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1Tullio Empty Tullio Mar Mag 09, 2023 10:26 pm

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Admin
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Xx yyyyyyy 1970

Carissimo Padre G.
scrivo queste righe consapevole del dolore che le infliggerò ma altrettanto certo che la scelta che sto per fare è quella corretta.
Ho pensato a lungo in questi ultimi mesi, ho pregato e cercato le risposte agli innumerevoli dubbi che mi tormentano il cuore e l’anima.
Ciò che avverto con urgenza è la necessità di una piena verifica del “problema affettivo” di cui spesso abbiamo parlato durante le nostre cene e di cui anche lei non è stato in grado di farmi vedere una soluzione che fosse al di sopra di ogni minimo dubbio.
Ho bisogno di sentire il sacerdozio come una scelta pienamente consapevole e non come l’ovvia conseguenza dei quattordici anni trascorsi in Seminario.
Parlo a lei come se parlassi al mio vero padre, perso troppo presto, condividendo quell’inadeguatezza, quasi paura, che sento nell’incarnare la figura del prete.
Non è la vocazione che mi viene meno, così come la chiamata del Signore che ancora mi capita di sentire forte e chiara quando mi ritrovo solo a pregare: sento più che altro il bisogno di “sporcarmi le mani” là fuori.
Ecco perché, seppure a soli diciotto mesi dalla mia ordinazione sacerdotale, ho preso la decisione di lasciare il Seminario e di andare a verificare di persona come è la vita nel mondo di tutti i giorni, dove si lavora e si fatica dalla mattina alla sera per procacciarsi il necessario per vivere.
Sono certo che, come ha sempre fatto, saprà comprendere le mie motivazioni e, soprattutto, sarà in grado di accompagnarmi in questa scelta così difficile e sofferta e restarmi vicino nei prossimi mesi (o anni?).

Suo Tullio

Xx yyyyyyyy 1978

Al Padre Superiore del PIME di Milano
Sono un giovane di Mantova prossimo ai trentadue anni, che intende entrare a far parte del PIME per un servizio disinteressato alla Chiesa come sacerdote. Premetto che ho alle spalle un’esperienza di seminario diocesano, dove ho trascorso volentieri gli anni della mia giovinezza, fino a un anno e mezzo dal sacerdozio. Nel 1970 ho interrotto il mio cammino per intraprendere una vita diversa… I miei superiori mi sconsigliarono, ma io ho voluto fare di testa mia, così ho cercato, in mezzo a tante difficoltà, di inserirmi nel mondo.
Ho fatto il servizio militare e ho svolto diversi lavori dopo aver conseguito il diploma di geometra.
Ho avuto modo di toccare con mano le ingiustizie e gli atteggiamenti dispotici dei padroni nei confronti dei lavoratori e allo stesso tempo ho visto molti miei compagni, vittime di strumentalizzazioni politiche, gettarsi in lotte dure, violente, spesso ingiustificate.
Anche per questo ho cambiato spesso lavoro alla ricerca di qualcosa che non sono mai riuscito a trovare veramente.
In questi otto anni, peraltro, non ho mai abbandonato il percorso di Fede, occupandomi di animazione liturgica, catechismo e coro nella mia Parrocchia e frequentando l’Azione Cattolica, entrando a farne parte nel gruppo giovani.
Negli ultimi tempi finalmente la chiamata del Signore è tornata a farsi forte e chiara, riportando a livello sempre più cosciente quella vocazione al sacerdozio che pure in questi anni ho tentato in ogni modo di assopire.
Una vocazione che ha assunto i contorni di una chiamata “ad gentes” ed è per questo che la scelta è caduta sul PIME che avevo già avuto modo di incontrare sulla mia strada anni fa e che ora diventa la mia prima scelta in questo momento decisivo della mia vita.
(…)

Vostro Tullio
7 giugno 1981

Carissimo Padre G.
da ieri sono un umile sacerdote e queste brevi righe sono un ringraziamento per avermi sempre accompagnato, soprattutto nei momenti più difficili, quando agli occhi del mondo sembrava che la mia Fede mi avesse abbandonato o si fosse, quanto meno, assopita.
Spero che la malattia, che l’ha tenuta lontano da me fisicamente ieri, possa risolversi in tempi rapidi e che ci sarà occasione di incontrarci prima della mia partenza per la meta che il Signore riterrà di assegnarmi.
Anche ieri ho sentito forte la sua presenza accanto a me nella preghiera e in quell’unità di intenti che ci ha sempre accomunati: se oggi sono qui molto merito, umanamente parlando, va a lei e alla sua tenacia nello sfidarmi giorno dopo giorno a riconoscermi nella chiamata del Signore cui ho voluto rispondere solo quando sono stato certo di me (di Lui, come ben sa, non ho mai dubitato).

