I don't want a lot for Christmas
There is just one thing I need
I don't care about the presents
Underneath the Christmas tree
I just want you for my own
More than you could ever know
Make my wish come true
All I want for Christmas is you, yeah.
Quanto ha ragione Mariah! Quello che voglio per Natale sei decisamente tu, Filippo.
Seguo religiosamente i tuoi aggiornamenti social. È normale che voglia conoscere i dettagli privati di qualcuno che mi piace. Non c’è niente di male, ma non voglio che tu lo sappia.
In una situazione normale avrei potuto chiederti di uscire o saremmo diventati amici, non so. Ma nel mio caso non esiste nessuna di queste possibilità.
Perché mi chiamo Gioele e sono un ragazzo.
Mi ero ripromesso di non fare nulla di avventato, ma tra poco è Natale e quindi ho deciso di farti un regalo.
Sono mesi che tengo d’occhio casa tua. Fortunatamente vivi in quel nuovo quartiere ancora semi deserto e per accedere al tuo appartamento c’è bisogno di un codice.
2. 4. 5. 8.
Per scoprire i numeri più cliccati mi è bastato guardare il tastierino di traverso. Sono molto intelligente, Filippo. Diecimila possibili combinazioni.
Perché sto cercando di entrare in casa tua?
Per amore. Che ci posso fare, Filippo… Io ti amo e voglio farti il regalo perfetto… E poi perché questa è la nostra festa.
È stato proprio durante le feste dello scorso anno che ti ho incontrato per la prima volta.
Eri seduto in vetrina nel pub addobbato per le feste. Le luci rosse e verdi ti illuminavano il viso, rendendoti misterioso e gioviale a intermittenza. Guardandoti ho capito cosa volesse dire “essere amato da tutti”. La tua aura empatica attirava tutti gli occhi su di te e i tuoi amici pendevano dalle tue labbra, e non solo loro: tutti si voltavano ad ascoltarti.
Ho iniziato istintivamente a chiedermi in che modo avremmo potuto fare sesso. Il nostro unico contatto è stato un singolo incrocio di sguardi ma, grazie a quello, ho sentito crearsi un legame tra noi. Poco dopo, a fine serata, le cose sono però degenerate in fretta. Quando il tasso alcolico sale, un ragazzo esile come me diventa presto la vittima ideale.
Mi hanno sopreso in tre nel vicolo. Avevano cappucci da Babbo Natale calati sul viso per non farsi riconoscere. Mi hanno spinto a terra. Sentivo il selciato gelido sulla schiena. Ero scosso dai brividi quando poi il primo mi ha slacciato i pantaloni e gli altri due mi hanno divaricato le gambe.
Oh, baby, all I want for Christmas is you
You, baby
All I want for Christmas is you, baby
La musica era come un richiamo disperato. Volevo qualcuno che mi salvasse e sei arrivato tu.
Dopo ho visto che parlavi con gli agenti giunti sul posto, guardandomi con affetto.
Sarà per lo stress, ma non facevo altro che sospirare dopo quella notte. Pensavo che mi sarei sentito meglio dopo aver pianto, ma poi ho iniziato a capire perché mi sentivo così. Sebbene continuassi a negarlo, sapevo che non sarei stato capace di dimenticarti.
Ho passato un anno a conoscerti da lontano, ma credo che sia giunto il momento di agire.
5. 2. 8. 4.
Neanche questo è giusto. A causa dei tuoi ritmi irregolari, ci ho messo più del previsto. Filippo, mancano dieci giorni a Natale e devo assolutamente trovare il regalo giusto.
5. 2. 4. 8.
PORTA BLOCCATA. ULTIMO TENTATIVO.
No. Cazzo!
Non posso essermi sbagliato. Non è possibile che il codice non sia quello, è l’ultima combinazione che ho a disposizione.
5.
2.
4.
8 8.
Merda, mi è scivolato il dito. Sono fottuto.
Non è possibile. La porta è aperta!
52488
Filippo, questa è casa tua. Eri qui fino a poche ore fa e l’aria è ancora impregnata del tuo odore. Certo che potevi impegnarti di più con le decorazioni.
È Natale!
Il letto è così in ordine… Come del resto tutta la casa. Devi rilassarti, Filippo.
