La sveglia

- Antò, lo sta facendo di nuovo! Adesso salgo su da lei e mi sente! Sta scema!
- Dai, Francè! Sta solo passando l’aspirapolvere, magari lo facessi più spesso anche tu!
- Non provare a insinuare che non pulisco!
- Non dico questo, penso che lei a casa sua può fare quello che vuole...
- Sì, Antò, oggi l’aspirapolvere, ieri spostava il frigo, l’altro ieri smontava l’armadio… Sempre alle sei del mattino! E quel cretino dell’amministratore  non risponde più alle chiamate e nemmeno ai messaggi!
Antonio, rigirandosi sul letto, malediva il giorno in cui l’aveva sposata e silenziosamente solidarizzava con l’amministratore: almeno lui poteva permettersi di ignorarla.

I 100 basati sui dialoghi rischiano sempre un po', perché devono essere veramente brillanti per colpire.
Qui c'è una buona scelta di termini e un minimo di verve, ma manca quella forza espressiva che avrebbe dato il boost al mini.

Tra l'altro, pour parler, quelli che stanno al piano sopra di me sono abbastanza tranquilli. Ma c'è un rumore, UNO, che a volte si scatena e io non riesco a capire di cosa si tratti.
Hanno un giovane labrador, e credo che questi, a volte, trascini per casa qualcosa di grosso e rumoroso.
Io non so cosa sia, ma volume e peso suggeriscono un dissuasore di cemento di quelli che delimitano le piazze.
Mia idea spassionata.

I due a letto mi hanno ricordato Sandra e Raimondo.
Situazione plausibile, condominiale e familiare. 
Simpatico... anche l'amministratore.

Mi basta pensare al condominio dove abita mia mamma per ringraziare la buona sorte che mi ha sempre evitato di vivere in un condominio, tranne a volte durante le vacanze. Ma quelle per fortuna passano...
Carino il 100 con il marito che preferisce  il fastidio dell'aspirapolvere alle 6 del mattino,  al fastidio della moglie nel letto: per fortuna vive in un condominio così si distrae. Il dialogo non è brillantissimo, ma l'insieme è gradevole.

Rumori e umori da condominio. Qui, l’atmosfera del palazzo e si respira tutta, compresa l’insofferenza del marito e la petulanza della donna.
Quell’Antò iniziale mi ha fatto venire in mente una vecchia pubblicità.
“Antò, fa caldo…” chissà che non si tratti proprio della stessa coppia…
Un buon lavoro.

Siamo di fronte a una situazione in cui molto spesso ci siamo trovati tutti quindi questa cosa ci avvicina al racconto e ci rende bendisposti al giudizio. infatti la prima parte è così.
Sono onesto il finale non me lo aspettavo, mi ha veramente colpito. Ma non nel modo che mi aspettavo. Apre una voragine che mi lascia senza parole.

Oddio, per dirla alla Achille Lauro... mi viene il magone ma il racconto è ben pensato e nasconde nel suo essere condomino in bega tutte le beghe della vita e le risultanze di quella vita condominiale che si traspone tra palazzo e matrimonio. L'amministratore se ne frega, il matrimonio non se doveva da fa, quella de sopra l'asfalto col rasoio elettrico se la becco per le scale. 
Avrei potuto raccontare mille episodi assurdi nel mio condominio, ma talmente tanta è l'esasperazione che ho preferito lasciar perdere. Ho rischiato la vita io e mia moglie e siamo vivi per miracolo proprio per negligenze assurde nel condominio e ne feci a suo tempo un racconto... credo che sia postato anche su DT. Ottimo lavoro che sa descrivere bene dentro e fuori del condominio!

Beghe condominiali che si sovrappongono a beghe familiari, in questo 100 che, secondo me, non riesce a decollare. Sarà per quell'Anto' che sa di vecchie pubblicità; sarà per quel finale rivelatore (tardivo) del malessere del marito; ma il testo manca di verve. E neppure il dialogo fra i due, pur piuttosto brillante, non riesce a dar la giusta forza al tutto.
M.

Lui e lei (credo) piuttosto anziani tentano un dialogo che coinvolge l'inquilina del piano di sopra ma non comunicano più.
Bella la chiusa finale anche se un po' scontata, il dialogo è un po' moscio ma alle sei del mattino potrebbe essere particolarmente vivace?
Due sottolineature, io avrei evitato l'Antò iniziale, troppo evocativo e avrei preferito "rigirandosi nel letto".

Dialogo estremamente realistico e spontaneo. La riflessione finale fa emergere un'evidente crisi coniugale che non lascia intravedere sbocchi perché sembrano prevalere l'assuefazione e la rassegnazione.
Trama molto semplice e brano nel complesso gradevole ma che resta molto in superficie.

Non mi meraviglia il dialogo, le incompatibilità tra moglie e marito sono pane per i miei denti.
Un tantino feroce il finale, ma pure quello ci sta.
Pure  Eduardo chiamava la sua compagna ' la mia nemica'.
Poi sarà il suo pronto soccorso quando il signor Cupiello perderà la ragione.
Sto cercando di trovare qualcosa di positivo nella tua coppia, autore. Complicato, ma ci riuscirò.

Una delle tante fotografie della vita in un immobile dove son sempre quelli di sotto che si lamentano magari scaricando sentimenti che sono invece di proprietà.

