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1Violenta armonia Empty Violenta armonia Sab Mar 02, 2024 12:25 am

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Ogni volta che il bancomat comincia a dare segni di sofferenza, Giulio pensa al bosco ereditato dal padre e se il suo valore ce la farà a fargli ottenere un nuovo prestito in banca. Non è intenzionato a vendere quella collinetta verde accanto alla sua casa, ci è passato troppi anni davanti, la sua ombra si è frantumata e ricostruita nel percorso circolare coperto da alberi di marca diversa, centomila volte. Il bosco per un bel po’ gli è sfuggito, poi il destino glielo ha fatto riacciuffare. Ora il bosco è il suo bar, la sua cantina, la sua zuppa di erbe selvatiche, la sua scelta musicale, il suo riparo dalla pioggia e dal sole.
Giulio trattiene il respiro sperando non ci siano altre dolorose novità, si sente di poter accettare solo indugi interessanti, ne ha subite troppe ultimamente: la morte quasi contemporanea di tutt’e due i genitori e quello strano fastidio che al mattino gli si aggrappa addosso come una scimmia trattenendolo fino a tardi nel letto a osservare crepe invisibili sul soffitto bianco abbagliante ne è una conseguenza tangibile.
Giulio cerca di curarla la malattia, è lei da salvare, è decorativa della mia età, dice con stravagante generosità. Il dottore anziano, che ha sempre dato un’impressione di grande competenza, lo ha visitato e con voce rallentata ha detto che non ci vede nulla di tragico, solo stanchezza, e che per guarire non servono medicine, deve solo smetterla di concentrarsi sul verde smorto del bosco che lo sta deprimendo. Poi abbassando minacciosamente la serranda si è spostato in un’altra stanza dicendo: Le persone che amiamo non sono immortali, ci passiamo tutti in questo genere di sofferenze, sei giovane, goditi quello che hai, goditi la vita.
Giulio ha poca gente a cui raccontare quel suo disagio sottovalutato, e non gli va di fare il pagliaccio in paese dove hanno sempre criticato la sua scelta di continuare a vivere accanto a ‘querce e tafani’, come chiamano il povero bosco.
La sartoria del paese, per fortuna, gli fornisce svago ed eleganza, qualche chiacchiera in più durante le prove e il ritorno a casa con due dita di Fernet nelle gambe. E questo gli tira su il morale meglio di ogni altra cosa. Quando riempie quelle giacche sartoriali con i suoi bicipiti e vistose camice colorate non passa inosservato, fare la guardia a un magazzino di rami e sassi non ha minato la sua voglia di piacere e di uscire dalla tortura di quel panorama unico.
Bruna, la sua amica dell’infanzia che sembra aver messo radici nella sua amicizia, la incontra davanti a un cappuccino nel bar centrale dove c’è una fila alla cassa che fa diventare complicato offrirglielo. Bruna, scapigliata e sempre vestita in modo precipitoso, non appare come una bella ragazza, ma ha tutte le qualità per farsi volere bene.
- Mi farebbe piacere sapere se verrai al mio matrimonio, o hai preso le distanze dall’avvenimento?
Giulio stringendo delicatamente il giornale non da una risposta precisa, si limita a sorridere. Poi si mette in punta di sedia per avvicinarsi il più possibile a lei rischiando di sbattere il sedere sul marmo sporco di passaggio del bar.
Bruna ride, la scena ha risollevato il suo umore. Fino a poche settimane prima era pazza di lui, ma ora alla vigilia del suo matrimonio, Giulio appare con un viso puntuto come quello di un adolescente . Quel mattino a colazione, Bruna, che Dio la perdoni, pur disgustata continua a frequentare e a marcare il territorio della sua casa lasciando un amorevole disordine di cibo pronto, sul tavolino grande della cucina, anche se i suoi occhi riflettono qualcosa di spietato.
Bruna ha il dono di essere brava ai fornelli. Lei ha le chiavi di casa ed è capacissima di presentarsi al tutte le ore con una scusa qualsiasi e poi mettersi a cucinare. La cucina è una stanza cieca, senza finestre, con un enorme tavolo che si alimenta con la luce di un’altra stanza e con i colori del quadro gigante del boschetto dipinto dal padre di Giulio. Bruna ci passa parecchio tempo a spolverarlo, poi si allontana di un paio di passi e voltandosi di scatto urla : Wow! ora si che è bello. Ha sempre pensato che Dio comunica con gli uomini attraverso la natura e che quelle querce appese al muro valgono più di qualunque immagine sacra.
A Giulio ogni volta si inumidiscono gli occhi e bacia Bruna di slancio sulla fronte, un bacio casto, affettuoso, come glielo avrebbe dato suo padre. Bruna istantaneamente pensa che non avrebbe permesso a nessuna donna di maltrattare quel ragazzo chiuso e antipatico, ma così ingenuo e sofferente. Dopo il suo passaggio la cucina diventa smagliante e tutti gli alberi del dipinto sciabolano gratitudine da sotto il vetro sottile della cornice.
Bruna si sente migliore di chiunque per tenere a bada quel disastro di amico, la loro relazione è durata parecchio senza mai diventare qualcosa di serio. Giulio appare forte, buono e sensibile, ma vigliacco come la maggior parte degli uomini quando devono prendere una decisione definitiva. E poi c’è la figura ingombrante del bosco che procurava a Bruna gelosia più di una rivale in carne ed ossa.
Aspirina e caffè, la colazione di Giulio aspetta sul lavandino di avvicinarsi alle sue labbra.
- Ho un brutto mal di testa, non ci fare caso.
- Tutte le volte hai mal di testa, perché devi mandare giù quella schifezza? E smettila di torturarti le mani.
