Different Tales
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.
Ultimi argomenti attivi
» Staffetta 15 - Episodio 1
Inchiostro o lampada EmptyIeri alle 10:39 pm Da M. Mark o'Knee

» Different Staffetta Autonoma - Settimana del 18/11/2024
Inchiostro o lampada EmptyIeri alle 11:05 am Da Achillu

» Staffetta 12 - Episodio 5
Inchiostro o lampada EmptyIeri alle 12:03 am Da Albemasia

» Staffetta 13 - Episodio 4
Inchiostro o lampada EmptyLun Nov 18, 2024 8:33 am Da CharAznable

» staffetta 16 - Episodio 1
Inchiostro o lampada EmptyDom Nov 17, 2024 12:26 pm Da Albemasia

» Vincitori Fulminati
Inchiostro o lampada EmptyDom Nov 17, 2024 1:12 am Da caipiroska

» Pachamama! Quinto Step. Info e paletti
Inchiostro o lampada EmptySab Nov 16, 2024 2:04 pm Da Albemasia

» Un Natale senza Gesù
Inchiostro o lampada EmptyGio Nov 14, 2024 4:46 pm Da tommybe

» Staffetta 9 - Episodio 5
Inchiostro o lampada EmptyGio Nov 14, 2024 1:43 pm Da Albemasia


Non sei connesso Connettiti o registrati

Inchiostro o lampada

+18
Resdei
Akimizu
Nellone
paluca66
ImaGiraffe
caipiroska
Fante Scelto
M. Mark o'Knee
FedericoChiesa
Danilo Nucci
vivonic
Byron.RN
Susanna
gipoviani
Petunia
Antonio Borghesi
Arunachala
Different Staff
22 partecipanti

Andare in basso  Messaggio [Pagina 1 di 1]

1Inchiostro o lampada Empty Inchiostro o lampada Dom Mag 07, 2023 12:31 pm

Different Staff

Different Staff
Admin
Admin

Zio Quang, perché passi così tanto tempo in soffitta? Tutte le volte che vengo a trovarti, sei lì, in mezzo ai tuoi costumi di scena, sempre intento a guardare il mare dalla piccola finestra sul tetto”.
È questo che mi chiede spesso il piccolo Quy, il figlio di mia sorella Quyen. Non è più tanto piccolo, ha già dieci anni, ed è arrivato il momento di spiegargli tante cose. Lui sta vivendo finalmente in un periodo di pace ma deve sapere che non è stato sempre così, che c’è stata una terribile guerra che ha causato morte e distruzione, che gli ha portato via anche il padre, proprio quando stava per venire al mondo. Mi sento in dovere di farlo, proprio come fossi io il padre che non ha.
Sono costretto a raccontargli tutto per iscritto, non posso fare altrimenti; non riuscirei mai a dire tutto quello che vorrei con quel poco che resta della mia voce. Una lettera è la cosa migliore che possa fare. Gliela darò al momento giusto.



Halong, 16 marzo 1984

Caro Quy,
ho deciso di scriverti proprio oggi che non è un giorno come gli altri per il nostro paese e per la nostra famiglia. Quando ti avrò raccontato tutta la storia allora capirai meglio la ragione per cui ho comprato questa casetta ad Halong e perché io passi ore e ore a guardare dalla finestrina della soffitta lo splendido panorama della baia, il brulicare di quelle rocce emergenti circondate delle giunche dei pescatori. Ricordi la leggenda che ti raccontava sempre la mamma quando eri più piccolo? I draghi si schierarono con i vietnamiti nella guerra contro i cinesi e per aiutarli lanciarono nel mare gocce di giada che si trasformarono in quei curiosi pinnacoli di roccia perché formassero una sorta di muraglia difensiva. Così il nostro paese uscì vincitore dalla guerra, come del resto è accaduto sempre nella nostra storia. Così è stato anche con i francesi e con gli americani.

Come sai, noi proveniamo dalla provincia di Quang Ngai, dalla città di
Sơn Mỹ. Non avevo ancora tredici anni, quando ci spostammo più a nord, insieme ai nostri genitori, nella regione di Ha Nam, vicino ad Hanoi. Soltanto i miei anziani nonni restarono a Sơn Mỹ.
Mio padre aveva una vera passione per il teatro Cheo e durante le feste di paese partecipava fra gli interpreti di quella rappresentazione popolare in cui ogni gesto ha un preciso significato, come pure la mimica facciale e i movimenti del corpo, secondo regole precise stabilite quattro o cinque secoli fa.
Anch’io seguivo affascinato i suoi spettacoli e mi ripromettevo che un giorno o l’altro mi sarei dedicato anch’io a quel genere teatrale. In parte ci sono riuscito, anche se tutto non è andato come mi aspettavo.
Tuo nonno era sempre più bravo e il successo che aveva ottenuto ad Hanoi, gli consentì di abbandonare il lavoro dei campi e dedicarsi al teatro Tuong, meno popolare e più raffinato del Cheo. Lo seguivo in ogni sua rappresentazione, fino a quando anch’io ottenni qualche piccolo ruolo. Il gradimento del pubblico mi fece capire che quella avrebbe potuto essere la mia strada.

