Oltre la libertà

“Finalmente in pensione,” sospirò Giorgio, lasciandosi cadere sulla sedia a dondolo. Il tempo libero si estendeva davanti a lui come un’infinita distesa di possibilità. Ma dopo giorni di noia, sentì che qualcosa mancava. La routine lavorativa gli era diventata un’amica, e ora si sentiva smarrito senza di lei. Decise di reinventarsi. Si iscrisse a un corso di pittura e dipinse paesaggi che riflettevano la sua anima libera. Si unì a un gruppo di volontari e aiutò i meno fortunati. Scoprì che la pensione non era solo un punto di arrivo, ma anche l’inizio di un nuovo cammino affascinante.

Invidio le tue sensazioni autore, io non le ho provate e ho dipinto, e più dipingevo e più la mia pensione somigliava a una prigione. Forse per colpa della tecnica sbagliata.

Voglio essere onesto nei confronti dell'Autore: il 100 non mi è piaciuto. Intendo dire che di pensionati che intraprendono un percorso simile a quello descritto ce ne sono migliaia. Mi aspettavo di leggere qualcosa di più originale, che avesse un guizzo e/o una particolarità. E pensare che il titolo è così intrigante.

Segnalo:

"La routine lavorativa gli era diventata un'amica, e ora..."

Toglierei l'articolo da "amica" e la , prima di "e" congiunzione.

Grazie

A me stupisce sempre pensare che ci sono (tante) persone che senza la propria routine lavorativa di una vita si sentono persi.
Voglio dire, posso capirlo, ma è una cosa così lontana dal mio modo di essere che, spero, non capiti anche a me quando sarà il momento. 
Se alla pensione ci arrivo. 
Se esisteranno ancora le pensioni, beninteso.
E sarà meglio che esistano ancora, altrimenti io... io...
Vabé.

Temevo, tra virgolette, che il tema della pensione avrebbe suscitato qualche racconto con questa impostazione, un po' troppo scontata per i miei gusti. Alla fine ci si reinventa per riempire il tempo, è naturale, è normale.
Il percorso di Giorgio è il percorso di tanti, spero i più, e per questo non riesce a colpire, a lasciare un segno che faccia sorridere o dire apperò.

Coi 100 bisogna colpire, duro o lieve, ma colpire.

Ecco come partire da una vicenda "consueta" per dimostrare quanto l'uomo senta il bisogno di sentirsi vivo in ogni situazione.
Avevo una sedia a dondolo e un giorno mia padre a furia di dondolarsi cadde all'indietro.
Il giorno dopo, munito di sega, tagliò i piedi della sedia dandole una stabile presenza.
Sì, la vita è questa, non ci si può dondolare se in cuore lo spirito della vita pulsa forte...

La pensione… tutto quel tempo sognato e di cui in modo quasi sorprendente te lo trovi tra le mani. La terza età l’ultimo scorcio di vita da vivere al meglio. Un terzo tempo prima che il sipario cali.

Un testo onesto, pulito e scorrevole. Racconta la normalità di molti pensionati senza però brillare per eccentricità. Io amo i cento più elettrici, ma questo non vuol dire nulla; il testo è molto carino.

Racconto carino, pulito e lineare, che fa da contraltare a tutti i pensionati smarriti che ho letto fino ad ora. E' un inno alla speranza, alla vita, a guardare più in là della routine lavorativa quotidiana.
La scrittura è buona, la storia è chiara, ma manca una spinta, qualcosa che ci faccia immedesimare nel personaggio per provare la sua stessa rinascita.

Un breve saggio su come dovrebbe essere il dopo l’ultima timbratura. Certo, un momento di passaggio ci sta per decantare, ma poi davvero è necessario trovare qualcosa da fare, prepararsi in anticipo per godersi la novità del tempo a disposizione. Giusto per non fare auditel a certi programmi da rimbambimento assicurato.

Per esempio spacchettare una quindicina di scatoloni di libri e sedersi lì a leggere invece che riempire gli scaffali o preparare pranzo.

L'agognato tempo libero tanto atteso sembra cogliere alla sprovvista Giorgio: per gli anni della pensione non ha un piano, non ha un progetto e questo mi fa un po' strano. Sembra non abbia coltivato nemmeno amici e affetti, tanto da annoiarsi.
Riesce comunque a non cadere in una facile depressione e reinventa il suo presente con brio e fantasia.
Forse nell'ultima frase si chiarisce l'equivoco in quanto il protagonista aveva interpretato la pensione come un punto di arrivo, quando è solo una svolta nel percorso di vita: cambiare il vecchio e prevedibile percorso fatto per lungo tempo con una strada incognita può in effetti destabilizzare, ma il nostro percorso di crescita non si arresta mai e quindi ben vengano le nuove opportunità.
Il mini descrive questo cambiamento e la nuova offerta di possibilità, anche se rimane poco profondo e non riesce ad avere quel pizzico di originalità che lo avrebbe aiutato a brillare.

sarò sincero: da quando sono in pensione di noia non ne ho mai provata, al contrario del protagonista del 100.
questione di carattere, forse, o semplice accettazione.
bramare una cosa e poi annoiarsi dopo averla, non mi pare un successo.