Giulio si sente maltrattato, non ha capito che Bruna sta scherzando e gira lo sguardo verso il boschetto dipinto, un amico silenzioso e affidabile.
Come sono felice di vederti’, lo dice al quadro, ancora imbronciato di sonno e con un frammento di vetro in bocca.
- Sembra sia la prima volta che osservi quel quadro, controlli che gli alberelli siano cresciuti? Che mi sposo l’ho detto per farti sgusciare fuori da questa pozza verde, ma è una menzogna, caro mio, sappilo.
Bruna, in assenza di concorrenza, può essere Bruna con tutto il cuore, senza timore di sbagliare, anche se il bosco appare e scompare nella mente di Giulio come una bella canzone.
Giulio si sente di somigliare a suo padre, di avere lo stesso amore per la natura buona, e questo gli basta per cadere in un vortice di sicurezza e smetterla di pensare che quella macchia verde sia una forma di vita qualunque.
Le ultime parole di suo padre, mentre si dimenava nel letto in preda a dolori inenarrabili, erano state: ‘cura il bosco e Bruna’. Non si sapeva che miracolo fosse, ma al padre prima di morire era tornata una voce comprensibile, fresca e giovanile. Bruna era stata la prima ad accorgersi della mutazione e Giulio aveva pensato che Dio ti fa ringiovanire di colpo prima di lasciarti andare. Il padre quella frase era riuscito a dirla con la bocca di cera, i suoi bei lineamenti li aveva fatti sparire la malattia facendolo diventare una statua senza espressione.
Il cerimoniale essenziale di quella vistosa eredità era sembrato forte e suggestivo a Giulio che molta importanza dava al valore affettivo della collinetta verde, la cui violenta armonia arrivava fino al paese e faceva sentire Giulio conosciuto e importante. Il bosco restava comunque oltre il vetro della finestra e consentiva a Giulio ampie carrellate a destra e a sinistra con lo sguardo, senza mettere a fuoco niente di preciso, solo per il gusto di avere un pacato controllo, anche se a volte la buona compagnia diventava acuta e divorante, specialmente nella brutta stagione.
Lo aveva pure concesso a un raduno rave di due giorni. A Giulio piace la musica ossessiva, quella che ti impedisce di pensare, e piacciono pure quei mezzi matti impasticcati degli organizzatori, amici d’infanzia incoscienti come lui, e tra incoscienti ci si fida. Il bosco è la sua nazione e ha una sua sacralità che lo convince sempre più che i giovani possono capirsi ed essere accolti, fosse pure in uno scosceso spazio verde per un raduno musicale.
In paese avevano masticato male per quella sua scelta e per restituire le sembianze normali al bosco e sistemare i numerosi bivacchi non era bastata una settimana di duro lavoro e di viaggi con un camioncino carico di spazzatura.
La musica ossessiva aveva tenuto Giulio due giorni senza una dormita vera, con una mosca infuriata nelle orecchie. A un certo punto pure il bosco gli era sembrato scollegarsi dopo aver recitato alla perfezione il ruolo di bosco paziente, sempre che potesse avere un’attività mentale.
Dopo la festa rave Giulio continuava a pensare di non aver sbagliato nel dare fiducia a quei ragazzi, convinto che sarebbero stati gli occhi spalancati del suo bosco a tenere a bada quelli più agitati, e quando ci pensava, Giulio si commuoveva, stupidamente.
Bruna oggi è ancora vestita da hostess per l’inaugurazione di un nuovo forno in paese, la sua voce ruggisce comunque contro la superficialità di certe critiche verso il suo migliore amico. Giulio ha la capacità di intenerire qualsiasi donna, se è in difficoltà, ma quello che dice lo lascia di sasso, e non si capisce perché lo dica dopo tre profondi tiri di sigaretta, un mancato ammiccamento sessuale:
- Mi sono ricordata di informarti che una mia amica dell’oratorio vuole conoscerti, il bosco ti sta facendo diventare una celebrità.
Giulio non vede di buon occhio questo genere di cose e ha voglia di farle volare di mano la sigaretta perché si sente deriso. Si è sempre tenuto alla larga dalla chiesa e dalle insegnanti di catechismo, che in paese è fondamentale per conoscersi e riconoscersi, ma è anche l’università dell’invidia, e pensa pure che Bruna sia in cerca di un alibi che giustifichi qualche sua nuova relazione.
Quella che ora Bruna mostra a lui è la foto di un volto e un corpo che avrebbero ammaliato qualsiasi essere vivente. La foto è restata nascosta nel borsone di cuoio di Bruna come una stella tremolante che non vede l’ora di apparire. Giulio e la sua pacata timidezza non trovano nulla da dire oltre che osservare la foto da vicino, senza emozioni visibili, con un prevedibile distacco. E rimane immobile, passa la mano sulla foto come se qualcosa li dentro potesse prendere vita, o almeno dargli qualche notizia in più. Si tocca il nasone, tocca il nasino della foto, l’interstizio rosso sulle labbra della ragazza. Osserva pure la pelle bianca di Bruna che si è avvicinata con il suo profumo da togliergli il respiro, non c’è nulla di artificiale a farla apparire così luminosa.
- Dove sta l’imbroglio?
- Quale imbroglio? Non mi dà fastidio se la vuoi scopare.
Giulio ammutolito, dimenticando la sua mancanza di vitalità, apre il portafoglio caldo di sedia, ci infila la foto e torna a piedi a casa, senza alcuna gioia per quell’inaspettato permesso.
Di cosa può lamentarsi? è lui che ha voluto quella vita, non ha la forza di raccogliere la sfida di una donna forte e corpulenta come Bruna, ha la velocità di una puntina che segue il solco di un quarantacinque giri. Non è abbastanza uomo per poterla raggiungere e tutto quello che avrebbe ottenuto raggiunendola sarebbe stato di farsi lasciare di nuovo.