L’inizio della guerra, con il suo carico di dolore e di morte, interruppe i miei sogni artistici. L’episodio più doloroso è quello che avvenne esattamente sedici anni fa, il 16 marzo 1968. Un plotone di americani, in preda a una tragica follia omicida, riunì gli abitanti del villaggio, in prevalenza donne, bambini e anziani, e iniziò una specie di tiro al bersaglio. Non si è mai saputo con precisione il numero delle vittime, ma furono circa trecentocinquanta. Fra questi anche mio nonno e mia nonna. L’eccidio è conosciuto meglio come la strage di My Lai ed è stato uno degli episodi più crudeli della guerra contro l’invasore americano.
Soltanto dopo alcuni mesi io e mio padre riuscimmo a ritornare al villaggio. Non restavano che poche capanne e pochi superstiti che ci raccontarono particolari agghiaccianti di quella triste giornata. L’abitazione dei nonni era stata risparmiata dalle fiamme ed era occupata da una famiglia. Fummo contenti che quella casa fosse servita ad accogliere altre persone.
Entrammo nella casa. Ciò che mi colpì subito fu una vecchia foto appesa a una parete, che rappresentava un panorama marino.
Mio padre mi spiegò che quella era la baia di Halong. Mio nonno non aveva mai visto quel luogo, ma quell’immagine era divenuta per lui una vera ossessione. Chissà come fosse capitata nelle sue mani? Diceva sempre che avrebbe voluto andarci e che quello era il luogo in cui gli sarebbe piaciuto vivere e morire.
Chiedemmo il permesso di prendere con noi quella foto e ora, come sai, è appesa a una parete della mia soffitta.

Non so se fu l’immagine di quel villaggio distrutto, oppure il terrore negli occhi dei pochi superstiti, la vista della casa in cui affondavano le mie radici, i racconti della strage. So per certo che sulla via del ritorno sentii montare una rabbia incontenibile e fu in quell’occasione che presi la decisione. Avevo già diciannove anni e come altri della mia età decisi di unirmi ai vietcong per andare a combattere nel sud contro gli americani e il governo collaborazionista di Saigon (allora la città di Ho Chi Minh si chiamava così).


Fra le poche cose che avevo portato con me c’era anche la vecchia foto di Halong. Non avrei mai pensato che quell’immagine sbiadita in bianco e nero mi avrebbe aiutato a superare momenti di solitudine e di angoscia.
Fui destinato alla zona di Cu Chi, non troppo lontano da Saigon. Il nostro compito era molto delicato e pericoloso. Ce ne stavamo rintanati nelle gallerie sotterranee che erano state scavate nel lungo periodo della guerra contro i francesi. Fu in quella circostanza che mi accorsi di soffrire di un disturbo che mi causava il terrore irrazionale degli spazi chiusi. Ero riuscito piano piano a convivere con questo problema ma talvolta le crisi arrivavano all’improvviso.
In quei momenti ricorrevo all’immagine della baia di Halong, agli ampi spazi, al mare e all’orizzonte nello sfondo. I pinnacoli che emergevano dal mare mi davano un senso di solidità e sicurezza; mi concentravo sulla foto, dimenticando il luogo angusto in cui ero rintanato, fino al momento in cui l’inquietudine e l’angoscia lentamente mi abbandonavano.
I nostri erano compiti di sabotaggio e di agguati nella boscaglia. Alla fine di ogni azione rientravamo nella nostra tana, tutti, salvo uno di noi che doveva restare all’esterno per togliere ogni traccia che rivelasse l’ingresso al tunnel.
Spesso mi sono offerto come volontario per il delicato compito di sorveglianza. In certi momenti preferivo il rischio di un proiettile al rientro in quella sorta di tomba sotterranea.
Nonostante tutte le precauzioni, alcuni accessi ai tunnel di Cu Chi venivano scoperti e allora erano guai seri.
Gli americani avevano una squadra appositamente addestrata per queste missioni. Li chiamavano Tunnel Rats che qualche volta riuscivano a penetrare, costringendoci a una battaglia sotterranea in cui tutte le armi erano utilizzate, da entrambe le parti.
L’arma che temevamo di più e che ci costringeva a precipitose fughe nel labirinto di cunicoli, era il CS, un composto lacrimogeno che veniva soffiato all’interno delle cavità del tunnel allo scopo di farci uscire allo scoperto. Questa miscela causava sulla salute conseguenze molto gravi che potevano anche essere irreversibili.
Proprio il CS ha causato i miei problemi respiratori e mi ha gravemente danneggiato le corde vocali. Da allora la mia voce è quella che conosci bene: suoni gutturali e graffiati che riesce a comprendere soltanto chi mi conosce bene.
Per un po’ di tempo non mi abbandonò la speranza che il disturbo sarebbe passato e che tutto prima o poi sarebbe tornato come prima e, in fondo, non ci pensai molto; in quel momento c’era da combattere, uccidere e cercare di salvarsi la pelle.
Ciò che mi affliggeva di più era la convinzione che questa grave menomazione mi avrebbe impedito di riavvicinarmi agli spettacoli teatrali che sarebbero ripresi quando finalmente avremmo vinto la guerra e cacciato gli invasori. Non mi sarebbe rimasto che tornare al duro lavoro nelle risaie. Invece, non è stato così.
Nel teatro Tuong, la parola non è così importante. I personaggi del Tuong si identificano dal loro trucco, dai costumi, dalle espressioni del viso e dai movimenti del corpo e in tutto questo mi accorsi presto di essere un maestro.
A metà degli anni ’70, con la fine della guerra riprese lentamente la vita normale e con questa il desiderio di divertirsi. Cominciarono di nuovo anche le rappresentazioni teatrali.
Ripresi l’attività, sotto la guida esperta di mio padre che aveva deciso di abbandonare la recitazione.
Con il suo aiuto cercai di affinare i personaggi di quelle storie, puntando soprattutto sui movimenti del corpo e sulle espressioni del viso che avrebbero sostituito la parola che non mi apparteneva più.
Avvertii subito che si creava un legame immediato, quasi magico, fra me e il pubblico. Gli spettatori solidarizzavano con me se avevo la faccia dipinta di rosso, colore che rappresentava il coraggio e la lealtà. Mi odiavano, invece, se mi muovevo in modo minaccioso e avevo la faccia bianca, simbolo di crudeltà e tradimento. Alcuni bambini non riuscivano a trattenere il pianto. Piccoli gesti, come il giocare con la barba finta, facevano trasparire stati d’animo di incertezza, preoccupazione, rabbia e così via.