Uno di quei diffusori per ambienti!
Sarebbe un’ottima idea. Sei sdraiato a letto, il profumo ti rilassa i muscoli e ti libera la mente. Non dovrei stare disteso sul letto, ma non resisto. Il solo pensiero di farmi dominare mi manda in estasi.
Oh Filippo!
Aspetta, oggi non devo esagerare. Sono qui per il regalo. Devo guardare bene in ogni angolo della casa, anche nel seminterrato. Lì si tengono sempre nascosti i segreti più osceni.
Filippo, ma che razza di posto è questo? È così buio e male arieggiato che inizio ad avere paura… Che diavolo! Per poco non cadevo.
Aspetta, questa è una gamba. Un gluteo. Un seno.
Cosa cazzo ci fa qui una donna nuda e legata?
«Ehi! Stai bene?»
Non capisco cosa succeda qui!
«Salvami! Ti prego, salvami!»
«Aspetta che ti slego.»
«Grazie… No, aspetta, vai via. Cazzo!»
«Voglio solo slegarti…»
«E tu che cazzo ci fai in casa mia!»
Filippo, cosa succede?
Ho perso i sensi o sono stato colpito. Chi è questa persona? Forse ho sbagliato appartamento?
Filippo, io ti conosco: tu sei buono.
«Non urlare come una femminuccia, spaventi la signora. Come ti senti dopo aver passato la notte con una figa del genere? Non hai idea di quanto abbia gridato forte e chiesto il tuo aiuto mentre eri svenuto… Come se tu potessi sentirla, stupida troia. Era davvero stupida fino alla fine. È stata un’impresa abbassarsi al suo livello. Se c’è qualcuno che è rimasto ferito da tutto questo sono io. Questa stronza era il mio regalo di Natale. Doveva durare fino all’ultimo dell’anno e la casa è ancora immacolata. Questa stronza pensava di essere migliore di me. E ora guardala. Eccola qui a sventolare le sue misere tettine davanti a due uomini, senza alcuna vergogna. Ora però per Natale avrò te. Dimmi, perché sei entrato in casa mia?»
Anche se mi hai spogliato e legato, averti qui di fronte a me mi commuove; questa è l’unica possibilità per far avverare il mio desiderio.
«Non avevo intenzione di infastidirti in nessun modo, ma mi piaci così tanto! Mi hai salvato l’anno scorso da tre stronzi e da allora io… Io… Ero entrato solo perché volevo farti un regalo per Natale.»
«Non so chi cazzo tu sia ma se volevi farmi una sorpresa ci sei riuscito.»
«Mi stai davvero perdonando?»
«Si. Ma non con le gambe in quelle condizioni.»
«Perché quella mazza? Non scapperei mai da te. Ti prego.»
«Precauzione.»
Se proprio vuoi farlo, terrò gli occhi su di te per mostrarti che non ho paura.
'Cause I just want you here tonight
Holding on to me so tight
What more can I do?
Oh, baby, all I want for Christmas is you
You, baby.
Filippo, tu non lo sai ma questa è la nostra canzone. Ogni volta che parte so che stai per arrivare. Le tue grandi mani mi stringono i polsi e mi portano dove vuoi. Sono tre giorni che pulisco il tuo appartamento immacolato perché come dici: “La casa, come la nostra anima, deve essere linda per Natale.”
La sera mi leghi i polsi al piccolo tavolino a cui mi è concesso mangiare e mi permetti di guardarti dal basso, ma senza esagerare.
«Sarai affamato.»
È la prima volta che me lo chiedi.
«… Non ti preoccupare, è solo zuppa in scatola.»
No, è piccantissima! Io non mangio piccante. Non riesco a ingoiarla.
«Che cazzo! Non sputarlo. È una zuppa che ho comprato proprio per te. È il primo regalo di Natale che ti faccio e tu la sprechi. Questa roba è costosa, sai? Dovresti essermi grato. L’unica ragione per cui puoi ancora gustare qualcosa è perché io ti lascio in vita. Pensi che un morto potrebbe sentirne il sapore? Come ti senti?»
«Io… Mi sento bene.»
«E perché cazzo dovresti sentirti bene, razza di ritardato?»
Un bacio?
