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1Confucio mi disse Empty Confucio mi disse Mar Mag 09, 2023 10:19 pm

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La vita è veramente molto semplice, ma noi insistiamo nel renderla complicata (Confucio)
«Non ti sei stancata troppo?»
Loan lo rassicurò con un sorriso: una volontà da donna era racchiusa nel corpo di una ragazza di soli sedici anni. La salita in cima al monte dell’isola di Cat Ba era stata faticosa, ma la vista ripagava ampiamente lo sforzo: da lassù, il verde delle mille isole della baia di Ha Long annegava nel blu del mare e del cielo. Qualche giunca, spiegate le vele arancioni, stava prendendo il largo, forse con un prezioso carico, facendosi strada tra le minuscole barche di pescatori: il pensiero di essere cullata dalle onde le stava scatenando una nausea peggiore di quelle che la tormentavano ogni mattina.
Sắc lo notò. «Riposati un po’», le disse aiutandola a sedersi su una roccia: si mise alle spalle della ragazza, lo sguardo a oriente, perso nei suoi pensieri.
Le accarezzò il ventre: mancavano ancora diversi mesi alla nascita, ma la pancia cresceva a vista d’occhio. Un maschietto, vivace, intelligente, ne era sicuro. Con la luna nuova sarebbe stato Capodanno e il piccino sarebbe nato nell’anno della tigre: appassionato ed energico.
«Preoccupato?»
«Le tigri sono sensibili, amano la vita, ma spesso sono persone infuocate e la loro forte personalità li porta a conflitti.»
«Sapremo educarlo, ne sono sicura. Non lasceremo che la sua competitività sfoci nell’arroganza.»
«Ci proverò… ci proveremo. Il padre che non insegna a suo figlio i suoi compiti è egualmente responsabile al figlio che li trascura.»
«Non iniziare a parlare per aforismi! Stai diventando peggio di mio padre.»
Hoang Xuan Duong, il padre di Loan… Sắc gli doveva molto, forse tutto.
Da piccolo la vita era stata molto esigente con lui, orfano di entrambi i genitori quando non aveva ancora compiuto quattro anni. Ma nel piccolo villaggio di Kim Lien era d’uso darsi una mano tra tutti.
Duong l’aveva chiamato a sé: «Nguyễn Sinh Sắc, mia moglie e io non abbiamo figli, per cui, ora che sei rimasto solo, abbiamo deciso di adottarti».
E così la vita aveva subito iniziato a restituirgli quanto gli aveva tolto. Duong, filosofo seguace di Confucio, teneva lezioni per i bambini di Kim Lien e di altri villaggi vicini e anche Sắc crebbe all’ombra delle quattro virtù cardinali: , le buone maniere; yi, l’aiuto vicendevole; lian, la coscienza dei diritti altrui; chi, la consapevolezza dei propri doveri.
«Duong», gli aveva detto qualche anno più tardi, «ti sarò grato per sempre per quello che mi hai dato.»
«È giusto essere riconoscenti, ma non aspettarti mai niente dagli altri: Non fare del bene se non hai la forza di sopportare l’ingratitudine.» Poi, per sdrammatizzare: «Non avevo figli: sei arrivato tu. E subito dopo, per miracolo abbiamo avuto una figlia, poi un’altra. La vita mi ha già ripagato del poco che ho fatto».
E lui? Chi doveva ringraziare ancora? Quella figlia, la prima, Loan, era tutto per lui: sorella, amante, sposa, e ora anche madre.
«Vieni, torniamo in città», le disse allungandole la mano.

