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Hanno ucciso l'uomo ragno

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1uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Hanno ucciso l'uomo ragno Mer Lug 26, 2023 1:20 pm

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Niccolò inserì la chiave nella serratura, girò la maniglia e sollevò la porta basculante. Davanti a lui, nascosto sotto il telo grigio, giaceva inerme un cadavere di lamiera. Scostò il telo, facendolo scivolare a terra, accanto agli pneumatici a fascia bianca. Il garage odorava di olio e polvere. Studiò la Chevrolet Bel Air del 1957, sentendosi un po' come il dottor Frankenstein davanti alla sua creatura. C’era ancora un bel po' di lavoro da fare per rimetterla su strada, ma intanto l’intervento all’impianto elettrico era stato archiviato con successo. Da un paio di settimane si stava occupando del motore, poi sarebbe toccato agli interni e infine alla verniciatura della carrozzeria. Appoggiò le mani sulla pinna posteriore destra, dove un’estesa macchia di ruggine troneggiava sotto la vernice scrostata. Squadrò i pezzi di ricambio accatastati contro la parete del garage assieme alle latte di vernice turchese: era materiale che aveva acquistato in gran parte suo padre, per lo più pezzi originali che costavano un occhio della testa.
Ma quello era il passatempo che il vecchio Tonino si era scelto per ingannare la vecchiaia.
«Quando lascerò l’officina, dovrò trovarmi qualcosa da fare, altrimenti creperò presto.» Queste erano state le sue parole, pronunciate qualche giorno prima di andare in pensione.
E così si era procurato a caro prezzo un rottame incidentato da un autodemolitore di sua conoscenza. La Bel Air era appartenuta a un tipo strano, un cabarettista di mezza tacca che girava in lungo e in largo l’Italia per i suoi spettacoli. Correva voce che il tizio fosse pure invischiato in una brutta storia di pedofilia, ma questo al vecchio non interessava. A lui importava solo del rottame e farlo tornare all’antico splendore.
Peccato che Tonino avesse potuto giocarci solo poche settimane.
Nonostante la buona volontà non era riuscito a sopravvivere più di tanto alla pensione: un brutto male se l’era portato via in meno di sei mesi.
Nel letto d’ospedale si era fatto giurare dal figlio che sarebbe stato lui a proseguire il lavoro. E Niccolò aveva giurato, aveva promesso che avrebbe lavorato alla Bel Air nei fine settimana e anche quando non si sentiva troppo stanco dal lavoro all’officina.
Un tonfo proveniente dal bagagliaio lo riscosse dai ricordi. Guardò il portabagagli, esitante, poi lo aprì. Un ratto enorme schizzò fuori dal vano, facendogli fare un saltello di lato.
«Merda» esclamò, guardandolo sfrecciare attraverso il cortile.
Lo seguì con lo sguardo, finché non lo vide sparire dentro una siepe.
Chiuse il baule, percependo un brivido ghiacciato accarezzargli la schiena, nonostante la calura di metà luglio.
Realizzò con stupore di non avere più voglia di lavorare alla Chevrolet: era come se un piccolo meccanismo dentro di lui si fosse inceppato, producendo un fastidioso lamento appena percepibile. Guardò il telo e lo lasciò lì per terra; ci avrebbe pensato più tardi, magari l’indomani mattina.
Chiuse il garage e attraversò il cortile interno piastrellato con sbeccate mattonelle rosse. Quasi tutto era rimasto immutato in quel luogo: il colore delle piastrelle, l’ombra perenne che il sole non riusciva a scalfire, l’aria stantia col lieve sentore d’immondizia, i balconi sommersi dai vasi con le erbe aromatiche. Solo i garage apparivano davvero cambiati rispetto a quand’era bambino, con le basculanti che avevano sostituito le vecchie saracinesche. Ricordò le infinite partite a pallone, il suo garage a fare da porta, il clangore della serranda a ogni gol. C’era qualcosa in quei ricordi che faceva male.
Alzò gli occhi al piccolo rettangolo di cielo sopra la testa, poi s’incamminò verso l’appartamento del terzo piano che divideva con sua madre.

