Una passeggiata tra i cavalli

Interessante e affascinante il tema trattato, la natura e gli animali come mezzo di guarigione.
Il problema è che manca proprio una storia, a conti fatti si tratta di un paio di concetti che vengono continuamente riproposti cambiando di volta in volta le parole.
È un pò quello che viene comunemente detto "allungare il brodo".
Forse sbaglio, però ho avuto la sensazione che potesse trattarsi di una storia personale o quantomeno conosciuta abbastanza da vicino. Se così fosse avresti avuto tutti gli elementi per farci emozionare di più e rendere il racconto più vibrante.

Anche secondo me dietro a questo racconto c’è un’esperienza vissuta in prima persona, non so se come allenatrice di benessere attraverso i cavalli o come ragazzo che riscopre la natura con l’ippoterapia. Lo dico perché il tema è particolare e i dettagli sono tanti e ricchi. Purtroppo la resa può essere migliorata: oltre a quanto ti hanno detto prima sulla forma, sulla necessità di approfondimento psicologico, sui dialoghi, ci sono anche tante parole ripetute, soprattutto nel finale, che tolgono armonia alla scrittura. Mi dispiace.

Più che un racconto mi sembra un referto medico psicologico sui benefici di un trattamento di ippoterapia ad un paziente disconnesso dal mondo esterno.
Dai un nome alla terapeuta e parla un poco delle sue esperienze con altri.
Dai un nome al ragazzo e parla delle sue sofferenze interiori.
Trova poi un finale con il ragazzo che supera i suoi  problemi e con la terapeuta che continua ad aiutare chi ne ha bisogno.
In questo modo trasformerai il tuo scritto in un racconto.

Trovo la narrazione un po’ distaccata. All’inizio sembra quasi una brochure che descrive le meraviglie del benessere olistico ma poi il tono resta lo stesso e leggere é come osservare i personaggi attraverso un vetro o come figure di un quadro in un museo. Credo che parte di questa sensazione sia anche attribuibile alla sua perfezione formale, alla sua prosa senza difetti. Non credo sia davvero intenzionato a coinvolgere emotivamente il lettore, quindi non lo considero propriamente un difetto, ma nemmeno un pregio. Mi spiazza e diventa difficile giudicarlo, ma non mi sento di dire che non abbia un suo valore o che non abbia centrato il suo obbiettivo.

Car aut
Il racconto resta distante dal lettore.
La storia ha del potenziale, ma con il registro narrativo che hai utilizzato è freddo, didascalico e questa storia, secondo me, merita qualche emozione aggiuntiva per poter colpire più profondamente il lettore. Un taglio meno giornalistico, ecco.
Alla prossima
Ele