Il successo mi procurò presto quel po’ di denaro che non avrei mai ottenuto spezzandomi la schiena nei campi. In questo periodo riuscii finalmente a vedere la baia di Halong. Era anche più bella di come me la ero immaginata. Girai in lungo e in largo la costa, fino a quando non riuscii a trovare il punto esatto da cui era stata scattata quella fotografia. Era una casa a due piani, certamente costruita durante il periodo francese. Dal secondo piano si accedeva a una soffitta e il panorama che si poteva ammirare dalla finestrina sul tetto era proprio quello da cui l’ignoto fotografo aveva scattato la foto del nonno.
Spesi tutti i miei risparmi per avere quella casa. Del resto, come avrei potuto farmela sfuggire?
La baia di Halong era ormai diventata un’ossessione anche per me, proprio come per mio nonno.
Resi ancor più mia la soffitta, portando lì i miei costumi di scena e le foto che mi ritraevano durante gli spettacoli. Erano in buona compagnia con la foto del nonno.
La baia è il simbolo di tutto quello che avevo sognato nei momenti più bui della mia esistenza. È l’immagine concreta della libertà, della pace. Come diceva il grande Ho Chi Minh, “Nulla è più prezioso dell’indipendenza e della libertà”.
La finestrina sulla baia rappresenta il bello e anche tu dovrai sempre ricercare il bello nella tua vita, perché il bello è contagioso e quando lo trovi ti resta addosso e impedisce al brutto di entrare. Il grande Ho diceva anche: “Vicino all’inchiostro si diventa neri, vicino alla lampada si diventa chiari”.

Tuo zio Quang

2Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Lun Mag 15, 2023 9:20 am

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

piaciuto. semplice, lineare e scorrevole, ma carico di tante emozioni vissute.
anche gli episodi relativi alla guerra, pur se minimamente descritti, fanno la loro parte.
quello fu uno dei tanti periodi bui del notro pianeta, e tutt'ora ve ne sono in corso, ma la cosa più bella della storia è la trasformazione da attore a mimo, sia pure per causa di forza maggiore.
significa accettare la situazione e saperla vivere pienamente, con consapevolezza.
sì, piaciuto.