Niccolò prende la palla, punta Tommaso, poi la scarica a Lucio che di piatto infila Simone. È gol, hanno vinto. L’ennesima botta contro la serranda del garage fa affacciare Achille Semprini, l’inquilino del secondo piano.
«Basta! Ve lo buco quel pallone. Ma è mai possibile che non siete capaci di giocare senza fare baccano?»
Si mettono a ridere, poi corrono verso la fontanella all’angolo del cortile. La prima bevuta tocca sempre a Simone, il più alto del gruppo. La sua altezza è anche la sua condanna, visto che per questo è costretto a stare sempre in porta. Simone si attacca alla cannella, come a volerla svuotare, poi mette il braccio sotto l’acqua fresca. Ha il gomito che perde sangue e non è una novità: il suo corpo è pieno di croste perché si tuffa come un pazzo per parare ogni pallone.
«Dai, abbiamo sete, marocchino» dice Lucio, mettendosi a ridere.
Lucio è magro, piccolino, occhi, capelli e carnagione scura, e dà del marocchino a tutti. Una volta Niccolò ha chiesto a suo padre che cosa significasse esattamente quella parola e lui gli ha risposto che quelli del nord chiamano così quelli del sud.
«Ma ti sei visto?» esclama Simone, schizzandolo con l’acqua.
Dopo la partita è d’obbligo la tappa al bar di Otello.
Ognuno ha il proprio gelato preferito: Niccolò prende sempre il Calippo alla Coca Cola, Lucio il Cucciolone, Tommaso il Piedone alla fragola e Simone il croccante col ripieno di amarena.
Niccolò ha soggezione di Otello, anche se non lo confesserebbe mai agli altri: ha il viso sempre rosso a causa del vino, i peli che gli spuntano dalle orecchie e dal naso e in estate sfoggia una collezione di canottiere tutte sbrindellate. Anche le ciabatte che porta hanno visto tempi migliori. Lui pensa che anche i suoi amici abbiano un po' paura del barista; forse pure loro hanno sentito dai genitori che picchia la moglie. Ma in fondo hanno solo nove anni e gli unici che possono avere il diritto di spaventarli sono zombi, vampiri e licantropi.
Licantropi. Magari tutti quei peli nelle orecchie…
All’improvviso Niccolò fa una faccia strana: ha mandato giù troppo in fretta un pezzo di Calippo e gli si è ghiacciato il cervello.
Gli amici ridono e lui dopo che gli è passato il mal di testa si unisce a loro.
«Dopo il gelato che si fa?» domanda Tommaso.
«Io e Niccolò abbiamo costruito un trampolino nel campo dietro al palazzone» dice Lucio. «Lo saltiamo con le bici e vediamo chi arriva più lontano.»
«Fico» esclamano all’unisono Simone e Tommaso.
La serata è calda e afosa. La scuola è terminata solo da una settimana e c’è tutta un’estate davanti per divertirsi.
«Hei, marocchini, qualcuno ha visto Berto?»
«Non può uscire, è a casa col mal di gola» risponde Tommaso.

Per i primi di agosto Niccolò era riuscito a sistemare anche il motore e aveva ipotizzato che prima della fine del mese la macchina sarebbe stata pronta. Con l’officina chiusa due settimane per le ferie di Ferragosto infatti, avrebbe avuto più tempo a disposizione.
Girò la chiave di accensione e diede gas, godendosi la musica del motore. Si gustò il rombo qualche istante, poi spense.
L’immagine di Berto gli passò davanti agli occhi, trapanandogli il cervello. Era parecchi giorni che non faceva che pensare a lui e alla sua sparizione di tanti anni prima.
Berto si era trasferito nel quartiere nel marzo del 1983 e si era integrato subito con loro. Abitava a neppure cinquanta metri dal palazzone, in una casetta a un piano che condivideva con la mamma e la nonna. Suo babbo non c’era più. Poi, nel cuore dell’estate, sparì nel nulla.
Niccolò scrollò la testa, quasi a voler scacciare un pensiero.
Si era sempre chiesto che fine avesse fatto. Una sera aveva ascoltato furtivamente i suoi genitori che discutevano di un possibile rapimento da parte degli zingari. Anche i genitori dei suoi amici parlavano di quella possibilità. Qualcun altro invece propendeva più per la versione del maniaco. Comunque sia, qualunque fosse stata la causa, col passare del tempo Niccolò si era convinto che l’amico di sicuro non aveva fatto una bella fine.
Scosse di nuovo la testa con un senso di fastidio.
«Meglio lavorare» borbottò.
Cominciò col levare l’imbottitura interna delle portiere, poi si occupò del grosso sedile posteriore. La tappezzeria grigio chiaro era sporca, usurata e odorava di muffa. Trafficò un po', riuscendo alla fine ad estrarlo dall’alloggio. Se possibile i sedili anteriori erano anche peggio, con grossi tagli e rattoppi che incidevano il tessuto. Armeggiò con bulloni e chiavi inglesi e provò a far scorrere il sedile del passeggero dal telaio, ma senza successo. Sembrava bloccato. Riprovò, strattonando e tirando, finché non rimase incastrato col braccio tra seduta e telaio. Tirò ancora, ma una fitta di dolore lo fece desistere.
«Merda!» imprecò. Non fece in tempo a finire la parola che la porta del garage iniziò ad abbassarsi. Disteso e semi bloccato non riuscì a vedere la basculante che scendeva, ma ne sentì il rumore e avvertì la luce del giorno che si andava spegnendo.
«Hei, chi c’è là?» ringhiò tra i denti, il buio che lo avvolgeva completamente. Una leggera inquietudine s’impadronì di lui.
«Che scherzi del cazzo.»
Col braccio libero trafficò con le tasche della tuta da lavoro alla ricerca dello smartphone. Se solo fosse stato in grado di raggiungerlo, avrebbe fatto un po' di luce con la torcia e magari sarebbe riuscito a liberarsi.
Con l’abilità di un contorsionista riuscì a infilare la mano sinistra nella tasca destra della tuta, arpionando con pollice e indice la parte superiore del cellulare. Lo sfilò con lentezza, cercando di non farlo cadere, ma all’ultimo gli scivolò di mano e andò a sbattere contro il pianale dell’auto. Nell’urto qualcosa si azionò nel telefonino e una musica bassa si diffuse nel garage.
Vamos a la playa
Todos con sombrero
El viento radioactivo
Despeina los cabellos
Riconobbe subito la canzone dei Righeira, tormentone dell’estate del 1983. Cominciò a sudare freddo. Si sentiva inquieto, a disagio: per il buio, ma anche per quella musica. Attivò la luce del telefono e si guardò attorno, per quello che gli consentivano i movimenti. Il fascio luminoso rischiarò l’abitacolo, generando un buio ancora più scuro fuori dal suo raggio di azione. Sembrava che le ombre fossero più consistenti, vive, pulsanti, pronte ad afferrarlo. Si schiarì la voce, come a darsi coraggio, per scardinare quella spiacevole suggestione, ma appena lo fece una cacofonia di voci riempì il garage e l’abitacolo.
Aiutami. Aiutalo. Aiutaci.
Aiutami. Aiutalo. Aiutaci.
Le voci parevano diverse, ma l’effetto ipnotico di quel mantra riconduceva il tutto a qualcosa di uniforme. Di unitario.
Aiutami. Aiutalo. Aiutaci.
Aiutami. Aiutalo. Aiutaci.
La cantilena si insinuò dentro di lui, cullata in lontananza dalle note dei Righeira.
Aiutami. Aiutalo. Aiutaci.
L’immagine di una maglietta dell’uomo ragno saturò la sua mente, rigenerando piano piano il ricordo.
Aiutami. Aiutalo. Aiutaci.
«No, no, no» sibilò Niccolò, scuotendo la testa.
Ma le immagini erano in evoluzione, si stavano formando, un puzzle in 3D impossibile da sgretolare.
Tirò ancora il braccio incastrato e questa volta si sfilò senza difficoltà. Puntò il fascio di luce del telefono contro la porta, spinse e l’aprì. Avvertiva un gran freddo nel corpo, nelle ossa, e un caldo infernale nella testa. Uscì all’aria aperta, respirando con la bocca spalancata, a grandi sorsate. Si guardò alle spalle: dietro di lui il garage era una pozza di luce, senza più angoli bui. Come in trance, fece scendere la basculante e tornò all’appartamento.
Barcollando.

