Mostri

ciao, autore. 
è stata necessaria più di una lettura e leggere gli altri commenti per arrivare al senso.
le immagini mi piacciono, sono forti, un'inseguimento feroce, dove più che morti ci sono coloro che seminano morte. 
e quelli siamo noi uomini, sicuro.

Alcune cose mi hanno lasciato perplesso. Il narratore, se non sbaglio, sposa il punto di vista dell'animale cacciato. Gli uomini, questi mostri, sono una realtà recente o per lo meno poco comune per lui. Come può allora il concetto di drappo e avere la nozione di trappola?
L'argomento, come ti hanno fatto notare, autore, non suona del tutto nuovo e non morde più di tanto.

Ho trovato troppo umanizzato questo animale. In natura si è prede e predatori e sono convinta che ci sia molto equilibro in questo.
L'epoca che ci presenti probabilmente è molto lontana da noi, quindi descrivi un gruppo di uomini che caccia per mangiare (non come oggi che lo si fa per divertimento), ma questi uomini sono definiti mostri e mi sembra un pò eccessivo: un branco di iene avrebbe fatto la stessa cosa.
Però il mini ha un bel ritmo, frenetico, carico d'angoscia: molto ben gestito e convincente da questo punto di vista.
Purtroppo invece di parlare di morti si descrive l'atto di morire che, a mio avviso, non è lo stesso argomento.

Ciao Penna. Sono certo anche io, come altri, che lo splendido "Sentinella" l'avevi letto e interiorizzato. Mi è piaciuto il ritmo incalzante di questa corsa e fuga, con un punto di vista anche estetico diverso da parte di chi è serpente, o coccodrillo. È un buon racconto, e né ho letto molti di buoni e ottimi racconti in questa sessione. Grazie.

Bellissima descrizione della caccia (preistorica) dal punto di vista della preda, resa benissimo e coinvolgente al punto da far mancare il respiro.
Geniale descrivere lance e frecce come unghie che si staccano dai corpi dei cacciatori.
E alla fine li vede come realmente sono: mostri!
Sono entusiasta.

Una descrizione sincopata, serrata e veloce in questo cento.
Ho subito notato una discordanza tra soggetto e persona del verbo (un nugolo piovono) e questo in sole cento parole si fa pesante. Ma non solo: il loro fetore: di chi? Insomma, ci sono troppe imprecisioni per rendere apprezzabile questo cento.

L'idea è interessante, anche se lo svolgimento incontra qua e la qualche piccolo imprevisto che ne sporca l'esecuzione.
Rimane comunque un lavoro interessante.
Grazie.

Visione capovolta in cui l'uomo finalmente appare in tutta la sua crudeltà.
in questo cento si riscontra una visione dura sull'umanità degli uomini che risultano meno umani di coloro che chiamano bestie.
Ottimo lavoro, complimenti!