Suo Tullio

Xx yyyyyyyy 1981

Mamma carissima,
innanzitutto sto bene, sia in salute che in spirito.
Ho preso possesso della mia casa qui in Papua anche se sarà solo per un breve soggiorno, giusto il tempo di prendere confidenza con la situazione generale.
A breve, infatti, partirò per un periodo negli Stati Uniti al fine di imparare l’inglese, credo che sarà in ottobre e non so ancora per quanti mesi mi dovrò fermare.
Accetto quello che arriva come un dono del Signore che ha deciso di servirsi di un umile servitore come me per portare la Sua Parola nel mondo.
Sento papà sempre accanto a me, lo invoco spesso quando ho bisogno di chiarirmi le idee, penso che lui sarebbe stato contento della mia scelta e mi trovo a riflettere sul fatto che nella chiamata del Padre ci sia stata un’intercessione del padre.
Ti ricordi mamma il giorno del funerale di papà? Quando mi cercaste per tutto il pomeriggio e alla fine mi trovaste addormentato in soffitta?
Ricordo le tue lacrime di gioia quando mi svegliasti e come ti arrabbiasti per lo spavento che vi avevo fatto prendere.
Ho custodito per anni quel pomeriggio nel mio cuore e ne parlai solo alla soglia della maggiore età con padre G. in seminario.
Ora è giunto il momento di raccontare anche a te quel pomeriggio…
Ero salito in soffitta, dove papà mi portava quando faceva i suoi lavoretti, in cerca non so nemmeno io di cosa di preciso; sentivo il peso infinito della tristezza che gravava sul mio cuore e salii in cerca di sollievo.
Bene, dopo qualche minuto in cui mi ero aggirato guardando e toccando gli attrezzi da lavoro, quasi potessero prendere vita e riportarmi papà, mi sembrò di sentire una voce, qualcuno che mi chiamava.
Naturalmente non c’era nessuno ma in quel momento lo sguardo mi cadde sulla Bibbia che papà teneva sullo scaffale verde. La aprii a caso e lessi il passo dei discepoli di Emmaus e fu come un’illuminazione, mi sembrò che tramite papà il Signore mi stesse parlando.
Mi sedetti a terra e sentii un peso sugli occhi e di lì a poco caddi in quel sonno profondo dal quale mi risvegliasti tu.
Suggestione? Chi lo sa? Di certo mi piace pensare che la mia vocazione, la chiamata del Signore, sia iniziata proprio in quel pomeriggio in soffitta, Dio mi aveva tolto il papà e proprio attraverso questa sottrazione mi stava regalando qualcosa di molto grande.
Ecco, mamma, ora lo sai anche tu…
Ti voglio bene e spero di vederti presto.

Tuo Tullio

Xx Yyyyyyyyy 1983

Al Padre Superiore del PIME di Milano
Carissimo Padre, l’attesa per il mio ritorno a Papua si sta prolungando senza che si intraveda, a oggi, una scadenza ragionevole.
Qui a Sotto il Monte mi trovo bene ma il mio desiderio è di tornare a svolgere il mio mandato in missione.
Per questo sono a chiederle di cambiarmi destinazione, qualsiasi altra località andrà bene.
Solo chiedo, con la massima umiltà, di non essere inviato negli Stati Uniti; nel mio soggiorno di studio ho percepito la grandezza della nazione, la grandezza delle città e anche la gente mi è sembrata aver assorbito questo “gigantismo”.
Io sento di essere chiamato a missioni più piccole, laddove, tra la gente comune, si può parlare con semplicità un po’ come al mio paese.
Una missione dove la vita sia ancora prevalentemente rurale, a contatto con la natura, i campi, le foreste…
Spero non voglia considerare questa mia richiesta come un atto di presunzione o di insubordinazione, mi rimetto alla vostra volontà e, prima ancora, alla Sua volontà.

Vostro Tullio

11 Giugno 1984

Carissima Letizia,
sono in procinto di partire, finalmente, per la mia missione a Tulunan; domani a quest’ora sarò già là e ti confesso che non ne vedo l’ora.
Da troppo tempo, ormai, non vivo la vita di missione e comincia a mancarmi troppo.
In particolar modo, da quando sono arrivato nelle Filippine mi sembra di aver fatto il turista.
Prima a Manila, con l’aria condizionata in camera e ogni giorno pranzo e cena “occidentali”.
Poi a Puerto Princesa, sull’isola di Palawan dove ho trascorso quasi sei mesi per imparare il “Cebuano” la lingua locale dei villaggi della diocesi di Kidapawan dove sono diretto.
Qui in particolare ho vissuto un’esperienza naturalistica intensa di cui voglio parlarti in questa lettera.
Un paio di mesi fa, infatti, abbiamo trascorso il fine settimana nel Parco nazionale del fiume sotterraneo, una vera meraviglia della natura.
Si arriva al fiume sotterraneo tramite barca; si scende su una spiaggia molto bella con il tipico paesaggio di rocce e giungla a fare da contorno, poi con un’altra barca si entra in un varco che porta al fiume sotterraneo.
Dentro si è completamente al buio e la guida della barca tramite una torcia illumina i vari punti da vedere man mano che si naviga: rocce bellissime e punti fantastici da ammirare nella più completa oscurità, un’esperienza unica da vivere con la storia e con la natura.
Ma mentre percorrevamo il fiume, in un silenzio straordinario interrotto solo dalle parole della guida, io ho sentito forte come solo la prima volta nella soffitta, il giorno della morte di mio padre, la chiamata del Signore.
A un certo punto ho chiuso gli occhi, sentivo l’acqua scorrere sotto la nostra barca e la preghiera è sgorgata forte e spontanea dal mio cuore.
Mi sono sentito leggero, quasi fluttuassi sulla barca, ho provato quella vicinanza con Dio di certi giorni in alta montagna dello scorso anno, quando ero al seminario di Sotto il Monte.
Sarà durata non più di un paio di minuti ma è stata un’esperienza fortissima, è come se il Signore mi stesse indicando che la strada su cui sto per incamminarmi fosse quella giusta, quella che da sempre aveva “disegnato” per me.
Sono pronto, Letizia cara, spero che una volta sistemato potrò invitarti, magari con mia mamma, a trovarmi.
Ti abbraccio e salutami tanto i tuoi cari