______________________________________________________
L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

Inchiostro o lampada Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

3Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Lun Mag 15, 2023 4:24 pm

Antonio Borghesi

Antonio Borghesi
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Mi hai risvegliato dei ricordi con quella descrizione di Cu Chi da me visitata moltissimi anni fa e ho risentito quel senso di claustrofobia che mi aveva colpito nel scendere in uno dei tunnel. Solo al primo livello. Quelli ne avevano fino a quattro e talvolta l'uscita era sott'acqua nel fiume Mekong. Non ce l'ho fatta a scendere più in basso. Non è comunque solo questo che mi ha fatto leggere con piacere la tua storia alla quale però, sicuro per i pochi caratteri a disposizione, manca la parte di lui che da vietcong si trasforma, non solo in mimo ma soprattutto in vietnamita libero. Bravo

4Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Mar Mag 16, 2023 8:57 am

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Il pregio dell’avventura Rooms è che ci ha fatto scoprire (almeno personalmente) tanti luoghi e tante storie che non sarebbero emerse dalle nostre sole fantasie o ricordi. Scusa autor il pistolotto ma sono davvero entusiasta delle letture che sto facendo in questo step.
Il tuo racconto non è da meno. Pur nel genere prescelto che, di norma non facilita certo la trasmissione di emotività e l’empatia coi personaggi, ho rinvenuto, al contrario, una bella emotività come se tu in quei luoghi ci fossi stato davvero e avessi avuto modo di parlare con qualcuno degli abitanti. Hai messo l’accento su una guerra che da occidentali conosciamo meno, storia che hai fatto molto bene a mettere a fattor comune.
Niente da dire sulla scrittura, pulita lineare e adeguata al genere letterario che hai prescelto.
Racconto più che meritevole. Complimenti.

5Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Mar Mag 16, 2023 4:51 pm

gipoviani


Padawan
Padawan

Hieronymus "Harry" Bosch, oltre che essere un pittore, è anche un personaggio letterario nato dalla penna di Michael Connelly. Lui è stato un Tunnel Rat. In uno dei suoi romanzi " La memoria del topo", racconta proprio questa esperienza. 
Detto questo, il racconto mi è piaciuto. Scritto con garbo, piacevole da leggere, velato da un elegante commozione. Ricorda una strage che noi occidentali abbiamo perpetuato una delle tante volte che abbiamo girato il mondo esportando democrazia e civiltà.
Bravo/a

6Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Mer Mag 17, 2023 11:46 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Molto curioso il titolo, complimenti.
Non so se per mia ignoranza o momento "nebbioso", ma non sono riuscita a darne un significato legato alla vicenda, neanche a una seconda lettura, ma la cosa non mi ha disturbato. Magari la Penna me lo spiegherà.
Un bel racconto, occasione per rispolverare qualche notizia sul periodo trattato (più per reminiscenze di documentari storici che scolastiche, dove tutto è stato decisamente semplificato) e imparare qualcosa su uno dei generi teatrali che portano un mimo nel racconto. La vicenda è molto particolare e, per il genere epistolare scelto, pecca forse un po’ per la quantità di info storiche, necessarie però per far comprendere al ragazzino le ragioni del rifugiarsi in soffitta dello zio.
Il genere prescelto ha evitato l’uso dei dialoghi, ma anche obbligato a qualche blocco di testo che, a mio parere, ogni tanto avrebbe potuto essere suddiviso, soprattutto quando c’è un cambiamento di scena o di argomento.
Quando la “Storia” è entrata nel racconto, la vicenda del protagonista mi si è per un po’ interrotta, anche se riprenderla non è stato assolutamente difficile.
La scrittura è solida, forse in qualche punto la punteggiatura andrebbe rivista - ma questo risente anche del mio gusto personale - ma niente che infici una lettura interessante.
 
Le mie note
gocce di giada che si trasformarono in quei curiosi pinnacoli di roccia perché formassero una sorta di muraglia difensiva - questa frase, un po’ lunga, la vedo meglio così: gocce di giada, affinché si trasformassero in pinnacoli di roccia, che formarono una sorta di muraglia difensiva.
partecipava fra gli interpreti - era tra gli interpreti
Nonostante tutte le precauzioni, alcuni accessi ai tunnel di Cu Chi venivano scoperti e allora erano guai seri - toglierei la puntualizzazione, visto che si parla solo di quelli.
Però leggo meglio così: Nonostante tutte le precauzioni, alcuni accessi al tunnel  finirono per essere scoperti, con conseguenze molto serie (o drammatiche).


Grazie a @gipoviani : il Tunnel rat - a parte che sapevo dei tunnel - mi diceva qualcosa: un romanzo letto tanto tempo fa e che mi era davvero piaciuto. Ma chissà dov'è finito, il libro.


______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

7Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Sab Mag 20, 2023 12:58 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Il racconto è scritto bene, non ho rilevato errori.
Mi è piaciuta l'idea di collegare il mimo al teatro Cheo, interessante utilizzo.
La soffitta c'è, la baia di Halong pure, anche se è più una presenza lontana, un'immagine in bianco e nero sullo sfondo della storia.
Certo che come ho già detto altrove il racconto epistolare non permette tanti guizzi, il ritmo è alquanto compassato, tutto è, per forza di cose, troppo raccontato.
Anche l'episodio della guerra, che è molto interessante e mi è piaciuto particolarmente, viene un pò sacrificato dallo stile epistolare.
Un bel racconto ma che a mio gusto, per quanto esposto, non riesce a emergere totalmente.

8Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Lun Mag 22, 2023 6:19 pm

vivonic

vivonic
Admin
Admin

Ciao, Autore. Un bel racconto, con qualche errore di punteggiatura che talvolta non agevola la lettura (soprattutto dovresti cercare di evitare le virgole tra soggetto e predicato).
Per il resto, è una bella storia che si legge bene. Mancano però dei picchi di climax, di emotività per il lettore, di ritmo forse, che permetterebbero di stringere empaticamente con le tue parole e gustarsi maggiormente il racconto che, ripeto, mi è comunque piaciuto e ho letto volentieri. Non so, però, quanto riesca a imporsi sugli altri racconti presenti in concorso.
Complimenti, comunque.


______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.

9Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Lun Mag 22, 2023 9:11 pm

Danilo Nucci

Danilo Nucci
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ho letto con interesse il tuo racconto perché mi ha ricordato il mio viaggio di vari anni fa in Vietnam. In quell’occasione ho potuto ammirare anche la Baia di Halong, forse uno dei luoghi più belli che abbia visto. Confesso che non ebbi invece all’epoca il coraggio di fare un tour nei Tunnel di Cu Chi che mi dicevano molto impegnativo.
La cosa curiosa che ricordo è la completa apertura dei vietnamiti al popolo americano, nonostante le atrocità subite, tant’è che avevano organizzato dei tour chiamati “Veteran Tours”, appositamente studiati per i reduci americani della guerra in Vietnam, a dimostrazione che la riconciliazione trova terreno più fertile nelle culture orientali. È solo un’ipotesi: l’altra meno idilliaca è che il denaro fa passare al di sopra di tutte le questioni di principio in ogni parte del mondo.
A parte la divagazione personale, quanto agli elementi della prova: soffitta, mimo e baia di Halong sono discretamente rappresentati. Anche il 1984, ma questo mi è parso un po’ cercato.
Alla prossima.

A Fante Scelto garba questo messaggio

10Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Lun Mag 22, 2023 9:14 pm

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Una lettera in cui si fa un racconto piuttosto didascalico di alcuni eventi, ma manca di coinvolgimento: ho trovato tutto troppo enciclopedico.
Passaggi come "Non si è mai saputo con precisione il numero delle vittime, ma furono circa trecentocinquanta" o "L'eccidio è conosciuto meglio come la strage di My Lai..." sono troppo figli di Wikipedia.
Zio Quang scrive una lettera, sembra per spiegare come la guerra abbia portato via il padre del bambino, ma il padre scompare dal racconto che si trasforma in una dissertazione sui diversi teatri vietnamiti.
Scusami, ma non mi ha convinto.

11Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Mar Mag 23, 2023 11:40 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

La lettera di “Zio Quang" mi è sembrata piatta, priva di quella emotività che ci si aspetterebbe dalla rievocazione di atrocità gratuite come la strage di My Lai. L'episodio viene invece raccontato quasi con distacco, in maniera didascalica, enciclopedica: "Un plotone di americani, in preda a una tragica follia omicida, riunì gli abitanti del villaggio, in prevalenza donne, bambini e anziani, e iniziò una specie di tiro al bersaglio. Non si è mai saputo con precisione il numero delle vittime, ma furono circa trecentocinquanta". Una descrizione asettica, che non fa trasparire la paura, le grida, l'eccitazione, gli spari...
Il tono della lettera resta sempre più o meno simile. Non esplode la gioia per essere salito sul palco né la disperazione per la perdita della voce; non si percepisce la "rabbia incontenibile" che lo spinge a unirsi ai vietcong. Tutto si stempera in una sorta di continua e tranquilla rassegnazione.
La storia è in pratica una biografia del narratore e si concentra su ciò che lui stesso ha vissuto e fatto prima, durante e dopo la guerra, tralasciando completamente un qualcosa che per suo nipote dovrebbe essere importantissimo: cosa sia accaduto a suo padre ("una terribile guerra [...] che gli ha portato via anche il padre, proprio quando stava per venire al mondo").
A noi e al "Caro Quy" non resta altro che sperare nella prossima lettera.
M.


______________________________________________________
"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

12Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Ven Mag 26, 2023 10:42 am

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

E' vero, come rilevato già da altri commentatori, la grande pecca di questo racconto epistolare è che perde il focus nella narrazione; tralascia la parte più importante, quella del parlare del padre di Quy, per concentrarsi più su una sequenza di eventi un po' troppo didascalica e poco sentita.
Anche qui, gli esempi sono già stati fatti da altri lettori e io mi trovo in linea con loro.

C'è anche qualcosa che non mi ha convinto del tutto nel registro linguistico utilizzato, forse un po' piatto, un po' povero di sentimento, per una lettera, specie di una persona che ha quasi perso l'uso della voce, che al contrario dovrebbe racchiudere molto sentimento e personalità.
La guerra in Vietnam, col suo carico di dolore e impressione, poteva e doveva emergere con maggior forza. Dopotutto, la stiamo vivendo dal punto di vista di un Vietcong, cosa poco frequente rispetto alla ben più massiccia letteratura e cinematografia che ben conosciamo dal punto di vista americano.