Ti sei avvicinato per pulirmi e mi hai baciato. La bocca è piena di zuppa, sono disgustoso, eppure tu mi hai baciato. Perché? Non è quello che fa la gente che sta insieme?
«Cosa? Ti sta venendo duro? Io non sono mica finocchio. Ho provato a essere gentile con te, ma non meriti nulla. Natale sta arrivando, ma la casa è ancora vuota. Mi fai schifo. Per toglierti quell’espressione da coglione dalla faccia devo punirti.»
«No. Filippo.»
Mi dici in continuazione di non urlare quando mi strattoni ma non ci riesco. Quando ti arrabbi il tuo viso si deforma, diventi spietato e ho paura.
«Sei tutto pelle e ossa! Non sarà molto divertente tagliarti, ma dato che ti devo punire…
Ti sei pisciato sotto. Che schifo.»
«Scusami Fil…»
«Stai zitto, non parlare! Maledizione, ora devo pulirti. Riesci a camminare?»
«No.»
In realtà potrei camminare almeno un pochino, ma sentirmi sollevato e trasportato da te mi fa sognare di poter fuggire dai problemi.
Se hai deciso di lavarmi vuol dire che ci tieni. Che sono importante per te.
«Tieni giù le braccia, altrimenti non posso lavarti.»
L’acqua è troppo calda, ma non fa niente. Mi vergogno a stare nudo di fronte a te.
«Le braccia giù, ho detto. Lo so, lo so. La pressione dell’acqua è troppo forte. Ecco il sapone. Adesso fai tu.»
Farò piano, godendomi ogni momento in tua compagnia.
«Sbrigati, così puoi tornare di sotto!»
«Filippo, farò qualunque cosa. Il seminterrato è troppo buio, umido, e l’aria è viziata. Ti prego, non lasciarmi più lì… Ti prego.»
Non andartene. Ho esagerato, lo so, ma quel posto mi mette i brividi. Ogni volta che sono lì penso al corpo della ragazza e mi chiedo dove sia finita, ma tu non hai colpa. Sono sicuro che quella stronza se la sia cercata.
«Tornerò nel seminterrato!»
Spero mi abbia sentito. Non voglio rovinare la magia della serata.
«Basta così. Infilati questo.»
Filippo, quindi non mi odi! Quest’anno farò in modo che il Natale sia il più bello delle nostre vite. Farò tutto quello che mi chiederai. Non voglio più stare da solo.
«Quel maglione è talmente grande che sembra un vestito. Il regalo mi piace scartarlo il giorno di Natale, ma la merce deve sempre essere a portata di mano. Alla ragazza sarebbe stato meglio, soprattutto sul petto ma… Mi farò bastare te. La mia troietta di Natale. Forza, a nanna, che domani dobbiamo fare l’albero. Il lavoro manuale è importante. Dopotutto, se mi limitassi a vestirti, darti da mangiare e da dormire, ti verrebbero strane idee. Ma, siccome sei molto obbediente, non dovrebbero esserci problemi.»
Oh, I just want you for my own
More than you could ever know
Make my wish come true
Oh, baby, all I want for Christmas is you
You, baby.
La notte scorsa non mi hai fatto dormire nel seminterrato. Mi hai lanciato delle coperte in un angolo del soggiorno permettendomi di dormirci sopra, così sono stato attento a non sporcare il mio nuovo maglione. È verde, molto grande e soffice, sul davanti c’è ricamato un grande bastoncino di zucchero. Avrei preferito fosse rosso, ma mi accontento. Ieri sera ho capito che non vuoi farmi male intenzionalmente. C’è qualcosa che scatta ogni volta che faccio un errore. Il tuo sguardo cambia e so che mi farai male, senza esitare. Tutto dipende da me, devo essere bravo a non provocarti.
«Buongiorno, zuccherino. Per i prossimi giorni ti chiamerò così, visto il maglione. Ho preso tutto l’occorrente per l’albero di Natale. Mentre io lo monto, tu ti occuperai di addobbarlo. Tieni, scegli le decorazioni più belle.»
Oggi sembri sereno. Che sia l’inizio di una giornata magnifica? Mi occuperò delle decorazioni ma… Aspetta.
Queste cosa sono… Merda!
