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1Bernie Empty Bernie Mar Mag 09, 2023 10:20 pm

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La prima volta che la vidi, stava sdraiata sull’asfalto. La polizia aveva disperso il corteo e nella fuga generale doveva essere caduta. Mi ritrovai nella strada da solo con lei. Non sapendo che fare, se chiedere aiuto o scappare, mi avvicinai. Aveva la felpa sporca di sangue così mi accucciai e le chiesi come stava. Era rimasta immobile per un tempo che a me sembrò lunghissimo. Quando non ci furono più rumori, alzò la testa mostrando il viso rosso e qualche graffio.
«Come stai? Dove hai dolore?»
«Dove ho dolore io, non si vede».
L’aiutai ad alzarsi e quando la sorressi sotto le braccia mi accorsi che era magrissima e leggera, quasi senza peso.
«Riesci a camminare? Vuoi che ti accompagni a casa?»
«Non abito vicino. Portami a casa tua, se non ti dispiace».
Veniva dall’Argentina e non aveva parenti a Londra. Mi parlò solo di un certo Oliver, proprietario di un pub, dove occasionalmente faceva la cameriera. Era scappata dalla sua terra, ma non mi disse altro. Mi meravigliai un po' della richiesta, ma da una parte fui risollevato. Non conoscevo ancora bene Londra. Mi ero trasferito da poche settimane e non ero preparato ad assistere ai disordini che da qualche settimana si stavano diffondendo a macchia d’olio in tutta la Gran Bretagna.
Era marzo del 1984 e il governo di Margaret Thatcher aveva deciso di chiudere le miniere di carbone nello Yorkshire, provocando la perdita di ventimila posti di lavoro. L’Unione Nazionale dei Minatori aveva risposto prima con una settimana di sciopero, poi erano diventate due, tre, quattro e sembravano destinate a continuare. I lavoratori delle miniere, scioperando, rinunciavano allo stipendio, mettendo la famiglia in ristrettezze pur di portare avanti la lotta.
Arrivato in città avevo trovato una sistemazione in un sottotetto, e benedissi mia madre per non avermi fatto troppo alto. Si trovava in un quartiere non molto lontano dagli scontri, in una palazzina semplice di due piani e sopra una parete si aggrappava un rampicante. Il capofamiglia era un ferroviere e anche la sua categoria, insieme ai portuali, scioperava per evitare che il carbone arrivasse dall’estero. Affittare la soffitta tornava utile per racimolare qualche sterlina ed io, al momento, non potevo permettermi altro. Ero un giovane attore a cui piaceva sperimentare nuove strade, con molte idee per la testa, troppi sogni, tra cui trovare un lavoretto per coltivare la mia unica passione.
Quando arrivai la stanza era talmente malridotta e piena di polvere che mi prese un attacco di allergia come quando ero bambino.
Era un deposito di vecchie riviste, di giornali, libri e quaderni ammassati in scatole di cartone. Un baule era pieno di vestiti dismessi e qualche cianfrusaglia. C’era un piccolo cavallo a dondolo di almeno due generazioni precedenti, una bambola senza un occhio e quello che restava di una pianola.
Mi aiutarono a sgombrarla la padrona di casa, Harriet, persona imperscrutabile e i suoi tre figli, soprattutto Charles, il più piccolo, un ragazzino sveglio con l’inseparabile cane Bighair. La sistemai alla meno peggio con una rete, un piccolo scrittoio e uno specchio in verticale che erano tutto il mio mobilio. Era poco luminosa, ma di notte dal lucernaio lo spettacolo era unico. Me ne stavo, anche per ore, a guardare il cielo, il passaggio delle nuvole, a volte le stelle, quando la luna aveva libera uscita e a fantasticare sul mio futuro.
Fu lì che portai la ragazza conosciuta quel giorno per strada. Si chiamava Berenice, ma mi disse di chiamarla Bernie. Veniva da Puerto Iguazú, una città a nord dell’Argentina. Aveva occhi incredibilmente marroni che viravano al giallo, tanti capelli scuri che cercava di domare con un fermaglio, una fossetta in mezzo al mento e una ruga verticale tra le sopracciglia, come chi non capisce ma non ha neppure tempo di ascoltare spiegazioni. Aveva ventiquattro anni, due più di me, la pelle leggermente ambrata, i jeans strappati al ginocchio e le scarpe da ginnastica rotte. Le chiesi che ci facesse una ragazza come lei, venuta da una terra così lontana, a manifestare con i minatori inglesi.
«In questo paese ormai ci vivo e bisogna scegliere da che parte stare».
Poi, come se avesse preso coscienza di sé o di quello che fosse, continuò: «Per me è naturale trovarmi dove ci sono proteste, rivolte e ribellioni, che siano quelle dei minatori o altre».
Le chiesi perché non fosse scappata come tutti gli altri invece di restare immobile sull’asfalto.
«Tanatosi, lo sai cos’è?» Mi guardò da sotto le lunghe ciglia, mordendosi il labbro inferiore.