Tullio

31 dicembre 1984

Carissimo Gilberto,
che anno questo 1984!
Ti scrivo dalla mia stanzetta a poche ore dalla fine dell’anno; stasera io e Padre Peter Geremia, mio compagno di avventura qui in missione, ci siamo concessi una cena un po’ meno frugale del solito: oltre ai pesciolini con le verdure e il riso in bianco, oltre ai litchi e alle bananine, abbiamo aperto una delle bottiglie di vino che riserviamo per le occasioni speciali e così abbiamo festeggiato la fine dell’anno.
Non aspetteremo la mezzanotte, domani mattina ci si sveglia alle cinque come sempre ma, prima di salutare l’anno, finalmente ho deciso di scriverti.
Dallo scorso 12 giugno sono qui a Tulunan: lo sai che viene definita “capitale del terrore”, in quanto alla guerra per le terre e alla guerriglia comunista si aggiungono torture e cannibalismo?
La zona in cui io e Padre Geremia operiamo è pianeggiante, coltivata a riso, si estende per un raggio di dieci chilometri, fino a raggiungere le colline circostanti, coltivate a granoturco e canna da zucchero. Le strade sono percorribili con la moto. La canonica è in legno, fornita di corrente elettrica, che funziona solo di giorno. La sera, se necessario, usiamo le lanterne.
L'inserimento è stato difficile, soprattutto per la situazione politica delle Filippine, e in particolare dell'isola di Mindanao segnata da crisi economica, forte tensione politica fra opposizione e classe al potere, malcontento generale per il sistema dittatoriale, paura diffusa nella gente comune dovuta alle ispezioni militari a domicilio, con conseguenti arresti di persone sospettate di appartenere ai ribelli o di parteggiare per essi; imprigionamenti, deportazioni e frequenti casi di uccisioni dopo l'arresto, senza previo processo.
La Chiesa si fa solidale con tutti questi casi pietosi ed alza la voce di protesta, in difesa degli oppressi. Spesso i poveri e gli indifesi trovano unico appoggio e sostegno nella Chiesa, che si muove tra molte difficoltà e con poco risultato, dovendo affrontare un potere troppo forte e corrotto. Siamo dunque un segno di speranza e promotori della giustizia...
C’è bisogno di un risanamento generale, che richiede molto tempo, attraverso un'educazione ai valori umani, ai diritti fondamentali dell'uomo, alla giustizia. Senz'altro questo è uno dei nostri intenti, come preti.
Il nostro lavoro pastorale si svolge tra la gente di condizioni più umili e il nostro stile di vita tende a uniformarsi a quello semplice ed essenziale della gente comune.
Mi accorgo che il prete gioca un ruolo importante e che la gente si aspetta molto da lui. È una persona a cui fanno riferimento per ogni bisogno e necessità. Auguro a me stesso di potermi sentire sempre più partecipe e coinvolto nel cammino di questo popolo duramente provato dalla sofferenza. Ringrazio tutte le persone che il Signore mi ha messo a fianco e che mi aiutano nel mio inserimento.
Personalmente sto abituandomi al ritmo della vita filippina che spesso mette a dura prova la mia pazienza. Gli orari non vengono rispettati, le attività non cominciano mai all'ora stabilita. Non c'è la minima ansia per il tempo che scorre. Può darsi che la lentezza dei tempi filippini dipenda dal caldo o dall'insufficiente alimentazione, dalla mancanza di stimoli o dall'isolamento in cui vivono. Mi riferisco al mio ambiente prevalentemente rurale, povero e sottosviluppato. Essendo io un tipo sbrigativo, devo continuamente rivedere la mia disponibilità. Quando conversi con loro fanno lunghi discorsi prima di arrivare al nocciolo della questione. Capire quello che pensano su certi argomenti è alquanto complicato. Certe zone della loro vita rimangono a noi nascoste, difficilmente si espongono per manifestare la loro opinione.
Non mi resta che immergermi in questo mondo e camminare a fianco di questa gente, nella comunione fraterna e condivisione. Il lavoro è tanto e il compito affidatoci è grande: però non siamo soli, un Altro ci sorregge e viene incontro alla nostra debolezza. Coraggio, dunque. Diciamocelo reciprocamente.

Tuo Tullio.

18 aprile 1985

Gentilissima Licia,
trovo la forza, aiutato dal Signore, per scriverle queste righe a una settimana dal martirio di suo fratello.
Non mi abbandona un solo istante il pensiero che avrei dovuto esserci io in quel posto, in quel momento…
Padre Tullio è stato un amico e compagno speciale, un vero fratello nella Fede: credo sia stato un vero “chiamato da Dio”, raramente nella mia vita ho incontrato una persona che sentiva la vocazione in maniera così intensa e che la vivesse con tanta passione.
Pensi che io lo chiamavo “il Filosofo”, lui sorrideva e si schermiva, timido e riservato come sempre.
Era un vero filosofo della vita, sempre accanto al più debole, al più piccolo, viveva il Vangelo con un’umiltà e, allo stesso tempo, una forza che io non sempre sento di avere.
Penso che tutti noi missionari siamo in un certo senso dei filosofi, altrimenti non ci sarebbe possibile vivere in questa situazione di costante pericolo, ma lui incarnava tutto ciò con un senso della misura, con una pacatezza, con la capacità di farsi realmente vicino all’altro.
Ricordo una delle sue prime funzioni qui a Tulunan, era una Messa funebre per un bambino di pochi mesi, morto di malnutrizione: Tullio a un certo punto si è “immagonato” come diceva lui, ha creduto di non farcela a terminare il rito, tanto era commosso.
Questo era Padre Tullio e ancora, la sera di una settimana fa, è andato incontro alla morte convinto che “tanto non avrebbero fatto nulla a me che sono un semplice e povero prete”: queste le parole che ha detto prima di uscire di casa e salire sulla sua moto diretto all’appuntamento con il suo destino.
Mi piace pensare che il Padre lo ha chiamato accanto a sé prematuramente perché ha visto la sua infinità bontà e ha pensato che gli uomini quaggiù, intrisi di rabbia, cattiveria, ferocia, non lo meritassero; so che non è un pensiero giusto nel cuore di un sacerdote e so che Tullio non lo avrebbe mai fatto…
Mi mancherà molto, Tullio, le nostre chiacchierate serali, il suo sorriso dolce quando i bambini gli correvano incontro chiamandolo “father”, i suoi rimproveri quando l’ira aveva il sopravvento su di me e quando dalla mia bocca uscivano parolacce.
Licia, suo fratello è stato un grandissimo uomo qui sulla Terra e ora sarà un grandissimo angelo lassù in cielo, lo sento ogni giorno quando mi reco sulla sua tomba a pregare.
A proposito, sulla lapide, semplice e spoglia come sarebbe piaciuta a lui, ho fatto incidere queste poche parole: Padre Tullio Favali, il filosofo dei bambini.