Un racconto difficile per me da giudicare positivamente, non perché non sia scritto bene, anzi, è molto brillante, ma perché in fin dei conti nessuno dei quattro personaggi mi sta simpatico: il marito rancoroso e astioso, che rimprovera la moglie di non passare l'aspirapolvere (e passalo tu, no?), la moglie inacidita, l'amministratore menefreghista, persino la condomina del piano di su, che alle sei del mattino dovrebbe fare silenzio. A rileggerci!

Anche a me quell'Antò ha ricordato il tizio della pubblicità di qualche anno fa.
Le dinamiche poi mi hanno un pò ricordato anche un film con Banfi(Domenico Petruzzelli) e Cavina(Gabriele Arcangeli) dove Cavina è l'inquilino del piano di sopra che fa sempre casino perché impegnato a fare la "ginnastica terapeutica", ogni volta con un'insegnante diversa.
Comunque, senza divagare, il brano io lo trovo interessante.
C'è qualcosa che non mi convince del tutto, forse quell'Antò o perché il tutto sa di già visto, però il cinismo che impregna il brano, anche quella punta di cattiveria repressa del marito mi piacciono. Secondo me sei riuscito a renderle in modo convincente.

Di questo racconto, quello che mi giunge inaspettato è il titolo. Ho pensato alla sveglia come nome comune di cosa, non come nome astratto, e quindi non riuscivo a capire dove accidenti fosse, 'sta sveglia!
Diciamo che il mio gusto personale si muove su altre corde. Ma il 100 è valido nella resa e nell'idea del contest, in quanto il tema del condominio è facilmente desumibile.
Non so come andrai in classifica, ma è uno di quei racconti che mettono tutti d'accordo nel collocarlo a metà...

Non ho mai vissuto in condominio (se non per circa sei mesi quando frequentavo l'università) e queste dinamiche mi terrorizzano. 
La convivenza spesso è difficile con quelli che sono in casa con noi, figuriamoci con gli estranei che vivono sotto o sopra di noi.
Forse sono anche sotto l'influenza delle storie che leggo nella pagina facebook del signor distruggere
Il sottotesto di questo cento è molto forte, emerge un disagio famigliare molto marcato che tu, autore, hai saputo comunicarci con una sola frase. TI faccio i complimenti!

Un racconto tutto dialoghi che spiegano tutto.
Il titolo mi ha sviato: sono partita con un'aspettativa che poi è stata disattesa.
Ho dovuto rileggerlo per essere sicura di aver capito la dinamica tra i personaggi e alla fine un sorriso me l'ha strappato. Avrebbe potuto essere più graffiante ma tutto sommato è una buona prova.

Certo alle sei di mattina, Francesca ha tutte le sue buone ragioni per lamentarsi!  
Il marito (vigliacco), per il quieto vivere, le dice pure che ha torto.
Situazione comica, nemmeno tanto, ma molto reale e ben descritta in poche battute.
il finale mi sembra esagerato, ma trasmette la noia tra i due, forse dopo tanti anni di matrimonio.   
A proposito, la mia inquilina del piano di sopra indossa pantofole a spillo.

È il sequel di “Antó fa caldo”, dove Antó s’è un po’ scocciato direi.
Una scena di genere dove è protagonista il realismo del quotidiano.

Ricorda un po' la coppia Vianello-Mondaini, uno spaccato di vita quotidiano, che non vuole stupire il lettore, ma solo raccontare scene di vissuto.

Gira e rigira, in condominio, tutti sanno i cazzi di tutti. Un po' perché ci sono i ficcanaso, un po' perché basta essere discreti osservatori. Quanto ai rumori, mi spiace dirlo, ma si sentono. Di meno, se il palazzo è old style, di più in quelli di nuova costruzione, che praticamente son fatti di cartongesso.

Io abito in un condominio old style. Sotto di me ci sono degli studenti ai quali piace fare festa, una sera sì e l'altra pure. Impossibile non sentirli. Mia figlia, in orari consentiti, suona il pianoforte. Un giorno sono saliti, dicendo che il pianoforte li disturbava durante lo studio. Gli ho detto tranquillamente di studiare col pianoforte, dato che quando fanno bordello fino alle quattro del mattino non gli ho mai detto niente. Secondo voi mi salutano ancora se li becco per le scale?

Cento simpatico basato sul dialogo di coppia (funziona quasi sempre). Anche se immaginavo che la vicina facesse altro alle sei del mattino invece di pulire e spostare mobili :-)
Carino.
Complimenti
Grazie

Sì però Francè ha ragione. Alle sei non sposti roba, se vivi in un condominio con le pareti sottili. E poi maledire il giorno del matrimonio solo per questo… Secondo me Antò ha una trasca con la vicina, per questo la difende.
Semplice ma carino, questo cento.

Un cento dove in molti possono riconoscere un'esperienza di vita vissuta. Mi sembra un po' eccessiva la reazione del marito alle lamentele della moglie (tra l'altro legittime). Invece di fare squadra le dà contro e non si capisce bene il perchè, o forse è la punta dell'icerberg di un rapporto logorato dove qualsiasi scusa va bene per litigare.
Mi sfugge un po' il focus della situazione...
Su cosa mi devo concentrare? Sulla vicina inopportuna o sulla coppia in crisi?
Poteva permettersi d'ignorarla chi? La moglie o la vicina?