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Il deserto, dentro

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26Il deserto, dentro - Pagina 2 Empty Re: Il deserto, dentro Dom Mar 24, 2024 4:24 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Anch'io penso che questo sia uno dei migliori racconti dello step, che tra l'atro, faccio una confessione qui, non è che in generale mi abbiano entusiasmato.
Il tuo è davvero buono, non si discute, ho poco da dire.
Giusto per scrivere due parole in più anch'io avrei evitato la nota, non serve a niente. E poi il pensiero del giovane l'avrei levato. A parte il fatto che oggi i giovani non credo abbiano tutto questo ottimismo, visto che gli hanno ucciso il futuro e credo che siano piuttosto demoralizzati. Inoltre la realtà la vediamo, vediamo lo schifo in cui galleggiamo, l'ottimismo a tutti i costi può essere utile per non impazzire, se non si riesce a sopportare la realtà, ma a parte questo ha poco senso.

27Il deserto, dentro - Pagina 2 Empty Re: Il deserto, dentro Dom Mar 31, 2024 7:08 pm

Hellionor

Hellionor
Admin
Admin

Sulla nota finale già ti hanno detto tutto, non mi dilungo.
Il racconto è davvero bello, scorrevole e ben calibrato, con dialoghi credibili e personaggi davvero ben caratterizzati.
Lo trovo davvero un ottimo racconto, meraviglioso il personaggio di Gino; insomma autor io ho ben poco da dire, se non farti davvero tanti complimenti.
Ele

28Il deserto, dentro - Pagina 2 Empty Re: Il deserto, dentro Dom Mar 31, 2024 8:26 pm

Asbottino

Asbottino
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Il deserto dentro. Eh si, lo si capiva anche senza quella sparata finale. Mi perdoni l'autore l'uso del termine, ma è quello che è. Unico difetto di un racconto senza difetti.
Oltretutto è davvero un deserto di aridità e di vuoto. Un deserto di assenza di vita, quindi molto più potente delle dune e i cammelli letti fin qui, senza voler togliere nulla al fascino delle dune e i cammelli.
Comunque il racconto arriverà in alto, molto in alto, perché se lo merita. Bellissimo il racconto di Gino dopo le uova, vero narratore onnisciente della sua storia e di questa Storia immaginata che oltretutto, riducendo l'Italia a un deserto, passa il suo messaggio ambientalista senza farne parola, così come parla di deserto senza mai descriverlo.
Complimenti.


______________________________________________________
Il deserto, dentro - Pagina 2 Senza_10

29Il deserto, dentro - Pagina 2 Empty Re: Il deserto, dentro Dom Mar 31, 2024 10:53 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Il racconto è ben scritto e in generale l'ho apprezzato. 

Ciò che penso, giusto per fare una riflessione, è che non dovremmo farci prendere dal deserto come il buon Gino. Intendo dire: il primo passo verso la fine del mondo è proprio la nostra condizione mentale. In questo caso si parla di cambiamenti climatici, ma se vogliamo, anche attualmente, l'umanità ha altri problemi, pure più gravi.

La verità sta sempre nel mezzo, proprio come Gino c'insegna: di fronte alla velocità del progresso dobbiamo riscoprire il lento, di fronte alla paura dobbiamo essere impavidi, di fronte all'odio dobbiamo contrapporre l'amore e la tolleranza. Dobbiamo essere capaci di dire no al mondo che immaginiamo cambiando le basi sulle quali costruirne uno differente. 

Non è il pippone di Pasqua ma una riflessione dai tanti spunti che questo bel testo ci propone.

Grazie

30Il deserto, dentro - Pagina 2 Empty Re: Il deserto, dentro Mar Apr 02, 2024 11:54 am

Menico

Menico
Padawan
Padawan

Caro autore hai affrontato un problema estremamente attuale con delicatezza ed efficacia.
La storia di Gino è un pretesto per sensibilizzarci su questo problema trascurato, se non ignorato, da istituzioni e mass-media.
Finale maestoso dove metti in contrapposizione il punto di vista di Gino, rassegnato e conservatore, con quello del ragazzo che, pieno di speranza, lascia fuori il deserto e tiene dentro di se mare, cielo e boschi.
Mi è molto piaciuto.


