Ho l’automobile in garage, al fresco. Cecilia viene a ruminare il suo tramezzino alle mie spalle tutti i pomeriggi.
Ha sempre avuto un talento naturale per i salvataggi condominiali. Nel garage potrei fare il pieno di frescura e solitudine, se non ci fosse lei che si avvicina e allontana rumorosa come una pallina da ping pong.
- Le mie amiche guidano tutte un’ automobile.
- Anche i miei amici guidano tutti un’ automobile.
Rido.
- E smettila di coprirmi le gambe, hai paura di morire di desiderio?
- Ho solo timore che quella stronza zitella del terzo piano si faccia un film e lo racconti a mia madre.
- Tua madre è una donna troppo intelligente per cascarci.
Con sguardo attento si sofferma sulla tela poggiata a un vecchio copertone.
- Questo mi piace, hai già trovato a chi regalarlo? Una mano di vernice potresti darla a questo garage, sembrerebbe meno vecchio, te la reggo io la scala se mi assumi come assistente.
- Per guardare i miei polpacci da sciatore da sotto la scala? Rido.
- Sembri un folletto con quella camicia strana.
- La uso solo per dipingere.
- Ma non ha una macchia, e tu come fai a stare sempre qui dentro , c’è meno luce e colore che nei ‘mangiatori di patate’ di Van Gogh.
- Non mi conviene illuminarlo ci passo troppo tempo.
Facendo finta di disinfettare uno sbaffo di colore dico:
- Non dobbiamo vederci più qui sotto, fa pure caldo.
Il suo sguardo è ora meno buffo e impaziente. L’olio grumoso sulla tela mi fa apparire la sua pelle da adolescente grassa, anche se nella luce da grotta del garage è difficile farci caso.
Sento l’umidità di una tenue commozione infiltrarsi tra la mia barba lunga. Pur vergognandomi di essere così incostante con lei le voglio molto bene.
- La voglio pure io un’automobile così, di sinistra.
Lo dice facendo lo slalom con la mano tra due cacche di rondine che hanno nidificato in garage.
- Noi siamo il più bizzarro degli scenari, qui la gente cambia ruote, olio e candele.
- E noi?
- Noi cambiamo solo idea, ogni giorno. Nemmeno l’asfissia del benzene ci convince di un abbraccio.
- E tu fai l’uomo invece di rintanarti in questo caleidoscopio di tristezza, i miei giorni da consumatrice di lacrime sono finiti, te lo dico subito.
- Andiamo a fare un giro, ti faccio guidare.
- Senza patente?
- Senza patente.