Niccolò si alza sui pedali, poi si allontana per prendere la rincorsa più lunga della storia. All’angolo della via i ragazzi più grandi stanno facendo il filo a Chicca, la figlia del signor Semprini, il fora palloni.
Quando pensa di aver raggiunto la distanza giusta si ferma.
Sul terrazzo dell’attico, il matto in costume da bagno continua ad andare su e giù col binocolo in mano. Gli scappa da ridere ma si trattiene: vuole fare un salto da paura. Caccia un urlo e comincia a pedalare come un forsennato. Gambe e piedi spingono sui pedali come pistoni impazziti, quasi a volere tracciare solchi profondi nel terreno. Ormai è in prossimità del salto quando per la foga sbaglia un po' la traiettoria: la ruota della BMX non passa al centro dell’asse di legno, ma più esternamente. I mattoni e i sassi che fanno da base per il trampolino si spostano, cosicché lui rovina a terra in modo tragicomico. Nella caduta si ferisce il ginocchio raschiando contro la terra secca.
«Cavolo, ti sei fatto male?» domanda subito Lucio.
«Sto bene» rassicura tutti Niccolò, sputandosi sulle dita della mano destra e passandole sulla ferita sanguinante. Brucia.
Il trampolino è bastardo, ci sono passati tutti.
«Torno subito, mi vado a sciacquare alla cannella.»
Niccolò s’incammina, dà un’occhiata all’orologio e si ferma.
«Oh, ma Berto a che ora arriva? Sono già le nove passate.»
«È sempre in ritardo, quel marocchino» dice Lucio. Sorride.
«Va bè, lo vado a chiamare io» fa Niccolò, dirigendosi verso il cortile.
L’acqua gelata della fontanella lava via il sangue e placa un po' il dolore. Il getto gli inzuppa il calzino e la scarpa da tennis, ma non importa. Chiude l’acqua e si appresta a correre verso la casa di Berto, quando qualcosa lo blocca.
La serranda del suo garage è sollevata da terra, saranno sì e no un paio di centimetri, ma l’abitudine di perlustrare in modo maniacale la superficie alla ricerca di qualche monetina, gli ha fatto notare subito l’anomalia. Si avvicina alla saracinesca, pensa di bussare e chiedere chi c’è, poi si ferma. Una musica appena accennata proviene da dentro. Esita ancora, quindi s’inginocchia e, senza fare rumore, solleva la serranda quel tanto che basta per riuscire a intrufolarsi. Lo sportello posteriore della Fiat 128 è aperto, dei piedi che fuoriescono dall’abitacolo.
Si avvicina.
Per terra, accanto alla ruota, le ciabatte e la canottiera del suo papà, dei pantaloncini corti e una maglietta con l’immagine dell’uomo ragno. La luce interna della macchina riesce a illuminare solo un ristrettissimo spicchio dell’esterno, ma quelle ciabatte le riconoscerebbe ovunque, tante sono le volte che il babbo gliel’ ha suonate sul sedere.
Avanza di nuovo.
L’autoradio rigurgita le note di una nuova canzone. La riconosce subito, la passano sempre per radio: Vamos a la playa dei Righeira. Li ha visti anche in tv al Festivalbar.
Va ancora più avanti.
Ora può vedere tutto.
Suo babbo è nudo, sta sopra qualcuno che non riesce a riconoscere. Sembra un bambino. È nudo anche lui. E piagnucola.
Suo padre lo accarezza e gli dice di smettere, che non vuole fargli male.
«Shhh» dice. «Shhh, è tutto a posto.»
Lo bacia; sul viso, sul petto e ancora più giù.
Adesso riesce a vedere anche il bambino. Ha gli occhi chiusi e singhiozza. Si tratta di Berto.
Niccolò vorrebbe gridare, ma si trattiene. Inizia a scuotere la testa e piano piano indietreggia. Sente le gambe molli, incapaci di reggere il suo peso, ma resiste. Si abbassa ed esce dal garage. Si preoccupa anche di abbassare la serranda al livello iniziale. Appena fuori comincia a respirare a bocca aperta, l’aria sembra non arrivare ai polmoni. In un ultimo tentativo di resistenza cerca di correre verso il campo, verso gli amici, ma appena fuori dal cortile è costretto a fermarsi. Si appoggia con le mani contro il muro, vomita anche l’anima, poi perde i sensi.