Padre Peter Geremia.

2Tullio Empty Re: Tullio Dom Mag 14, 2023 10:31 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Con quei paletti "geografici" lo step si preannuncia molto interessante con storie che ci porteranno a consultare spesso la rete.
Su questo Padre favali, primo martire missionario nelle Filippine non si trova molto in rete e resta il dubbio, giunti in fondo, se questa autobiografia epistolare sia frutto della fantasia dell'aut* o posi su solide basi reali.
La scleta delle lettere per ricostruire la vita di questo missionario mi sembra centrata, la lettura scivola rapida e leggera se si esclude, forse, la lettera a Gilberto (la penultima) in cui il racconto si appesantisce un po'.
Originale l'utilizzo dei paletti che, probabilmente, avrà messo a dura prova la scelta dello staff: in particolare Filosofo e 1984 sono utilizzati in maniera inusuale.
Buona la scrittura senza refusi evidenti, mi limito a segnalare questo passaggio in merito al quale mi resta qualche dubbio sull'utilizxzo dei tempi verbali:
Ero salito in soffitta, dove papà mi portava quando faceva i suoi lavoretti, in cerca non so nemmeno io di cosa di preciso; sentivo il peso infinito della tristezza che gravava sul mio cuore e salii in cerca di sollievo.
Chiudo con una frase che mi ha colpito per la bellezza:
mi trovo a riflettere sul fatto che nella chiamata del Padre ci sia stata un’intercessione del padre.


______________________________________________________
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3Tullio Empty Re: Tullio Lun Mag 15, 2023 2:51 pm

Antonio Borghesi

Antonio Borghesi
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Conosco le Filippine e anche l'isola di Mindanao ma non conoscevo la storia di questo missionario. Son ben contento che tu ce l'abbia fatta conoscere e penso che in questo caso la decisione di propendere per un racconto epistolario sia perfettamente centrata. La scrittura è fluida e non ho riscontrato nessun inciampo. Ottimo.

4Tullio Empty Re: Tullio Mar Mag 16, 2023 8:35 am

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

La lettura fila via liscia e mi ha consentito di conoscere la figura di un padre missionario a tutto tondo. Dai dubbi circa la propria vocazione al percorso interiore che lo ha confermato nella scelta di vita.
Adeguata la forma epistolare per questa “biografia” in cui trovano posto i paletti richiesti dal contest. Ci sono tutti ma la soffitta l’ho trovata davvero un po’ forzata. Per il resto ci sono epistole meglio riuscite e scorrevoli, altre meno.
Una buona prova che, in ogni caso, ho letto con interesse.

5Tullio Empty Re: Tullio Mar Mag 16, 2023 6:06 pm

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Una lettura piacevole. Sin dalle prime battute, ho percepito Tullio come un personaggio reale e la mia curiosità per scoprire cosa avesse fatto è cresciuta durante la lettura. Tuttavia, sono rimasto deluso quando alla fine si è rivelato che era un missionario realmente esistito. Mi aspettavo che l'autore approfondisse di più gli aspetti "filosofici" di Tullio, che invece sono stati solo accennati.
Per quanto riguarda la trama, scorre via senza intoppi. Si legge con piacere, ma non lascia una forte impressione.
Emozionalmente, il racconto è piatto e rischia di risultare un pochino freddo. Specialmente nell'ultima lettera che dovrebbe smuovere qualcosa ma purtroppo non lo fa.
Una cosa che invece mi ha entusiasmato è la scelta di raccontare la storia tramite lettere. Le lettere sono ben scritte e realistiche, il linguaggio utilizzato è appropriato, e credo che questo sia uno dei motivi per cui la lettura risulta piacevole. A tal proposito, complimenti.
Infine, per quanto riguarda i paletti, sono tutti presenti ma non vengono, secondo me, sfruttati al meglio. Se fossero stati sviluppati in modo più incisivo, avrebbero potuto dare maggior risalto alle caratteristiche del protagonista e rendere l'intera narrazione più vibrante.

6Tullio Empty Re: Tullio Mer Mag 17, 2023 5:12 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ho letto volentieri questa specie di "biografia epistolare" e davvero non mi aspettavo di essere di fronte a un personaggio reale. Faccio i miei complimenti all'autore, sia per l'ottima scrittura che per avermi fatto conoscere Padre Tullio: non so quanto ci sia di realtà e quanto di romanzato, ma dal tuo testo esce una figura notevole, a tutto tondo.
Molto azzeccata anche la scelta del racconto epistolare e in ogni lettera hai saputo far emergere stili e personalità diverse.
L'unica cosa che mi è mancata è la parte più strettamente filosofica della personalità del missionario, soltanto accennata nell'ultima lettera ("Penso che tutti noi missionari siamo in un certo senso dei filosofi"). Nelle lettere e nei comportamenti di Padre Tullio ho trovato vocazione, fede travagliata e profonda, grande amore per gli "ultimi"; ma non so se tutto questo basta per farne un filosofo. Dico questo, comunque, solo come opinione personale, che è evidentemente diversa da quella del CdL...
Ancora complimenti.
M.



Ultima modifica di M. Mark o'Knee il Mar Mag 30, 2023 7:57 pm - modificato 1 volta.