«È l’estrema difesa di alcuni animali quando non hanno via di scampo. Come fa l’opossum, che vive nelle foreste argentine. Si finge morto, quando capisce di aver perso ogni speranza. È la tattica che uso anch’io. Alla fine, quei bastardi se ne sono andati, no? E tu che fai a Londra?»
Non avevo una risposta convincente, se non imparare l’inglese e temporeggiare con i miei genitori
che avrebbero voluto per me un lavoro sicuro e non che diventassi un artista di strada.
Quando salimmo in soffitta, domandò, stupita, se ci abitassi. Ridendo le risposi che ero uno spagnolo squattrinato e che quello potevo permettermi.
Si buttò sul letto e quando tornai con una bacinella con l’acqua e con il disinfettante già dormiva.
Passai la notte a fare le prove davanti allo specchio finché con voce assonnata mi chiese: «Cosa stavi facendo?»
«Provavo. Tu non lo sai, ma davanti a te c’è il mimo più bravo che si possa trovare nei paraggi».
Si morse il labbro inferiore e finalmente sorrise.
La rividi, dopo qualche giorno, in Piccadilly Circus, insieme a un gruppo di ragazze del comitato femminile. La protesta dei minatori era appoggiata dall’intera popolazione, giovani, studenti e donne. Ovunque si vedevano tavoli con barattoli gialli che raccoglievano fondi per le famiglie degli scioperanti. L’aiutai nella raccolta e dopo l’invitai nella mia reggia a bere una birra. Ci venne ad aprire Charles, con il suo inseparabile Bighair, un incrocio tra un breton e un gordon setter e si piazzarono sul letto perché volevano assistere al mio spettacolo.
Mi imbiancai il viso e con la testa che sfiorava il soffitto mi diedi uno schiaffo e da quello scoppiò una risata, da una carezza il pianto. Feci crescere fiori dove non c'era terra, toccai la luna con un dito. Spostai muri invisibili, scesi scale inesistenti, camminai restando fermo nello stesso punto. Aprii porte e il vento portò via l’ombrello che tenevo in mano, un violino suonò senza archetto. Tutto nella mia e nella loro immaginazione. Finita l’esibizione, applaudirono entusiasti. Pensai al mio maestro di recitazione, alle sue parole: «Se riesci a esprimere i sentimenti, le immagini e le emozioni senza parlare, magari diventi un vero attore».
A Madrid avevo frequentato un corso di mimo. Potevamo comunicare a piccoli gesti con le mani, la faccia e tutto il corpo. I movimenti dovevano essere lenti, per spiegare e far riflettere perché un mimo racconta in silenzio e senza parole. All’inizio volevo scappare, pensando che non facesse per me, perché ero un tipo logorroico e dal carattere frenetico. Ma poi mi appassionai ed era impossibile tornare indietro. Pur di riuscire ero disposto a esibirmi per strada, nei mercati, agli angoli delle piazze.
Dopo lo spettacolo, Bernie mi portò al pub per farmi conoscere Oliver. Era un tipo alto e allampanato come certi lampioni che vedevo illuminati nelle strade meno frequentate. Aveva un ciuffo unto, che mandava all’indietro con una mano ogni volta che parlava.
«Oliver, guardalo bene, Adrian è un artista unico e potente! Il suo personaggio silenzioso arriva dove le parole non riescono a raccontare, le sue storie, il suo linguaggio sono capaci di strappare un sorriso o una semplice riflessione. La sua è una forma di arte di cui pochi sono capaci, ma che arriva dritta al cuore di tutti!» Fece una presentazione degna del miglior impresario.
Il pub di cui Oliver era proprietario si trovava a Soho, un quartiere frequentato da giovani, da scrittori, poeti e artisti, e la sera si esibivano band esordienti. Accettò di farmi fare il numero tra un’esibizione e l’altra.
Con Bernie scelsi la musica che facesse da colonna sonora e allo stesso tempo guidasse i miei movimenti. Non potevo crederci, ma alla gente il numero piaceva.
Le giornate passavano tra le prove e i cortei. Non so se fossi innamorato di lei, o se era frutto della mia immaginazione. Mi piaceva il suo carattere deciso, ma in alcuni momenti la sua fragilità veniva inesorabilmente a galla. Aveva continui sbalzi d’umore, passava in un momento dall’allegria alla tristezza più cupa che ristagnava, anche quando rideva, nei suoi occhi gialli.
Una mattina eravamo da me in soffitta e pioveva senza speranza di interruzione. Una gatta aveva preso l’abitudine di venirmi a trovare e le davamo da mangiare. Avevamo deciso di chiamarla proprio Berenice, colei che porta vittoria, di buon auspicio.
Bernie leggeva appunti per il comitato, io avevo finito di provare alcuni movimenti nuovi.
Senza preavviso, come a volte faceva, si avvicinò e mi prese le mani.
Il suo volto si trasformò e, più delle parole che seguirono, parlò la sua espressione.