Aveva chiamato i carabinieri, tra poco sarebbero stati lì.
Niccolò si affacciò al terrazzo e guardò giù. Il campo dove avevano costruito il trampolino e che nella sua fantasia di bimbo pareva stendersi all’infinito, non esisteva più da un pezzo. Al posto di erbacce, sassi e ramaglie, nel corso degli anni erano spuntati un parcheggio, i palazzi delle associazioni sindacali, una banca.
Tutto cambiato. Figurine nuove al posto delle vecchie.
Era ancora scosso per ciò che la memoria aveva riportato a galla. Come se non bastasse, i giorni successivi aveva consultato il web in cerca di notizie sul vecchio proprietario della Chevrolet, il cabarettista italoamericano Jerry Di Nunzio. Jerry non era un santo: risse, ubriachezza molesta, truffa e tentata estorsione. Su di lui pendeva anche un sospetto di pedofilia mai confermato.
Del presunto bambino abusato si erano perse le tracce.
Sparito. Come Berto.
Solo che Berto, adesso, era tornato.
Niccolò si guardò le mani: tremavano.
Aveva ragionato parecchio sull’esperienza avuta in garage: le voci, quelle richieste di aiuto, non potevano essere allucinazioni sensoriali, frutto della sua percezione alterata. Le aveva sentite davvero.
Così nella sua testa aveva preso forma un disegno e si era convinto che il corpo di Berto si potesse trovare lì, nell’autorimessa.
Ci aveva perso una giornata intera, ma alla fine l’aveva trovato.
Dietro l’armadietto metallico dove teneva tute da lavoro, scope e detersivi, l’intonaco presentava una tonalità più scura. Aveva rotto il muro in quel punto, scoprendo la nicchia in cui riposava il piccolo scheletro con la maglietta dell’uomo ragno.
Ma doveva fare ancora un’ultima cosa per mettere il punto su quella brutta storia.
Scese in garage, prese una mazza e iniziò a pestare: prima i finestrini, poi i fanali e le lamiere. Coriandoli di vetro andarono a depositarsi a terra.
Non era più in grado di poter esaudire la promessa fatta al padre.
Non più.

2uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Gio Lug 27, 2023 11:27 am

gipoviani


Padawan
Padawan

Tema scottante e non solo perché ambientato in agosto. 
L'autore/autrice sceglie di usare un tocco lieve, leggero. E' una scelta condivisibile ma difficile da gestire. Occorre garantire drammaticità e leggerezza insieme. Compito eroico
A mio avviso la cosa non gli/le riesce del tutto.
Manca vera tensione, pathos credibile, evidenza di lacerazione interiore. La leggerezza può facilmente diventare superficialità. Far trapelare dalle azioni il dramma interiore, richiede grande maestria.
Comunque un pezzo che merita di essere letto. Grazie

NB complimenti per il titolo. E' una delle più belle canzoni politiche (insieme alla dura legge del goal, sempre degli 883) degli ultimi anni

3uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Ven Lug 28, 2023 5:50 pm

Antonio Borghesi

Antonio Borghesi
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un gran bel racconto dove all'inizio sembra quasi di una banalità oncredibile poi però... da brividi. Sei stato veramente bravo e sei veramente riuscito a emozionarmi. La  scrittura è scorrevolissima e non c'è nessun intoppo nella narrazione. Un paio di piedi sul mio podio li hai di sciuro.

4uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Ven Lug 28, 2023 5:57 pm

Arianna 2016

Arianna 2016
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Devi essere della mia generazione, autore. L’elenco dei gelati mi ha risvegliato i ricordi dell’infanzia.
Racconto interessante, tra noir e fantastico. Si legge piacevolmente. Scritto in modo corretto (ti segnalo solo “hei=ehi” e “bè= be’ oppure beh”). La struttura è equilibrata e coerente.
Mi è piaciuta in particolare la scena finale, in cui lui distrugge l’auto.

5uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Sab Lug 29, 2023 9:36 pm

digitoergosum

digitoergosum
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ciao Penna. Non posso dirti che il racconto non infastidisca, ma lo sai anche tu, era nel tuo intento. Non sto dicendo che il racconto non funziona, anzi il contrario. Sai suscitare disturbo, spesso ci provo anche io nei miei testi, non sempre con la stessa tua capacità. Lo stile è ottimo, scorrevole, e la storia nasconde indizi che fanno preludere al finale. Bella l'immagine del figlio che prova a rimuovere ma che è inseguito dai fantasmi del passato. Forse la scoperta delle spoglie del povero Berto, per il mio trascorso nelle FF.OO., lo trovo poco credibile ma è un racconto di fantasia e ci sta. Alcune descrizioni della Bel Air da riparare sono veramente interessanti, fanno venire voglia di cercare fotografie in internet, santo internet. La punteggiatura è sempre molto personale, non sempre ho condiviso il tuo utilizzo delle virgole, ma anche a me spesso contestano lo stesso, e altrettanto spesso non condivido la critica, quindi me ne tiro fuori. Concludo, cara Penna, dicendoti che hai fatto un buon lavoro, che probabilmente mi resterà nella pelle questa sera.

6uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Lun Lug 31, 2023 8:35 am

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Racconto molto coraggioso e scritto bene al netto di una punteggiatura da mettere un po' a tiro (è un problema che mi porto dietro da sempre anch'io anche se DT mi ha molto migliorato, il mio piccolo suggerimento è di leggere ad alta voce seguendo la punteggiatura inserira).
Argomento spinosissimo, che si svela a poco a poco in tutto il suo orrore accompagnando lettore e protagonista nello stesso percorso.
Certo il papà pedofilo doveva essere molto bravo per nascondere un cadavere così bene e lasciarcelo per tanti anni.
Ad un certo punto, prima della scoperta, quando Niccolò sente le voci nel garage, un brivido di inquietudine mi ha percorso la schiena e per riuscire in questo bisogna essere proprio bravi a scrivere. Complimenti.


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7uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Mar Ago 01, 2023 5:20 am

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Un racconto piuttosto complesso che rivela una buona tecnica narrativa. La storia vira di colore tingendosi di mistero man mano che si va avanti con la lettura. Ci sono descrizioni vivide che hanno acceso anche i miei ricordi come in racconti che ho letto in questo step e, anche in questo caso, mi è piaciuto fare un salto indietro nel tempo.
Sei riuscito a condensare tanto in poche righe, c’ė materiale da scriverci un romanzo. È una storia che vale la pena di essere letta e il finale, molto scenografico, mi ha soddisfatta.

8uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Mar Ago 01, 2023 9:54 am

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

La trama è davvero bella, e lo stile di narrazione è perfetto. 
È raro trovare qualcuno capace di raccontare così tanto senza risultare pesante. Mi spiego: c'è materiale sufficiente per un libro, ma il racconto è scorrevole così com'è, senza sembrare il riassunto di un romanzo. 
La scena nel garage, con lui bloccato dal braccio, è veramente magistrale e vivida. Tuttavia, devo ammettere che la scena dello stupro mi ha deluso. Questo mi permette di evidenziare un difetto: il racconto risulta un po' asettico. È possibile che questo sia stato fatto volutamente in quella scena per cercare di mantenere un certo distacco emotivo, ma altrove sembra mancare la scossa elettrica. Non che sia del tutto assente, ma mi aspettavo qualcosa di più coinvolgente dal alto emotivo, soprattutto vista la tematica affrontata.
Detto questo, un ottimo lavoro.

9uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Mar Ago 01, 2023 10:28 am

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Più bello e intenso del 'Giovane Holden'.
Un racconto che ha dentro tutto quello che può accadere, tutto quello che può succedere, e le scene crude seppur mitigate restano dentro a lungo e dopo averle elaborate ci si allontana tristi, ma mai dispiaciuti, come se fossero solo un effetto collaterale adolescenziale.
Bravissimo autore, qui ti sei superato.
.

10uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Mer Ago 02, 2023 3:30 pm

Nellone


Younglings
Younglings

C'è un aspetto che fa guadagnare un sacco di punti a questo racconto: finalmente un'autorimessa che è davvero un'autorimessa e non trasformata in appartamento, alloggio o ripostiglio. L'auto c'è, oltre alla rimessa, ed è ben presente, il vero collante che lega i due momenti in cui è ambientata la storia. La narrazione è decisamente scottante, con un finale a sorpresa che spiazza. Trovo però che l'alternanza fra presente e passato crei qualche confusione: ho dovuto rileggerlo due volte per capire la trama; se mi fosse passato fra le mani al di fuori del contest, lo ammetto, avrei sentenziato un "non ho capito molto".
Originale la trama, all'inizio sembra tutto normale, poi l'inquietudine sale vertiginosamente e l'escalation è davvero condotta bene.
Scrittura senza particolari sbavature ma forse un po' scolastica: avrei fatto virare anche quella nel corso della narrazione.
Nel complesso un bel racconto, forse leggermente arzigogolato, ma di sicuro effetto.

11uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Mer Ago 02, 2023 5:33 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Mi hai fatto tornare indietro nel tempo autore, quei gelati li ricordo tutti e li ho mangiati tutti. C'è qualcosa di agrodolce in queste righe, la parte ambientata nel passato è caratterizzata da una spensieratezza che è bello ricordare ma allo stesso tempo fa male. 
La storia parte piano, poi sembra virare verso un'allegra celebrazione del passato e dell'infanzia, infine arriva il thrilling, il mistero e si tocca l'odioso tema della pedofilia.
Mi ha piacevolmente sorpreso questa virata cupa, non me l'aspettavo.
Lo so, non c'entra niente, ma la scena finale, quando il protagonista distrugge l'auto, mi ha ricordato un film tratto da un romanzo di King, Christine la machina infernale: lì la macchina ogni volta che cercava di essere distrutta si rigenerava.
Però quella era appunto una macchina infernale.
Un buon racconto.

12uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Mer Ago 02, 2023 11:45 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un racconto difficile, pur nella semplicità sicura della scrittura, essenziale e senza fronzoli.
Il passaggio dal presente al passato: un’altalena di sensazioni e di ricordi, quel qualcosa di latente nella mente di un bambino che, inconsciamente, aveva realizzato la gravità del momento ma era riuscito a chiuderlo in un cassetto della memoria. Ma è qualcosa di troppo pesante e alla fine un momento particolare riesce a riaprire quel cassetto. Un momento devastante, che la Penna porge gradualmente: mi è piaciuto il modo in cui inizia il “risveglio”: una canzone, un attimo di paura per un topo, un angolo buio... un lavoro di restauro che improvvisamente si blocca. Quasi una seduta di ipnosi regressiva.
Una storia ben articolata, soprattutto con i passaggi temporali, che raccontano di giornate passate giocando, spensieratamente, mentre a pochi passi si consuma un dramma inimmaginabile per dei bambini; di ore trascorse a curare l’auto del padre-orco, che aveva continuato la sua vita come niente fosse, discutendo pure della scomparsa di Berto al pari di altri genitori, di fatto quasi rinchiudendo anche il figlio adulto in quel garage, come aveva fatto con Berto, obbligandolo a occuparsi della sua auto.

Un racconto "coraggioso": la pedofilia e gli orrori che ne derivano sono argomenti difficilissimi da trattare, quasi un tabù, soprattutto perchè tirano fuori la parte di noi che vorrebbe vendetta, una giustizia d'altri tempi. In tanti preferiscono passare oltre quando compaiono certe notizie sui giornali, quasi per rimuovere l'efferatezza di crimini che pare impossibile possano essere compiuti.
Ma anche per la complessità della psicologia delle persone coinvolte, spesso a loro volta vittime di abusi che ne hanno minato - semplificando all'eccesso - la percezione del bene e del male.
Dall'insospettabile vicino di casa, dall'amico di cui ci si fida, da persone cui si affidano i figli pensando siano al sicuro.

Le mie note
Hei-- Ehi


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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

13uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Gio Ago 03, 2023 6:14 pm

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Beh, il titolo è molto bello e il racconto scritto molto bene. L'ambientazione tra ragazzino, pallone, bici, gelati, ti riporta a quella fase della vita. Speravo finisse lì, invece è arrivata la svolta.
Il tema scottante della pedofilia è stato trattato varie volte in questi step, come la violenza in famiglia o sulle donne: li trovo un po' inflazionati anche se questa storia ha uno sviluppo circolare che mi è piaciuto. L'auto all'inizio e alla fine da riparare e distrutta in una specie di redenzione catartica.
Prova più che positiva.

14uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Lun Ago 07, 2023 1:35 pm

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Premetto che il racconto mi è piaciuto.
Mi ha anche stupito, perché nella prima parte davvero non si intuiva che la storia potesse prendere una piega thriller/soprannaturale.
La storia c'è ed è ben costruita, lo si vede tanto dalla cura per l'ambientazione anni '80 quanto dall'andamento circolare della stessa.

La mia unica perplessità riguarda il punto cardine della vicenda, ovverosia il trauma di Niccolò e la conseguente rimozione dalla memoria.
So che può succedere e quindi non è una critica vera e propria, però il fatto che lui non ricordasse proprio nulla del misfatto per tutto il resto della vita l'ho trovato una sorta di espediente letterario. Specie se, a un certo punto, la sparizione del Berto ha cominciato a suscitare il dibattito anche tra gli adulti, incluso il padre-assassino.
Non so, credo che una cosa del genere sia dura da dimenticare, specie se lo stupro non l'ha subito lui in prima persona.
Però, ribadisco, la mia è solo un'osservazione narrativa, non un giudizio di merito.

In maniera simile, l'accusa di pedofilia pendente sul cabarettista sembra un po' inserita a forza per restare in tema, o per fare da pretesto per far riemergere il trauma del protagonista. In realtà secondo me non serviva: il fatto che Niccolò si fosse venuto a trovare, per caso o per intervento soprannaturale, nella stessa situazione di molti anni prima nella quale aveva scoperto il padre pedofilo, poteva essere già la molla per il ricordo della tragica esperienza.

Stile di scrittura buono, gli manca un po' di mordente. In certi passaggi serviva più pathos per trasmettere una dose maggiore di coinvolgimento, ma alla fine la scelta di restare distaccati e oggettivi non è male comunque.

La Bel Air è un grande classico delle auto americane.
La sua distruzione mi rammarica, anche perché forse finire il restauro e venderla avrebbe almeno dato a Niccolò un bel gruzzolo. Ma io ragiono molto in ottica utilitaristica, quindi non farci caso.

Mi ha divertito, infine, il blocco del sedile passeggero dell'auto. Penso sia un difetto tipico delle vecchie Chevrolet, perché la mia fa uguale. Attualmente è bloccato e non scorre. 
La porterò a riparare.

A mirella garba questo messaggio

15uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Lun Ago 07, 2023 2:08 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Se vi interessa, è uscita (non so da quanto tempo) un'edizione straordinaria dell'album "Hanno ucciso l'uomo ragno" degli 883. Ho comprato il CD perché mia figlia ascolta le canzoni e le riproduce al pianoforte. Io le ascolto per tornare indietro nel tempo. Ecco, questo racconto, aldilà della trama in sé, mi ha fatto tornare indietro nel tempo, una sensazione decisamente positiva.