Il solito panino cede il passo a un più raffinato boccaccio di polpette, un saporito bagaglio a mano portato da Bruna il giorno precedente.
Gli arrivi mattutini di Bruna si sovrappongono e non si capisce quanti altri ne abbia a disposizione. Giulio non mostra nessuna gratitudine, ma anche con la bocca cucita è contento di vederla ciabattare per casa, aprire e chiudere le due uniche finestre, fare il caffè con addosso lo stesso vestito da una settimana e l’odore di cenere nei capelli.
Bruna con un inatteso sospiro di commiserazione che le gonfia tutt’e due le narici chiede:
- Ma come fai a stare sempre qui?
- Questa natura è autentica, mio padre mi ha incaricato di proteggerla come una chiesa.
- Perché non l’hai protetta da quei debosciati del raduno rave?
- Ti sei mai chiesta perché si attaccano alle casse con i loro balli tribali? Lo fanno perché da vicino il gran chiasso provoca silenzio assoluto, meditazione ed eccitazione.
- Non me ne ero accorta , attaccati pure tu a una cassa, no? Ride.
Giulio non si scompone, ma si sente respinto pur non avendo osato nulla.
- Ho riagganciato, dice. Non ti sento.
Bruna, all’ennesima risposta straboccante di indifferenza pensa che sia giusto farlo e lo accompagna in una chiesa vera, senza dargli spiegazioni come una vera assistente spirituale. Sceglie la chiesa del paese dove Giulio non è mai entrato, una gita abbastanza vicina e coinvolgente. La testa di Giulio ha un meccanismo semplice, non ci deve lavorare molto Bruna per normalizzarla, anche se la morte del padre è stata l’occasione per fargli dare di matto.
Dentro la chiesa Giulio si guarda intorno smarrito e vagamente sorridente, poi si inginocchia e prega a lungo. Bruna lo segue in ogni movimento come una cieca con il suo accompagnatore, abbastanza sconcertata che nonostante tutto provi sempre meno affinità con lui. Bruna insegna catechismo ai bambini del paese ed è la prima volta che assiste a una devozione così immediata, convinta.
La minaccia assoluta di vivere con un ‘non Giulio’ sta scomparendo.
Al ritorno a casa scendendo dall’automobile Giulio le urla con una rabbia inversamente proporzionale alla delicatezza di quel viaggio:
- Poi buttala!
- Cosa?
- L’immagine del Santo presa in chiesa. Mi vergogno ad averla davanti in macchina, va bene?
Bruna dopo quella reazione forte e inaspettata invece di prenderla a ridere, scoppia in lacrime, singhiozzando. In fondo alle viscere ricomincia a sentire l’ombra del bosco come una lama. Giulio sembra non esserci, le loro giovani anime sono ferme in cima a una ruota panoramica.
Il giorno dopo Giulio ritorna solo e ammutolito in quella chiesa dove ha sofferto e dove continua a non passarsela bene. Accende un mezzo cero, si fa il segno della croce sbagliando le posizioni della mano, spolvera il banco, cancella le sue impronte con altre impronte e sente che comunque il Santo potrebbe stare dalla sua parte. Tornato a casa, in piena notte è ancora sveglio per la troppa emozione e vede il fuoco, un fuoco rabbioso alimentato dalla siccità delle settimane precedenti, che divora il bosco.
Il telefono squilla, è Bruna che ha già avvertito i pompieri, la protezione civile e i ragazzi dell’oratorio.
Giulio si precipita fuori a piedi nudi.
Non si ricorda più quante espressioni di dolore ha ancora a disposizione, ne ha già usate parecchie.
Sente una mano sulla spalla e la voce melodiosa di una donna che prova a rassicurarlo: Bruna.
- Lo stanno già spegnendo, i pompieri hanno detto che non è un grande incendio.
Giulio scuote le lacrime e la testa. Bruna per esorcizzare tutto quel fumo si accende una sigaretta.
- Cos’hai in mano Bruna?
- Il fuciletto spara acqua di quando eri un piccolo scout . Ride.
- Per favore, Bruna, non mi sembra il momento di scherzare, non ti ci mettere pure tu.
- Ci si è messo lui a salvare il tuo bosco.
- Lui chi?
- Il Santo, e ha fatto diventare pompieri pure i ragazzi del rave party, quelli che non mi hanno guardata in faccia neppure una volta, con tutti i mezzi possibili lo stanno spegnendo.
Giulio l’ascolta, ma non la sente, è come se la sua voce fosse il rumore di una radio fuori stazione.
Un cagnolino bianco e beige sbucato dal nulla corre festoso a baciargli una mano.
- Da dove arriva questo giovanotto? chiede Bruna sensibilmente commossa da una scena che gli calpesta il cuore.
- Era stato abbandonato nel bosco, da ieri razzola qui intorno, gli ho dato un po’ di pane e un nome, non avevo altro da dargli. Ora lo metto al sicuro dentro l’auto di papà.
- Quella arrugginita e con un cacciavite nella pancia dello sportello lato guida per non far scendere il finestrino?
- Proprio quella, se ti piace tanto te la regalo.
- Con tutto il cagnolino dentro?
- Con tutto accetto, dice lei toccandogli il braccio, ho l’impressione che te la cavi benissimo senza di me, ma ti rivorrei indietro, Giulio.
Una pioggia seria e zannuta comincia a cadere, schizzando acqua su tutt’e due.
Bruna sente la necessità di animare con il calore di una nuova profondità espressiva e di un buon caffè quel che resta della notte e quel nuovo sentimento apparso quando sembrava non dovesse più apparire.
Giulio si accontenta di guardarla, non somiglia a nessuna delle donne che ha avuto in precedenza, non somiglia neppure alla lei precedente.
Si è truccata e ha degli orecchini microscopici dorati che la fanno apparire bella.
Il bosco nero, fangoso e deserto, controlla che sia tutto vero.

2Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Dom Mar 03, 2024 10:42 am

Micaela


Viandante
Viandante

Non mi è piaciuto molto... l'ho trovato noioso e ho fatto fatica ad arrivare in fondo...
Bello il colpo di scena, ma non lo rileggerei volentieri. Alcuni pezzi sono stati cancellati dalla mia mente, risultando caotico. Spero che l'autore non si offenda: questa è solo un'opinione personale e, anzi, spero che altri mi smentiscano.
Chiedo scusa per essere stata così negativa, ma io la penso così.

3Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Lun Mar 04, 2024 10:34 pm

vivonic

vivonic
Admin
Admin

Ciao, Autore.
Quando abbiamo finito di ammettere tutti i racconti, parlando tra di noi del CdL ci siamo un po' chiesti: "Qual è il racconto che ti ha colpito di più, così, senza rileggerne nessuno?".
Hai già capito qual è stata la mia risposta?
Grazie per questa perla. Credo che ci siano immagini, in questo racconto, che vanno oltre le mie più ottimistiche aspettative. Dalla prima volta che ho letto questo racconto me ne sono innamorato, e penso che da qui a fine step lo rileggerò ancora molte volte.
Unico consiglio: consegna i tuoi scritti a qualcuno che gli dia una veloce revisione prima di spedirli. Ci sono dei refusi sistemabili con una lettura che non sia effettuata dall'autore stesso, ma da un occhio esterno. In questo modo il tuo racconto risulterebbe perfetto sotto tutti i punti di vista.
Complimenti sinceri!


______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.

4Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Mar Mar 05, 2024 8:26 am

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Posso dirlo, autore? Fantastico, disturbante, poetico. In questo racconto ho trovato l’anima. Ci sono alcuni passaggi di una bellezza disarmante, ma soprattutto mi ha colpita la capacità di farci e trarre nel mondo e nella testa di Giulio. Non è sempre una sensazione comoda, lo sai. Ma è potente.
Sto quasi ultimando le letture e devo dire che questo racconto mi riconcilia con la bellezza della scrittura di sicuro meno perfettina, ma con tanto cuore. 


coperto da alberi di marca diversa,  (hanno una marca gli alberi?)

scatto urla : Wow! ora si che è bello.  (…) urla: «Wow! Ora sì, che è bello.»

Ha sempre pensato che Dio comunica con gli uomini (che Dio comunicasse)

n piccolo scout . Ride.   piccolo scout. Ride.


lamentarsi? è lui che  - lamentarsi? È lui che (…)

5Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Gio Mar 07, 2024 11:37 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Nota di demerito: ho fatto anch'io una faticaccia porca a leggerlo. Ci sono diverse imprecisioni, provo a segnalarne qualcuna:

"Giulio trattiene il respiro sperando non ci siano altre dolorose novità, si sente di poter accettare solo indugi interessanti, ne ha subite troppe ultimamente: la morte quasi contemporanea di tutt'e due i genitorie quello strano fastidio che al mattino gli si aggrappa addosso come una scimmia trattenendolo fino a tardi nel letto a osservare crepe invisibili sul soffitto bianco abbagliante ne è una conseguenza tangibile."

Secondo me il paragrafo è troppo lungo. Suggerirei così, a mio modesto avviso:

"Giulio trattiene il respiro sperando non ci siano altre dolorose novità. Si sente di poter accettare solo indugi interessanti, ne ha subite troppe ultimamente: la morte quasi contemporanea di tutt'e due i genitorie e quello strano fastidio che al mattino gli si aggrappa addosso come una scimmia. Si trattiene fino a tardi nel letto a osservare crepe invisibili sul soffitto bianco abbagliante ne è una conseguenza tangibile."