«C’è una cosa che devi sapere, in Argentina amavo un ragazzo. Mio padre voleva che ne sposassi un altro solo perché era più ricco. Io ho rifiutato e insieme avevamo deciso di venire in Inghilterra, dove viveva una sua sorella. Prima di partire, una sera, mio padre insieme a mio fratello lo hanno inseguito minacciandolo. Daniel ha perso il controllo della moto e cadendo è morto».
Con le mani si coprì il volto e cominciò a piangere a dirotto. Un quarto di luna si affacciava dal lucernaio e la pioggia imperterrita colpiva le tegole. Pensai a come in una soffitta i suoni venissero percepiti in modo diverso che nelle altre stanze di una casa. Mi chiesi anche perché mi avesse fatto una confidenza così intima ma non tardò a darmi la spiegazione.
«Nessuno conosce la mia storia e se un giorno fossi tu a raccontarla, vorrei che lo facessi nel tuo linguaggio». Non dissi nulla, non riuscivo a trovare parole per consolarla, forse il mio viso parlò per me, perché, abbracciandomi, continuò: «Siamo simili noi due. Anch’io ho una maschera bianca ma io non posso toglierla se non staccando la pelle».
Era giugno e passeggiavamo lungo il Tamigi, elegante e lento, che seguiva il suo corso senza fretta. Era una mattina in cui un tiepido sole, tra due nuvole, urlava la sua esistenza.
«In Argentina, vicino alla mia città, scorre il fiume Iguazù. Tranquillo, proprio come questo finché il suolo si inabissa formando le cascate. Sono meravigliose, dovresti vederle. Era un posto dove Daniel e io andavamo spesso. Stavamo abbracciati, stretti in quel rumore assordante. Dall’azzurro al verde, l’acqua diventa bianca di schiuma, nasconde tutto quanto porta con sé, dai tronchi ai massi, e con un ruggito li scaraventa a terra. La roccia si lascia levigare, diventa materia senza forma, un muro di luce e forza, e quando l’attraversa anche il fiume non è più lo stesso. Si è come svegliato da un torpore sordo, come se fosse cosciente della potenza che nemmeno sapeva di avere».
Si era interrotta, gli occhi sembravano, se possibile, ancora più gialli e sul labbro inferiore era apparsa una goccia di sangue che la lingua fece subito sparire.
«Una leggenda racconta come si siano formate. Un dio voleva sposare una ragazza bellissima, ma lei rifiutò perché amava un altro. Scapparono in canoa ma il dio si arrabbiò tanto da scuotere e dividere la terra, generando le cascate. La ragazza, cadendo, fu trasformata in roccia, il suo amante in albero. Dalle loro posizioni continuano a guardarsi, senza potersi mai più sfiorare».
Quello che cercava di dirmi era che anche lei aveva subìto uguale sorte e un dolore così grande non si poteva raccontare. Il pianto della sua terra era il suo pianto.
Poi, senza preavviso, mi disse: «Parto per Orgreave, nello Yorkshire del Sud. Con le altre donne del comitato, adesso sono loro la mia famiglia. È necessario che vada, è l’ultimo baluardo alla resistenza». Mentre lo diceva era più triste del solito, e non riusciva a sollevare lo sguardo da terra
«Portami con te», mi venne solo questo da dire ma lei, con semplicità disarmante, mi rispose:
«La mia battaglia non è la tua. La tua vita può scorrere lenta nel suo letto. Io covo la potenza dell’acqua, sono come la cascata, non ho più nessuna forma, se non la forza prorompente di chi mi sta intorno».
Avevo fatto fatica, ma alla fine avevo compreso la sua scelta. Era sincera quando diceva che si nutriva delle necessità, delle ingiustizie, dei bisogni degli altri per non sprofondare nella sua disperazione. Doveva in qualche modo incanalare la rabbia e tutto quel dolore per combattere un unico male, quello che si portava dentro.
Nei giorni che seguirono, avevo in cuore due sentimenti contrastanti, da una parte temevo per l’incolumità della mia amica e allo stesso tempo ero felice. Un produttore mi aveva notato al pub e mi aveva proposto un contratto. Non vedevo l’ora di dirlo a Bernie. Invece non l’ho più rivista.
Era 18 giugno, e la chiamarono la Battaglia di Orgreave.
Dalle immagini e dalle testimonianze, si vedeva l’inaudita violenza della polizia che, in pieno assetto militare e con reparti a cavallo, assaliva, picchiava e arrestava i manifestanti.
La riconobbi nella foto di un giornale. Aveva tagliato i capelli, sembrava un ragazzo, ma era lei, Bernie. Si vedeva un poliziotto armato di manganello che cercava di colpirla e lei, con lo sguardo che conoscevo, lo sfidava. La foto fece il giro del mondo, ma in cuor mio sperai che avesse fatto l’opossum, per avere salva la vita.
Charles mi aiutò nel trasloco, con Bighair che allegro ci scodinzolava tra i piedi. Lasciavo la soffitta a malincuore, però. Feci per lui il mio numero schiaffo risata, carezza pianto, ma non mi venne troppo bene. Sapevo di avere una storia nuova e difficile da mimare, la bellezza di una cascata.
Portai con me Berenice e i suoi occhi gialli, e immaginai che anche Bernie, ovunque fosse, ogni giorno combattesse per la sua vittoria.