In qualunque direzione tu vada, vacci con tutto il cuore (Confucio)
«Sắc, oggi torna a casa passando dalla fattoria di Phong.» Era ormai un mese che, finite le lezioni, Duong chiedeva al ragazzo di raggiungere casa per una via sempre diversa, allungando il percorso anche di qualche chilometro. Sắc aveva ubbidito sempre, ma quel giorno era determinato a chiedere spiegazioni.
«Maestro», l’insegnamento voleva che durante le lezioni alla scuola, alla rujia, l’affetto e i sentimenti non interferissero nei rapporti tra di loro, «potresti spiegarmi come mai devo sempre fare una strada nuova per tornare alla mia casa?»
«Fai quello che ti dico… capirai.»
«Maestro, Colui che chiede è uno stupido per cinque minuti, colui che non chiede è uno stolto per sempre».
Dong sorrise: «Hai ragione: quando tornerai a seguire la strada abituale per tornare a casa, la guarderai con occhi nuovi e scoprirai cose che non avevi mai notato. Chi torna per la vecchia strada per imparare il nuovo, può essere considerato un maestro».
Il ragazzo si diresse verso la fattoria di Phong, felice della risposta e felice di non aver fatto la figura dello stupido.
La intravide, nascosta tra le radici di un grosso baniano. Da quando lui si era trasferito nella casa paterna, Loan aveva iniziato a comportarsi in modo strano. Avevano meno occasioni di vedersi e di giocare come un tempo, ma ora che lui era diventato più grande e le figlie stavano raggiungendo la maturità, Duong aveva preferito che Sắc tornasse ad abitare nella casa della sua famiglia.
«Ti aiuterò a risistemarla», gli aveva detto Duong. «Ci sarà parecchio da fare: sono molti anni che nessuno se ne prende cura. E potrai venire da noi tutte le volte che vorrai… dopotutto il paese è piccolo e non siamo distanti.»
«Padre», gli disse usando quella parola, quella che usava solo in alcuni momenti di intimità e confidenza, «non ti devi sentire in difetto per questa decisione. È comprensibile… e io starò bene nella vecchia casa di famiglia. Ho quindici anni ormai: è anche ora che io inizi a prendere in mano la mia vita.»
Era stata Loan a patire maggiormente questa decisione. Così, quando non doveva sbrigare le faccende per sua madre, correva alla scuola e più volte Sắc l’aveva scorta osservarlo di nascosto durante le lezioni. Ma quando lui la incrociava nei campi o nei vialetti del villaggio, lei tirava giù il capo e affrettava il passo.
«Loan, mi accompagni verso casa?» gridò rivolto alla ragazzina.
Lei si guardò intorno, cercando una improbabile via di fuga, ma era troppo tardi.
«Perché vai di qui?»
«È una storia lunga… di quelle che piacciono a tuo padre.»
«Magari piacerebbero anche a me!» sussurrò tra le labbra, quel tanto da farsi udire dal fratellastro.
«Perché non vieni a scuola anche tu, allora?»
«Mio padre non vuole. Mi ha citato Confucio: Ci sono due categorie di persone con le quali non è mai facile intendersi, gli uomini dappoco e le donne.»
«Scherzava, ne sono sicuro. Dove c'è l'educazione non c'è distinzione di classe… figuriamoci se c’è distinzione tra maschi e femmine.»
«No. Per lui alle donne è concesso solo di accudire i figli e la casa, passando dall’autorità del padre a quella del marito.»
«Allora è per questo che vieni spesso a sbirciare mentre facciamo le lezioni?»
«Si, per questo… e anche per altro. Ma lasciamo perdere… parlate della vita, ma non sapete vedere al di là del vostro naso», tagliò corto imbronciata.
Camminarono fianco a fianco senza guardarsi. Un tuono li scosse dal loro silenzio. Grosse gocce iniziarono a cadere. In quel periodo dell’anno si sarebbero subito trasformate in un torrente di pioggia; lo sapevano entrambi.
«Vieni a ripararti da me. Ti faccio vedere la casa.»
Non c’era molto: una sala piuttosto ampia ospitava una piccola credenza con qualche cibo accatastato, dei sassi a delimitare un focolare su cui scaldare le vivande, un tavolino in fronte alla finestra, chiusa da una stuoia in bambù. Una stanza a fianco alloggiava un giaciglio di paglia, con una coperta di lana di capra.
«Cosa sono quelli?» chiese la ragazza indicando alcuni rotoli di carta di riso accatastati nell’angolo.
«Ogni sera, finiti i lavori, scrivo quello che ho appreso alla scuola… e magari durante la giornata.»
«A che ti servono?»
«Non lo so ancora: spero mi serviranno in futuro, magari ai mie figli… ma per me sono molto importanti.»
Non appena ebbe pronunciato quelle frasi, si sentì sciocco, senza sapere il perché.
«Hai ragione!» Poi, quasi a cambiare discorso: «Pianta qualche fiore intorno alla casa: devi renderla più viva».
«Cosa vuoi dire?»
«Io chiedo a Dio nient’altro che una casa piena di libri e un giardino pieno di fiori.» Loan aveva sempre il potere di risollevarlo con la sua freschezza. «Comunque, non puoi lasciarli qui sul pavimento… sta iniziando la stagione delle piogge. Se viene giù come l’anno scorso…».
«Che posso fare?»
«Be, la stanza è piuttosto alta! Dovresti creare un soppalco, una soffitta: i documenti sarebbero al sicuro e anche le vivande starebbero all’asciutto, almeno nella stagione delle piogge.» Poi, senza aspettare una risposta: «Ha smesso, forse è meglio che vada prima che i miei si preoccupino.» Gli diede un bacio sulla guancia e scappò via.

