ahò

Scelta coraggiosa quella di inserire tutti questi dialoghi in sole 100 parole. Il rischio è che si persa il senso del discorso: chi dice chi? Chi fa cosa?
Ho dovuto rileggere per recuperare le fila della storia.
Una storia che sa di tristezza, di vita di quartiere, di qualcosa che forse evoca vecchi tempi e ai quali si pensa con rabbia mista a un sorriso.

In questo cento si fa vivere e vibrare un bel rapporto tra fratelli dove il più giovane, probabilmente una sorta d'intellettuale o piccolo nerd, difende il più grande in maniera quasi comica e poco efficace.
Anche il bullo del quartiere pare apprezzare il coraggio del ragazzino e, sotto sotto, passa un sottile alito d'ammirazione per qualcuno che rischia sul serio per affetto e dedizione.
Chi delega ai dialoghi la buona riuscita del proprio componimento ha sempre la mia stima perchè la ritengo una sfida intrigante e sempre ardua.

P.S.: perchè il titolo è scritto in minuscolo?

Questo 100 mi ha letteralmente conquistato fin dalla prima lettura, a cominciare dal titolo che, quando l'ho letto, ho pensato: "Ma che cazzo di titolo hai messo?", e invece penso sia uno dei meglio riusciti della storia dei 100x100.
Il pdv è preciso e coerente in tutto il racconto: è esattamente quello del ragazzino, un estraneo al mondo delinquenziale, che quindi non può capire che Topolo ha picchiato il fratello per qualche motivo ben diverso da una banale lite. Ed è sempre lui a definire la propria reazione "buffa", e per chi non lo sarebbe? Un ragazzetto che si getta alla pancia (perché si presume che arrivi giusto lì) di colui che ha picchiato il fratello.
Cavolo, è tutto perfetto in questo 100: ogni parola, ogni sensazione, ogni emozione. 
Grazie di averci regalato questo tuo ricordo, che adesso è anche nostro.

Grazie lo stesso.