Primo quadro – Il Luminoso
Soffriranno. Lui non lo sa.
Come nei sogni ogni essere crede di vivere nella realtà, ma solo una volta desto sa con certezza di vivere e poi ancora nel sonno si confonde. Così lui crede di essere forte perché vive nel sogno. E io sono il suo sogno e mi lascio sognare e lui si crede forte perché non è realmente desto. Ma lei cambierà queste cose.
Lei è stata una necessità. Inevitabile. Lei è in sé la necessità e l’oblio. La vita e la morte. La verità e l’errore. Non poteva che essere così. E quindi l’errore era necessario. Il mondo ha bisogno dell’errore, e dell’oblio, e della morte, perché la perfezione sarebbe solo sogno. E il sogno è stasi, e la stasi è l’opposto della creazione. E così creando la vita ho presupposto la morte, creando l’amore ho generato l’odio, creando la possibilità ho prodotto il rovesciamento delle cose. Questo è l’errore nell’armonia del Creato. Questo è bene.
Loro soffriranno. Neanche lei lo sa. Lei vuole la vita e per questo l’ho creata. Lei sarà uno strumento di morte e questo è necessario.
Ora lei è pronta ma ancora non osa. Ha paura per lui. Intuisce senza comprenderle le conseguenze del suo gesto. Non può comprenderle perché le conseguenze sono proprie di un Creato imperfetto, e lei non lo ha ancora reso tale. Ma sente intimamente che ciò che vorrebbe fare creerebbe discontinuità, frattura, crisi, movimento. Lei brama il movimento, non può farne a meno. Ma le occorre un elemento nuovo che le mostri la via, ché da sé non può trovare.
Ecco che io le manderò il Discontinuo che le mostrerà la via.
E ciò che accadrà sarà Bene.
Secondo quadro – L’Uomo
E’ strana. L’ho capito subito. Ma adesso di più. Lei fa domande che non capisco. Lei chiede “perché gli uccelli fanno il nido, covano le uova…?”, oppure “perché prima c’è l’astro luminoso e poi scompare a occidente?”. Una volta mi ha chiesto “perché noi siamo qui?”. Io non so rispondere. Sono turbato. Io vedo il sole e godo del suo calore. Poi scompare e io dormo sotto il sambuco. E’ importante chiedere ‘perché’? Io vedo gli uccelli deporre le uova e so che ne posso prendere uno per nido per mangiarle, lasciando le altre perché si dischiudano e nuovi uccelli possano popolare il cielo. Devo chiedermi ‘perché’?
Però…
Però lei sta ingrossando. Lo so perché. Lei è la Vita e mi è stata mandata per popolare il giardino. Da quando ho capito che nella sua pancia c’è un altro Uomo anche a me sono iniziati i dubbi. “Come sarà dopo?”. “Quale storia lo attende?”. “Sarà felice?”.
Ecco, è quest’ultima domanda che mi inquieta da un po’. Lui sarà felice? Ma io poi, lo sono? Non avevo mai pensato in questi termini, prima. Vivevo. Mi bastava. Ora mi pare che non possa bastare vivere, e che ci debba essere dell’altro. Ma non capisco bene cosa.
Lei sembra avere le idee più chiare. Capisco che mi vuole dire qualcosa, qualcosa di importante, e che fra un po’ romperà gli indugi…
Terzo quadro – Il Discontinuo
Ecco la Vita. Ecco la fattrice, l’amore, il senso, la creazione, il risveglio. Ecco la morte e la sofferenza. Ecco la donna. Una vita è dentro di te e fra poco si sveglierà nel giardino, e tu hai dubbi e li trasmetti all’Uomo. Lo sai, e capisci che il dubbio è Vita e tu sei il dubbio. Perché aspetti? Tu vuoi capire ma hai paura di turbare l’Uomo. Eppure l’Uomo è pronto anche se non lo sa. Ma l’Uomo è affidato a te e tu devi compiere il gesto. Il Luminoso sa che bisogna farlo. Il Creato non sarà più lo stesso. Le stelle esploderanno, il Sole si consumerà, la Luna precipiterà e grandi sofferenze si annunciano per la tua discendenza. Tu lo sai. E sai che non c’è alternativa. Io sono Abaddon il Discontinuo e sono stato mandato per consolarti. Oh Vita infelice, cosa stai per fare! Oh Vita gioiosa, non indugiare oltre!
Quarto quadro – La Vita
Ho agito. Nulla sarà più come prima. Il Creato è stato rivoltato e il seme della discontinuità ha germinato. Il figlio che è nel mio ventre sarà fragile ma desto. La mia progenie sarà fiera e dannata, maledetta e sublime. Così ho scelto. Così mi ha spronata il Discontinuo. Così era necessario al Luminoso. L’Uomo al mio fianco mi guarda; sorride pallido ma la paura vela il suo sguardo. Sa che non torneremo mai più indietro. Ora vede il giardino per quello che è realmente, guarda le fiere e le teme, ha fame e non sa come saziarsi. Ha paura, ma anche lui è sollevato. Il velo della stolida serenità si è sollevato e con esso il sogno, l’oblio e la mancanza di desiderio.