Un uomo che ha commesso un errore e non lo ha riparato, ha commesso un altro errore (Confucio)
La stagione delle piogge passò senza causare grossi danni: solo una volta la pioggia era riuscita a entrare nella casa, danneggiando alcuni rotoli di poco conto.
Così, all’arrivo dell’autunno, Sắc, sempre impegnato tra la scuola e l’aiuto nei campi, trascurò il progetto di una soffitta dove mettere al sicuro i suoi scritti.
Loan lo spronava a iniziare i lavori, ma lui trovava ogni scusa per rimandare.
«Non vedi che continui ad accumulare documenti, accatastati in disordine sul pavimento?»
«Appena avrò un po’ di tempo mi metterò a sistemarli.»
«Cosa aspetti? L’anno scorso ti è andata bene, ma sai come sono imprevedibili i monsoni.»
Per scuoterlo, una volta gli aveva detto: «La pigrizia cammina così lenta che la povertà non fa grande fatica a raggiungerla».
«Ti sei messa anche tu a parlare come tuo padre?» la schernì stizzito.
Solo l’avvicinarsi di minacciose nuvole grigie, al finire della primavera, scatenò in lui il timore che l’estate avrebbe potuto non passare indenne: non aveva più molto tempo.
Nei giorni seguenti passò intere giornate a tagliare dei lunghi bambù, grossi e resistenti: gli servivano per fare da travi tra le due pareti della stanza. Ne incrociò altri più piccoli, fino a fare un reticolato fitto e robusto, sul quale poteva camminare. Lo coprì con foglie di banano, sulle quali appoggiò un sottile strato di terra mischiata con paglia. Una scala a pioli gli permetteva di raggiungere quella soffitta, attraverso una botola che richiudeva tirando una corda.
«È in casa Loan?» Era giunto trafelato alla casa della madre.
«Calmati un attimo: sei tutto sudato.» Appena finiti i lavori, Sắc era corso a cercare la ragazza, eccitato come un bambino. «Sono parecchi giorni che non ti fai vedere!»
«Sono stato molto impegnato. Ho fatto dei lavori in casa: ti farò vedere. Ma Loan?»
«La trovi al fiume, con Thanh e Xuan: sono andate a lavare…»
Non aveva neanche finito di parlare, che il ragazzo si era volatilizzato lungo il sentiero.
Si fermò ad osservarle da lontano, nascosto tra le frasche. Le piogge, intense, erano iniziate con qualche settimana di anticipo e il fiume, come ogni anno, era già strabordato dall’argine formando numerose pozze dove le donne facevano il bucato e i bambini sguazzavano per attenuare la calura estiva.
Loan e le amiche dovevano avere finito i loro compiti domestici e ne avevano approfittato per un bagno.
Sắc scivolò, facendo rotolare qualche sasso con un piede. Thanh e Xuan non ci avevano fatto caso, ma Loan si voltò intravedendo tra le foglie la blusa gialla che generalmente indossava il fratellastro.
«Ragazze, forse è ora di tornare», disse alle amiche.
Uscì dalla pozza, strizzando le maniche dell’abito e i pantaloni con cui si era immersa. Si incamminò tenendo sottobraccio la cesta di vimini con i panni lavati, seguita dalle amiche.
Di sottecchi teneva d’occhio i movimenti del fratellastro tra le piante, finché: «Oh, ho lasciato il mio cappello al fiume. Andate avanti, vi raggiungo subito».
Quando tornò poco dopo, con il nón lá di paglia che le penzolava sulla schiena, trovò Sắc fermo sulla strada.
«Che ci fai qui? Questa volta sei tu che mi stavi spiando!»
Sắc arrossi, come fosse il ragazzino che ormai non era più. «Seguimi, ti devo mostrare una cosa».
«Mamma mi aspetta.»
«Le ho detto che ti sarei venuto incontro. Sbrigati, che la tregua della pioggia mi sembra stia già finendo.»
La prese per mano trascinandola verso il villaggio, mentre le gocce cadevano sempre più fitte e grosse.
Loan si calò in testa il cappello, buono però a ripararsi più dal sole che dall’acqua, e ora che i due ragazzi erano arrivati alla casa, erano completamente fradici.
«Ripariamoci dentro!» disse accompagnandola in casa: «Guarda in su: non è proprio come mi hai suggerito tu?»
Sắc fece strada su per la scala, attraverso la botola, nella soffitta: i rotoli con i preziosi insegnamenti giacevano ordinati in ceste, al riparo dall’acqua che continuava a cadere.
Loan sorrise, soddisfatta e orgogliosa. Era la prima volta che qualcuno, che un uomo soprattutto, aveva dato importanza alle sue parole.
Sắc la vide nella penombra, con occhi diversi. L’abito, già attillato a seguire le forme del corpo, si era appiccicato alla pelle, rivelando che anche lei non era più una ragazzina. Le si avvicinò e la baciò.
Non ci fu bisogno di dire altro: la via era tracciata e la benedizione dei genitori non sarebbe mancata.