______________________________________________________
Come l'acqua che scorre, sono un viandante in cerca del mare. Z. M.

31Il deserto, dentro - Pagina 2 Empty Re: Il deserto, dentro Mar Apr 02, 2024 11:47 pm

Fenix


Viandante
Viandante

Una parola "poesia", mi ha letteralmente catapultato nella storia, concordo con chi ha scritto che sembra di stare in un film perché è così, davvero i miei complimenti, mi piacciono davvero i racconti scritti così, grazie per questa bellissima storia!!!

32Il deserto, dentro - Pagina 2 Empty Re: Il deserto, dentro Sab Apr 06, 2024 10:04 am

Claudio Bezzi

Claudio Bezzi
Padawan
Padawan

Risposte critiche al mio racconto

Grazie per l’attenzione mostrata al mio racconto e per le riflessioni che mi imponete di fare. Dico subito che alcune osservazioni mi appaiono giuste e le accolgo, correggendo il mio file originale; altre andrebbero discusse meglio (e mi piacerebbe farlo con voi) e mi riservo di pensarci; altre ancora mi permettete di rifiutarle, ma ovviamente spiegherò le mie motivazioni.
In ogni caso, da novizio del gruppo che partecipa per la prima volta, ho trovato tutto divertente e stimolante. Veramente un peccato che non vi abbia incontrati prima.
1) Ripetizioni fastidiose
Questa cosa mi deprime enormemente perché tradisce una cattiva sorveglianza della scrittura e una rilettura poco attenta: @Petunia e @paluca66 mi segnalano “È arrivato Gino…” seguito da “Gino era arrivato”, e un “dove/dove” nella stessa frase. Provo imbarazzo e mi infliggo punizioni corporali come Lafcadio Wluiki. Spero di guarirne presto. Grazie per la segnalazione (anche dell’unico errore ortografico segnalato sempre da @paluca66), vado a correggere.
2) Consecutio temporum; siamo sicuri?
@Petunia e @paluca66 mi segnalano: “Immagino che se ti rompi una gamba sarebbe grave.”, suggerendo, al suo posto: “Immagino che se ti rompessi una gamba sarebbe grave.” Accolgo la segnalazione e prometto di riservarmi un piccolo momento di riflessione. Da un punto di vista grammaticale la concordanza è obbligatoria e l’errore sarebbe evidente; certamente lo sarebbe nel testo della voce narrante, che per definizione deve conoscere la grammatica. Questa frase in particolare, invece, è parte di un dialogo fra persone che probabilmente non hanno la laurea in Lettere, e che - come avviene in qualunque scambio dialogico - improvvisano le parole in un flusso mentale e relazionale. Nel caso in questione io immagino Peppe che, richiesto di esemplificare cosa possa essere “grave”, pensa a Gino che attraversa il deserto e, rompendosi una gamba in seguito a un incidente, potrebbe morirne; la sua frase quindi inizia con l’indicativo presente rivolto a Gino (“Se ti rompi una gamba…”) ma poi, nel suo pensiero, allarga la prospettiva a un discorso più avvolgente e ampio (“… eh sì, questo sì che sarebbe grave”). Quindi la frase (ripeto: dialogica) non ha una corretta consecutio temporum ma mi pareva accettabile (in quel contesto) così. In sintesi: la voce narrante deve sempre essere corretta; i dialoghi dipende: dal contesto, dai personaggi, da quanta spontaneità (col suo flusso di coscienza) si vuole produrre. Ciò detto, se lettori attenti come Petunia e paluca66 l’hanno trovato scorretto, disturbante alla lettura, certamente e sinceramente ci penserò su.
3) La punteggiatura! 1 - Le virgole
Arriviamo a un punto per me cruciale. Sia @Petunia che @caipiroska (mi pare solo loro, se non sbaglio; @vivonic parla di “punteggiatura” senza essere esplicito) mi criticano l’uso delle virgole in pochi e cruciali passaggi. Petunia scrive: “entrò, e arrivò,  (la virgola prima della e puoi toglierla)” e anche “versando, e posò bicchiere e caraffa (come sopra per la virgola)”. Sono in disaccordo. La virgola, come ogni segno d’interpunzione, ha un valore ortografico e sintattico (separare le frasi, etc.) ma anche comunicativo e prosodico (in particolare in italiano, certamente più nel periodo attuale; insomma: le lingue sono vive e mutano). Da un punto di vista meramente ortografico la mia frase “Gino, con passo malfermo, entrò, e