7Tullio Empty Re: Tullio Ven Mag 19, 2023 6:01 pm

Arunachala

Arunachala
Admin
Admin

a me non è piaciuto tantissimo, sono sincero.
l'ho trovato piuttosto lungo e pesante, a differenza di altri lettori, e ho faticato ad arrivare al termine.
inoltre resto un poco basito per alcune lettere.
forse non ho capito niente io, forse mi sfuggono tante cose, ma chi è Letizia, cui Tullio scrive? E Gilberto?
un mio problema, forse, ma scritto così non mi è chiaro.
di contro, è bella la figura del protagonista, e risalta soprattutto quando dichiara di voler capire come sia la vita fuori dal seminario ed entra nella società per dissolvere i propri dubbi sul sacerdozio.
peccato finisca in quel modo.
lavoro discreto


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8Tullio Empty Re: Tullio Lun Mag 22, 2023 9:56 am

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Più che di un personaggio reale, leggendo mi ero fatto l'impressione che ci fosse del personale dell'autore nel racconto, perché tanti dubbi e pensieri sono colorati da una nota di spontaneità che lasciano intendere una certa comunanza di pensiero tra mano scrivente e personaggio interpretato.
I tanti dettagli riportati, alcuni molto precisi, lasciano altresì l'impressione che l'autore conosca più su questo personaggio di quanto non si trovi in rete.
Al proposito, sono grato che non si faccia menzione del modo orribile in cui questo missionario ha trovato la morte: leggendolo altrove mi è venuta una grande rabbia.

Felice anche la scelta delle epistole. Mi sembrano scritte in maniera molto realistica, un po' retrò, come è giusto che sia, e con una certa comunanza di tratto fondamentale per la credibilità del personaggio.

Quel che mi ha convinto meno è l'uso dei paletti, che ho trovato meno calzante rispetto ad altri racconti letti.
La soffitta compare solo una volta, pur avendo un ruolo importante poiché luogo della vocazione del protagonista.
Il fiume sotterraneo è solo la meta di uno dei viaggi di Tullio; anche qui c'è un richiamo alla vocazione, ma il luogo in sé non ha il peso della soffitta nell'economia della Fede.
Il 1984 invece è solo quello della lettera più lunga delle altre, l'ultima del protagonista, la cui morte avviene ad aprile dell'85.
In questo caso il paletto sembra, se non assente, non avere quantomeno una importanza cruciale.
Anche il filosofo non è ben centrato, a parer mio, perché non vi è particolare accento sui pensieri filosofici di Tullio, quanto sulle sue emozioni e sul suo rapporto con Dio, che credo sia più spiritualità che filosofia.

Non ho infine capito chi siano i vari personaggi con nome cui Tullio invia le proprie lettere (a parte il prete mentore e la sorella in quella finale), e mi viene il dubbio se siano vere informazioni di background o invenzione dell'autore.
Non ho neanche capito gli XX yyyyyyy che cosa vadano a "coprire".

In definitiva, il lavoro mi è comunque piaciuto. 
E' una lettura lenta e metodica, da prendere come un interessante luce sulla vita di un missionario praticamente sconosciuto, meno narrativa di tanti altri pezzi ma capace di smuovere qualcosa nelle percezioni, specie in chi ha comunque un rapporto, per quanto tempestoso, con la Fede.
Peccato la debolezza dei paletti.
Valuterò in sede finale quanto incideranno sul piazzamento di classifica.

9Tullio Empty Re: Tullio Lun Mag 22, 2023 11:14 am

gipoviani


Padawan
Padawan

Non conoscevo la storia e quindi è stato un ottima occasione per conoscere una persona di sicuro valore.
Grazie quindi.
Detto questo, il racconto non mi ha catturato, né emotivamente né intellettualmente. 
Poco pathos, quando la partecipazione emotiva avrebbe reso più leggere alcune parti che fredde risultano alla fine pesanti da leggere. 
Ho avuto l'impressione, ma magari mi sbaglio alla grande, che neanche tu sentissi questa storia come veramente tua, ma c'erano i paletti da rispettare e questo ti sembrava un buon modo per farlo. 
Alla prossima

10Tullio Empty Re: Tullio Lun Mag 22, 2023 1:13 pm

Nellone


Younglings
Younglings

Che dire, una storia con tante luci ma anche parecchie ombre, sulle quali non posso sorvolare. La Luce più grande (e permettete che lo scriva con la L maiuscola) è il rapporto con Dio del protagonista, davvero splendidamente descritto e che racconta molto bene la fede che dovrebbe avere un sacerdote che possa chiamarsi tale con rispetto. Non si scende mai nei particolari più limpidi ma la forza di questo amore con il Padre trapela ovunque, rafforzando l’idea di trovarsi di fronte a un sant’uomo fatto e finito. La scrittura la trovo adeguata, pertanto, senza troppi fronzoli ma efficace e costante. Arriviamo a ciò che mi ha convinto meno: due paletti sono del tutto labili, pressoché assenti. Che il prete venga alla fine indicato come “filosofo” non mi pare rilevante, così come la soffitta appare di sfuggita e non ha alcun seguito nella prosecuzione della narrazione. Il periodo storico, al contrario, è ben caratterizzato, così come le ambientazioni naturali, sebbene anche in questo caso non abbiano un ruolo determinante. In conclusione un racconto che ho letto volentieri, ma che mi pare adattato al contest più che nato con esso.

11Tullio Empty Re: Tullio Lun Mag 22, 2023 8:46 pm

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Questo Step mi sta portando in posti del mondo sconosciuti che, spero, negli ultimi anni siano anche cambiati... in meglio. Anche i personaggi sono interessanti e meriterebbero approfondimenti.
Quanto al racconto epistolare, mi è risultato piuttosto noioso, concentrato sul ripensamento del cammino spirituale iniziale per poi sfociare in una nuova vocazione, più matura. Non mi trasmesso però quel pathos  necessario per una "vera" lotta interiore.
I paletti, soffitta e fiume sotterraneo, un po' forzati: il filosofo alla grande.