Alcuni anni fa, dopo aver perso il lavoro sono stato per circa due anni in disoccupazione. Pensavo che avrei potuto fare tutto ciò che volevo, ma avevo tanto di quel tempo a disposizione che alla fine non riuscivo a organizzarmi, non sapevo che farmene. Il lavoro è così, c'impegna ma ci ruba il tempo, ci impedisce di riuscire a creare un rapporto costruttivo con lui. 
Il 100 è scritto bene, probabilmente racchiude la storia di molti pensionati e forse proprio per questa ragione dà l'impressione di essere un pò anonimo.

Ciao autore, un 100 il tuo semplice, ma efficace. Poco importa che siano presenti nel contest altri testi che trattano la pensione con la tua stessa impostazione, era scontato alla fine dei conti. Tu ci metti dentro molta forza e speranza, mi sei piaciuto. A rileggerci!

Ciao Autor.
Dici bene, oltre la libertà di fare quello che piace ed essere di una qualche utilità a quanti hanno più bisogno. 
Che poi il bene torna centuplicato e fa bene a chi lo fa. 
Modello da seguire, sicuramente.

Ciao, Penna.

101 parole.
Il racconto è molto raccontato, soprattutto nella prima parte viene mostrato poco. Molto più riuscita la seconda parte, in cui ci sono un po' più di dettagli. Il finale didascalico suona un po' vintage, ma ci sta bene in fin dei conti.
Secondo me il titolo offre una luce interessante, riesce davvero a dare un significato particolare alle parole che, se le rileggo senza quel contesto, possono sembrare piatte. Invece davvero il titolo fa metà del lavoro; complimenti.

Grazie e alla prossima.

Tutto vero quello che scrivi; situazioni e sensazioni molto comuni tra che va in pensione.
Tutto troppo scontato però.
Manca di originalità e l'ho letto nell'attesa di un guizzo finale che non è arrivato.

Ciao Penna. Questo 100 appare più come una cronaca anziché come racconto, per questo colpisce un po' poco. Scritto bene, sincero nell'intento, a pochi 100 dal finire di leggerli, sei l'unica che ha fatto impiegare il personaggio quiescente nel volontariato, e questo mi è piaciuto molto. Ma essendo questa una kermesse letteraria, la mancanza nel tuo di un elemento di sorpresa, di un guizzo propriamente originale, penalizza un poco il risultato. A rileggerti.

Devo essere sincero: non mi è piaciuto. Per carità, non è scritto affatto male, ma mi è sembrato un resoconto di cronaca più che un pezzo di narrativa.

Tematica che non fatico a capire... purtroppo la routine diventa una droga difficile da sconfiggere. Ho amici pensionati che "lavorano" più di prima.
Racconto molto lineare; si legge bene e con piacere.

Ciao Autore. Probabilmente il limite di questo 100 è che non scegli di raccontare un momento (il che risulta spesso la carte vincente in contest immediati come questo), ma un lasso di tempo indefinito in cui il tuo protagonista compie un sacco di azioni che noi non possiamo vedere e verso le quali, quindi, non riusciamo neanche a empatizzare.
Il consiglio è di scegliere un istante e raccontarci quello. In questo modo, tutte le emozioni e le sensazioni del protagonista diventerebbero mie, e potrei apprezzare maggiormente il tuo racconto e il messaggio che vuoi trasferirci.

Considerazioni su quello che un pensionato può fare per la società e per realizzarsi in modo diverso. 
Non mi è piaciuto molto.

Un bel racconto. Offre una riflessione profonda sulla transizione dalla vita lavorativa alla pensione. La ricerca di significato e l'adattamento alle nuove dinamiche sono temi toccati con delicatezza. La scoperta di passioni artistiche e l'engagement sociale aggiungono uno strato di ispirazione. La storia trasmette un messaggio positivo sull'importanza di adottare nuove sfide e opportunità nella terza età. Un'ottima rappresentazione della crescita personale oltre la libertà appena conquistata.

Un racconto troppo stringato che non riesce ad emozionare. L'idea era buona, ma non è stata sviluppata al meglio.