2Bernie Empty Re: Bernie Dom Mag 14, 2023 10:53 am

gipoviani


Padawan
Padawan

Ho finito che avevo gli occhi lucidi. Bravissimo/a. Un racconto potente, ben scritto.
Che la Thacher e Reagan marciscano all'inferno, dove il buon Dio sicuramente li ha sistemati, dopo avergli fatto il liscio e busso. La sconfitta dei minatori ha segnato l'inizio della crisi europea da cui ancora non siamo usciti e da cui forse non usciremo mai.
Considerazioni politiche a parte, Bernie e il mimo sono una coppia straordinaria e molto ben delineata.
Crei pathos e commozione senza mai cadere nel sentimentalismo. Riesci a descrivere l'ambiente sociale dell'Inghilterra del tempo, senza indulgere nel sociologismo da strapazzo e senza mai fare pistolotti ideologici (che io ho fatto qualche riga prima in questo commento).
Meriterebbe di diventare il soggetto di un film di Ken Loach.
Hai scritto un racconto molto più bello del mio. Chapeau 

A Arunachala garba questo messaggio

3Bernie Empty Re: Bernie Dom Mag 14, 2023 5:31 pm

Antonio Borghesi

Antonio Borghesi
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Io ti metto sul podio poi vediamo se c'è qualcuno che ti scalza. Sarà però molto difficile. Il tuo  è un racconto perfetto per l'emozione che dà ma anche per la scrittura che non ha alcun problema. Nemmeno un piccolo refuso. Superbravo!

4Bernie Empty Re: Bernie Lun Mag 15, 2023 9:01 am

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Ciao autore. Bellissimo racconto, si vede che nel genere libero emergono ancora di più i temi che ti stanno a cuore.
Ci sono tutti gli ingredienti, la lotta sociale, la fatica di vivere della povera gente, un amore (forse) non corrisposto, la morte del fidanzato, il coraggio di vivere i propri sogni. Insomma è proprio un racconto ben costruito e scritto benissimo.
Ottima la scelta dell’evento storico e l’incastro dei paletti che non si fanno quasi notare ma valorizzano la narrazione.
Anche le informazioni storiche sono dosate con sapienza senza che appesantiscano il testo o rendano necessario il ricorso alla rete.
L’ unica cosa che mi piace meno sono alcuni dialoghi che trovo poco naturali. Per esempio questo:
«La mia battaglia non è la tua. La tua vita può scorrere lenta nel suo letto. Io covo la potenza dell’acqua, sono come la cascata, non ho più nessuna forma, se non la forza prorompente di chi mi sta intorno».
L’avrei decisamente troncato alla “la mia battaglia non è la tua”
Il resto è un imbeccare il lettore e parole così sulla bocca del personaggio che hai creato non ce le vedo proprio.
Comunque complimenti e sicuro successo.

5Bernie Empty Re: Bernie Mar Mag 16, 2023 11:23 am

Nellone


Younglings
Younglings

Racconto capace di suscitare forti emozioni e sentimenti, pare proprio fatto per cercare quelle, ma sotto ci sono anche accostamenti e lirismi di alto livello. I temi trattati non sono forse originalissimi ma la conduzione mi ha davvero convinto, in particolare il parallelismo fra il mito della cascata e il carattere burrascoso della ragazza. Solo un paio di cose mi hanno convinto meno: i discorsi diretti sono spesso più ricchi e forbiti delle sequenze narrative (apparendo quindi un po’ innaturali) e trovo i due personaggi secondari (il bambino con il cane e la signora) descritti un po’ troppo nei dettagli e poi abbandonati: li avrei sfruttati meglio, oppure lasciati sullo sfondo. Lo stile, come già detto, è buono anche se l’uso della punteggiatura non mi pare sempre ineccepibile. Arriviamo ora ai paletti, che sono la forza del racconto: il mimo è caratterizzato molto bene, così come la soffitta da cui si può guardare il cielo; il 1984 emerge in tutte le lotte di quel periodo e dunque appare il vero motore della narrazione. Le cascate sembrano latitare ma si riscattano ampiamente nel finale, diventando uno degli elementi centrali, anche se figurati. Nel complesso un bel racconto che, nonostante sia per ora all’inizio delle letture, terrò sicuramente in considerazione.

6Bernie Empty Re: Bernie Mar Mag 16, 2023 11:35 am

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Di questo racconto mi è piaciuto molto l'uso dei paletti, che appaiono naturali e ben amalgamati tra loro.
E' anche il primo che leggo, ma sono solo all'inizio, nel quale il luogo non è fisicamente presente ma solo descritto.
Mi sono piaciuti altresì tutta una serie di passaggi, come la descrizione dei suoni dentro la soffitta, alcune caratterizzazioni dei personaggi e il parallelismo con l'opossum (che secondo me poteva dare il titolo al racconto, al posto di quello scelto che, secondo me, non rende giustizia).

Mi sono piaciuti meno altri aspetti, a cominciare dal fatto che la co-protagonista si faccia portare a casa di uno sconosciuto. Magari negli anni '80 c'era più fiducia nel prossimo, non ne ho idea, però è una cosa che mi lascia sempre un po' stranito.
Lo stile di scrittura l'ho trovato aulico, come il parlato di Bernie in diversi passaggi. Questo lo rende poetico e d'effetto, ma troppo costruito, per me.

Mi ha colpito, in bene e in male, infine, il fatto che Bernie, pur avendo trovato una persona che possa prendersi cura di lei e, si presume, amarla, scelga di perdere tutto in nome di una lotta ideale senza speranza.
Non è irrealistico, affatto, anzi, l'attaccamento ideologico è una qualità trasversale a uomo e donna, sebbene pochi siano in grado di mettere l'ideale davanti al proprio bene.
Ognuno di noi, in coscienza, sa se appartiene a una categoria o l'altra, senza che questo ci renda migliori o peggiori.