Al proposito, il tuo racconto mi ha ricordato quanto è stata strana la guerra del Vietnam, dove ha vinto la fazione che ha subito molte più perdite (60.000 americani contro, si stima, più di un milione di nord-vietnamiti).
Ma a far la differenza, in quel conflitto, sono state le motivazioni, molto diverse e molto più profonde in chi combatteva in casa e per la propria casa, e chi, invece, si è trovato a essere invasore, perdipiù senza il pieno supporto della propria madrepatria alle spalle.

Andando invece sul personale, questo zio Quang quasi senza voce mi ha ricordato mio nonno, anche lui rimasto con le corde vocali danneggiate e quindi in grado di parlare solo sfruttando le tecniche del ventriloquio.
Quando ero piccolo soleva dire che era una "ferita di guerra", e non avete idea dei castelli in aria che mi ero costruito su questa cosa, sapendo che lui la Guerra l'aveva fatta dall'inizio alla fine, prima in Africa e poi nel Mediterraneo, a bordo dei velivoli della Regia Aeronautica.
Potete immaginare la perplessità quando scoprii, a distanza di molto tempo, che in realtà aveva perso le corde vocali per via di un malanno dal nome brutto, causato dal fumo passivo respirato in anni di servizio in Polizia, dopo la guerra.
Questo per dire quanto è importante il divieto di fumare al chiuso.
Tranquillo, nonno, non me la sono presa per la faccenda della ferita di guerra. Sono io che vado in brodo di giuggiole quando si tratta di questi argomenti, e non capivo che stavi scherzando.

Fatta la mia solita digressione nostalgica, concludo dicendo che il racconto mi è piaciuto, ma manca davvero di mordente ed è troppo didascalico in tanti passaggi. Aveva bisogno di più forza espressiva, soprattutto vista la potenza del tema trattato.

A Akimizu garba questo messaggio

13Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Dom Mag 28, 2023 9:25 pm

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Il racconto è ben scritto e interessante, ma credo che la forma epistolare non lo aiuti a brillare come dovrebbe, in quanto emozioni e sensazioni non emergono con sufficiente forza dal testo.
C'è anche un'altra cosa che non mi convince del tutto: in una lettera tra zio e nipote mi aspettavo un po' più d'intimità, qualche confessione, qualche delucidazione, dove si vorrebbero sciogliere alcuni misteri riguardanti i perchè della famiglia. Il testo invece appare didascalico in molti punti, quasi scritto con distacco.
Lo zio poi è molto giovane (dal testo dovrebbe avere trentacinque anni), ma parla come se vivesse solo di ricordi, chiuso in quella soffitta, quando ci si aspetterebbe che fosse nella piena attività della sua carriera di attore.
Mi rimane addosso una strana sensazione di frettolosità, come se i perchè di questa storia non fossero stati studiati e strutturati abbastanza.

14Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Lun Mag 29, 2023 5:25 pm

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Fosse per me, chiederei agli amministratori di bandire le lettere dal forum. Lo dico con la massima ironia, e spero che l'autore non se ne offenda. Ho commesso lo stesso errore nello step del salotto, e ancora oggi me ne dispiaccio perché, come in questo caso, la storia narrata è molto interessante, ma viene completamente affossata dal genere utilizzato.

Sto capendo che affidare la narrazione di una storia a una lettera è sempre difficile, soprattutto se la lettera è così nozionistica e descrittiva. Credo che debba essere utilizzata solo se si vogliono esprimere sensazioni piuttosto che fatti. Il tuo racconto è semplice e si legge molto bene, ma ho avuto l'impressione che fosse la sinossi di una storia che avrebbe potuto essere più articolata. Gli elementi ci sono tutti e sono anche interessanti. Le ricerche sulle tradizioni stanno rendendo questo step una vera miniera di bellissime curiosità. Quello che manca è il lato emotivo.

15Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Lun Mag 29, 2023 10:08 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Racconto molto ben scritto (anche se la punteggiatura è usta qua e là in maniera un po' discutibile) e con i paletti perfettamente centrati e utilizzati in modo da "non" apparire.
Detto questo, il racconto non mi ha coinvolto particolarmente risultando, nella parte centrale, troppo deascrittivo tanto da darmi quasi l'impressione di leggere una pagina di enciclopedia.
È uno zio che scrive al nipote e dopvrebbe esserci un forte coinvolgimento emotivo, mentre a me ha dato ogni tanto l'impressione di essere un pamphlet divulgativo contro la guerra in Vietnam (lecito, peraltro, ma non in questo contesto).
Alla fine le parti più belle sono quelle in cui descrive la casa, la foto e, soprattutto, il primo affacciarsi alla finestrella per vedere esattamente lo stesso paesaggio ritratto proprio nella foto.