Ora si pone domande.
Soffriranno. Lui non lo sa.
Come nei sogni ogni essere crede di vivere nella realtà, ma solo una volta desto sa con certezza di vivere e poi ancora nel sonno si confonde. Così lui crede di essere forte perché vive nel sogno. E io sono il suo sogno e mi lascio sognare e lui si crede forte perché non è realmente desto. Ma lei cambierà queste cose.
Lei è stata una necessità. Inevitabile. Lei è in sé la necessità e l’oblio. La vita e la morte. La verità e l’errore. Non poteva che essere così. E quindi l’errore era necessario. Il mondo ha bisogno dell’errore, e dell’oblio, e della morte, perché la perfezione sarebbe solo sogno. E il sogno è stasi, e la stasi è l’opposto della creazione. E così creando la vita ho presupposto la morte, creando l’amore ho generato l’odio, creando la possibilità ho prodotto il rovesciamento delle cose. Questo è l’errore nell’armonia del Creato. Questo è bene.
Loro soffriranno. Neanche lei lo sa. Lei vuole la vita e per questo l’ho creata. Lei sarà uno strumento di morte e questo è necessario.
Ora lei è pronta ma ancora non osa. Ha paura per lui. Intuisce senza comprenderle le conseguenze del suo gesto. Non può comprenderle perché le conseguenze sono proprie di un Creato imperfetto, e lei non lo ha ancora reso tale. Ma sente intimamente che ciò che vorrebbe fare creerebbe discontinuità, frattura, crisi, movimento. Lei brama il movimento, non può farne a meno. Ma le occorre un elemento nuovo che le mostri la via, ché da sé non può trovare.
Ecco che io le manderò il Discontinuo che le mostrerà la via.
E ciò che accadrà sarà Bene.
Secondo quadro – L’Uomo
E’ strana. L’ho capito subito. Ma adesso di più. Lei fa domande che non capisco. Lei chiede “perché gli uccelli fanno il nido, covano le uova…?”, oppure “perché prima c’è l’astro luminoso e poi scompare a occidente?”. Una volta mi ha chiesto “perché noi siamo qui?”. Io non so rispondere. Sono turbato. Io vedo il sole e godo del suo calore. Poi scompare e io dormo sotto il sambuco. E’ importante chiedere ‘perché’? Io vedo gli uccelli deporre le uova e so che ne posso prendere uno per nido per mangiarle, lasciando le altre perché si dischiudano e nuovi uccelli possano popolare il cielo. Devo chiedermi ‘perché’?
Però…
Però lei sta ingrossando. Lo so perché. Lei è la Vita e mi è stata mandata per popolare il giardino. Da quando ho capito che nella sua pancia c’è un altro Uomo anche a me sono iniziati i dubbi. “Come sarà dopo?”. “Quale storia lo attende?”. “Sarà felice?”.
Ecco, è quest’ultima domanda che mi inquieta da un po’. Lui sarà felice? Ma io poi, lo sono? Non avevo mai pensato in questi termini, prima. Vivevo. Mi bastava. Ora mi pare che non possa bastare vivere, e che ci debba essere dell’altro. Ma non capisco bene cosa.
Lei sembra avere le idee più chiare. Capisco che mi vuole dire qualcosa, qualcosa di importante, e che fra un po’ romperà gli indugi…
Terzo quadro – Il Discontinuo
Ecco la Vita. Ecco la fattrice, l’amore, il senso, la creazione, il risveglio. Ecco la morte e la sofferenza. Ecco la donna. Una vita è dentro di te e fra poco si sveglierà nel giardino, e tu hai dubbi e li trasmetti all’Uomo. Lo sai, e capisci che il dubbio è Vita e tu sei il dubbio. Perché aspetti? Tu vuoi capire ma hai paura di turbare l’Uomo. Eppure l’Uomo è pronto anche se non lo sa. Ma l’Uomo è affidato a te e tu devi compiere il gesto. Il Luminoso sa che bisogna farlo. Il Creato non sarà più lo stesso. Le stelle esploderanno, il Sole si consumerà, la Luna precipiterà e grandi sofferenze si annunciano per la tua discendenza. Tu lo sai. E sai che non c’è alternativa. Io sono Abaddon il Discontinuo e sono stato mandato per consolarti. Oh Vita infelice, cosa stai per fare! Oh Vita gioiosa, non indugiare oltre!
Quarto quadro – La Vita
Ho agito. Nulla sarà più come prima. Il Creato è stato rivoltato e il seme della discontinuità ha germinato. Il figlio che è nel mio ventre sarà fragile ma desto. La mia progenie sarà fiera e dannata, maledetta e sublime. Così ho scelto. Così mi ha spronata il Discontinuo. Così era necessario al Luminoso. L’Uomo al mio fianco mi guarda; sorride pallido ma la paura vela il suo sguardo. Sa che non torneremo mai più indietro. Ora vede il giardino per quello che è realmente, guarda le fiere e le teme, ha fame e non sa come saziarsi. Ha paura, ma anche lui è sollevato. Il velo della stolida serenità si è sollevato e con esso il sogno, l’oblio e la mancanza di desiderio.
Ora si pone domande.