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La signora Hudson chiude dietro di sé una pesante porta, resistendo alla tentazione di sbatterla. Si toglie il complicato abito di scena, la parrucca e inserisce un cd nel lettore: volume basso, che se se ne accorgono quei due! Un po’ di pace, finalmente! Mentre si toglie il trucco Gaia si osserva criticamente allo specchio, uno specchio professionale, da camerino di teatro e, come quando è molto ma molto incaz… scusate, in collera, comincia a parlare da sola, anzi con la Gaia nello specchio.
- Che due palle! Non ne posso più!
- La vittima! Eri stata avvertita.
- Avvertita. Parliamone.
- Parliamone pure, ma la sostanza non cambia. Volevi fare l’attrice di teatro?
- Sì, ma…
- Serviva un lavoro?
- Sì, ma…
- Adoravi le commedie di Neri e Loi?
- Sì, ma…
- I salti morali per il loro corso?
- Sì, ma…
- Disco incantato?
- Sì, ma… occavolo, lo so che…
- Bene, assodato che è stata una scelta tua.
- Dunque, Cocca: io avrò anche fatto i salti mortali per farmi notare da Neri e Loi, ma non per fare la governante.
- Vero. Forse. Avrei dei dubbi.
Gaia prende dal cassetto alcuni fogli sgualciti.
- Ancora lo rileggi? Non è un copione, è un contratto.
- E in fondo c'è la mia firma. Lo so.
- Niente scappatoie, scritte in piccolo, per recedere?
- Ma quando mai!
- Mai dire mai! Magari solo qualche volta. Cerca dai!
- Facciamoci pure del male. Allora… primo: trasferirsi a Villa Loi.
- Dici niente? Prime colline, fine ottocento, parco, bilocale tutto tuo.
- Fisso mensile.
- Wow.
- Durata contratto due anni, un mese di ferie.
- Che lusso!
- Caratterizzare la signora Hudson per le prossime commedie tratte dai racconti di C. Doyle, scritte da Neri e Loi.
- Una passeggiata, con due maestri così.
- Sì, come no! Tipo scalare il Cervino con trenta chili di zavorra, tacchi a spillo e abitino da sera.
- Ti ci vedo proprio. Ricordati il cioccolato. Fondente.
- Mmm... la parte, recitarla ogni giorno... specifiche esigenze espresse dai suddetti.
- Volevi imparare? Accontentata.
- Sì, ma ‘sti due son pazzi!
- Pazzi, savi: qual è la differenza?
- Cioè è normale che abbiano ricostruito fedelmente la casa di Sherlock Holmes, si vestano, parlino, vivano come fossero dentro a quelle storie? Ventiquattro ore al giorno?
- Meno pericoloso di altre manie. Preferivi dei serial killer?
- Beh, no, però mi pare troppo.
- Ma sul palcoscenico sono dei miti!
- E ti credo. Mi chiedo se ci sia qualche differenza per loro, tra realtà e recitare.
- E nel mondo reale? Quando la gente recita e quando è reale?
- Poi dovevo… ah sì: sottoporre loro qualsiasi offerta di lavoro, per non interferire sui programmi.
- Ti hanno evitato un paio di fregature?
- Sì, ma poi stop. Metti che le commedie non vadano in scena: sarò a piedi. Scalzi.
- Non hanno parlato di lettere di presentazione?
- Vedere per credere: è gente scaltra, dalla memoria corta.
- Forse.
- Però non mi pare ci sia scritto che devo davvero fare la governante: servire il tè, riordinare lo studio.
- La signora Hudson, né più né meno. Consolati che almeno non devi fare le pulizie.
- Sarà, comunque sono stufa, me ne vado. Al diavolo Sherlock Holmes.
- Non può, signora Hudson.
Loi era sulla soglia: non lo aveva sentito arrivare.
- Pagherò la penale.
- Non c'è penale. Il contratto non si può rescindere. Lei è nostra fino alla fine della preparazione delle nuove commedie. Avrà ovviamente la sua parte, ma non può andarsene prima.
- E le offerte di lavoro?
- Arriveranno. Intanto si studi bene le nuove scene: oggi era molto distratta.
- Sai che concentrazione con tutti quei ragazzini! E Mario non ha fatto che provocare.
- A Mario penserò io. Ah, mi raccomando la torta, va tagliata con maggior cura.
- Senta, Loi…
- Io sono Holmes, signora Hudson, Holmes. E non provi nemmeno a pensare di fuggire: potrebbe essere molto, molto pericoloso.
L’uomo uscì dalla stanza, lasciando dietro di sé paura pura.
- Devo fare qualcosa! Pensa, pensa a qualcosa, Gaia.
- Telefona ai tuoi!
- E cosa gli racconto? Pendono dalle labbra di 'sti due!
- Proviamo a dormirci su! Magari domani vedremo le cose con più serenità, proviamo a farli ragionare.
- Non credo che abbiano voglia di ragionare.
- Meglio allora rimanere sveglie e pensanti.
Qualche giorno dopo, la scena si ripete, più o meno.
Gaia ora ha gli occhi scintillanti ed è pimpante.
- E' andata! Adesso devo solo tenere i nervi soldi, cioè salti, mmrr saldi. Cosa mi chiederanno?
