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La casa in via del Pollaiolo

4 partecipanti

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1La casa in via del Pollaiolo Empty La casa in via del Pollaiolo Mar Feb 27, 2024 11:46 am

Flash Gordon

Flash Gordon
Padawan
Padawan

https://www.differentales.org/t2841-genesi-3-5:


La casa in via del Pollaiolo

Notte… spenta negli occhi, accesa nell'apatia d'una giornata trascorsa e mai vissuta.
Dondolano le chiavi dalla tasca, le ributto giù, lo scooter mi guarda con aria esterrefatta e forse vorrebbe chiedermi perché lo lascio lì, solo come un senza garage dimenticato su quel marciapiede anonimo.
I passi si susseguono inseguendosi a memoria, conoscono la strada, inducendo gli occhi a celare ogni visione.
Ho sempre camminato senza vedere un cazzo che sia tale.
Desueta abitudine o consuetudine, non saprei dirvi; so solo che è notte, almeno credo se il senso del non senso ha ancora un senso in questa mia vita fatta di controsensi e multe varie.
Cerco la toppa mentre le chiavi navigano nella tasca, finalmente le afferro con gesto stizzoso ma non riesco a distinguere il grado di utilità della toppa rispetto alla chiave e viceversa e non riuscendo a farlo provo a scardinare la porta a spallate.
Sono dentro e fuori allo stesso tempo e non so dare spiegazione di cosa o chi m’abbia aiutato.
Penso... dovrei rimettere a posto la mia connessione neuronica per stabilire la consecutio temporis
del mio agire, ho i file in stand by ma l'essere uso alla consuetudine mi aiuta ad agire senza agire.
Uno scorcio di me dice: piove... piove, accidenti ma in questa città piove sempre?
Un miracolo ha smosso il pensiero.
Tutto dura un istante, quello necessario per varcare la soglia.
Salgo le scale, ma quale scale salgo? Non avevo mai notato che ci fossero, le avranno messe da poco. Tre giri alla serratura, poggio un fagottino sul tavolo senza accendere la luce.
Non avrebbe senso accenderla se di lei conosco ogni sfumatura, qualcosa accendo o almeno credo di farlo.
Cucina, ma io non so cucinare, mi servo d’utilità a motore elettrico.
Le onde del micro fanno il proprio dovere, pomodori spiaccicati su un letto di farina lievitata, l'ideale per assaporare in pieno quel gusto aspro e piccante della fuggevolezza della vita.
Butto il piumino sul letto, una rete e un materasso mi vengono incontro cordialmente
dandomi il benvenuto e chiedendomi, con sguardo languido, d’appoggiare su di loro
qualche escrescenza di me che non necessita d’abitare indosso ulteriormente.
Devo ammettere che questo atteggiamento è quello che amo di più, è quella sana esplosione di fedeltà incondizionatamente condizionata.
Faccio un fischio, un gregge di pecore stampato su stoffa di caldo cotone mi si avventa e mi avvolge con coccole che mi turbano ma che adoro ricevere, visto il mio proverbiale edonismo personale, con uno schiocco di dita metto in riga un paio di ciabatte, ammetto di trattarle male ma ho con loro quel rapporto confidenziale che mi permette di superare il limite della buona educazione.
Un suono a mo’ di trillo mi scuote, il forno ha terminato il percorso che porta dall'essere congelato a quel dirompente grado di calore che ti fa amare il tuo stato di uomo con uno stomaco non pensante ma gaudente e prepotentemente spudorato.
Metto in funzione l'apparato formato da un qualcosa che ha la parvenza di una formazione di calcio e acqua e, nell'esaltazione del palato, abbandono il senso del nonsenso.
Differenzio per non essere incivile, plastica nel bidone giallo e cartone nel... ma dov'è il posto del cartone? Un vero giallo a quest'ora della civilissima notte.
Diverso, forse perverso... talmente tanto da farmi sentire il nemico peggiore che un impianto d'incenerimento possa avere.
Dopo essermi incenerita la mente nei dilemmi differenziati mi ritrovo nel silenzio dei pensieri che altro non anelano che aprire le labbra.
Ecco... uno sprazzo di spumeggiante spruzzo di doppio malto accarezza le mie labbra, queste effusioni d’amore esaltano il mio gusto estremo del luppolo.
Un piacere corposo per un corpo assente di sostanza e ricco di forma.
Ora sono in pace con i sensi, finché l’alba non mi romperà i coglioni.