______________________________________________________
Inchiostro o lampada Badge-3

16Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Gio Giu 01, 2023 9:22 am

Nellone


Younglings
Younglings

La vita di un uomo raccolta in una lettera di qualche decina di riga. Un po’ riduttivo? A giudicare da quanto traspare da questo racconto direi di no, ci sono tutti i punti fondamentali; mancano i particolari e questo non è un dettaglio da poco. L’uso dei paletti è davvero sapiente, tutto appare molto naturale e consequenziale, senza lasciare nulla al caso. Peccato solo che non ci siano picchi di tensione, altrimenti il racconto sarebbe stato davvero sublime. Apprezzo anche il fatto di lasciare tutto molto chiaro e scorrevole, senza particolari salti temporali e senza la necessità di inventarsi paragoni o altri barocchismi che, in una lettera indirizzata a un bambino o poco più, apparirebbero del tutto innaturali e slegate. Quindi bene così; peccato solo quel qualche piccolo errore nell’uso della punteggiatura (qualche virgola fra soggetto e verbo) ma si tratta sicuramente di sviste, pertanto non posso darne peso. Nel complesso un racconto che avrebbe forse meritato un po’ più di mordente ma che nel complesso, pur nella sua semplicità, ho apprezzato, in particolar modo all’interno del contest.

17Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Gio Giu 01, 2023 10:13 am

Akimizu

Akimizu
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ciao autore, strana scelta quella di usare, proprio quando il genere diventa libero, quello epistolare. E non sei l'unico. Coraggio e forse incoscienza, vista l'oggettiva difficoltà nel gestirlo. Di questo ti rendo merito. La storia, ciò che ci hai raccontato insomma, mi ha coinvolto, ma più col cervello che col cuore, insomma, era interessante, ma non mi ha portato dentro un altro mondo o fatto provare particolari emozioni. Molti punti sono decisamente didascalici, qualcuni addirittura potrebbero fare bella figura in una enciclopedia. Eppure il materiale per strappare il cuore al lettore c'era, cavolo se c'era. Maledetta epistola. A rileggerci!


______________________________________________________
Inchiostro o lampada Senza_10

18Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Gio Giu 01, 2023 5:56 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao Autor
Un altro bel racconto, il tuo, che ho letto davvero volentieri. Trasmette emozione e purtroppo testimonia la crudeltà dell’uomo verso i suoi simili. La storia scorre leggera, plausibile. Bella la figura del mimo, diversa da quella che siamo soliti conoscere e tutti i significati simbolici che esso rappresenta. Mi è sembrato di ascoltare una fiaba e mi sono lasciata trasportare nella narrazione. Complimenti.
Il finale lascia in sospeso, come se fosse necessario e prevedibile un seguito.
A rileggerci

19Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Lun Giu 05, 2023 11:26 am

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao, Penna.

C'è differenza tra "anche se tutto non è andato come mi aspettavo" e "anche se non tutto è andato come mi aspettavo". Diciamo che la prima espressione è talmente catastrofica che forse sarebbe meglio esprimerla con una costruzione grammaticalmente positiva: "anche se niente è andato come mi aspettavo". Questo forse è gusto mio, ci vorrebbe qualcuno bravo davvero a cogliere e spiegare queste sfumature.
Nella lettera del nonno ho trovato frasi come "Questa miscela causava sulla salute conseguenze molto gravi che potevano anche essere irreversibili." L'impressione che mi danno è che sono troppo didascaliche, più adatte a un saggio che a una lettera di un nonno al nipote.
Ok, il nipote ha dieci anni, però il racconto è pur sempre un racconto. Non c'è un filo conduttore: c'è la guerra ma c'è anche la storia del nonno e a mio gusto, anche se la guerra è presentata dal punto di vista del narratore, mi dà l'impressione di essere comunque slegata.
Il 1984 è lì per caso. Un po' meglio integrate la Baia di Ha Long e la soffitta.
Molto bene la storia del mimo, mi è piaciuta molto anche l'evoluzione del personaggio e il fatto di aver integrato la professione del narratore nel teatro culturale vietnamita.

Grazie e alla prossima.


______________________________________________________
Inchiostro o lampada Badge-2
https://linktr.ee/Achillu

20Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Mer Giu 07, 2023 3:27 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Sì, anch'io rilevo un "sacrificio" della trama rispetto al genere scelto. Intendo dire che la base di questa vicenda, forse, doveva essere narrata attraverso un genere più congeniale. 

Per esempio: perché non partire dalla casetta (dalla soffitta) dov'era stata scattata la foto della baie e da lì tornare indietro fino a quanto lo zio consegna (o sta per consegnare) la lettera al nipote? Ovviamente l'Autore prenda il mio suggerimento con le molle.