- Per esempio il perché di 'sta pagliacciata: abiti, mobili…
- Fin qua niente di speciale: non è un segreto questo loro modo di vivere. Il personale di servizio confermerà le stranezze.
- Perché una brillante allieva della scuola di teatro Bini accetta di chiudersi per due anni quasi in clausura con due pazzi?
- Beh, sono anch'io appassionata di Sherlock e ho sempre sognato di fare teatro con Neri e Loi. L'occasione era unica, irripetibile, era stata una fortuna ecc. ecc.
- Benissimo. Vediamo: non ti era sembrato un po' strano quell'accordo così arzigogolato?
- All’inizio no: erano così gentili, disponibili! Non avevo tempo di farmi delle domande, dovevo lavorare sodo. Solo qualche mese fa ho capito che c'era qualcosa che non quadrava.
- Quando? Ricordati: deve essere qualcosa lontano nel tempo, ma non troppo! Quando hanno cominciato a comportarsi fuori dai soliti schemi?
- Cinque mesi fa: appena terminate le recite a Roma, ero sempre impegnata in villa, con le prove. Ero la signora Hudson tutto il giorno, non uscivo più.
- Volevi andartene?
- No, no! Volevo rispettare il contratto. Inoltre, mi avevano detto di aver fissato per fine mese un incontro con Mr. Hoder, che produce spettacoli teatrali in italiano, a Londra. Un trampolino importante, volevo tenere duro anche per quello.
- Però?
- Però iniziavo ad avere un po' paura, no paura è meglio di no! Diciamo che loro erano diventati strani e io non vedevo l'ora che scadesse il contratto. Insomma ero molto dibattuta, ma mi ripetevo che quello che avevo imparato valeva anni di dura gavetta…
- Eccetera eccetera. Bene. E oggi cosa è successo?
- Stamattina ho studiato la parte e nel pomeriggio abbiamo provato una delle scene, quella con la torta.
- Meglio “maledetta torta”, così lanci l’amo. E sii convincente.
- Ok. Allora: la settimana scorsa Neri aveva provato uno degli esperimenti di Holmes. Ultimamente era molto distratto, forse per via della droga, e aveva messo in un barattolo qualcosa di pericoloso, la cuoca l’aveva scambiato per zucchero e c’è mancato poco che non morissimo avvelenati.
- E quelle sostanze che fine hanno fatto?
- Neri diceva di averle distrutte.
- Ok! Tutto torna tranquillo, dunque.
- Non proprio: dopo quella storia degli esperimenti erano tesissimi.
- Qui ricordati di dare enfasi alla sorpresa per il comportamento dei due: è fondamentale!
- Allora. A metà pomeriggio Neri ha voluto improvvisamente fare una pausa. Io sono andata in bagno e li ho sentiti litigare. Loi diceva che a fine stagione si sarebbe ritirato. Neri sembrava isterico, l’ha minacciato, qualcosa del tipo "te ne pentirai amaramente".
- Amaramente! Già.
- Poi abbiamo ripreso e quando finalmente la scena è riuscita bene, Neri, Loi e Mario si sono mangiati la torta, con il tè.
- Perché tu non ne hai mangiato?
- Allergia alle fragole. E poi, non so… scherzavano, ridevano, ma c'era una tensione da tagliare con il coltello e mi guardavano in modo strano, per cui, con una scusa, sono venuta in camera mia.
- Ti hanno seguita?
- Mario sì, ma quando ha trovato la porta chiusa è tornato giù, in cucina, ridendo.
- Quando ti sei accorta che erano… morti?
- Verso le venti. Sono scesa per uno spuntino e li ho trovati in salotto, tutti con la bava alla bocca… erano spaventosi.
- Brava. Ricordati di essere molto frastornata, se riesci fingi anche un malore, ma leggero, non esagerare. Sei sicura di aver messo abbastanza di quella roba nella zuccheriera?
- Sì. Lo sapevo che non l'aveva buttata, non avrebbe rinunciato agli esperimenti. Quando la donna delle pulizie mi ha detto dei sali da bagno, ho capito: Neri li detesta.
- Le impronte di Neri sul barattolo?
- Ci sono.
- Tracce di quella roba là?
- Ne ho messo piccole tracce sulla giacca, nel cassetto delle camicie e anche un po' nella spazzatura e sulla scopa, come se avesse pulito dopo averla rovesciata.
- Lo scontrino del negozio di agraria?
- Nel taschino del gilè di Mario, insieme alla nota di Neri: non butta… non buttava niente quello stronzo.
- Adesso vai! Mi raccomando. Spaventata, sollevata, piangi pure quanto vuoi. Giocati tutte le carte, signora Hudson.
- Eh, si fa presto a dire "giocati tutte le carte"!
- Cocca, loro sono morti! Remember darling È la loro parola contro la tua, e loro sono muti. Tu sei libera. E viva.
Un ultimo sguardo allo specchio: Gaia si concede un sorrisino, lieve e crudele poi, con un bel respiro, esce dalla stanza e raggiunge i poliziotti. Le faranno tante domande, ma lei è pronta.
Si alzi il sipario. Sarà uno spettacolo unico, senza repliche. In scena, solo Gaia: le pare già di sentire gli applausi a scena aperta. Peccato che i suoi maestri non siano lì, a vedere quanto era diventata brava.
Ultima modifica di Susanna il Lun Giu 21, 2021 11:14 pm - modificato 1 volta.