«Aspettami. Dieci minuti e sono da te.»
Tutto le era apparso chiaro, all’improvviso. Ricordava il lungo periodo passato nell’Istituto Gamma. Ricordava gli interventi a cui era stata sottoposta per l’inserimento di quei microsensori nelle mani e nel cervello.
Le avevano detto che soltanto una percentuale irrisoria della popolazione aveva le caratteristiche genetiche e le attitudini richieste, quei poteri naturali che, potenziati con le nuove tecniche, avrebbero permesso di conseguire risultati sconvolgenti. Terminata tutta la procedura, compreso il periodo di addestramento, lei e gli altri come lei avrebbero scritto una pagina nuova nel campo della diagnostica. Attraverso l’imposizione delle mani sul corpo umano avrebbero potuto definire con precisione tutte le patologie di un paziente. Ciò avrebbe significato la fine della maggior parte dei prelievi ematici, delle ecografie, delle tecniche radiologiche, delle TAC e delle risonanze. I sistemi sanitari di tutto il mondo avrebbero usufruito di questa rivoluzione, prestando servizi di diagnostica precoce a costi irrisori per la collettività.
Tutto procedeva come previsto, ma all’improvviso per lei era arrivato il black-out.
«Eccomi, Lisa! Da che parte si è diretto?»
«Di là, dottore. Vede? Ci sono tracce di sangue verso il sentiero.»
Seguendo le tracce intrapresero il cammino che si arrampicava tortuoso fra rocce aspre e cespugli irti di spine.
«Ma cosa hai combinato, Lisa?» Disse Emmenberger, con le mani nei capelli, mentre cercava di seguire ansimando il passo veloce della donna.
«Non potevo fare altro, dottore. È successo all’improvviso, ieri sera, mentre facevamo l’amore. Dopo tanto tempo, non avrei mai creduto che potesse accadere di nuovo. Ci abbracciavamo con tenerezza quando ho sentito gli impulsi. Lo accarezzavo in ogni parte del corpo e ovunque sentivo quelle scariche che si trasformavano in dati inequivocabili nel mio cervello. Metastasi diffuse. Incurabili. Mesi, forse settimane, di vita. Ho passato il resto della notte pensando a quello che avrei potuto fare. Come avrei sopportato di vederlo morire fra mille sofferenze, dopo tutto quello che aveva fatto per me? Questa mattina si è alzato ed è andato come al solito a comprare i caffè e i cornetti. Poi, abbiamo fatto colazione. Stava per uscire per andare al lavoro. Ho preso il coltello dalla cucina e l’ho colpito alle spalle con tutta la mia forza e tutta la mia disperazione, ma lui si è voltato e mi ha guardato… non dimenticherò mai quello sguardo. Non era paura, non era dolore fisico, ma incredulità, delusione. Poi, è riuscito a fuggire chiudendo a chiave la porta di casa dall’esterno. Quando sono riuscita ad aprire era sparito.»
«È stata una pazzia, Lisa. Dovevi chiamarmi prima… speriamo che non sia troppo tardi. Eccolo là, sotto quella roccia. Speriamo che sia ancora vivo!»
«Respira, dottore?»
Ultima modifica di Danilo Nucci il Mar Ott 31, 2023 6:26 pm - modificato 1 volta.