In conclusione, il racconto è forte, efficace, con una discreta carica emotiva, ma tanto influenzato da un linguaggio secondo me non adatto al contesto ed eccessivamente poetico/ricercato, perlomeno nei passaggi chiave.

7Bernie Empty Re: Bernie Mar Mag 16, 2023 11:50 am

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Sulla scrittura niente da dire. Ho avuto soltanto un dubbio sull'utilizzo del verbo virare in questo passaggio: "Aveva occhi incredibilmente marroni che viravano al giallo,..." Dubbio legittimo subito rientrato grazie alla Treccani.

C'è un ottimo connubio tra tutti gli elementi del racconto: l'ambientazione londinese in un periodo particolare dove il mimo cerca fortuna. Il luogo, come già notato tra l'altro, è lontano, ma perfettamente plasmato al personaggio di Bernie che lo porta con sé, come se lo mimasse lei stessa attraverso le espressioni del suo volto, del suo corpo (l'opossum) e, introspettivamente, con il dolore che la lacera per la morte del fidanzato. La soffitta è veramente centrale poiché è lì che il mimo esibisce il suo racconto attraverso le immagini che rappresenta. Non sono un amante di questo tipo di racconti, ma è evidente la qualità di questo rosa che definirei drammatico. Forse definirlo rosa è un azzardo, o forse è proprio il "cerchio dell'amore che non si chiude" ciò che manca per definirlo tale.

Chi mi ha preceduto ha notato la poca naturalezza dei passaggi dialogati. Sono l'ultimo che può parlare circa questo aspetto, ma mi permetto di dissentire poiché li ho trovati ben collocati nel contesto, soprattutto riguardo ai personaggi che li esprimono.

Alla fine della lettura mi è rimasta una domanda: dunque l'incontro tra Bernie e il mimo è stato provvidenziale per la carriera di quest'ultimo? La sensazione è che Bernie non sarà mai dimenticata dal protagonista. E non certo perché gli ha portato vittoria.

Ultima nota, superflua peraltro, il carattere cambia colore in un paio di punti virando al nero. Giusto no?

Grazie

8Bernie Empty Re: Bernie Ven Mag 19, 2023 9:44 am

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato. Il racconto è scritto divinamente, ma non è il genere che mi attrae. In questo caso cerco di astrarmi dal giudizio personale e valuto il racconto solo in base allo step.
Partiamo dalla trama. La storia è ricca, anche se la narrazione è molto basilare. Non ci sono grossi colpi di scena, ma quello che viene presentato è buono.
Come dicevo prima, questo genere di racconti non mi attrae. So che dovrebbe emozionarmi, ma non mi smuove nulla. Per smuovere le cose in me serve altro; basterebbe un dettaglio, e invece in questo caso, in cui i dettagli e l'accuratezza sono maniacali, non fanno altro che smorzare in me ogni emozione.
Il racconto non ha difetti dal punto di vista stilistico: è scritto bene e non c'è molto da dire, complimenti. Forse faccio una considerazione più ampia. Ci sono autori che sono più adatti a scrivere libri e altri a scrivere racconti. Credo che qui siamo di fronte a una persona che sarebbe in grado di scrivere un libro intero e fare centro. In un racconto, per me, questa abbondanza di particolari risulta eccessiva.
Ultimo punto in esame: i paletti. Ci sono tutti, ma è il classico caso in cui potevano essere anche altri; il racconto sarebbe stato bello ugualmente, perché la storia non è stata costruita sui paletti, ma i paletti sono stati inseriti in un'altra storia. Molti diranno: 'E chi se ne frega?' Io rispondo: 'A me'.

P.S. Anche se il racconto non mi ha colpito, invidio la tua mano.

9Bernie Empty Re: Bernie Sab Mag 20, 2023 5:26 pm

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

a me è piaciuto tanto, questo pezzo.
perfetta l'atmosfera creata, l'Inghilterra di quegli anni era proprio così, grazie alla Lady di ferro (che spero sia arrugginita del tutto).
ottime le descrizioni ma, soprattutto, e non è il primo racconto dove succede, trasmetti appieno l'emozione e fai vivere al lettore ogni singolo istante.
è vero, qualche dialogo avrebbe potuto essere diverso, più reale, ma a me va bene anche così.
complimenti sinceri.


______________________________________________________
L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente

Bernie Namaste

Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Kahlil Gibran

10Bernie Empty Re: Bernie Lun Mag 22, 2023 4:40 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Alla prima lettura, il racconto mi era sembrato poco lineare, con alcuni salti nella narrazione che non mi parevano giustificati. E anche alcune battute, specialmente quelle di Bernie, mi erano apparse poco spontanee, troppo lunghe e dettagliate per essere un dialogo naturale.
Poi ho capito che stavo prendendo dei granchi colossali.
La scarsa linearità non era altro che un naturale fluire dei ricordi, un fluire che difficilmente segue una linea retta, ma è pieno di anse, curve, ritorni...
Stesso discorso per le battute di Bernie: la piccola opossum ha un fiume e una cascata dentro di sé, potenti e inarrestabili. E il suo modo di parlare riflette tali caratteristiche.
A quel punto, mi sono davvero goduto la lettura.
La storia è viva, reale, commovente senza essere sdolcinata, e sorretta da una scrittura scorrevole, senza errori né inciampi.
Molto valide anche le descrizioni, sempre ben inserite nella trama, mai fini a se stesse ma specchio di sensazioni e situazioni vissute dai protagonisti.
Non ho altro da aggiungere, se non i miei complimenti.
M.


