«Quando le acque finirono di scendere dalle nubi i fulmini si scagliarono con ingordigia sulla strada che divideva in due il vecchio quartiere lasciando percepire un irrefrenabile desiderio di libertà.
Non più tempeste ma pure occasioni per scatenarsi sulla terra senza avere ai piedi la corda che lega ai nembi, quel maledetto rostro flessibile e contorto che avvolgendo l’anima imprigiona la sua luce»
Ero seduto sulla mia improvvisata poltrona e battevo con violenza sui tasti del mio computer cercando di scrivere una storia che parlasse di regole e di valori, di giustizia e morale ma riuscivo a scrivere solo poche righe d’un ridondante talmente retorico che fulminava pure il temporale che m’ero creato mentalmente.
Nelle cuffie, che m’infilzavano le orecchie, incalzavano i Led Zeppelin e Jimmy Page faceva parlare la sua chitarra andando oltre le note musicali, dando un’anima e un verbo al suono.
Ecco l’idea… Lascerò che ogni parola se ne vada dove vuole e per la trama taglierò corde e rostri fasulli consentendo massima libertà d’intreccio.
Qualche tempo dopo…
Superman, dopo un’incredibile avventura nel fondo dell’oceano in cui salvava se stesso da un se stesso che s’era tramutato in una sirena muta, aveva deciso di prendersi una vacanza in un’amena località di montagna.
Alte le cime e le rocce rossastre si cingono dei raggi del sole che, dopo aver abbandonato la valle al buio, muoiono lentamente nell’abbraccio della notte.
«Ah, Superman che ci fai quassù? Ammazza non pensavo di incontrarti in funivia! Scusa la domanda stupida ma non facevi prima a svolazzare direttamente in cima e poi non sapevo che scrivessi poesie, non volermene ma sbirciavo da dietro mentre abbozzavi sul quel foglio»
«Uhm, se non sbaglio tu sei, sei… El Toradol, non dovresti essere in un’arena a infilzare tori?»
«Magari, ho beccato ‘na botta di sciatica che non ti dico, sto bloccato da un bel po’ e poi questa maledetta pandemia ha spazzato via ogni spettacolo»
«Beh, io sono per la tutela degli animali, scusa la franchezza»
«No, figurati mi sono pentito e m’ero pure stufato di fare il pupo imbellettato in mezzo a un’arena. Ma lasciamo perdere… Mi spieghi come mai tu che sei un supereroe scrivi poesie e te ne vai in funivia?»
«Mi sentivo ingabbiato in questo stereotipo di vita, sempre a salvare le vite degli altri mai un attimo di tranquillità volando di qua e di là. Poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso ed eccomi dentro questa cabina che sale verso le cime. Tutti hanno sempre pensato che io fossi un eroe immortale, indistruttibile e invece, come vedi, me ne vado in funivia e scrivo poesie senza che nessuno mi metta dei ceppi a bloccare il mio agire. E che cavolo! Superman a destra, a sinistra, salva questo e quello e… insomma basta voglio sentirmi umano senza freni, voglio provare il brivido del volo senza volare davvero»
«Beato te che sei stato capace di dare uno strappo a quel cavo che ti legava alla vita decisa dalla società, pensa se si venisse a sapere di questa cosa, già m’immagino i titoli dei giornali: “L’uomo d’acciaio spezza il cavo che lo teneva legato a noi e da oggi non volerà più”. Cavolo che scoop! Ti invidio, prendi me, uno che infilzava tori finito infilzato da un attacco di sciatica e per giunta, con i contributi versati all’ente, per trent’anni di lavoro mi toccherà una pensione da miseria. Era meglio farsi incornare da un toro, almeno m’avrebbero fatto una statua in qualche piazza di paese»
«Non pensarci e godiamoci questa vacanza, meritata o non è pur sempre una vacanza e poi non t’accorgi di quanto sia bello sentirsi uomini normali che semplicemente si godono la vita e la natura? Caro amico su col morale, meglio così che essere statue lordate dai liberi piccioni»
«Hai ragione Superman, sento già le corde dell’anima che vibrano, mamma come vibrano»
Esterno giorno, interno giornalaio, bacheca con le prime pagine dei quotidiani…
«Tragedia in funivia sui monti, la cabina con all’interno Superman e il famoso El Toradol crolla al suolo, dopo un terribile volo. Morti durante il trasporto in ospedale. La magistratura ha aperto un’indagine. Da alcune indiscrezioni si dice che in tasca alla tuta di Superman sia stato ritrovato un foglietto con scritta una poesia. Tutti i coccodrilli piangono e una domanda sorge spontanea: “Si poteva evitare?”»