"Poi abbassando minacciosamente la serranda si è spostato in un'altra stanza dicendo: Le persone che amiamo non sono immortali[...]"


"Poi, abbassando minacciosamente la serranda, si è spostato in un'altra stanza dicendo: le persone che amiamo non sono immortali[...]"



"[...]e vistose camice colorate non passa inosservato[...]"

Ma non era camicie?


"Giulio stringendo delicatamente il giornale non da una risposta precisa[...]"

"Giulio, stringendo delicatamente il giornale, non da una risposta precisa[...]"


"Lei ha le chiavi di casa e ed è capacissima di presentarsi al tutte le ore[...]"

"Lei ha le chiavi di casa e ed è capacissima di presentarsi al tutte le ore[...]"


Come già consigliato, una bella rilettura (tante belle riletture), anche esterne, non fanno mai male. 

Però, c'è un però:

"[...]e che quelle querce appese al muro valgono più di qualunque immagine sacra."

Fantastica questa.

"[...]tutti gli alberi del dipinto sciabolano gratitudine da sotto il vetro sottile della cornice."

Idem come sopra.

"[...]il bosco è la sua nazione[...]"

Questa è il top.

"[...]apre il portafoglio caldo di sedia[...]"

Mi ha fatto sorridere, ma per me è tanta roba a che questa.


Fatica a parte, ho letto un racconto veramente potente. Non posso sbilanciarmi così presto, ma credo possa essere uno dei migliori e per immagini rappresentate e per caratteri emotivi dei personaggi: Giulio in primis, ma anche Bruna. Un rincorrersi tra loro che non finirà mai. Giulio per il suo verso, Bruna nell'altro. Due versi avversi che finiscono per convergere. Con il beneplacito del bosco.
Sì, il bosco. Affascina, coinvolge i sensi, vive, ti fa vivere, ti guarda e probabilmente ti giudica. Proprio quanto accaduto a Giulio, aldilà delle disgrazie personali. Certamente il bosco è il legame tra presente e passato. Guardando al futuro.

Complimenti all'Autore. E grazie.

P.S.:

'Sto passaggio prioprio non mi è chiaro:

"Giulio ha la capacità di intenerire qualsiasi donna, se è in difficoltà, ma quello che dice lo lascia di sasso, e non si capisce perché lo dica dopo tre profondi tiri di sigaretta, un mancato ammiccamento sessuale:[...]"

6Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Gio Mar 07, 2024 11:39 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Confesso che arrivare a una sintesi per commentare questo testo è stato molto faticoso e che, contrariamente al solito, ho letto i commenti di chi mi ha preceduto. È quindi molto probabile che sia solo colpa mia, che io non sia all'altezza di cotanta beltade, ma a me ha ispirato soprattutto noia: per le situazioni descritte, che non mi sembra portino a niente; per il ricorso continuo a tautologie che spezzano il ritmo; per la punteggiatura spesso casuale e soprattutto ridondante.
Mi sono annotato un paio di imprecisioni (un dà senza accento e un punto preceduto da spazio). Poi è calata la palpebra e non ho visto altro.
L'impressione prevalente (noia a parte) è di una serie di situazioni giustapposte una all'altra, senza trama e senza finale (come direbbe qualcuno), dalle quali sembra che nessuno riesca a trarre né danno né beneficio.
La colazione al bar con Bruna? È lo sfondo di una menzogna.
La sosta in sartoria? Un'occasione per mettere in mostra bicipiti e camicie colorate.
E il bosco? Il rave? La chiesa? L'incendio? Il cane? Messe lì a caso? Occasioni sprecate?
E così via... Tanto che ripensando a ciò che avevo letto, la prima cosa che mi è venuta in mente è se davvero ci sono "alberi di marca diversa".
No, sinceramente non mi è piaciuto.
Grazie
M.


______________________________________________________
"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

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7Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Ven Mar 08, 2024 9:46 am

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Giulio ha ben compreso quali fossero stati i rapporti tra Bruna e suo padre, rapporti corretti e intensi. E cosa  avesse significato avere al suo fianco la presenza silenziosa ed efficace di Bruna.
Tutto il racconto gira su questo, cose che capitano su un foglio e capitano pure nella vita e che ci sentiamo orgogliosi solo a leggerle.
Il bosco, il pozzo di luce verde, ascolta, controlla e vede.

