Al termine del terzo step @Petunia, poi da me approvata, aveva parlato di una strana china che stavano andando a prendere i commenti. Stesso argomento è stato poi proposto da @ImaGiraffe al termine del quarto step. Dopo aver chiesto privatamente a un admin se fosse il caso, per quanto riguarda i commenti da me ricevuti e che mi hanno coinvolto come autore, di segnalare questi commenti, mi ha autorizzato. Ci tenevo anche perché avevo notato che quando è stato chiesto di fare degli esempi, tutto si è sgonfiato. Vai con due commenti che mi han fatto male (gli unici, perché non mi fanno male le critiche ai miei racconti, anzi mi fanno crescere).
Dal secondo step. Racconto "Ercolano".
Ho trovato questo testo, scritto davvero bene, troppo carico di cultura e di "superiorità" per essere gradevole. Un commento precedente ha fatto riferimento ai nazisti, a me ha ricordato un romanzo altrettanto sgradevole, carico di cultura e "superiorità" naziste: Le benevole di Littell.
Un testo non deve necessariamente essere gradevole, un personaggio, un protagonista non deve necessariamente essere gradevole, però aiuta. La contestualizzazione storico culturale può sicuramente alleggerire la valutazione etica ma, almeno per me, non riesce a ridurre la distanza emotiva, il rifiuto di accettare, capire, giustificare(?). Mi ha creato le stesso disagio di quando vedo personaggi resi famosi dalla televisione, sicuramente colti e intelligenti, cercare di conquistarsi spazi di notorietà insultando o essendo politicamente scorretti (ogni riferimento a critici d'arte è assolutamente voluto). Peccato! Le capacità di scrittura dell'aut* sono comunque incontestabili.
Dal quarto step. Racconto "Nocturnalia".
C’era un personaggio comico televisivo che si chiamava Medioman e io mi sono sentito un po’ lui nel leggere questo racconto. Sì, perché io sono un lettore medio, con cultura media, amante delle storie semplici, forse perché sono semplice anch’io. Nei miei scritti cerco di rispettare quei pochi che mi leggono senza cercare inutili esibizionismi che per me creano barriere anziché favorire la sintonia fra lettore e scrittore. Scusa l’autodefinizione che non è un’autocelebrazione. Vorrei solo giustificare il mio giudizio “mediamente” non positivo sul brano che ho letto.
Sempre dal mio punto di vista, considero un vero peccato che uno/una che scrive così bene e che potrebbe fare del suo stile di scrittura, dell’uso sapiente della parola, delle capacità descrittive da 10 e lode, le sue armi vincenti, poi riesca a inquinare il tutto con citazioni e espressioni che mettono solo confusione e distraggono dalla lettura:
Il titolo: non esiste un equivalente in lingua nostrana?
le ossa oracolari
… ai Neanderthal, ai Soloensis e ai Denisova
la rupe magiara
Nagykovacsi
i dettagli sulla Lancia Lambda
gli ammutinati del Bounty
Kovacs Adam e tu Kovacs Adam-né Iva
Tutto veramente troppo… per me.
In questi due commenti c'è un sottotesto che va a colpire l'autore, che lo giudica moralmente. L'autore che non si può permettere di scrivere alcune cose. L'autore che è presuntuoso. L'autore che cerca "di conquistarsi spazi di notorietà insultando o essendo politicamente scorretti". L'autore che non rispetta il lettore (come invece fa lui). L'autore che è esibizionista.
Ecco, semplicemente vorrei far notare come quando scriviamo i commenti rischiamo di farci del male tra amici autori con la passione di confrontarci lealmente. Un racconto non piace? Benissimo. Parliamone. Aiutiamo l'autore a migliorarlo. Ma non sindachiamo le scelte morali o artistiche degli autori, perché i più di noi non conoscono nulla della vita degli altri, delle loro battaglie, delle loro sofferenze.
Grazie per avermi letto.
Marcello autore