«Non farle cadere. Sono delicate. Ogni decorazione è un ricordo importante per me.»
Questi sono capelli umani. Nelle palle ci sono delle ciocche di capelli.
Quella ragazza non era la prima.
No, Filippo, non puoi essere così cattivo. Ci sarà una spiegazione logica a tutto questo. È uno stupido scherzo. Vuoi spaventarmi.
Oltre a decine di palle, ci sono anche delle foto attaccate in fila come festoni.
Gamba. Ombelico. Mano. Schiena. Piedi.
«Zuccherino, cosa succede? Non ti piacciono le decorazioni? Sei fortunato, poteva esserci un tuo ciuffo lì dentro. Loro sono gli spiriti del Natale passato. Ogni anno li appendo per non sentirmi solo. In genere, l’angelo sul puntale stringe tra le mani i capelli della mia amica dell’anno prima, ma quest’anno quel posto d’onore lo avrà la tua amica del seminterrato… Mi spiace, Renna, sei stata surclassata. Tieni, inserisci questi in una sfera di vetro.»
Veramente vuoi che ti aiuti con questa cosa?
Solo ora inizio a temere per la mia vita. Credevo fossi solo irascibile e bisognoso di affetto. Ma tu sei un mostro.
Se rompessi una di queste sfere di vetro potrei riuscire a ferirti e scappare. Anche se non cammino ancora bene, potrei farcela.
Se però dovessi fallire per me sarebbe la fine: forse è meglio aspettare, devo farmi venire un’idea.
«E se dopo facessimo i biscotti di Natale?»
«Zuccherino! Tu mi colpisci al cuore. Prima finiamo l’albero di Natale e poi penseremo alla cena.»
All I want for Christmas is you, baby
All I want for Christmas is you, baby
All I want for Christmas is you, baby
No, quello che voglio per Natale sono io, non te.
Sono giorni che, con la scusa degli addobbi e delle pulizie, non faccio altro che sbirciare in ogni angolo, pensando a un piano per fermare tutto questo.
Ho cambiato anche espressione: adesso sorrido e cerco di soddisfare i tuoi desideri perversi. Dalla sera delle decorazioni, dopo aver assaggiato i miei biscotti, mi permetti di cucinare.
Anche se sono esausto e non mi sento bene, questa sera ti ho preparato un piatto speciale condito con il veleno per topi che ho scovato in un angolo del seminterrato.
«Avresti dovuto dirmelo subito che sapevi cucinare. Questo significa che stai iniziando a sentire lo spirito natalizio. Ti senti a tuo agio?»
«Certo. Vado a mangiare sul…»
«Aspetta. Hai voglia di mangiare al tavolo con me?»
Non ci voleva questa.
«Sei veramente caro, Filippo, ma…»
«Smettila di essere così gentile. Mi metti in imbarazzo. Forza, mangiamo.»
«Sì.»
Finalmente…
Lo sta facendo.
Lo sta facendo.
Lo sta facendo?
Perché non… Forse ha…
«Sembri sorridere parecchio ultimamente, mi chiedo perché. Assaggialo prima tu.»
«Cosa?»
«Non fartelo chiedere di nuovo. Niente indugi. Mi hai sentito. Mangia. Così ridiamo tutti e due.»
Cazzo, non so cosa fare. Se ora confessassi mi perdonerebbe?
Questa volta potrebbe punirmi seriamente tagliandomi un braccio o una gamba, so che ne sarebbe capace. Ma sarebbe sempre meglio che ingerire veleno e morire tra dolori atroci, no?
Non so. La mia mano si rifiuta di avvicinarsi oltre alle mie labbra.
Se riuscissi a non ingoiare.
Perché mi gira la testa…
«Aiuto! Per favore non farlo!»
Di chi è questa voce? È tutto così confuso… Filippo!
Io non…
«Sei sveglio?»
Sono ancora vivo. Cos’è successo?
«Ti senti meglio ora?»
«…Sì.»
«No, no. Stai lì. Sei ancora malato. Zuccherino, l’altro giorno mi hai fatto prendere un bello spavento. Hai iniziato a delirare e poi sei crollato a terra. Avevi la febbre alta, ma ora sembri stare meglio. Devi essere in forze, tra poco è Natale.»