A Petunia garba questo messaggio

8Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Ven Mar 08, 2024 11:03 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Mi trovo in difficoltà a commentare questo racconto in quanto dopo averlo letto due volte la sensazione di “fatica” non è andata via anche se dall’altra parte ha acceso in me la bella sensazione di aver letto una storia d’amore molto particolare.
È vero che il contest richiedeva lo scrittore onnisciente ma qualche dialogo in più a mio parere avrebbe aiutato a movimentare un po’ il racconto e a spezzare un ritmo che rischia di apparire troppo monotono.
Tra l’altro ho anche avuto la sensazione di perdermi in quanto ho fatto fatica a mettere a fuoco l’azione che per un attimo sembra svolgersi al bar e poi invece sembra essere a casa di Giulio.
Eppure alla fine di tutto, passando sopra alla fatica di arrivare in fondo, Giulio e Bruna sono due bei personaggi, ben descritti e delineati in questo loro rincorrersi come due bambini forse mai veramente cresciuti; e ci si affeziona a queste due strane figure, soprattutto a Giulio e al suo “male di vivere”.
Maluccio la revisione che sembra essere mancata o comunque molto superficiale (lo dico sempre, se possibile bisognerebbe far rileggere il racconto a terzi prima di inviarlo!) con alcuni errori piuttosto gravi.
Segnalo (oltre a spazi tra la parola e il segno di interpunzione successivo):
- vistose camice camicie
- non da una risposta precisa  dà
- Quel mattino a colazione, Bruna, che Dio la perdoni, pur disgustata continua a frequentare e a marcare il territorio della sua casa lasciando un amorevole disordine di cibo pronto, sul tavolino grande della cucina, anche se i suoi occhi riflettono qualcosa di spietato.  Questa frase è troppo complessa e con la punteggiatura che crea problemi di lettura
- è capacissima di presentarsi al tutte le ore   presentarsi a tutte le ore
- E poi c’è la figura ingombrante del bosco che procurava a Bruna gelosia che procura
- come se qualcosa li dentro potesse prendere vita  lì dentro
- tutto quello che avrebbe ottenuto raggiunendola  raggiungendola


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9Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Dom Mar 10, 2024 8:11 am

mirella


Padawan
Padawan

Ho cominciato a leggere animata da curiosità e aspettative, finalmente niente fate, mostri e spiriti della foresta, un racconto che parla di realtà e presenta un protagonista problematico.
Giulio è depresso per la recente perdita di entrambi i genitori e per le difficoltà economiche che potrebbe risolvere vendendo la collina ereditata dal padre, ma non vuole farlo.
La sua ossessione è il bosco nella collina di fronte a casa sua. Non che ci passi del tempo a passeggiare tra gli alberi, gli basta guardarli dalla finestra di casa.
Solitario e irrequieto, Giulio trova pace solo nella contemplazione di quel bosco, cui è legata la figura del padre: “Cura il bosco e Bruna” gli aveva detto, prima di morire.  Già, Bruna, un’amica d’infanzia che non è bella da impazzire, ma è comprensiva e quasi materna. Lui però la prende in considerazione solo quando la ragazza salva il bosco da un incendio chiamando  pompieri, scout etc.
La  storia tra i due ruba spazio al tema del bosco, che torna alla ribalta al finale, dopo l’incendio.  Gli incontri di Giulio e Bruna al bar o altrove c’entrano poco col tema del concorso e qualcuno considererà banale questa storia. Devo dire invece che l’apprezzo, perché la realtà è spesso più banale di quanto si creda.
Quello che non posso apprezzare è la qualità della scrittura, sulla quale non mi soffermo. È già stato detto tutto in proposito.

A tommybe garba questo messaggio

10Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Dom Mar 10, 2024 10:59 am

Arianna 2016

Arianna 2016
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Bello lo stile, molto personale, pieno di espressioni linguistiche originali e stranianti che portano a guardare la realtà in modo diverso.
La forma ha però bisogno di una rifinitura, ma te l’hanno già detto.
La mia sensazione è che in questo racconto tu abbia voluto lasciare troppe cose, che nel complesso lo rendono un po’ troppo dispersivo. Io lo asciugherei, sia come quantità di tematiche che di parole,
in modo da dare più risalto a quello che veramente ti sta a cuore.

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11Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Dom Mar 10, 2024 11:56 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Il titolo è davvero azzeccato: racchiude in modo prepotente tutta la storia, arrivati alla fine.
Un bel racconto, sia pure con un difetto (ma è questione mia personale) che ti dirò dopo, per cui ho dovuto rileggere un paio di volte il testo.
Il bosco è ben presente, a volte un po’ forzatamente, quasi sentissi il bisogno di ricordare che è un elemento portante per il racconto. I due protagonisti sono davvero ben delineati, psicologicamente molto curati e tanto veri. Il carattere, il loro modo di interfacciarsi, la loro relazione che dice di un’amicizia molto forte, quando tra amici ci si può dire davvero di tutto ma il rapporto non si incrina. E che dice di un amore che non riesce a infrangere l’ultima sottile barriera che li divide, seppure così vicini. Mi è piaciuta molto Bruna, protettiva e materna, forte e decisa, che non si fa problemi a entrare nella cucina e nella vita di Giulio, che vuole proteggere da tutto e da tutti.
Ho trovato molte espressioni particolari, azzeccate (un saporito bagaglio a mano tanto per dire) che danno un valore aggiunto a certe descrizioni, solo di primo acchito paiono una forzatura per introdurre il narratore onnisciente.
Quindi nell’insieme una bella prova, ma per le ragioni qui sotto, la lettura è stata inizialmente faticosa.
Le mie note:
Mi sono mancati i dialoghi. Tanto. Il tuo è uno stile molto particolare, ricorda vagamente un monologo (ma declinare questo racconto in prima persona…) oppure, cinematograficamente, sequenze dove una voce narrante si sovrappone alle immagini di quanto sta accadendo. Ma come lettrice mi è mancato il virgolettato che mi consente di dare un volto a chi parla, ad immaginare meglio il momento, anche ad avere un attimo di stacco dal resto. Questo ha comportato il dover tornare indietro spesso, rileggere immaginando il dialogo ben evidenziato. Sarà che dai dialoghi, quando sono ben gestiti, i personaggi emergono meglio che non con tante parole.
Per il resto un paio di refusi e nulla più.