arrivò, con procedere incerto, fino al bancone.” abbonda di virgole formalmente eccessive. Ma la punteggiatura - come detto - ha anche altre funzioni, in particolare relative alla prosodia, al ritmo, al senso, ai sentimenti che aiuta a trasmettere. La questione (se le virgole abbiano davvero questa importante funzione che approda alla semantica e alla pragmatica) non è chiarissima fra gli studiosi, e potremmo dire che per certi aspetti tecnici è ancora controversa, ma ovviamente il mio pensiero è esattamente questo: sì, c’è un uso prosodico delle virgole che aiutano il lettore a percepire un “senso” (quindi parliamo di semantica), perché durante la lettura del testo scritto si sviluppa una “voce” interiore che costruisce la scena e in qualche modo la vive (e qui siamo nel campo della pragmatica). Sorvolo (perché non ho capito se è centrale per Petunia) la virgola seguita dalla “e”. Qui, veramente, abbiamo dozzine di esempi letterari e riflessioni linguistiche, ma lascio perdere.
Venendo al mio testo. Quelle virgole sono state attentamente pensate e volute. Provate a leggere ad alta voce la frase, come se la declamaste a un pubblico (è un trucco molto efficace): vedrete che, con quelle virgole, si percepisce la stanchezza dell’uomo, il suo sfinimento, il suo procedere lento, faticoso, verso il bancone. Evitarle, e usare le virgole in modo piattamente ortografico, non aiuta a capire il momento drammatico: il protagonista, Gino, arriva sfinito dopo la traversata del deserto. Lui è vecchio, stanco e malato, e quelle virgole, che scandiscono i sintagmi che indicano il suo procedere affaticato, sono - per me - essenziali. Vi prego di notare che - salvo ulteriori specifiche vostre indicazioni - il punto con “troppe virgole” è solo qui; proprio perché qui era voluto.
Anche il titolo, che non piace a @caipiroska (contrariamente a Petunia che l’ha apprezzato); la virgola serve per dare un senso semantico assolutamente differente, e drammatico: c’è una differenza enorme fra “Il deserto dentro” (descrittivo, freddo) e “Il deserto, dentro” (evocativo, aperto a significati introspettivi e psicologici).
4) La punteggiatura! 2 - Puntini di sospensione
Criticati da @caipiroska, @paluca66@Gimbo e @Fante Scelto e deciso motivo di fastidio per @Susanna. Ok, ok, avete ragione! Il senso era quello colto da Susanna, e fanno parte della stanchezza di chi parla, della complessità della situazione… Ma ne ho messi troppi, ho capito, ne ho già tolti un bel po’ dal mio file.
5) “Mezza dozzina di paia d’occhi”
Segnalato da @paluca66: sì, era eccessivo; cambiato.
6) Il blocco in corsivo
Non è piaciuto a @Giammy e a @Fante Scelto (ma a qualcun altro sì, giusto per segnalare la bellezza delle differenze). Non discuto sul piace/non piace questa soluzione, ma mi permettete di spiegarne il senso. Quella parte è un racconto entro il racconto, dove il narratore esterno cede il posto a un inserto soggettivo, giustificato come ampliamento di una parte dialogica (Gino che racconta alle persone presenti nello spaccio) che non ha la forma del dialogo ma del ricordo; lungo, senza interruzioni. Allora - mia opinione - serviva uno stacco, la visibilità del cambio di registro narrativo che, a mio avviso, contribuisce a movimentare il ritmo. Penso - se non ricevo obiezioni più circostanziate - di lasciare così.
7) L’explicit
@Petunia, @Susanna, @ImaGiraffe, @Resdei, @vivonic, @Achillu, @SuperGric, @Byron.RN, @Asbottino e, insomma, molti fra voi, criticano il dialogo finale (qualcuno l’ha accettato benevolmente; qualcuno, come @Menico, l’ha gradito) e/o la nota aggiuntiva. Sono d’accordo. Qualche volta cado come un pollo nella tentazione di “spiegare” il senso dei racconti che scrivo, creando un anti climax indesiderato (ciò dipende da secoli di derive pedagogiche nelle mie precedenti vite). La nota aggiuntiva consideratela già eliminata dal mio file, mentre l’episodio finale del dialogo fra Gino e il giovane è in corso di revisione; non credo di cambiarne il senso, ma vorrei cercare di renderlo meno artificioso. Al momento la versione è la seguente:


“Gino si alzò, si stirò la schiena con una smorfia e si avviò verso l’uscita. La gente dentro lo spaccio lo seguì all’esterno.
Il vecchio controllò le cinghie e si voltò verso Peppe. - Addio Peppe, è improbabile che ci rivedremo. Grazie di tutto.
- Addio, stupido di un Gino. Mi mancherai.
Gino fece un ghigno, e passò lo sguardo sui visi dei presenti, come per regalare un ultimo commiato. Nel gruppo, un ragazzo che non avrà avuto più di ventidue, ventitré anni, teneva il braccio sulla sua ragazza, vistosamente incinta.
- Quando nascerà? - Fece Gino.
- Il mese prossimo.
- Auguri. - Ma in quegli auguri non si sentiva alcuna compartecipazione a un evento lieto; non c’era gioia ma malinconia, non augurio ma compassione. Il ragazzo lo percepì chiaramente.
- Signor Gino, capisco il suo punto di vista. Davvero. Ma col suo permesso vorrei dirle che lei sbaglia.
- Sentiamo.
- Il mondo soffre, sì, e il pensiero di un vecchio, se posso permettermi, è un pensiero di morte. Io sono giovane, la mia compagna aspetta un bimbo, e io non vedo la morte. […]”


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33Il deserto, dentro - Pagina 2 Empty Re: Il deserto, dentro Sab Apr 06, 2024 11:21 am

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Claudio Bezzi ha scritto:6) Il blocco in corsivo
Non è piaciuto a @Giammy e a @Fante Scelto (ma a qualcun altro sì, giusto per segnalare la bellezza delle differenze). Non discuto sul piace/non piace questa soluzione, ma mi permettete di spiegarne il senso. Quella parte è un racconto entro il racconto, dove il narratore esterno cede il posto a un inserto soggettivo, giustificato come ampliamento di una parte dialogica (Gino che racconta alle persone presenti nello spaccio) che non ha la forma del dialogo ma del ricordo; lungo, senza interruzioni. Allora - mia opinione - serviva uno stacco, la visibilità del cambio di registro narrativo che, a mio avviso, contribuisce a movimentare il ritmo. Penso - se non ricevo obiezioni più circostanziate - di lasciare così.

Più o meno ho capito cosa intendi, uso anche io a volte questo sistema, però ti spiego perché secondo me in questo caso non è il massimo a livello estetico.
Perché non c'è cambio di registro o di pdv.
Se l'inciso, che appartiene ai ricordi di Gino, fosse scritto "in terza persona", cioè come il flashback di un film, distaccato, allora sì, ti do ragione e lo avrei fatto anche io.
Non so bene come spiegarlo, ma se il pezzo raccontasse la storia di Gino come vista dall'esterno, cioé non da lui stesso che la racconta, creerebbe (secondo me) quell'effetto che intendi tu. Ma non c'è differenza di punto di vista, o di stile di scrittura, rispetto al resto della storia, specie rispetto al parlato normale di Gino (d'altra parte è sempre lui che racconta) e quindi crea più che l'altro l'effetto di una evidenziatura, come se l'autore avesse voluto evidenziare a più passate quel particolare pezzo.
E quindi io lettore mi chiedo "perché ha fatto questa evidenziatura?" e in quel momento spezza l'atmosfera.