«Tu come stai?»
«Io? Certo. Devi dirmi qualcosa?»
Io voglio andarmene.
«Forza, dillo.»
«Posso mangiare sempre con te, d’ora in poi?»
«Questa non me l’aspettavo. Mi stavo chiedendo cosa avresti detto. Perché, non ti piace? Non è bello da parte tua, quel piccolo tavolino è un mio vecchio ricordo.»
«Un ricordo? Quel tavolino è così rovinato.»
«Ha così tanti segni perché è su quel piccolo tavolino che mangiavamo io e la mamma. Sono passati parecchi anni, molte cose le ho dimenticate, ma i ricordi delle feste passate intorno a quell’oggetto sono ancora bene impressi nella mente. Nonostante avessimo un bel tavolo grande da usare, a noi non era concesso sederci lì. Il tavolo era per papà. Anche a Natale. Io e la mamma dovevamo stare sul nostro piccolo tavolo senza neanche poter incrociare lo sguardo di quell’uomo. Non c’è stata una vigilia di Natale che non abbia portato con sé la sua bella dose di lividi e contusioni per regalo. Mi dispiace, forse dovrei trattarti meglio. Non voglio essere come lui… È abbastanza imbarazzante. È la prima volta che ne parlo con qualcuno. E pensare che lo sto raccontando a uno come te, sembra uno scherzo.»
«Mi dispiace.»
«Non serve. Per me fa lo stesso. Per esempio i tuoi polsi. È stato a causa di tuo padre se…»
«No. Ho da sempre vissuto con i miei nonni da quando ero bambino e ora con mio zio.»
«Che palle! Allora perché ti sei tagliato le vene?»
«Mi sentivo solo. È diventata un’abitudine. Ho finito per ritrovarmi spesso in ospedale, ma ogni volta mi fermo prima che… Sia troppo doloroso.»
«Maledizione! Sai una cosa? Odio le persone come te più di chiunque altro. Quelli che hanno troppa paura di morire, ma si lamentano in continuazione e sono troppo presi dal lamentarsi in continuazione per fare qualunque cosa. Smettila di stare lì a raccontarti quanto sei solo. Sono solo cazzate.»
«Allora… che cosa dovrei fare?»
«Io e te siamo simili. Non vogliamo passare le feste da soli e cerchiamo compagnia. È giusto. È normale. Da quando ho iniziato a trascorrere le feste con le mie amiche le cose sono migliorate. Solo per Natale. Non credere che io sia un cattivo ragazzo. Le mie amiche vengono qui solo per le feste… Poi, per il resto dell’anno, nulla. Ma solo quest’anno ho iniziato a stare veramente meglio. Non solo la tua presenza mi fa sentire meglio, ma sapere di essere amato mi rende più forte. Come quando stavo con mia madre. Volevi sapere cosa fare, giusto?»
Perché adesso inizia a baciarmi i tagli? Cos’è quello sguardo?
Forse siamo partiti con il piede sbagliato.
Forse possiamo ancora rimediare.
«Spero che questa sia una risposta sufficiente. Vieni qui.»
Vuole baciarmi. Sta per succedere di nuovo.
Filippo, abbiamo sofferto così tanto, ma i nostri errori ci hanno condotto a questo esatto momento: è forse questa la magia delle feste? È questo il più bel regalo che potessimo farci! Il tuo corpo risponde al mio tocco e finalmente siamo liberi.
«Zuccherino, dove vai con quella mano?»
«Filippo, io voglio farlo.»
«Consideralo come un regalo di Natale anticipato.»
Make my wish come true
All I want for Christmas is you… Baby.
Ho ancora la testa tra le nuvole. Mi tornano in mente le cose successe nei giorni scorsi. È difficile riuscire anche solo a pensare di combinare qualcos’altro. Alla fine non ti sei voluto spingere troppo oltre, ma qualcosa è cambiato. Non mi dai più ordini né mi insulti. Hai anche smesso di farmi fare le faccende di casa. Da quel giorno non ce n’è stato più bisogno. Mi curi le gambe ogni mattina, e se combino qualche pasticcio non mi punisci, anzi ti assicuri che stia bene, dicendo: “Se stai bene fai stare meglio anche me.”