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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

12Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Mar Mar 12, 2024 11:21 am

CharAznable

CharAznable
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un racconto particolare, non banale... e non semplice. Da scrivere, da leggere e da interpretare. Sicuramente un racconto che non ti lascia indifferente e che forse ha bisognio di diverse letture per essere compreso e apprezzato. Un racconto che sicuramente divide le opinioni. Puoi apprezzarlo, puoi amarlo o puoi trovarlo noioso.
C'è una certa abilità nella scrittura e nella ricerca di figure che possano lasciare il segno, il racconto ne è pieno. La struttura, a lungo andare, rischia, finita la sorpresa, di annoiare un po' il lettore. Anche perché una trama vera e propria non esiste, esiste un lungometraggio di immagini, sensazioni, parole. Un racconto d'essai.
Dovrò sicuramente rileggerlo ancora un paio di volte prima di formulare la cinquina.
Grazie



Ultima modifica di CharAznable il Mar Mar 12, 2024 11:49 am - modificato 1 volta.


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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

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13Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Mar Mar 12, 2024 11:46 am

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

posso dirlo? bellissimo, davvero bellissimo!
stracomplimenti, chiunque tu sia.
carico di poesia, emozione, rabbia e gioia.
il tutto espresso in maniera ottimale, coinvolgente.
unica osservazione che posso fare è relativa ai refusi. non sono molti, ma manca una rilettura del testo.
se non fosse per quello ti darei il massimo dei voti, ma comunque ti ci faccio avvicinare.


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L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

Violenta armonia Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

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14Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Mar Mar 12, 2024 3:11 pm

Giammy

Giammy
Padawan
Padawan

In ogni racconto c'è una parte del suo creatore. 
"Violenta armonia" è una storia molto particolare, così come il suo protagonista, davvero atipico. Molte espressioni mi hanno fatto "storcere il naso" e nel contempo mi hanno stupito in positivo. Ad esempio: Giulio cerca di curarla la malattia, è lei da salvare, è decorativa della mia età, dice con stravagante generosità. Questo modo di esprimersi lo trovo geniale, caratterizza Giulio e di rimando, anche l'autore. Arrivato alla fine non sono rimasto soddisfatto, bensì stupito. Credo sia meraviglioso incontrare modi e stili diversi, originali e unici, come lo è ogni scrittore. 
Comunque vada hai lasciato il segno. Bravo!

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15Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Mar Mar 12, 2024 4:42 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Racconto confusionario? Confusionaria è la vita. 
Il malessere di vivere di Giulio, quel disaggio sottovalutato, che diventa malattia, lo porta a rinunciare alla vita, alle persone che ama. Bruna, l’amica di sempre, che fa? Non riesce ad abbandonarlo. Tutto questo, autore, l’hai allargato a macchia d’inchiostro sopra un foglio bianco, senza filtri, senza mezzi termini. Capisco che troppa verità, troppa umanità possano nuocere.
Giulio e Bruna diventano noi, siamo noi. Difficilmente si dimenticano.
Molto bello anche il titolo.
complimenti

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16Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Ven Mar 15, 2024 8:52 am

Gimbo

Gimbo
Padawan
Padawan

Ho delle sensazioni contrastanti per questo racconto. Ammetto che l'ho trovato difficile da terminare, per alcune imprecisioni nel testo e la mancanza di dialoghi per spezzare il ritmo monotono. Riconosco però la sua originalità e profondità emotiva, apprezzo la rappresentazione dei personaggi e il tema del bosco come elemento centrale della narrazione. Tuttavia, la presenza di refusi e la complessità della struttura delle frasi mi lasciano complessivamente diviso tra l'apprezzarne la profondità emotiva e la delusione per la forma e la struttura della narrazione che determinano una sensazione di pesantezza durante la lettura.

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17Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Ven Mar 15, 2024 9:22 am

CARLA EBLI


Younglings
Younglings

Il tema ( vedi i paletti) da trattare in questo concorso risulta molto blando, quasi inesistente. 
Il fulcro della storia non mi risulta chiaro e il racconto si snoda in maniera abbastanza confusa.
Ho trovato alcune descrizioni molto originali e poetiche tanto da sembrare delle pennellate.
Non riesce però ad incuriosirmi, a tenere alta l'attenzione tanto che ho fatto fatica a leggerlo fino alla fine.


______________________________________________________
dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori

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18Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Sab Mar 16, 2024 3:42 pm

CARLA EBLI


Younglings
Younglings

Un racconto molto confuso. Il vero fulcro sprofonda nella noia di una lettura poco piacevole. Troppi accadimenti disconnessi tra loro che non riescono, se non in alcuni punti, a coinvolgere.


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dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori

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19Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Sab Mar 16, 2024 7:28 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

In questo racconto ci sono molte espressioni, metafore e accostamenti che mi sono piaciute e che mi sono gustato con piacere. Mi piace quando un autore riesce a stupirmi con le sue similitudini ardite e immaginifiche.
Per quanto riguarda la trama però devo essere sincero: non mi ha particolarmente colpito. E non perché come dice qualcuno non succede niente, il fatto è che ho avvertito una sorta di avanzamento a strappi, a tentativi, come se non ci fosse un disegno ben preciso nella mente dell'autore, ma il tutto sia stato sviluppato in divenire. Ecco, io avverto una specie di mancanza di coesione se così si può dire.
Voglio comunque rileggere altre volte questa storia per capire bene se questa mia sensazione sia giusta oppure no.