Non ti dico di cambiarlo o che è un errore, solo che a me ha fatto quell'effetto lì. Piuttosto cambiarne il pdv, ma ripeto, è il modo in cui lo farei io, non per forza quello che funziona meglio.



Sono invece d'accordo con te sul discorso delle virgole, io le uso in maniera similissima a come hai fatto tu, perché davvero rendono il senso della fatica, dell'emozione, della pausa lessicale.
Però nell'esempio della frase che hai portato trovo che ce ne sia una o due davvero di troppo.

“Gino, con passo malfermo, entrò, e arrivò, con procedere incerto, fino al bancone.”

Per me è eccessivamente zoppicante, cioé enfatizza troppo quello che volevi fare, la lentezza di Gino e la sua fatica.
Ne toglierei una o due, con effetto finale a scelta, tra:
- “Gino, con passo malfermo, entrò e arrivò, con procedere incerto, fino al bancone.”
- “Gino, con passo malfermo, entrò, e arrivò con procedere incerto fino al bancone.”

Ti direi la prima, a gusto mio.

Ottima quella nel titolo, a me è piaciuta perché davvero dà un senso diverso rispetto a "Il deserto dentro". Che non è meno bello ma ha un diverso retrogusto.
Non l'ho scritto nel commento ma lo scrivo qui.

Per il resto, ottimo lavoro!

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34Il deserto, dentro - Pagina 2 Empty Re: Il deserto, dentro Sab Apr 06, 2024 1:18 pm

vivonic

vivonic
Admin
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Che bel terzo tempo!
Innanzitutto, ti rinnovo i complimenti che ti ho già scritto sia nel commento sia nella proclamazione, e sono contento del fatto che gli utenti abbiano condiviso con me l'idea che il tuo fosse uno dei racconti più belli dello step.
Come noti, ho messo apposta una virgola prima della e  lol!
Sono i puntini di sospensione che mi hanno distrutto; probabilmente perché è stata una segnalazione che ho ricevuto anch'io un po' di tempo fa a un importante concorso nazionale, e mi aveva fatto molto male, salvo accorgermi poi che avevano ragione loro. 
Grazie di questo commento così dettagliato. Che dire, ti aspettiamo al prossimo step Smile


______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.

35Il deserto, dentro - Pagina 2 Empty Re: Il deserto, dentro Sab Apr 06, 2024 1:22 pm

Claudio Bezzi

Claudio Bezzi
Padawan
Padawan

@vivonic: ho tolto 3 chili e mezzo di puntini... (ops, questo mi è caduto!), adesso va meglio. Sono molto ma molto contento di tutto; credo che se non fossi stato così pollo nel finale avrei strappato almeno una posizione in più ma, come dice il proverbio, non si può piangere sul becchime versato. Io sto preparandomi psicologicamente al secondo step... (GRRR!)


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L'uomo fa il male come l'ape il miele (William Golding).

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36Il deserto, dentro - Pagina 2 Empty Re: Il deserto, dentro Dom Apr 07, 2024 10:06 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Posso farti i complimenti non solo per il tuo racconto ma per il tuo bellissimo terzo tempo?
Quando parlo del bello di DT intendo molto di quanto tu hai scritto, scrivo, gli altri leggono, commenatno e criticano (spesso, per fortuna, in maniera costruttiva), giudicano e votano.
Io leggo i commenti, goiisco per quelli belli e mi dispiaccio per quelli meno belli spesso arrabvbiandomi con chi li scrive e ancora più spesso con me stesso per non essermi accorto di quel refuso, quell'errore, quel discros che non gira come dovrebbe.
Dopodiché prendo il tutto e seleziono il buono e ciò che mi può servire a migliorare il racconto mentre scarto quello che anche nei commenti non mi convince: se poi sono bravo come Claudio Bezzi spiego anche perché questo o quel commento non mi trovano d'accordo.
Grazie ancora davvero!


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