Ci baciamo in continuazione, ma andiamo per gradi e ogni giorno ci spingiamo più in là.
Sono giorni che non dormo nell’angolo in soggiorno. Ora lì c’è il nostro albero, mentre noi siamo sdraiati insieme nel letto.
È bello vedere come siamo arrivati a tutto questo… Forse noi…
«Approfitti di me mentre dormo? Che mossa antiquata!»
«Non volevo. Ti stavo solo guardando mentre riflettevo.»
«Oltre a guardarmi puoi anche fare qualcosa… Altrimenti lo farò io… Ma questa sera. Auguri zuccherino, buona vigilia di Natale.»
«Auguri Filippo.»
«Devo andare in un posto per ritirare una cosa speciale. Mi chiedevo, puoi tornare nel seminterrato?»
Merda! Che scemo sono stato.
«No, aspetta. È l’abitudine, scusa. Sei arrabbiato? Il seminterrato probabilmente è troppo umido…Va bene, allora prenditi cura della casa e apparecchia la tavola ma non esagerare. Tornerò per le 16.»
Per la prima volta da quando siamo insieme mi ha lasciato da solo. Avrei tutto il tempo di mettermi in salvo, ma voglio farlo?
Perché voleva rispedirmi nel seminterrato? Era un avvertimento?
Devo controllare e poi decidere.
Una gamba sembra stare meglio, forse riuscirei…
Cos’è questa puzza?
Lo sapevo. L’ha fatto di nuovo. Le urla che sentivo quand’ero ammalato: credevo di averle sognate e invece hai ucciso un’altra giovane ragazza innocente.
Volevi rispedirmi lì sotto per farmi capire quanto il mio destino sia ancora nelle tue mani.
Dopo Natale cosa ne sarà di me?
Eppure sembravi così diverso in questi ultimi giorni.
Ho ancora tempo per decidere: magari apparecchiando la tavola le idee si schiariranno.
Sono le tre. Ho un’ora di tempo. Non posso andarmene troppo in fretta. Aspetterò un quarto d’ora e poi tornerò a casa.
Tornare a casa.
Ormai ho deciso di andare, no?
Perché continuo a esitare? Dovrei prendere la porta e andarmene il più velocemente possibile, tornando alla mia vita.
Ma quale vita?
Quella in cui mio zio mi ricorda ogni giorno quanto io sia disgustoso? Lo stesso zio che mi dice di ammazzarmi e che non mancherei a nessuno?
No. Quella non è vita.
Potrei farla finita una volta per tutte. Questa volta non esiterei.
Filippo, saresti contento?
Io ti amo, ma tu non puoi farmi questo. Non puoi fare questo alle persone, sei meglio di così.
Che ore sono?
Sono ancora le tre e mezza.
Grazie a Dio c’è ancora tempo, finirò con l’impazzire. Dovrei semplicemente prendere e andarmene! Molto meglio! Tornare indietro è cento, anzi, mille volte meglio!
Filippo, addio.
Questo profumo di neve si sposa alla perfezione con la vigilia di Natale.
All I want for Christmas…
Filippo.
«È stata davvero una bella prova. Per poco non ci cascavo.»
«Filippo. Cosa ci fai lì? Volevo solo controllare se stessi tornando. Ti prego. Io ti amo, ma per favore lasciami vivere. Ti prego.»
«Piantala. Quante volte devo sentirti ripetere “ti prego”? Fai sempre così. È diventato un vizio. Non riesco a capire quando sei vero o fingi. Sei bravo, Zuccherino. Sono rimasto qui fuori tutto il tempo, mancava veramente poco e invece…»
«Voglio andare a casa!»
«Come, scusa?»
«Me ne vado! Me ne vado!»
«Che palle! Ma che combini? Adesso dove credi di andare? Sta nevicando.»
«Aiuto! Qualcuno mi aiuti. C’è nessuno?»
«Capisco… Devi gridare più forte!»
«Salvatemi!»
«Bravo, così! Più forte! Pensi che qualcuno ti sentirà? Sta nevicando. È la vigilia di Natale in un quartiere residenziale semi deserto. Strilla pure quanto vuoi, ma quando avrai finito andremo a casa. Ti farò una cioccolata calda, va bene?»