______________________________________________________
"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

11Bernie Empty Re: Bernie Mer Mag 24, 2023 5:52 pm

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao, Penna.

Se proprio devo dire una cosa che non mi è piaciuta, questa è la storia. Inoltre mi suona strano che una ragazza argentina si trovi a Londra nel 1984, mi sembra che sia un po' troppo vicina alla guerra delle Falkland. Però tecnicamente trovo che il racconto sia costruito bene.
La cosa secondo me più riuscita è la ricostruzione storica, a parte la nota che ti dicevo prima. Molto ben integrata nella narrazione la storia degli scioperi del 1984. Inoltre, non so se fosse reale, Londra era sicuramente già una città cosmopolita, però questo essere anche un attrattore per i giovani nel 1984 mi suona reale, per lo meno nel modo che l'hai descritto tu.
Ho trovato particolare che hai scritto Puerto Iguazú correttamente con l'accento acuto, ma hai usato "cascate dell'Iguazù" con l'accento grave proprio come nell'elenco dei paletti. Il paletto c'è, anche se solo nei ricordi di Bernie e anche se forse è tirato dentro un po' per le orecchie.
Il mimo è narratore e protagonista e qui voglio fare i complimenti per aver portato avanti due trame in parallelo.
Molto presente anche la soffitta, anzi ci hai presentato praticamente tutto della sua storia: da quando il narratore entra a quando il narratore la lascia.

Grazie e alla prossima.


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12Bernie Empty Re: Bernie Gio Mag 25, 2023 9:07 am

Danilo Nucci

Danilo Nucci
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un altro bellissimo racconto. Gli elementi della prova sono inseriti con naturalezza, così che un lettore esterno al forum non riuscirebbe a riconoscerli come presenze imposte.
Nella ricostruzione ambientale dell’Inghilterra dei primi anni ’80 ho riconosciuto la Londra che mi ricordo di aver visto in un breve soggiorno proprio in quegli anni: una città piegata dalla crisi economica e dalla recessione.
Nella forma del racconto ho notato solo alcuni passaggi un po’ troppo retorici ma solo per i miei gusti. Per il resto lo trovo un esempio invidiabile di scrittura.
Fra le varie notevoli descrizioni mi è piaciuta questa: “Aveva occhi incredibilmente marroni che viravano al giallo, tanti capelli scuri che cercava di domare con un fermaglio, una fossetta in mezzo al mento e una ruga verticale tra le sopracciglia, come chi non capisce ma non ha neppure tempo di ascoltare spiegazioni”.
È difficile riuscire a far meglio. Ottimo lavoro!

13Bernie Empty Re: Bernie Gio Mag 25, 2023 1:44 pm

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Descrizioni potenti che ti trascinano nel mezzo della scena, ti mostrano i sentimenti e te li scaricano  addosso: forse solo a tratti eccessive.
Un mimo che trasmette emozioni, che fa spettacoli, che cerca lavoro: in pratica un MIMO, vero!
Personaggi caratterizzati con maestria, credibili, reali.
Me lo sono gustato dall'inizio alle fine e non ha dubbi su che sarà il primo nella mia lista.

14Bernie Empty Re: Bernie Sab Mag 27, 2023 2:48 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Bello questo racconto, arricchito da belle immagini e belle atmosfere.
Ti dico solo le cose che non mi sono piaciute e che non mi permettono di mettere il racconto in cima alla mia classifica:

-quando Bernie dice a Oliver di portarla a casa di lui mi sono stranito. Non ce la vedo una ragazza ad andare a casa di un ragazzo che non conosce minimamente. Forse quelli erano altri anni, ma il comportamento è inusuale.
-alcuni dialoghi di Bernie sono a mio giudizio innaturali. La ragazza è particolare, ha un suo carattere, scopriamo a fine lettura che ha una sua visione, ma ugualmente non sono riuscito a giustificare alcune sue uscite, per come le esprime.
Con dei dialoghi "normali" probabilmente saresti stato in cima alla classifica, allo stato attuale non credo, anche se sarai sempre tra i miei cinque.
E mi continuo a ripetere: perché quei dialoghi?