Se c'è rettitudine di cuore, ci sarà bellezza di carattere. Se c'è bellezza di carattere, ci sarà armonia nella casa (Confucio)
Il bambino era nato da qualche settimana, quando Sắc e Loan affrontarono due giorni di cammino per recarsi al Tempio della Letteratura di Hanoi, costruito quasi mille anni prima per onorare Confucio.
Li attendevano numerosi riti, secondo la tradizione. I monaci dovevano redigere l’oroscopo del nuovo nato, dargli il nome e, alla fine della cerimonia, purificarlo nelle acque sacre del lago.
«… questo è buono», aveva esordito il monaco scrutando le mappe astrali, dispiegate sul pavimento. «Il piccolo è nato nell’anno della tigre, nel mese di có thể, nel giorno della luna nuova. E già... la luna nuova ha un significato speciale… rappresenta il rinnovamento, il cambiamento… un nuovo inizio. A che ora è nato?»
«Era passato da poco il mezzogiorno», rispose Sắc, rivolgendo a Loan uno sguardo affettuoso, memore dei dolori che la poverina aveva dovuto affrontare fin dalle prime ore del mattino.
«L’ora del Cavallo! Anche questo di buon auspicio: i cavalli resistono con forza, non si sdraiano a riposare, nemmeno nelle ore più calde. Ha la stoffa da leader: sa essere coinvolgente, ama circondarsi di persone e riesce a trascinare con loro anche quelle più timide.»
Li raggiunse un nuovo monaco: aveva il dono di scegliere il nome dei piccini ascoltando i battiti del cuore.
«Nguyễn Sinh Cung sarà il suo nome», disse sollevando l’orecchi dal petto del neonato. «Cung… arco: l’arco è uno strumento importante. L’arco è un mezzo per raggiungere il giusto equilibrio fra la vita personale e quella sociale.»
Sắc lo sapeva, Dong glielo aveva insegnato: Coltivate il carattere e fate sì che diventi il vostro arco. Rettificate i vostri pensieri e fate sì che diventino le vostre frecce. Stabilite appropriatezza come fosse il bersaglio. Posizionatevi, mirate e fate sì che le frecce volino.
Il monaco proseguì: «Al compimento del decimo anno, gli cambierete nome: diventerà Nguyễn Tất Thành, Nguyễn che sarà vittorioso… perché numerose imprese lo attendono».
Nel tragitto di ritorno al villaggio, i due sposi quasi non si parlarono.
Quelle parole erano pesanti come macigni e un compito più grande di loro sembrava attenderli.
Quando giunsero a casa, Cung si svegliò. Sembrava quasi sorridere ai genitori, ma sicuramente era solo un’impressione, vista la tenera età.
«Loan, saliamo in soffitta. Aiutami a portare su il piccolo.»
I rotoli erano là e Sắc si rese conto che erano davvero la cosa più preziosa che avesse.
«Questi scritti ci aiuteranno a crescere e educare nostro figlio con virtù e giustizia», disse rivolto alla moglie. «Contengono frasi e parole di vita: È impossibile conoscere gli uomini senza conoscere la forza delle parole.»

2Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Lun Mag 15, 2023 9:20 am

gipoviani


Padawan
Padawan

Una bella storia dolce e ottimistica. Una bella favola della buona notte che concilia e facilita l’affidarsi fiduciosi alle braccia di Morfeo.
Ben scritta e piacevole da leggere benché priva di sorprese e colpi di scena.
Una buona prova. In questo questo gruppo di racconti con contenuto molto spesso tragico, rappresenta una bella e tranquilla vacanza. Grazie

3Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Lun Mag 15, 2023 4:07 pm

Antonio Borghesi

Antonio Borghesi
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Zeppa di citazioni di Confucio come se quella famigliola non vivesse d'altro. Mi sembrano veramente po' troppe. il racconto è un po' tirato per quella storia d'amore tra i due che hai voluto creare come fratellastri. Si vede che conosci bene la filosofia di Confucio che non hai potuto apprendere con la sola lettura di Wikipedia e per questo un bravo ci sta. Un refuso: responsabile al figlio / responsabile del figlio (a meno che non sia proprio scritta così ma allora non la capisco).

4Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Mar Mag 16, 2023 9:15 am

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Ciao autor. Ammirevole il lavoro di ricerca e di ricostruzione dell’ambientazione.
Non è un racconto che si fa leggere d’un fiato complice il continuo ricorso alle citazioni che, a parer mio, sono meravigliose ma zavorrano il testo.
A volte ci ho trovato un effetto Wikipedia, ma anche alcuni riferimenti danteschi (mi è arrivata vivida la scena di Paolo e Francesca)
Apprezzabile. Qualche refuso che ora mi sfugge ancora da sistemare, ma in generale ben scritto.
Forse una dose eccessiva di filosofia che si mangia un po’ la storia d’amore e il fine ultimo del racconto che non ho capito più di tanto (forse il bambino che nasce sarà un personaggio importante? Non voglio affidarmi alla rete… ce lo dirai)

5Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Mer Mag 17, 2023 10:39 am

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un racconto carino il cui titolo è molto esplicativo. Un'abbondanza di citazioni di Confucio che rendono il racconto vivo, anche se la trama è molto semplice e la storia d'amore non è delle più memorabili.
La trama, sebbene semplice e piacevole, non mi ha colpito molto personalmente. Per i miei gusti, che non vado pazzo per le storie d'amore, mi sarebbe piaciuto di più se l'autore si fosse concentrato più sulla filosofia che sulla storia d'amore. Per fare un esempio: Non mi è piaciuta la scena di loro in soffitta che si baciano, personalmente, l'avrei tolta.
In pratica, il contrasto tra le frasi di Confucio e la storia d'amore non mi ha completamente convinto.
Questo ha reso, per me, il racconto poco emozionante, non c'è pancia. E non che la pancia voglia dire tragedie o catastrofi. Intendo un trasporto emotivo anche positivo. Purtroppo non mi è arrivato.
L'unico punto i cui mi sono sentito completamente galvanizzato è nella parte finale in cui fanno il viaggio per il tema natale del bambino. in quel passaggio il mio interesse era la massimo. 
Questo mi porta alla questione paletti. La ricerca fatta è degna di plauso e anche gli altri paletti sono quelli sfruttati meglio nei racconti che ho letto finora.
Menzione d'onore per la soffitta che spicca veramente su tutto.
Dal punto di vista di stile di narrazione, non è male, ma avrei preferito una narrazione più lineare nel tempo. Cioè quella prima parte l'avrei spostata e sarei partito dall'infanzia di Sâc.

6Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Sab Mag 20, 2023 10:21 am

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

di sicuro è un mio limite, però, pur apprezzando la storia, devo dire che non l'ho capita del tutto. il finale mi lascia davvero perplesso.
è una bella storia d'amore, dove il sentimento esce poco a poco ma alla fine sovrasta ogni cosa, però ci sono troppe citazioni.
certo, sono utili alla storia stessa, ma qualcuna in meno sarebbe stato meglio, secondo me. così facendo, la lettura mi si è appesantita non poco.
buone anche le descrizioni e discreta la caratterizzazione dei personaggi.


______________________________________________________
L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

Confucio mi disse Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

7Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Sab Mag 20, 2023 1:24 pm

Danilo Nucci

Danilo Nucci
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Il racconto mi è piaciuto molto per varie ragioni. Hai saputo prima di tutto mantenere per tutto il testo quell’atmosfera serena e pacata, tipica delle filosofie orientali. Hai dimostrato la stessa coerenza nel mantenere il tono dolce e romantico di quell’amore, senza indulgere a colpi di scena finali a sorpresa, drammatici o cruenti, che spesso ci viene spontaneo utilizzare per dare una scossa a una storia che ci sembra troppo piatta.
Ai fini dei vincoli della prova, il filosofo ci sta alla grande, come tutte le citazioni filosofiche ricorrenti. C’è, anche se appena accennata, la baia di Halong che in effetti è un po’ distante da Hanoi e dal villaggio in cui sembra svolgersi in prevalenza l’azione.
Il nome del villaggio mi ha incuriosito e, andando a vedere, mi ha rivelato che il nuovo nato nella storia dovrebbe essere Ho Chi Minh che è nato proprio in quel villaggio.
Questo giustificherebbe anche la coerenza con la scelta dell’epoca fra le due proposte. In effetti, Ho Chi Minh è nato nel 1890, anno della tigre, appunto, come citato nel racconto.
Mi hai fatto sudare per mettere in fila tutti gli elementi, ma ne è valsa la pena. Il brano merita.

8Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Dom Mag 21, 2023 10:39 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un grazie a  @Danilo Nucci per avermi evitato la ricerca e avermi svelato il nome del bambino. Che avesse dovuto trattarsi di un personaggio importante era quasi scontato, perché ai fini della storia sarebbe stata poco utile quella parte finale.
Io sul racconto ho poco da dire, l'ho gradito.
Anzi, le citazione confuciane che hanno sollevato qualche dubbio, secondo me sono ben integrate con la narrazione, aiutando il lettore a calarsi in un certo tipo di realtà. Sono un arricchimento importante del racconto.
Se devo trovare un difetto, come ha già rilevato Danilo, la baia di Halong non è tanto presente.

9Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Lun Mag 22, 2023 9:17 pm

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Sono pochi i racconti che ho letto in questo step ambientati nel 1890; non era facilissimo.
Danilo mi ha aiutato a capire parecchio portandomi a "esplorare" la biografia di Ho Chi Min... che poi non era il suo vero nome.
La trama è semplice, troppo.
Le citazioni sono numerose, ma fanno riflettere e alla fine sono quelle che danno senso alla trama.

10Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Mar Mag 23, 2023 12:08 am

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Una storia che si svolge tranquilla, come un rotolo di carta di riso, con l'andamento tipico di una novella orientale nella quale vita e filosofia si intrecciano senza soluzione di continuità.
La scrittura è buona e rende molto bene lo spirito del confucianesimo, sottolineato dalle numerose citazioni.
Pochi i refusi:
- "tra le radici di un grosso baniano", banano;
- "Be, la stanza è", manca l'apostrofo (Be');
- "sollevando l’orecchi", l'orecchio;
- "l’estate avrebbe potuto non passare indenne", è una frase sbagliata: non è l'estate ma forse la casa (o la carta di riso) che non avrebbe potuto passare indenne l'estate.
Nel complesso, il racconto non è male, ma c'è troppo non detto nel testo e questo per me gioca a suo sfavore. Si capisce che dietro quei nomi, chiaramente vietnamiti, deve esserci un personaggio importante e che "l'anno della tigre" sicuramente nasconde uno degli anni-paletto, ma il tutto resta molto vago, indeterminato, e solo chi ha voglia di andare a spulciare in rete riesce a capire di chi e di quando si sta parlando.
Forse qualche rimando più esplicito alla figura di Ho Chi Min avrebbe giovato.
M.


______________________________________________________
"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

11Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Mer Mag 24, 2023 5:52 pm

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao, Penna.

Secondo Wikipedia, Hoàng Thị Loan è nata nel 1868, quindi nel 1890 aveva circa 22 anni e non 16. Comunque poco male.
Mi piacerebbe davvero scoprire come funzionavano i corteggiamenti in Vietnam a fine del 1800, chissà se erano davvero così. Non conosco nemmeno abbastanza la cultura confuciana vietnamita, però chissà se la considerazione per le donne somigliava a quella della cultura cinese. Potrebbe effettivamente essere.
La baia di Ha Long (o di Hạ Long, secondo la grafia vietnamita ma non secondo la grafia dei paletti) è appena intravista e mi dispiace. Mi è piaciuta la descrizione della scena, mi è sembrato davvero di vedere la giunca e le barche dei pescatori.
Ci sono tante dinamiche che ho trovato interessanti in questo racconto. Nguyễn Sinh Sắc che è molto ligio al confucianesimo da affrontare un lungo viaggio con la moglie incinta, salvo poi lamentarsi per ogni citazione del maestro; un contrasto che forse meritava di non essere solo una stravaganza del personaggio ma magari di influenzare anche solo marginalmente la trama. Anche il rapporto con la sorellastra mi lascia insoddisfatto, forse perché Loan è descritta come una ragazza che desidera l'emancipazione e quindi mi sarei aspettato un contrasto contro l'accordo tra i due maschi della sua stessa casa, nonostante fosse innamorata del fratellastro.
Molto interessante l'inserimento della soffitta e le motivazioni/rivendicazioni che ci stanno dietro. Complimenti per aver scovato la perla dell'anno di nascita di Ho Chi Minh. Il filosofo c'è.

Grazie e alla prossima.


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12Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Dom Mag 28, 2023 11:38 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Sul titolo sorvolo: scusa Penna ma è davvero banale visto lo sviluppo del racconto
Detto questo ho trovato originale l’aver nascosto bene il paletto tempo fino alla fine e per questo ti faccio i miei complimenti. La curiosità che ogni step di Rooms solletica trova un valido aiuto in Wikipedia e c.  e voilà la sorpresa, anzi doppia sorpresa: tempo e personaggio! Mi sono piaciute le massime di Confucio disseminate qua e là, anche se qualche dubbio sul fatto che finissero declinate nella quotidianità della vita ce l’ho. Ma è un racconto e ci può stare. Se siano troppe e distolgano magari un attimo dal racconto è sempre una questione personale. Moi, me le segno quali pillole di saggezza da spendere ove occorra.
Il racconto è scritto bene, con una scrittura lineare e senza inciampi di sorta: ci narra di una vita semplice, dove un orfano viene accolto in una nuova famiglia senza troppe formalità, forse favorito anche dall’essere maschio, e quindi beneficiario di privilegi, non da ultima la possibilità di avere un’istruzione, riservata appunto ai figli maschi. E dove anche il fatto che il bimbo sia figlio di “fratellastri” non è considerato un ostacolo.
Anche la soffitta è stata inserita senza evidenti forzature.
Nell’insieme un racconto tranquillo, che ho letto con piacere, senza però picchi emotivi che agitassero un pochino le acque: non che sia obbligatorio far vivere ai protagonisti disavventure in attesa del lieto fine, ma qualcosina lo si aspetta sempre.


______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

13Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Mar Mag 30, 2023 11:55 am

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Mi è piaciuto molto come hai saputo incastrare alla perfezione il requisito della filosofia e del filosofo (Confucio potrebbe essere considerato quasi un personaggio "presente" nella narrazione) con il 1890.
Ho passato quasi tutta la lettura a chiedermi "sì, ma in che anno siamo?"
E solo al cambio di nome del neonato ho realizzato che dovevamo essere in una delle due date paletto, che era quindi un anno di nascita di qualcuno di importante.
E quando si parla di personaggi importanti vietnamiti, non mi vengono in mente molte alternative a Ho Chi Minh.
Personaggio di cui non sono particolarmente fan, ma che non ha condizionato il mio complessivo gradimento per la storia e per come hai deciso di svilupparla.