«No, lasciami andare, figlio di puttana. Voglio andare a casa mia.»
«Ma quella è casa tua.»
«Maledizione, siamo fradici. Speravo con tutto il mio cuore che tu non uscissi. Ma lo hai fatto. E ora eccoci qui. Vedi? Ho dovuto colpirti per farti calmare. Ho deciso: niente cioccolata e dividerai il seminterrato… Con lei. Devi capire che eri malato e io mi sentivo tanto solo. Sarebbe stata l’ultima, se tu non fossi uscito da quella porta. Vedi? È tutta colpa tua. Credevi non sapessi del veleno per topi? Che ingenuo. L’ho uccisa per punirti. La sua morte ricade su di te. Il più ingenuo però rimango io, perché da quella sera ho iniziato a fidarmi veramente di te: mi piaceva il nostro nuovo rapporto. Sul serio. Ma poi sei uscito da quella porta.
D’ora in poi succederanno un sacco di cose qui. Perché non provi a indovinare?
In caso tu te lo stia chiedendo, mi sto togliendo i vestiti perché sono bagnati. Non farti strane idee. Avevo anche deciso di non farti nulla dopo Natale. Capisci? Non pensavo al futuro. Ora invece mi tocca fare una scelta. Un semplice coltello o quest’uncino che sembra tanto un bastoncino di zucchero?»
Devo fare qualcosa per provare a fermarlo. Se mi concedessi a lui si placherebbe.
«Filippo, perché non facciamo qualcos’altro?»
«Non attacca. Guarda in alto. Lo vedi quello? Lo avevo costruito per l’altra. Eccolo lì… Smettila di leccarmi.»
Cazzo! Mi ha colpito, non ho più speranze.
«Sono tutto umido. Che cosa pensi, che sia io il bastoncino da succhiare? Il caldo ti ha dato alla testa forse? Hai le visioni. Il bastoncino era più in basso, ma non credo tu te lo sia meritato. Però va bene, come hai proposto tu, facciamo qualcosa di diverso. Il cappio ti dona molto. Sei mai salito su un aeroplano?»
Aeroplano?
«Pronti per il decollo!»
«Aspetta…»
Ecco la fine.
«Cos’è successo allo zuccherino che mi sorrideva malizioso? Vediamo se sorriderai ancora dopo quest’altro strattone.»
«… Fil… salvami! Fil… Filippo… Non resp… Aiutami.»
«Stai ancora chiamando il mio nome? Vedi di piantarla, stronzetto. Avevi una possibilità ma sei uscito dalla porta… Maledizione. Appeso così me l’hai fatto venire duro. Aspetta.»
Mi sta sollevando le gambe, vuole farmi respirare. Che ci sia ancora una speranza. Questa è l’ultima umiliazione, si sta masturbando pensando a me.
I don't want a lot for Christmas. There is just one thing I need
Ha lasciato andare la corda. Perché è venuto sulle mie gambe?
Filippo, io non merito di essere trattato così.
«Basta! Smettila. Va bene così, no? Cosa vuoi di più. Stai superando il limite. Se c’è qualcosa che vuoi, dillo! Smettila di fare così. Non è sbagliato provare certe cose. Insieme possiamo…»
«Stai zitto! Vediamo di darci una calmata, prima che tu dica qualcosa di cui potresti pentirti.»
«Filippo, tu sei…»
«Porca puttana! Non ti lascio dire quel cazzo che ti pare. Pensi di potermi insegnare come stare al mondo? Tu! Che hai più tagli sulle braccia che anni? Non accetto paternali da te. L’ultimo uomo che ha osato insinuare una cosa del genere è stato mio padre. Ho dovuto ucciderlo.
Volevi saperlo, vero? Volevi che lo dicessi ad alta voce per umiliarmi?
Anche gli spiriti dei Natali passati volevano saperlo. Perché tutti volete sempre saperlo?»
«Io non voglio sapere proprio nulla. Filippo, io ti amo per quello che sei.»
Abbracciati così sento il tuo respiro affannoso e sento le tue lacrime cadere lungo la mia spalla.
«Zuccherino. Questo gancio è la risposta che do a quelli che credono di sapere cosa sono…
Buon Natale! Ero certo che quello che volevo per Natale eri tu.»