12Tullio Empty Re: Tullio Lun Mag 22, 2023 9:59 pm

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Altro racconto particolare che fa conoscere una persona e un fatto ai più sconosciuti.
La storia è interessante, concentrandosi sulla vocazione di questo futuro prete missionario, una vocazione trovata, poi smarrita e infine nuovamente ritrovata.
Dei paletti trovo debole solo l'ambientazione, quel fiume sotterraneo che è onestamente una toccata e fuga. La soffitta invece ha una certa rilevanza, visto che è il luogo dove germoglia la vocazione del protagonista.
Il racconto l'ho letto con interesse, ma il problema del genere epistolare a mio avviso è sempre il medesimo: ingabbia la narrazione in un confine troppo stretto e delimitato, dando poche possibilità di districarsi allo scrittore.
Questa costrizione porta a un ritmo troppo poco incisivo, impedendo al lettore di appassionarsi totalmente alla storia e ai suoi personaggi.

13Tullio Empty Re: Tullio Mar Mag 23, 2023 2:30 pm

Danilo Nucci

Danilo Nucci
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ho un vago ricordo dell’episodio della morte di questo sacerdote, ma non ne avrei mai ricordato il nome, ma soprattutto non avrei mai conosciuto la sua storia se tu non ce l’avessi raccontata in una forma semplice, lineare, senza indulgere troppo alla retorica (che affiora un po’ solo nell’ultima lettera di Padre Geremia).
Il tono di tutte le lettere è estremamente credibile e, lette al di fuori di qui, non avrei alcun dubbio sulla loro autenticità.
Mi restano solo piccoli dubbi: non ho capito bene il significato della frase “ Ciò che avverto con urgenza è la necessità di una piena verifica del “problema affettivo…”
E poi: chi è Letizia? Poi, eventualmente, mi spiegherai.
Per quanto riguarda la prova, indubbiamente il personaggio-filosofo è interpretato in senso molto estensivo. L’anno 1984 è solo una delle tante date indicate, visto che non è nemmeno quello della sua morte. La soffitta invece è il luogo in cui avviene qualcosa di veramente importante. La divagazione del fiume sotterraneo era ovviamente dovuta per la prova stessa, ma l’inserimento è stato opportuno e credo che un lettore esterno al forum non avrebbe niente da obiettare.

14Tullio Empty Re: Tullio Sab Mag 27, 2023 11:56 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Molto particolare la scelta del genere epistolare, che ha consentito alla Penna di riproporre il percorso umano e spirituale di un uomo che ha voluto vivere anche al di fuori della figura strettamente ecclesiastica, lavorando al fianco di operai, vivendone le difficoltà, le speranze e le lotte.
Una scelta che avrebbe potuto portare Tullio verso un altro futuro, con una famiglia propria, vivendo comunque la Fede.
Non conoscevo la figura di Padre Favali, e delle vicende socio politiche delle Filippine, mi spiace dirlo, ho solo un’infarinatura che si rifà a momenti più recenti: il bello di Rooms è anche quello di imparare sempre qualcosa. In rete ho trovato su un sito dedicato a Santi e Beati, una testimonianza su Padre Favali, che la Penna ha riproposto passo passo, “romanzando epistolarmente” se così di può dire, i vari momenti ivi elencati, inserendo nel racconto anche stralci di scritti di Padre Tullio, che l’autore dell’articolo aveva utilizzato. Buon lavoro di ricerca quindi, soprattutto perché molte figure emblematiche finiscono per essere dimenticate dai più.
Il racconto è scritto bene, il genere scelto impone una particolare attenzione alla lettura, che in questo caso vede solo le lettere di Tullio come protagoniste, a parte l’ultima.  A mio personale parere questa scelta di “senso unico” un po’ appesantisce il racconto: manca una sorta di interlocutore che narri di Tullio da un altro punto di vista,  certamente di condivisione per la vita che aveva scelto, dando un momento di stacco alla lettura.
I paletti: ovvio che se siamo qui a leggere per il CdL, sono stati rispettati, ma l’anno 1984 è solo una data in cima a un paio di lettera: la prima per inserire il paletto “Fiume sotterraneo”,  la seconda per avvicinarsi all’anno successivo, quando Padre Favali sarebbe stato ucciso, inserendo info sulla situazione socio politica delle Filippine.  Troppo poco anche se sicuramente correlati alla vita del protagonista.
Anche la soffitta, seppure inserita come luogo per un momento molto particolare, avrebbe potuto essere anche un’altra stanza in cui fossero conservati oggetti del padre.


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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

15Tullio Empty Re: Tullio Dom Mag 28, 2023 12:57 am

Akimizu

Akimizu
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ciao autore, spero tu non me ne voglia, ma devo confessarti che il tuo racconto mi ha un po' respinto. Di sicuro non ha aiutato la forma epistolare (non è certo una forma racconto che aiuta a entrare in empatia coi personaggi e a vivere a pieno gli avvenimenti), inoltre sono stato poco coinvolto da ciò che mi stavi raccontando. Durante l'epistola che narra delle vicende Filippine poi mi hai proprio perso, ed è stato un peccato, perché era decisamente la più importante nell'economia della trama.
Resta comunque una bella prova sotto l'aspetto della scrittura e della scelta dello stile, che ho trovato estremamente calzante con la reale voce di padre Tullio.
A rileggerci!