Interessante la disamina sui tipici teatri vietnamiti per cui cercherò altre informazioni. Sarebbe stato interessante conoscere di più sulla vicenda del padre di Quy, che è stata completamente oscurata. Interessante e da approfondire, la questione dei Tunnel Rats che non conoscevo. Insomma un aggregato di spunti interessanti ma anche mancanti nello spazio di una lettera che mi lasciano combattuto sul giudizio finale.

Grazie

21Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Gio Giu 08, 2023 9:08 am

CharAznable

CharAznable
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Il tema trattato è molto molto interessante. Tocchi diversi punti della storia e dei costumi del Vietnam, da ex Indocina francese all'indipendenza. Non so se è errato il genere, ma il tutto rimane molto "enciclopedico". In alcuni passaggi sembra di leggere stralci di Wikipedia. Capisco che lo zio vuole raccontare la loro storia al nipote, però risulta troppo didattico. Poco emotivo in certi passaggi. Funzionano meglio quelli dove narra la sua vicenda personale. La sua trasformazione a "mimo" nell'ambito del teatro tradizionale è molto bella, così come le esperienze di guerra.
Lettura piacevole e interessante.
Complimenti.
Grazie.


______________________________________________________

I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

22Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Sab Giu 10, 2023 12:30 pm

Asbottino

Asbottino
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Inizio dalla soffitta. Al di là di quella vista della baia e di un passato di costumi di scena non ha molto altro per sostenere il racconto. Forse un po' poco per considerarlo la storia di una stanza. E così la narrazione epistolare si concentra sulla guerra, su un passato che cerca di spiegare il presente a un bambino di dieci anni, sulla vista di quella baia, prima in foto e poi dal vivo, un angolo di paradiso che cerca di bilanciare le atrocità del conflitto. Un'immagine semplice ma molto efficace, devo dire. Sul mimo sorvoli abbastanza e il 1984 è nominato ma poco rappresentato. Direi che dei paletti l'unico veramente presente è la baia. Più come idea, una meraviglia con un grosso potere evocativo, che come luogo reale.
La storia che racconti è molto bella, ha un grosso potenziale. Sembra quasi che la forma epistolare sia stato un modo per te di fissarla su carta e il fatto di raccontarla a un bambino quasi una scusa per renderla semplice. Non è detto che debba restare così. Non escluderei la possibilità di raccontarla diversamente.
Nel complesso è un racconto piacevole da leggere, che procede senza particolari picchi ma senza cadute e che ha, secondo me, il suo difetto principale nell'essere poco centrato sui paletto fondamentale, quello della stanza, e di sfiorare gli altri quel che basta.
Ti segnalo un dettaglio sull'episodio che citi, la strage di My Lai. In realtà i vietnamiti lo ricordano come il massacro di Son My. Come lo riporti tu è come lo riportano gli americani.


______________________________________________________
Inchiostro o lampada Senza_10

23Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Sab Giu 17, 2023 3:34 pm

Danilo Nucci

Danilo Nucci
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Grazie per i commenti. Una certa uniformità di giudizio non mi lascia spazio a repliche o giustificazioni. Una cosa è certa: non credo che azzarderò più il genere epistolare se non con una pistola alla tempia.
Un grazie particolare a Gipo e Tony che mi hanno salvato dallo "zero" che avevo previsto.
Alle prossime sfide!

A Achillu e paluca66 garba questo messaggio

24Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Sab Giu 17, 2023 3:43 pm

Danilo Nucci

Danilo Nucci
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Susanna ha scritto:Molto curioso il titolo, complimenti.
Non so se per mia ignoranza o momento "nebbioso", ma non sono riuscita a darne un significato legato alla vicenda, neanche a una seconda lettura, ma la cosa non mi ha disturbato. Magari la Penna me lo spiegherà.

Grazie Susanna del commento molto articolato. Per quanto riguarda il titolo, mi pareva ben spiegato nelle ultime righe del brano con la citazione di Ho Chi Minh.

25Inchiostro o lampada Empty Re: Inchiostro o lampada Sab Giu 17, 2023 4:06 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Danilo Nucci ha scritto:
Susanna ha scritto:Molto curioso il titolo, complimenti.
Non so se per mia ignoranza o momento "nebbioso", ma non sono riuscita a darne un significato legato alla vicenda, neanche a una seconda lettura, ma la cosa non mi ha disturbato. Magari la Penna me lo spiegherà.

Grazie Susanna del commento molto articolato. Per quanto riguarda il titolo, mi pareva ben spiegato nelle ultime righe del brano con la citazione di Ho Chi Minh.
Scusa Danilo: dormita pazzesca! E sì che quella frase mi era piaciuta molto.


______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

A Danilo Nucci garba questo messaggio

Contenuto sponsorizzato



Torna in alto  Messaggio [Pagina 1 di 1]

Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.