alla gente. Non si sente più così estranea, solo quel tanto che basta e poi insomma, se qualcuno sposa Cappuccetto Rosso forse la cosa della mano santa è vera davvero, no? E poi che bel sorriso che ha, ‘sta ragazza.
Antonia cammina verso Diego.
Il villaggio sta imparando ad adorarla, la sua famiglia già lo fa.
E il bosco non vede l’ora di mangiarsela.