Different Tales
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.
Ultimi argomenti attivi
» Staffetta 15 - Episodio 1
staffetta 16 - Episodio 1 EmptyIeri alle 10:39 pm Da M. Mark o'Knee

» Different Staffetta Autonoma - Settimana del 18/11/2024
staffetta 16 - Episodio 1 EmptyIeri alle 11:05 am Da Achillu

» Staffetta 12 - Episodio 5
staffetta 16 - Episodio 1 EmptyIeri alle 12:03 am Da Albemasia

» Staffetta 13 - Episodio 4
staffetta 16 - Episodio 1 EmptyLun Nov 18, 2024 8:33 am Da CharAznable

» staffetta 16 - Episodio 1
staffetta 16 - Episodio 1 EmptyDom Nov 17, 2024 12:26 pm Da Albemasia

» Vincitori Fulminati
staffetta 16 - Episodio 1 EmptyDom Nov 17, 2024 1:12 am Da caipiroska

» Pachamama! Quinto Step. Info e paletti
staffetta 16 - Episodio 1 EmptySab Nov 16, 2024 2:04 pm Da Albemasia

» Un Natale senza Gesù
staffetta 16 - Episodio 1 EmptyGio Nov 14, 2024 4:46 pm Da tommybe

» Staffetta 9 - Episodio 5
staffetta 16 - Episodio 1 EmptyGio Nov 14, 2024 1:43 pm Da Albemasia


Non sei connesso Connettiti o registrati

staffetta 16 - Episodio 1

2 partecipanti

Andare in basso  Messaggio [Pagina 1 di 1]

1staffetta 16 - Episodio 1 Empty staffetta 16 - Episodio 1 Sab Nov 16, 2024 11:35 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Da qualche giorno ero decisamente fuori fase e le scadenze con l’editore stavano virando in urgenze.
Neanche la splendida tavolozza di colori autunnali del giardino riusciva a darmi lo stimolo giusto per affrontare il lavoro. La causa? Un pacchetto che da alcuni giorni vagava per lo studio.
Che un oggetto potesse avere poteri occulti è una bella idea, ma solo per un romanzo.
Eppure un piccolo dubbio aveva iniziato a insinuarsi.
“Aprimi, aprimi!” era il suo insistente invito e al mio rifiuto, si vendicava.
Non serviva cambiargli posto e, per non scomodare quelli del calendario, mi ero inventata santi protettori utili per future e inaspettate perdite: san Macrì per una chiavetta e san Gerundio per il cellulare.
Quella mattina a interrompere le ricerche del pacchetto, con allegate le chiavi di casa, era stato lo squillo di una video chiamata, a cui risposi incautamente.
«Perché non sei venuta alla lettura del mio testamento?» Prisca Vidal odiava i convenevoli.
«Perché non eri morta.»
«Ma potevo esserlo.»
«Tu, una dipartita privata? Faresti un patto col diavolo pur di poter leggere necrologi e messaggi di condoglianze. Certo che anche il notaio, prestarsi a una tal pagliacciata!»
«È un vecchio amico, lui, che sa divertirsi. Lui.» Naso all’insù e aria offesa: col diavolo avevo colto nel segno.
«Tu ti sei divertita, con un’entrata a effetto, rediviva di bianco vestita!»
«Anche il bianco è un colore per il lutto.» Ammettere di aver esagerato, mai.
«Mi pare però che Lara abbia visto nero!»
«Uff! Sta benissimo. E i lasciti hanno messo tutto a posto.»
Conoscendola, immaginai i lasciti: il tansu giapponese, lampade vintage, servizi da tè e quadri, tutti acquisti emozionali, di valore e buongusto questo sì, ma finiti in soffitta per far posto ad altro.
«E dai! A loro piacevano quelle cose, quindi… ho fatto pulizia.»
«Il diavolo ti ha messo alla porta e tu hai forzato quella sul retro.»
«Oh, la porta! Scusa Emma, hanno suonato.» Trarsi d’impaccio era una sua specialità.
 
