- https:
In una piccola stanza, una seggiola occupata da una signora sui sessanta, una scrivania sgombra, solo un posacenere, un patetico calendarietto e una lampada; dietro la scrivania una poltrona vuota. Un uomo in maniche di camicia cammina avanti e indietro, costringendo la donna a un continuo girarsi e rigirarsi. Un’americanata di poliziotto.
- Signora, adesso ricominciamo daccapo, okkey? Vediamo se così riesce a comprendere la gravità del suo reato. Quando ha cominciato a leggere? E perché. Forza.
- Avevo 5 anni, quasi 6. Mi piacevano le favole ma mia mamma non aveva sempre tempo per leggermele. Mi sono arrangiata.
- Scuse, sempre scuse. E a scuola, perché non seguiva i ritmi della maestra? È tutto nel suo dossier.
Accennò alla scrivania, sgombra. Glissò, indicando un vecchio schedario in un angolo.
- Gliel'ho detto. Avevamo un bellissimo libro di lettura e io volevo leggere i raccontini, le storie di animali, fatine, pulcini…
- Seee, tacchini arrosto, altro che pulcini! Poi? Avanti, niente storie.
L’uomo si appoggia pesantemente alla scrivania, che emette un lamentoso scricchiolio.
- Niente storie? Ma come si fa a essere ragazzini senza storie? Salgari, Piccole Donne, i Gialli di Nancy Drew, Dickens. I sogni fanno crescere, altro che videogiochi! Che ai miei tempi non c'erano e la tivù cominciava alle cinque del pomeriggio, con Giocagiò.
- E allora?
- Ma lei proprio non ci arriva? I pomeriggi erano lunghissimi, bisognava pur farli passare e i libri erano la soluzione perfetta.
- Ma che perfetta e perfetta!
- Sì, perfetta. Bastava una poltroncina, un pezzetto di prato, anche un muretto. Non davi fastidio a nessuno, non correvi pericoli e, tra le altre cose, imparavi.
- A me, per esempio, dava fastidio che i miei amici leggessero, ma guarda un po'!
- E si vede sa? Lontano un miglio.
- Saranno fatti miei? Passiamo al presente, ci risparmi l'adolescenza, che immagino tragica, da romanzetti rosa. Bleah! Adesso cosa legge?
- Avventure, gialli, noir, attualità, i classici intramontabili. Un po' di tutto ma penso che, dopo aver conosciuto lei, tralascerò gli horror: robetta al suo confronto.
- Ah ah ah che ridere! Ma torni coi piedi per terra! – Una risata sarcastica da tirare gli schiaffi.
- Ci sto già, coi piedi per terra, alla faccia di zoticoni come lei.
- Cosa vorrebbe dire?
- Voglio dire che quando apro un libro, il mondo di fuori resta fuori e tra le parole posso trovare emozioni solo mie, posso comprendere il pensiero altrui, vedere le cose con altri punti di vista. Crescere, Magari non diventerò un genio, ma almeno non viaggio raso terra come lei. Ci tengo solo i piedi, per terra, caro lei. La testa la metto dove c’è più ossigeno culturale.
La donna è davvero irritata, è pure diventata un po’ paonazza e si trincera dietro braccia incrociate: quando ci vuole ci vuole, anche se certe piazzate proprio non le piacciono.
- Ma che bel discorso! Troppo lungo, ho perso il filo. Non creda di offendermi sa: là fuori c'è un mondo che sta impazzendo e lei legge i libri, la signora.
- Proprio così. E non solo non mi vergogno, ma li regalo pure. Guardi un po'. Anzi, sa cosa farò il prossimo Natale? Le regalo un bel libro.
- E io me ne guarderò bene dall'aprirlo.
- Le assicuro che lo leggerà.
- Cosa le darà tutta questa sicurezza?
- Parlerà di lei!
- Di me?
- Sì, di lei, e lo avrò scritto io. Titolo: Storia di un ignorante che voleva rimanere ignorante.
- E io l'arresto.
- Bene: in prigione avrò anche più tempo per scrivere.
- Niente carta e penna.
- Non può: si ricordi la convenzione di Ginevra.
- Ma certo, Ginevra e Lancillotto.
- Allora qualcosa ha letto anche lei! Anche lei legge: non dica di no! È arrossito come un adolescente. Anche lei legge! Maddaiii!
- Sssttt: non urli, non mi rovini la reputazione, la prego! Mi credono un duro, ma io adoro Salgari, Smith, Cussler, Camilleri, Lucarelli, e tanti altri! Mi sono comprato anche un kindle, per non dare troppo nell’occhio. Ma non lo dica a nessuno. Per favore!
Mancava che si mettesse in ginocchio, l’omone.
- Beh, per stavolta. Adesso però mi tolga la lampadina da lettura dagli occhi, please.
- Okkey. Ehm ehm… per stavolta la lascio andare, ma se la ritrovo a leggere sulle panchine del parco…
Un bel vocione, a favore dei colleghi nella stanza vicina.
- Che mi fa? Che mi fa?
- Le regalo un segnalibro fatto da me, con fili d'erba e margherite. – Sottovoce.
- Ma che romanticone!
Ultima modifica di Susanna il Mar Nov 09, 2021 5:22 pm - modificato 1 volta.