Sì, l'andazzo è un po' lento, non ci sono grandi sussulti, in qualche punto c'è un qualche accenno della mia personalmente temuta sberluccicanza, ma niente di troppo grave.

Mi è piaciuto in particolare il passaggio, che al lettore viene solo fatto intuire, in cui Loan sembra arrabbiata con Sac, ma credo sia solo un modo molto femminile di far capire il proprio disappunto per il non ricevere le attenzioni desiderate, e questo mi ha fatto tenerezza.
Anche io sarei curioso di capire se il corteggiamento e il rapporto uomo/donna in Vietnam sia davvero così come lo descrivi, ma a sensazione direi che non ci sei andato lontano, per l'idea che mi sono fatto, principalmente su usi e costumi di Cina e Giappone.

Non ho trovato che pochissimi refusi, un paio dei quali riguardano il nome di Duong che talvolta diventa Dong.

Il titolo è tra i più azzeccati dello step, per il mio gusto.

Un buon lavoro.

14Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Mar Mag 30, 2023 6:19 pm

Akimizu

Akimizu
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ciao autore, il tuo racconto è tra i miei preferiti, non te lo nascondo. Mi è piaciuto moltissimo il ritmo che hai dato alla narrazione e come hai saputo sapientemente incastrare le citazioni agli avvenimenti e ai dialoghi, così da non renderle leziose o superflue o peggio ancora appiccicate a forza. Inoltre non posso non premiare un evidente e meritorio lavoro di preparazione al testo, qua c'è una grande ricerca. Ultimo ma non ultimo hai avuto un'intuizione geniale con Ho Chi Minh, personaggio controverso ma affascinante, che ho approfondito da poco per una ricerca sulla nascita del partito comunista francese.
Quindi nulla, complimenti e a rileggerci!


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Confucio mi disse Senza_10

15Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Mer Mag 31, 2023 5:40 pm

CharAznable

CharAznable
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Racconto molto interessante. Mi piace l'ambientazione storica, il racconto della società indocinese/vietnamita a fine ottocento, frutto di conoscenza e ricerca. Mi piace come fai scoprire alcuni paletti. Si legge bene. Anche le citazioni filosofiche non appesantiscono il tutto, anzi si fondono bene con la narrazione. Forse non avrei messo (Confucio) al termine di alcune citazioni, tanto si capisce. Lo trovo superfluo.
Un ottimo lavoro.
Complimenti.
Grazie.


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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

16Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Ven Giu 02, 2023 11:31 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

ciao Autor
Bellissimo racconto. mi è piaciuto veramente molto.
Mi è piaciuta la costruzione, le frasi di Confucio che fanno da guida. 
sembrerà banale, anche il fatto che la soffitta era inesistente e viene costruita, provvidenziale, per custodire i rotoli.
insomma piaciuto tutto, anche il titolo, figurati!
ottimo lavoro, davvero. complimenti!

17Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Dom Giu 04, 2023 9:47 am

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un altro racconto scritto molto bene praticamente senza refusi a parte "sollevando l'orecchi" cui manca la "o" finale, gli altri che pensavop di avevre individuato, trovandosi all'interno di citazioni, non li ritengo tali.
Una scrittura leggera e scorrevole come la storia d'amore attraverso la quale ci hai fatto conoscere i genitori e la nascita del futuro Ho Chi Min; un racconto piebno di positività e di serenità, almeno qiesto ha trasmeso a me.
Ai complimenti per aver scovato l'ennesimo pezzo di storia con cui abbiamo impreziosito questo DTRooms nel corso dei mesi, e per come hai saputo incastrare i paletti (che fior di filosofo!), anche se la baia di Ha Long resta soltanto sfiorata, devo affiancare la nota negatiova che per me è rappresentata dalle eccessive citazioni di confucio e dall'enciclopedico ricorso a tanti termini vietnamiti: sono frutto di una ricerca imprtante e ammirevole ma ai fini del racconto hanno finito per rallentarlo e appesantirlo un po' troppo.


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18Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Mar Giu 06, 2023 2:42 pm