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20Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Dom Mar 17, 2024 8:51 am

Claudio Bezzi

Claudio Bezzi
Padawan
Padawan

Troppi  errori e sintassi legnosa. Se ci doveva essere una storia non l’ho ben compresa; se la storia è secondaria rispetto alla psicologia dei personaggi e loro sentimenti, questi mi sembrano espressi con quelle che mi sono sembrate contraddizioni. Il procedere narrativo è sconnesso e alcuni passaggi appaiono - potrei sbagliare, ovviamente - ricercati allo scopo di ottenere un effetto stilistico particolare, poetico, ma appaiono forzati e non sempre raggiungono lo scopo.


______________________________________________________
L'uomo fa il male come l'ape il miele (William Golding).

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https://alamagoozlum.blog

21Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Dom Mar 17, 2024 11:18 am

gipoviani


Padawan
Padawan

Nota positiva: il ruolo del bosco. E' di fatto il protagonista del racconto.
Nota negativa: leggerlo è una fatica. La forma che usi è spesso involuta e poco chiara. Ti faccio un esempio:

Bruna, la sua amica dell’infanzia che sembra aver messo radici nella sua amicizia, la incontra davanti a un cappuccino nel bar centrale dove c’è una fila alla cassa che fa diventare complicato offrirglielo.
Già l'espressione mettere radici nella sua amicizia è molto particolare, ma è rovinata completamente dal sembra che è in contraddizione con quanto detto, il finale del periodo è poi ancora più per gentilezza dire strano, ma in realtà è proprio brutto.
dove c’è una fila alla cassa che fa diventare complicato offrirglielo.


E periodi di questo genere sono frequenti.


Qualcuno forse potrebbe interpretare questo stile come ardito e sperimentale, la mia idea è che sia semplicemente lento, confuso, farraginoso. Con il risultato di rendere noiosa la lettura.

A tommybe e M. Mark o'Knee garba questo messaggio

22Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Mar Mar 19, 2024 8:51 pm

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un racconto denso e particolare.
L'autore impasta insieme immagini d'effetto con la psicologia dei personaggi: il risultato è un quadro squillante di colori cupi che urla malessere e incomprensione. La depressione di Giulio s'intrufola dappertutto e il testo stesso sembra farsi carico della sua pesantezza di vivere.
La storia corre parallela a questa introspezione, descritta con una fine sensibilità e un occhio attento alle metamorfosi dell'anima.
Senz'altro non è un testo facile da leggere, complice la formattazione non perfetta e alcune frasi da rivedere e sfoltire, ma rimane comunque addosso una strana sensazione a fine lettura, quella di aver sbirciato in un luogo nascosto e profondo e averne accarezzato il segreto.

A tommybe garba questo messaggio

23Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Mar Mar 19, 2024 11:14 pm

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un bel titolo e qualche perla nascosti in racconto difficile da leggere, almeno per me.
Il modo di scrivere è molto lontani da me, la mancanza di punteggiatura mi lascia spiazzato.
È una scelta per caratterizzare Giulio? Allora ti faccio i complimenti, a prescindere che mi sia piaciuto o meno.

A tommybe garba questo messaggio

24Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Gio Mar 21, 2024 9:44 am

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Il cerchio privato intimo formato da Giulio, Bruna e il bosco è difficile da penetrare; a volte mi sono quasi sentito respinto dal testo, come se mi venisse detto qualcosa ma la spiegazione rimanesse riservata solo a loro. Questo rende più tangibile l'emozione per l'esistenza del cerchio stesso piuttosto che per ciò che contiene. È una cosa buona? Non del tutto.
Alla fine, ci si trova a uscirne sfiancati, ma non credo sia a causa di ciò che mi è stato trasmesso, bensì per il modo in cui è stato fatto, quel ritmo lento, ipnotizza ma poi mi ha lasciato stordito e non del tutto soddisfatto.

A tommybe garba questo messaggio

25Violenta armonia Empty Re: Violenta armonia Gio Mar 21, 2024 5:31 pm

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao, Penna.

Per pigrizia ho cercato i refusi per vedere se li avevano già segnalati, e la risposta è stata: sì, già segnalati tutti, almeno quelli che ho notato io.
Quindi ho cercato il motivo del titolo e l'ho trovato qui: "Il cerimoniale essenziale di quella vistosa eredità era sembrato forte e suggestivo a Giulio che molta importanza dava al valore affettivo della collinetta verde, la cui violenta armonia arrivava fino al paese e faceva sentire Giulio conosciuto e importante."
Però il bosco non ha nulla di violento in tutto il racconto, un racconto in cui mi manca un'evoluzione, perché in ciò che è narrato tutto sembra accadere affinché nulla cambi. Com'è che si dice? Fa più rumore un albero che cade di un bosco che cresce. E in questo racconto nulla fa veramente rumore, proprio come un bosco che cresce. Un racconto di un realismo disarmante, che fa male, come se fossi stato io la vittima di questa violenta armonia. O forse hai solo preso una cassa e l'hai fatta suonare a tutto volume per farmi ballare immerso nel silenzio.

Grazie e alla prossima.


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