Il giorno dopo Prisca mi chiamò sul cellulare:
«Perché ti ho licenziata?»
«Non mi hai licenziata, mi sono dimessa.»
«Davvero? Sai che non mi ricordo.»
Prisca ha una memoria di ferro, ma a senso unico.
«Davvero, Emma, non rammento. Sai, l’età...»
Col pacchetto in prima fila, le ricordai di come un anno prima avesse cestinato con un “Che schifo!” la mia versione del primo capitolo del suo ultimo libro, uscendo poi da casa sua sbattendo la porta e lasciandomi lì come una cretina.
Avevo scritto le mie dimissioni piangendo. Non ci eravamo più sentite.
Quello schifo però lo aveva utilizzato e, magra consolazione, c’era anche un po’ di me nel successo ottenuto.
 
La terza telefonata decretò che stavamo capitolando:
«Allora, l’hai aperto o no?»
Impiegai un secondo di troppo a rispondere:
«No, non an…»
«Fallo, Emma, prima che sia troppo tardi!»
«Ci penserò.»
«No, fallo e basta! Il tempo corre.»
Conoscevo Prisca da più di trent’anni: ero stata sua assistente, prima lettrice, editor e confidente ma quel tono, così accorato, mi era del tutto nuovo. Avevamo lavorato bene assieme: era instancabile, brillante e sensibile, ma dalla copertina ruvida e quella frase mi colpì. Il passare del tempo non era mai stato un problema per lei.
 
Quella sera aprii il pacchetto.
Avvolto nel pluriball c’era un elegante cofanetto con intarsi di madreperla, con dentro alcune boccette di inchiostro e Bice, la sua stilografica, off limit per tutti.
Mai avrei pensato che potesse liberarsene: era stato un dono di Natale del padre, modesto operaio, che lo aveva comprato, usato, dopo che alcuni racconti di Prisca erano stati pubblicati.
«Lo vidi vergognarsi di avermi regalato una cosa usata. Gli promisi che avrei scritto sempre e solo con questa penna, e l’ho fatto.»
Per stemperare il momento avevano battezzato la stilo Bice, come una cugina pettegola.
 
Sotto la penna trovai un bigliettino:
Bice non mi serve più, non ho più nulla da dire. Riprendi i tuoi racconti, lavoraci con lei: è meglio del Mac. Scusa per quel giorno.”
Non ho più nulla da dire”: mi ero chiesta tante volte cosa avesse incrinato quella che era stata anche una bella amicizia, e mi addolorò che Prisca avesse affrontato da sola l’angoscia di sapere che “L’ombra della neve” sarebbe stato il suo ultimo romanzo.
«Avresti dovuto dirmelo, donna testarda! Ti avrei aiutata!»
Piangendo trovai il posto giusto per Bice sulla scrivania.
 
Mi organizzai e riuscii a ritagliarmi un paio d’ore ogni giorno per riprendere i miei racconti da dove li avevo lasciati, anni prima. Li affrontai come fossero scritti da altri: era il mio lavoro dopo tutto. Mi fecero un po’ pena: lo stile era buono ma dovevo sfrondare senza pietà, liberarmi di personaggi e passaggi inutili.
Ogni tanto Prisca mi inviava un messaggio, sempre quello:
«Come va?»
Le mie risposte? Punto morto, sono nella m…, togliti dalle palle, forse ci siamo, bleah.
Impiegai diversi mesi a riscrivere otto racconti e quando le risposi: «Finito!» la sua replica fu: «Arrivo.»
Li avevo riscritti a mano, con Bice.


______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

2staffetta 16 - Episodio 1 Empty Re: staffetta 16 - Episodio 1 Sab Nov 16, 2024 11:37 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ho ripreso la prima parte di un racconto scritto l'anno scorso, per un concorso.
Peccato aver dovuto togliere un passaggio che mi piaceva molto.
Buon lavoro a chi lo prenderà per mano.


______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

3staffetta 16 - Episodio 1 Empty Re: staffetta 16 - Episodio 1 Dom Nov 17, 2024 12:26 pm

Albemasia

Albemasia
Padawan
Padawan

Bel pezzo, Susanna, mi azzardo a dire che mi sembra uno dei più bei brani che io abbia letto fra i tuoi.
Stile fresco, belli i dialoghi e anche la storia si preannuncia intrigante. E, pur non conoscendoti di persona, mi pare di ravvisare qualcosa di autobiografico forse (soprattutto dove la protagonista spiega che aveva dovuto sfrondare i suoi racconti senza pietà, liberandosi di passaggi e personaggi inutili, quindi "sacrificabili").
Spero che quel concorso tu lo abbia vinto.

Contenuto sponsorizzato



Torna in alto  Messaggio [Pagina 1 di 1]

Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.