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Tullio Senza_10

16Tullio Empty Re: Tullio Gio Giu 01, 2023 10:18 am

Resdei

Resdei
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao Autor
Bel racconto di un grande missionario.
Il linguaggio è conforme al periodo storico, la vocazione del prete emerge tra le righe in modo molto forte. E, come spesso succede per le tante persone che si prodigano per gli altri, rimane indelebile il messaggio. 
L’altra sera in tv parlavano di don Puglisi, missionario in Sicilia e martire della mafia. 
Commovente la testimonianza di chi l’ha conosciuto.
Il genere epistolare per me è azzeccatissimo per l'epoca, come lo stile aulico e il linguaggio “antico”.
Pertanto, lo ritengo un gran bel lavoro.
A rileggerci

17Tullio Empty Re: Tullio Dom Giu 04, 2023 6:12 pm

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao, Penna.

Ti dico subito che la lettera del 31 dicembre 1984 è quella meno coinvolgente perché è quella più astratta. Parla della chiesa, dei preti, di quello che la gente si aspetta dai preti. Per renderla più coinvolgente avresti per esempio potuto descrivere in prima persona l'esperienza di padre Tullio, ti faccio un esempio: "Io mi faccio solidale con tutti questi casi pietosi e alzo la voce di protesta..." magari aggiungendo anche, sempre per esempio: "come credo/ritengo debba fare la Chiesa". Oppure "Mi accorgo di giocare un ruolo importante e che la gente si aspetta molto da me" e per esempio aggiungere "in quanto prete". Non so se percepisci la differenza; a mio gusto avrebbe aiutato a rendere anche questa lettera coinvolgente come le altre.
Essendo un personaggio realmente esistito, mi farebbe piacere scoprire se sia stato davvero definito "il filosofo dei bambini" oppure se si tratta di una invenzione artistica; mi saprai dire nel "terzo tempo", spero.
Finzioni oppure no, devo dire che i paletti ci sono. Confesso che l'inserimento dei paletti lo trovo un po' artificiale, ma nello stesso momento ammetto a me stesso che l'uso del genere epistolare fa in modo che questa artificiosità sia marginale; anzi, credo proprio che un lettore esterno al concorso possa apprezzare gli episodi della soffitta e del fiume sotterraneo di Puerto Princesa come "coloritura" dell'intento storico e storiografico del racconto.
Presente il paletto del 1984 e aggiungo "per fortuna" perché mi ha permesso di conoscere un personaggio che non conoscevo e che, ora che ne ho sentito parlare, posso dire di essere contento di averlo incontrato. Nel complesso, a parte la lettera che ti dicevo sopra, non ho trovato inciampi e ho trovato coinvolgente la narrazione.

Grazie e alla prossima.


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Tullio Badge-2
https://linktr.ee/Achillu

18Tullio Empty Re: Tullio Mar Giu 06, 2023 9:23 am

CharAznable

CharAznable
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Il tuo racconto ha il pregio di far scoprire (o di ricordare) una figura molto interessante ma poco conosciuta fuori dall'ambiente missionario. E' ben scritto e il genere scelto si adatta appieno a quello che posso immaginare sia il tuo intento. Di contro, ha il difetto di coinvolgere poco il lettore. Di non riuscire a portarlo nella storia.
Capisco poco l'utilizzo delle x per oscurare alcune date (forse perchè l'autore non aveva date certe nelle quali collocare quei passaggi della corrispondenza).
Rimane comunque un lavoro che ho letto con piacere e che mi ha permesso di scoprire una figura che non conoscevo.
Un buon lavoro.
Complimenti.
Grazie.


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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

19Tullio Empty Re: Tullio Gio Giu 08, 2023 11:06 am

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Mi scuserà l'Autore e Voi tutti, ma non ho apprezzato particolarmente questo racconto epistolare. Perché? Non certo per la scrittura o il genere scelto, bensì per l'argomento di fondo, con il quale non ho molta facilità.

Leggendo i commenti precedenti scopro che trattasi di una storia vera e ringrazio l'Autore per avermela fatta conoscere. 

Se dunque circa l'argomento principale non mi esprimo per ovvi motivi, mi pongo alcune domande, peraltro già poste da altri, circa le date oscurate. Per quale motivo? Inoltre, nemmeno io ho capito chi è Letizia, se Licia è la sorella di Padre Tullio. Ammetto candidamente che ho creduto che Letizia fosse la sorella di Padre Tullio. 

Una piccola postilla sulle lettere che ho letto, aldilà del contenuto: le ho trovate molto vere e spontanee. Dato che credo siano opera della fantasia dell'Autore, che ha trasferito le notizie (e i sentimenti, le emozioni) di una storia vera, gli faccio i complimenti per come le ha costruite.

Grazie

20Tullio Empty Re: Tullio Gio Giu 08, 2023 6:51 pm

bucaneve88

bucaneve88
Younglings
Younglings

Ciao, Autor. Due righe di commento da una transfuga che non ha niente a che vedere con questo Concorso.
Ho apprezzato moltissimo il lavoro notevole che hai dovuto fare per rendere la storia credibile; scrivere (inventare) un epistolario non è cosa da poco.
Ho apprezzato meno il fatto che l'ambiente "soffitta" tema dello step, sia stato un po' "telefonato", alcune lettere erano pesantucce ed era necessaria una buona dose di attenzione per non "perdere il filo" della storia.
Comunque penso che anche questa sia una buona prova. Il mio ex SpS si sta arricchendo di ottime penne. Tullio 1845807541


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Mai innamorarsi di un fiocco di neve...  Tullio 3931930528