Asbottino

Asbottino
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Proverò a commentare questo racconto. Ma non è semplice. Non è semplice perché mi è piaciuto molto e con le cose che mi piacciono l'istinto mi dice di tagliar corto perché a spenderci troppe parole, finirei di rovinarlo.
E allora rifletterò sulle citazioni. Non sul loro uso, ma in generale su quello che dicono.
La vita è semplice. Siamo noi che rischiamo di renderla complicata.
Di sicuro è un approccio che hai applicato alla narrazione. La tua è una storia semplice. Parla di due persone che si innamorano, di un figlio, di una soffitta costruita per proteggere le cose importanti. La soffitta è diversa dalle altre che ho letto. Tutti l'hanno intesa come un luogo per nascondere, per sempre o temporaneamente. Per te è un luogo per proteggere. Lo è perché la tua storia è semplice. Perché hai evitato che diventasse complicata. Le parole vanno salvate dalla pioggia.
In qualunque direzione tu vada, vacci con tutto il cuore.
Ed è quello che hai fatto. Non perché il racconto sia sentimentale o abbia una temperatura emotiva particolarmente alta. Colpisce per il suo equilibrio, perché, come la sua soffitta, è costruito per proteggere qualcosa di importante. Sta al lettore capirlo.
Usare i pensieri come frecce.
Mi sembra che sia quello che fai mentre scrivi. Usi le parole come frecce, il lettore come un bersaglio. La bravura non sta tanto nel colpirlo. La bravura sta nel sapere che qualunque cosa scrivi, la scrivi immaginando che ci sia qualcuno dall'altra parte pronto a ricevere.
So che dovrei sforzarmi di trovarci un difetto, ma io non ne vedo.
Grazie


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19Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Mer Giu 07, 2023 1:46 pm

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ben scritto, un racconto che dice molto di più delle citazioni di Confucio. Sospettavo anch'io un destino VIP (scusate il termine contemporaneo) per il piccolo Cung e ne ho avuto la certezza leggendo i commenti precedenti (a 'sto giro sono in ritardo).

Il pregio più significativo secondo me sta nell'ambientazione, l'Autore l'ha ben creata per cui viene da pensare che magari c'è stato di persona. Se non fosse così non mi sorprenderei, DT è zeppo di abilità e competenze, per cui ogni racconto letto aggiunge un tassello mancante al bagaglio di un lettore, qualcosa di prezioso, un po' come i rotoli della soffitta.

Se di difetto si può parlare, ho notato un "abuso" delle citazioni di Confucio, anche se, per contro, la limitazione del loro utilizzo svilirebbe l'essenza del racconto. 

Mi complimento con l'Autore per il lavoro di ricerca e costruzione della storia, un modo diverso di presentare una filosofia diversa che può essere percepita come lontana dalla cultura europea, ma non per questo meno priva di fascino.

Grazie

20Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Ven Giu 09, 2023 3:23 pm

Nellone


Younglings
Younglings

Devo ammettere che la curiosità di vedere chi sarebbe diventato quel bambino mi è venuta solo in seguito alla lettura dei commenti precedenti. Un lettore “normale” dubito ci sarebbe arrivato: qualche riferimento più esplicito (tipo “chi si sarebbe mai immaginato che quelle profezie si sarebbero avverate e quel bambino si sarebbe rilevato l’uomo più importante, ecc., ecc…) avrebbe reso pieno coronamento alla narrazione. La trama non è forse originalissima ma viene condotta bene, in modo bilanciato, senza particolari refusi e con una scrittura scorrevole. Veniamo ora all’uso dei paletti: molto bene il protagonista e la soffitta che, pur non molto raccontata, diventa il fattore chiave della narrazione. Il 1890 emerge solo una volta scoperta la famosa nascita, cosa non immediata, come già detto. L’ambientazione emerge molto dai particolari e l’abilità nell’esporli pur senza elencarli: un bravo all’autore! Nel complesso, a parte quanto già detto all’inizio, mi è parsa una narrazione garbata e ben fatta, gradevole e con un ottimo lavoro di ricerca.

21Confucio mi disse Empty Re: Confucio mi disse Dom Giu 11, 2023 4:48 pm

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Non so perchè, ma dal titolo mi sarei aspettata un racconto comico.
Comunque a fine lettura il titolo continua a non convincermi: Confucio mi disse, a chi in particolare, ha detto qualcosa?. Il racconto non è in prima persona, quindi non c'è un "rapporto" esclusivo tra Confucio e il protagonista: Confucio in questo racconto, "interagisce" con tutti, quindi quel mi, a mio avviso, stona.
C'è una grande ricerca dietro questo bel racconto, anche se personalmente non ho apprezzato l'inserimento di tutte le citazioni: mi hanno distratta, perchè sono davvero delle perle e ogni volta che inciampavo in una di esse non la rapportavo al testo, ma partivo con riflessioni personali che mi allontanavano dalla lettura (ma è un problema mio!).
Il punto di forza del testo, a mio avviso, è il modo pacato e sereno con il quale è scritto, così vicino, almeno nel mio immaginario, a quella che dovrebbe essere la vita in quei luoghi del mondo e a quei tempi. Anzi, avrei aggiunto più particolari e avrei indagato di più sugli usi e costumi del tempo.
Bello e interessante il viaggio per il tema natale del piccolo, anche se a questo punto dovevi svelare il personaggio, perchè il paletto temporale altrimenti non trova soddisfazione. Hai contato sul fatto che il lettore doveva prendersi la briga di andare a cercare in rete la vera identità del bambino, ma non sarebbe stato più carino e completo per l'arricchimento del testo se l'avessi inserito tu nel finale?

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