15Bernie Empty Re: Bernie Lun Mag 29, 2023 11:52 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un bel racconto, semplice e al contempo complesso. Meriterebbe di essere rivisto con più ampio respiro in quanto i personaggi stanno decisamente stretti nello spazio a disposizione. Entrambi sono ben delineati, soprattutto Berenice:
lui alle prese con quello che vorrebbe essere il suo futuro, ma con una strada tutta in salita che lo intimorisce per tutte le aleatorietà di un genere artistico non molto rappresentato, lei con un passato che ne ha forgiato il carattere, dandole determinazione e coraggio ma anche la necessità di domare un grande dolore.
Con maggior spazio le loro personalità, i loro pensieri e i loro desideri potrebbero essere presentati più gradatamente, mentre qui sono necessariamente sintetizzati. Il punto di forza sarebbe anche il narrare in prima persona, che qui ho trovato ben sviluppato ed equilibrato.
I  paletti sono trattati con sicurezza, anche se  la descrizione del periodo storico pare più un trafiletto giornalistico, ma va bene così.
Le mie note
C’è qualche piccola imprecisione ma niente di importante.
parte fui risollevato  - fui sollevato
Ma poi mi appassionai ed era impossibile tornare indietro -  e fu impossibile lo leggo meglio
il suolo si inabissa -  non so se sia la descrizione migliore per una cascata. Inabissarsi significa  sommergersi, andare sott’acqua, mentre qui  arriva l’immagine di una  caverna in cui il fiume appunto si inabissa.
Bella la leggenda che hai ricordato, che ben hai raccordato con la loro storia.


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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

16Bernie Empty Re: Bernie Mar Mag 30, 2023 6:50 pm

Akimizu

Akimizu
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ciao autore, bravo, davvero. Che altro posso dire? Hai una naturalezza nella scrittura che non può essere frutto solo di studio, cavolo, con un talento così ci nasci! Le cose che mi hanno convinto poco te le hanno già dette altri, il che mi fa pensare che evidentemente sono cose vere e che dovresti rimediare, se vorrai rivedere il racconto. Sono alcuni dialoghi, davvero troppo artificiali, soprattutto le uscite pseudo filosofiche di Bernie, sono bellissime intendiamoci, ma in bocca sua non molto azzeccate, non so, la vedo come un personaggio troppo ruspante per farle passare certe espressioni. Mi ha ricordato Eccomi, di Safran Foer, un libro che amo a dismisura, ma dove tutti i personaggi, compresi i figli piccoli del protagonista, se ne escono con ragionamenti complicatissimi e frasi meravigliose, ma davvero troppo innaturali. L'altra cosa da rivedere può sembrare una sciocchezza, ma prende rilievo perché è all'inizio del racconto ed è importante per come muove la trama: Bernie che va a casa di un ragazzo che non ha mai visto prima. Capisco tutto, emancipazione e varie ed eventuali, ma è davvero un modo sbrigativo di gestire la questione.
Comunque niente, sei di sicuro tra i miei preferiti, a rileggerci!


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Bernie Senza_10

17Bernie Empty Re: Bernie Mer Mag 31, 2023 5:37 pm

Asbottino

Asbottino
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Voglio dire la mia sui dialoghi, che poi sono l'unico appunto che ti hanno fatto. Vedo che Aki ha citato Safran Foer e in generale dietro di lui metterei una generazione di scrittori (mi viene in mente Delillo, ma anche tutti i componenti della famiglia Glass nei vari racconti di Salinger) che hanno scritto libri complessi dove tutti i personaggi parlano di conseguenza, a dispetto della loro età. Spesso viene usato il termine innaturali. Non so. Io non sono d'accordo. Non lo sono mai stato. Sono sempre stato dell'idea che il personaggio di un racconto o di un romanzo non debba parlare come la gente normale. Anzi, ti dirò di più, trovo i tentativi di riprodurre il linguaggio reale una forzatura più evidente e talvolta fastidiosa.
Detto questo il linguaggio di Bernie per me è perfetto. E del resto, per usare una tua espressione, è il linguaggio di chi "non capisce ma non ha neppure tempo di ascoltare spiegazioni".
In generale la storia è la storia di Bernie. Il narratore stesso, il mimo, (curiosa, la scelta, visto che ha la lingua così sciolta) è totalmente a disposizione e di conseguenza tutto il resto. I paletti sono naturali perché mettendoli insieme con molta maestria hai trovato un ambiente accurato in cui inserire il personaggio Bernie. Sai talmente bravo che avresti potuto inserirlo ovunque. Che combatta questa battaglia o un altra, che siano le cascate di Iguazù o altre, che sia l'Inghilterra del 1984 o un altro luogo o anno, che lui vivesse in una soffitta o altrove, poco cambierebbe. Bernie sarebbe la stessa.
Questo toglie meriti al racconto?
No, penso di no. Nel senso che è talmente scritto bene e rispettoso dei paletti (diciamo che li rispetta, ma non li abbraccia) che non gli si può fargli veramente alcun appunto.
Forse Bernie meriterebbe un romanzo, un narratore che non debba per forza essere un mimo, un epopea che vada oltre un singolo anno, una sola stanza. Questa storia, così come è, è difficile da mimare, da costringere dentro un racconto.
Detto questo come si fa a non adorarlo? Forse anche a metterlo in cima alla lista. E se non ci va è perché, di nuovo, è la storia di Bernie, di qualcuno che cova la potenza della cascata, che non ha forma, che combatte per lenire un dolore che al massimo si può contenere ma non cancellare. Sicuramente non è la storia di una soffitta. Mi dispiace battere sempre su questo punto, ma è così.
Quindi chiudo facendoti i complimenti. Sa vado a rileggere quello che ho scritto io, mi sembra di balbettare in confronto.


