Come Penna sei sempre una sorpresa: pensi di aver cominciato a comprendere il tuo stile (ma quando mai, con un ecclettico pari tuo) e tu viri verso altri lidi, portando con te il lettore, anzi trascinandolo dopo averlo ben legato.
Un racconto dall'atmosfera cupa, piena di domande senza risposte ma anche tante risposte a domande nascoste. Mi sono ritrovata in un'atmosfera vagamente gotica, inquietante, cercando una storia, una trama che alla fine non c'è, ma ci sono spunti per riflessioni molto personali.
Penso sia uno di quei racconti in cui il lettore può anche sperimentare diverse chiavi di lettura: una storia di misticismo religioso, ricerca della verità o del bene scontrandosi con l'effimero o il male, ma anche immaginarlo come incipit per un romanzo corposo.
*** Le mie note ***
Sono davvero minimal, pià che altro legate al virgolettato del dialogo nel primo pezzo
«Vade retro» disse la Dama, nessuno scettro o altare t'appartiene.
Tu che sei fautore... dopo Dama forse andrebbero riaperte. Per la chiusura immagino dopo predominio. O almeno io l'ho letto così.
Grazie per condividere i tuoi mai scontati racconti.