Positiva, parimenti, è l'impronta che il testo mi ha lasciato ha fine lettura. Non ho faticato nei passaggi presente/passato. Come notato, la vicenda parte un po' in sordina, per cui mai e poi mai immaginavo l'evoluzione verso tutt'altro genere. Non è una critica, anzi, lo dico per evidenziare l'abilità dell'Autore nel creare l'effetto sorpresa. Credevo che tutto girasse intorno al garage e alla Bel Air. Non so neanche com'è fatta quella macchina, ma ammetto che le auto d'epoca, in generale, mi provocano sempre una certa ammirazione. Dunque pian piano la "vera" storia viene fuori, tutto ritorna nella mente di Niccolò, per cui capisce che per sbarazzarsi dei fantasmi improvvisamente ritornati deve distruggere l'oggetto/luogo della violenza sessuale e fisica sul povero Berto.

Ho trovato un poco frettoloso l'epilogo: è vero che le indagini sul ritrovamento e l'omicidio di Berto sono successive a ciò che si racconta, ma le avrei preparate meglio, con qualche dettaglio in più. Manca pathos nel racconto? Non credo, ma nella parte finale ho percepito una narrazione più distaccata rispetto al resto della storia.

Grazie.

16uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Mar Ago 08, 2023 3:34 pm

Asbottino

Asbottino
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Per me uno dei racconti migliori di questo step. Sembra quasi che l'autore, non soddisfatto di avere un solo paletto, se ne sia aggiunto almeno uno lui, quello temporale. I suoi Anni 80 sono perfetti, dalla musica ai giochi, dai gelati al cervello congelato. L'inizio mi aveva fatto temere un altro racconto di auto, di velocità, una narrazione che avrebbe portato la storia fuori dall'autorimessa. E invece la stanza è tutto: è la promessa dell'inizio, è il luogo della stupro, dell'esperienza ai confini della realtà, del ritrovamento dal cadavere, dalla distruzione della promessa. C'è in tutti i momenti salienti della storia e credo che davvero non si potrebbe chiedere di più.
Ecco, se devo fargli un appunto è quello di costruire in modo magistrale ma di risolvere poi un po' troppo di fretta. Specie la distruzione della macchina. La scena è davvero tirata un po' via. Io ero molto convolto a quel punto lì, quindi l'ho trovata perfetta, ma era perfetta da un punto di vista di scelta narrativa piuttosto che di realizzazione pratica.
Te ne faccio un altro. Io un piccolo spazio a Berto lo avrei cercato, a un Berto felice e spensierato però.
Comunque non toglie nulla alla potenza del racconto. Come detto, uno dei migliori. Curiosamente la mia ultima lettura. Il titolo mi aveva un po' tenuto alla larga, se devo essere sincero. Ne cercherei uno più calzante. La memoria va a un'altra canzone, ma nel racconto c'è già quella dei Righeira e basta e avanza.
Complimenti sinceri, una lettura davvero completa ed emozionante.


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uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Senza_10

A Byron.RN garba questo messaggio

17uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Mar Ago 08, 2023 10:27 pm

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ecco una di quelle storie che catturano sempre e comunque la mia attenzione!
Mi piace quando l'autore sguazza nel torbido e mi porta con sè a esplorare la parte conturbante della vita.
Però...
Perchè l'esperienza immersiva nella mente criminale sia esauriente, credo che tutto debba essere ben calibrato e niente o poco lasciato al caso: in questo racconto alcune parti salienti rimangono vaghe (perchè e come uccide il bambino? Lo aveva già fatto? Dov'è la paura di Berto?). E' anche vero che tutto è raccontato dal punto di vista di Niccolò, che queste cose non può saperle, però, dato che nel testo fa capolino un pò di soprannaturale, avrei cercato un modo per dare più notizie, per tirare dentro ancora di più il lettore nella storia, per aggiungere quel pizzico di pathos che, purtroppo, manca.
Il racconto non è pesante e tutto viene raccontato con piacevole leggerezza usando lo stesso tono sia nel passato che nel presente.
Non so, forse è proprio questa pacatezza che non mi convince del tutto: dato il tema forse mi aspettavo che il testo diventasse più ruvido, abrasivo, quasi.
In realtà fin qui sembra che quella abrasiva sia io! 
Il racconto mi è piaciuto molto, forse proprio per la sua angosciante pacatezza: dato appunto che mi è rimasto nel cuore volevo sottolineare all'autore i punti critici che, a mio avviso, aggiungerebbero quel pizzico di pepe in più alla storia.

Curioso il fatto che tu abbia scelto di scrivere il presente al passato e il passato al presente: a giochi conclusi sarei molto curiosa di conoscere il perchè di questa scelta.
Quando ho capito a cosa si riferiva il titolo ho pensato "Ganzo!". cogliendo in esso qualcosa d'ironico.
Riflettendoci invece mi sembra un'ulteriore oltraggio alla morte di Berto.

18uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Gio Ago 10, 2023 5:13 pm

mirella


Padawan
Padawan

La lettura della prima parte scorre liscia senza intoppi fino alla partita di calcio dei ragazzini: Niccolò bambino e i suoi compagni giocano a pallone, utilizzando come rete la porta di un garage. Il brano - almeno metterlo in corsivo, no?- riferisce un ricordo di Niccolò, un pensiero indotto dall’attraversare l’area dei garage, o forse serve solo a introdurre il personaggio di Berto, comunque non mi sembra perfettamente inserito nel contesto, rappresenta un salto indietro; infatti la narrazione prosegue al presente con Niccolò che lavora a mettere in sesto la Chevrolet  e intanto gli sovviene il ricordo di Berto:
“L’immagine di Berto gli passò davanti agli occhi, trapanandogli il cervello. Era parecchi giorni che non faceva che pensare a lui e alla sua sparizione di tanti anni prima.” Questa volta il brano risulta contestualizzato meglio.
Mi chiedo come mai il ricordo del ragazzo scomparso affiori in modo  ossessivo solo da parecchi giorni, dal momento che la sparizione risale a tanti anni prima, ma forse Niccolò  non ha mai trascorso tanto tempo in garage, come fa dopo la morte del padre per rispettarne la richiesta. Mi suona strano che in punto di morte il padre pensi a far  riparare il rottame dell’auto, forse perché il figlio scopra il terribile segreto che non ha mai avuto il coraggio di rivelare?
Comunque, transeat. Non si può dire tutto in un racconto; certe cose sono lasciate all’immaginazione del lettore.
Fin qui succede poco. Però nella seconda parte accade di tutto: la porta del garage si chiude misteriosamente, la luce si spegne e Niccolò finisce al buio, il cellulare cade a terra e nell’urto aziona la canzone dei Righeira, il silenzio del garage si riempie di voci inquietanti, emerge dall’inconscio l’episodio rimosso cui ha assistito nell’infanzia, ritrova  il telecomando, con questo solleva la porta, si fa luce, esce. Poi ritorna, ritrova il cadavere di Berto , distrugge la Chevrolet.
Tutto accade rapidamente. La forma della scrittura  si fa confusa, il ritmo si fa concitato, l’intervento del soprannaturale fa deviare il racconto verso il genere horror.
La trama mi piace, non così la gestione del tempo del racconto, la palese ricerca di sensazionalismo, il cambio di  ritmo, perciò la mia valutazione non è particolarmente positiva. Comunque rimane un buon racconto.
esce

19uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Sab Ago 12, 2023 5:00 pm

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

mi è piaciuto parecchio.
è vero che il tema è un po' abusato, soprattutto negli ultimi tempi, ma in questo caso non infastidisce per niente, tutt'altro.
ci si arriva per vie traverse, inattese, almeno secondo me, e lascia abbastanza di stucco.
ottime le descrizioni visive, buona la stesura, il testo è scorrevole e si legge d'un fiato.
qualche refuso da sistemare, ma nessun errore grave da segnalare.
complimenti.


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L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

20uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Dom Ago 13, 2023 5:09 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Racconto bello, forte, spietato, duro. 
Mi ha incollata al foglio, con la speranza di non dover leggere l’agghiacciante scoperta dell’epilogo. 
Perfetta la ricostruzione dell’epoca, comprese le canzoni e i gelati.
Sei riuscit a tenere sempre alta la tensione in tutto il racconto, non ho percepito cali. Complimenti.
Una prova molto positiva che spero di includere nelle mie preferenze.

21uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Mar Ago 15, 2023 4:41 am

CharAznable

CharAznable
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Racconto molto bello. Ti cattura e ti trasporta in quel maledetto ricordo che il protagonista aveva rimosso dalla sua memoria. Due piccole cose che non rovinano il lavoro che hai fatto: il legame dell'auto col cabarettista lo trovo superfluo. Forse l'hai fatto per sviare il lettore dal finale a sorpresa, ma non è necessario. La parte dei ricordi l'avrei messa in corsivo per staccarla dalla vicenda odierna.
Due piccole note da lettore.
Rimane un ottimo lavoro.
Complimenti.
Grazie.


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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

22uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Lun Ago 21, 2023 2:20 pm

Hellionor

Hellionor
Admin
Admin

Il racconto fila bene e devo dire che mi ha convinto. Ho trovato il garage centrale, ben evidenziato in tutti i passaggi salienti del testo.
Concordo sul fatto che in questi racconto c'è materiale sufficiente per un romanzo, e nonostante questi sei riuscit a calibrare il tutto per renderlo perfetto nella dimensione racconto.
Però, se tu volessi ampliarlo, potresti ancora aggiungere innumerevoli sfaccettature e dettagli a questa storia.
Un gran bel lavoro, brav.
Ele

23uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Mar Ago 22, 2023 1:07 pm

Menico

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Padawan
Padawan

Una storia che potrebbe essere vera, scritta in modo da non lasciare spazio a intuizioni sul probabile epilogo. I salti temporali contribuiscono a rendere più comprensibili le azioni e le considerazioni di Niccolò. Nulla da eccepire sulla forma, che risulta scorrevole e corretta. Veramente un bel racconto!


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Come l'acqua che scorre, sono un viandante in cerca del mare. Z. M.

24uomo - Hanno ucciso l'uomo ragno Empty Re: Hanno ucciso l'uomo ragno Mar Ago 22, 2023 6:16 pm

vivonic

vivonic
Admin
Admin

Ciao, Autore. Farò un commento brevissimo: ti riporto solo che cosa ho scritto nei miei appunti dopo aver letto il tuo racconto:
Non so più a chi dare il mio primo posto. Bellissimo, porca puttana.


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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.

A Arunachala e Byron.RN garba questo messaggio

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