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Bernie Senza_10

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18Bernie Empty Re: Bernie Mer Mag 31, 2023 11:41 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

ciao Autor
Commentare dopo due giganti è impresa assai ardua, ma così è!
L’unica cosa che mi sento di aggiungere e che non mi ha stupito più di tanto il fatto che Bernie vada a casa di uno sconosciuto 
e si faccia medicare da lui. 
Forse perché ho letto da poco Berta Isla di Javier Marías, dove c’è una situazione analoga o molto simile. 
Mi rimangono solo alcune domande a cui non riesco a dare una risposta: 
Bernie parte dall’Argentina per andare a Londra a fare cosa? 
A cercare la sorella del ragazzo morto o perché ormai era deciso che sarebbero fuggiti insieme? 
A rileggerci presto

19Bernie Empty Re: Bernie Dom Giu 04, 2023 8:07 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Il più bel mimo di questo step, forse addirittura uno dei più bei personaggi diqueste soffitte, calato dentro una storia che non ha saputo dirmi un granché.
Forse è la figura della ragazza quella che non mi è piaciuta molto a maggior ragione se confrontata con quella di lui.
Mi viene qyuasi da pensare che l'aut* abbia avuto esperienze teatrali di mimo, visto come racconta con precisone emozionante i movimenti del protragonista e come riesce a trasmettere emozioni descrivendoceli.
Cosa che, al contrario, non riesce con la ragazza che mi è parsa finta, troppo costruita, quasi fosse necessario dare un corpo e un aspetto umano alla leggenda delle cascate di Iguacu.
Il tutto calato in una Londra scossa dalla vicenda dei minatori che non conoscevo e che ben inquadra il periodo storico, il 1984.
Ben scritto senza refusi anche se in alcuni punti la scorrevolezza si è un po' incagliata fiorse anche a causa di dialoghi non sempre semplicissimi.
Nel complesso sicuramente molti più apsetti positivi che negativi ma credo, al momento, non sufficienti a competere con i racconti che si giocheranno la mia cinquina.


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Bernie Badge-3

20Bernie Empty Re: Bernie Lun Giu 05, 2023 9:19 am

CharAznable

CharAznable
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Racconto molto intenso che vive su un equilibrio delicato. Mi piace molto il contesto storico in cui la vicenda si incastona perfettamente come una pietra preziosa. Molto belli i personaggi. Il mimo funziona molto bene (anche se è il primo che incontro credo che difficilmente ne troverò uno più convincente). Mi piace come descrivi le sue azioni e la sua preparazione. Bernie è la vera protagonista, raccontata con delicatezza da chi non dovrebbe utilizzare la parola ma che si dimostra un abile narratore. Agli amici che rimangono perplessi del fatto che una ragazza possa accettare l'invito di uno sconosciuto, rispondo che, in quel contesto, mi è venuto subito in mente il personaggio di Marisol ne "Un sacco bello" di Verdone (scusami autore per la citazione poco colta).
Interessanti le emozioni ideologiche che lascia trasparire.
Un racconto decisamente interessante.
Un ottimo lavoro.
Complimenti.
Grazie.


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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

21Bernie Empty Re: Bernie Dom Giu 11, 2023 12:38 am

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Proprio un bel racconto!
Ho trovato i protagonisti convincenti e ben delineati e, soprattutto, mi sono piaciuti i loro perchè. Due solitudini che s'incontrano, due sognatori che s'inventano soluzioni drastiche per tenere a freno le loro aspirazioni. Ho trovato anche azzeccato il fatto che tu non insista su un certo tipo di relazione tra i due: per me non c'è amore tra di loro, ma un solido rapporto quasi d'amicizia, di due che si sono trovati e riconosciuti.
Molto interessante e adatto alla storia il momento storico che hai scelto; convincente anche il paletto del luogo, presente anche se solo nei ricordi di lei.
Il ritmo che hai dato alla storia agevola la lettura che non diventa mai pesante e arzigogolata, ma sempre in linea con lo stile che hai imposto alla storia, ricco d'immagini ed emozioni.

22Bernie Empty Re: Bernie Sab Giu 17, 2023 10:51 am

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao  @Resdei hai scritto un racconto splendido.
Continuo però a rifarmi la stessa domanda: perché quei dialoghi in bocca a Bernie?
Rimango della mia idea, mi suonano troppo artefatti.
Senza saresti  stata la mia numero uno.
Devi essere orgogliosa di questo tuo pezzo.

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23Bernie Empty Re: Bernie Dom Giu 18, 2023 9:57 pm

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Byron.RN ha scritto:Ciao  @Resdei hai scritto un racconto splendido.
Continuo però a rifarmi la stessa domanda: perché quei dialoghi in bocca a Bernie?
Rimango della mia idea, mi suonano troppo artefatti.
Senza saresti  stata la mia numero uno.
Devi essere orgogliosa di questo tuo pezzo.
grazie @Byron
Tu hai ragione, ma purtroppo mi viene naturale mischiare prosa e poesia e a volte il connubio può sembrare artificioso e poco spontaneo. 
Ti assicuro che in me avviene in modo naturale e non costruito, ma capisco che può risultare pesante. 
Grazie per le tue preziose considerazioni e complimenti per la tua Illusione di felicità che, con tutti gli altri tuoi pezzi, ho amato moltissimo.

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