A Petunia garba questo messaggio

21Tullio Empty Re: Tullio Sab Giu 10, 2023 4:05 pm

Asbottino

Asbottino
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un altro racconto epistolare. E un altro racconto estremamente valido, ben scritto, ben strutturato, senza cadute, con una preparazione alle spalle. E di nuovo un altro racconto che sfiora i paletti e racconta una storia che potrebbe farne a meno. Più che altro i paletti sono seminati lungo il cammino. Ne appare uno e scompare il successivo. Abbiamo la soffitta, il luogo della vocazione, con l'episodio della morte del padre. Poi il fiume sotterraneo, la conferma. Poi l'anno, che però è solo uno dei tanti di una vicenda che si sviluppa tra il 1970 e il 1985. E infine il filosofo, usato veramente come definizione. Non c'è spazio per un vero pensiero strutturato. Ci sono tante riflessioni, la narrazione del rapporto con Dio, ma niente di più. Se Tullio Favali fu considerato un filosofo è perché sei tu a dircelo alla fine, ma il lettore non lo deduce per conto suo.
Trovo che tutto questo penalizzi il racconto. Ed è un peccato perché la storia è bella, l'hai preparata e scrittura con cura, ma forse la forma epistolare ti ha costretto a cercare di raccontare tutta la vita di Tullio quando avresti potuto scegliere un episodio e basta, magari quello del fiume, la conferma di una vocazione iniziata in soffitta.
Resta comunque un buonissimo lavoro, non mi fraintendere, però ai fini del concorso ha delle debolezze.


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Tullio Senza_10

22Tullio Empty Re: Tullio Sab Giu 10, 2023 10:37 pm

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

L'inizio mi è piaciuto tantissimo!
Le prime lettere, quelle dove vengono espressi dubbi e perplessità sulla vocazione di Tullio mi hanno convinta e mi sono sembrate davvero ben costruite e molto credibili. Sono riuscita a percepire l'uomo dietro queste lettere e a farmi un'idea ben precisa del suo rigore morale e umano.
La vocazione è un tema delicato che potrebbe scivolare in frasi fatte e poco interessanti, ma qui si percepisce l'autenticità dietro questo uomo e di conseguenza ne traspare la grandezza.
Le lettere successive però cambiano tono, diventano più concrete, descrittive e al servizio dell'informazione. In questo punto, a mio avviso, il racconto perde un po' di smalto e diventa meno interessante da leggere. Capisco l'esigenza di dover comunque raccontare i fatti, per dare sostanza e concretezza al racconto, ma a quel punto forse è stata un po' sopravalutata l'efficacia della forma epistolare come veicolo migliore per raccontare questa storia.
Non ho capito perchè alcune date sono protette.

23Tullio Empty Re: Tullio Sab Giu 17, 2023 6:26 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Due parole su questo mio racconto sperando di non annoiarvi.
Tra il 1995 e il 1997 ho aprtecipato al progetto del PIME "Giovani e Missione" che prevedeva tra il primo e il secondo anno, durante un mese estivo, un'esperienza presso una delle missioni del PIME in giro per il mondo e a me e alla mia amica toccarono le Filippine.
È stata un'esperienza molto intensa sotto tanti punti di vista, resa memorabile dall'incontro con un padre missionario, il nostro ospite, fantastico a 360 gradi.
Eravamo in un villaggio nella giungla di Mindanao e quando è uscito lo step della soffitta e ho visto che una delle sette mete erano le Filippine il racconto era già scritto.
In quel mese, infatti, avevo tenuto un diario quotidiano che, al rientro in Italia è diventato un documento molto particolareggiato e a quello ho subito pensato andandomelo a rileggere interamente.
Tagliando qua e là, pensavo di poterlo utilizzare ma ben prestro mi sono reso conto che troppe cose non coincidevano con i apletti richiesti e nemmeno permettavano di inserirli con naturalezza.
Ormai, però, ero nelle Filippine e i giorni trascorrevano rapidi per cui a un certo punto mi sono ricordato dei padri missionari martirizzati nelle Filippine e, in particolare, di Padre Tullio Favali, di cui ci avevano raccontato ampiamente (abbiamo anche visto il punto esatto in cui venne ucciso) e che, sebbene fosse stato ucciso nel 1985, aveva svolto la sua missione nelle Filippine sostanzilamnete nel 1984 (tra novembre 1983 e aprile 1985).
Fatte le dovute ricerche mi sono accorto che di lui e della sua vita si sapeva soprattutto grazie alle numerose lettere scritte durante la sua vita e ancora conservate così la scelta sul racconto epistolare è stata la logica conseguenza.
Volendomi scostare il meno possibile da una biografia reale ho cercato di riportare fedelmente le sue lettere inseredno i paletti nel miglior modo possibile considerato anche il poco tempo che mi rimaneva a disposizione.
Così ho inserito soffitta e fiume sotterraneo cercando di legarli in qualche modo alla persona Tullio Favali e alla sua continua ricerca della voce di Dio e di una vocazione concreta.
Per quanto riguarda il filosofo ho fatto uno... scambio di persona, "filosofo dei bambini" era come veniva chiamato dai locali il nostro padre missionario, per il suo modo di fare appunto con i bambini e per come sapeva incantarli per lunghi quarti d'ora con il suo modo di parlare e di raccontare.
Penso che le vostre critiche e i vostri appunti siano tutti corretti, in tutta onestà io stesso non mi sarei votato in presenza di tanti racconti di alto e altissimo livello, ma sono contento comunque degli apprezzamenti ricevuti e dei voti di Mark, Achi, Fante e del CDL.
Un ultimo appunto: mia moglie, mia lettrice e implacabile censore prima dell'invio del racconto allo staff, mi aveva segnalato chiaramente la pesantezza della penultima lettera... Ho provato ad alleggerirla un po' cercando di rimanere fedele al messaggio da trasmettere ma ormai ero al limite della scadenza prevista e più di così non ho potuto fare.
Le date con xxx e yyy sono dovute al fatto che trattandosi di una storia estremamente realistica non avrei saputo che date inserire con precisione; le persone cui sono indirizzate le lettere sono tutte reali, Letizia è una delle migliori amiche di padre Tullio Favali.
Grazie a tutti come sempre e, soprattutto, allo staff per aver accettato in gara il mio racconto.


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