Ultima modifica di Flash Gordon il Mer Feb 28, 2024 8:21 am - modificato 3 volte.


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Io sono quell'effimero scorcio d'arancio e di giallo che al tramonto appare per un istante e s'allunga in cielo, prima che la terra volti la faccia e il sole si ritrovi dall'altra parte del mondo.
Io sono sempre dall'altra parte del mondo quando gli altri mi leggono, per questo non esisterà mai un mio scritto.

2La casa in via del Pollaiolo Empty Re: La casa in via del Pollaiolo Mar Feb 27, 2024 12:51 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un senza garage.
Pomodori spiaccicati su un letto di farina lievitata
Pecore stampate su caldo cotone

Quanto sei bravo e generoso, aggiungo io, Gian.
Mi ero incartato con Claudio e sei intervenuto, con destrezza.

A Flash Gordon garba questo messaggio

3La casa in via del Pollaiolo Empty Re: La casa in via del Pollaiolo Mar Feb 27, 2024 12:59 pm

Flash Gordon

Flash Gordon
Padawan
Padawan

Tom caro noi siamo due romantici arruffoni che cercano colori e pennelli per far scempio e devo dire che ci riusciamo... anche con la scrittura. 
Solitamente per dipingere un quadro piccolo usiamo un pennello grande o meglio un cinghiale che intingiamo nella vaschetta preferita della moglie... e vuoi che non ti comprenda...


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Io sono quell'effimero scorcio d'arancio e di giallo che al tramonto appare per un istante e s'allunga in cielo, prima che la terra volti la faccia e il sole si ritrovi dall'altra parte del mondo.
Io sono sempre dall'altra parte del mondo quando gli altri mi leggono, per questo non esisterà mai un mio scritto.

A tommybe garba questo messaggio

4La casa in via del Pollaiolo Empty Re: La casa in via del Pollaiolo Mar Feb 27, 2024 1:02 pm

Claudio Bezzi

Claudio Bezzi
Padawan
Padawan

Sto incominciando a capire come scrivi. Al momento sono arrivato alle seguenti conclusioni: 1) sul piano grammaticale, ortografico etc. scrivi bene, in maniera corretta (non è scontato); 2) ti piacciono molto le immagini simboliche, oniriche, criptiche, anche elaborate (ve benissimo!). Questo - per quello che finora ho letto di tuo, e considera che sono su DT da pochissimo - crea un tuo stile autoriale unico; uno vede che è uscito un tuo racconto e pensa “Ecco, ha scritto una cosa in quel modo”. Qui si rischia di scivolare dal giudizio tecnico a quello emotivo; a me, in linea generale, piace ma, te lo dico subito, mi fa alzare dieci antenne perché ne cerco il manierismo (in senso negativo), l’esagerazione, e rischio di non godermelo a fondo. Preciso: poiché non scrivi storie, ma emozioni, e poiché cerchi di esprimere tali emozioni non già con dei fatti (la trama…), ma con l’uso complesso delle parole, il loro accostamento (lessico, sintassi…), tutto, ma proprio tutto, ruota attorno all’uso delle parole, la tua prosa, il ritmo, etc. Per uno come me (io sono fatto così) ciò acuisce l’attenzione - di conseguenza - a tale uso. Questo è - appunto - un fatto soggettivo, e non può costituire un serio criterio di analisi letteraria. Però, almeno per concludere l’argomento, te lo dico come lo penso: attento, scrivere così implica non solo un grande controllo sulla scrittura, ma anche una vocina interiore, un terzo occhio, chiamalo come vuoi, che ti fa frenare. Frenare! Sai la nota ammonizione di Hemingway, che bisogna togliere, e non aggiungere? La tua scrittura, che sto imparando a leggere e apprezzare, guadagnerebbe da una riduzione delle metafore, delle frasi a effetto, dalle sorprese sintattiche.
Esempi: “il senso del non senso ha ancora un senso”; “esplosione di fedeltà incondizionatamente condizionata”…
Leggendo queste frasi io, devi cercare di perdonarmi, se puoi, specie dopo le belle parole che hai speso per il mio raccontino, vedo una certa artificiosità, il desiderio di stupire il lettore; e vedo meno la loro necessità nell’ambito del racconto, dei suoi obiettivi (una narrazione deve avere un obiettivo, da non confondere con una tesi), del senso prosodico che tu vuoi rendere.
Altre piccolissime cose:
- “finalmente le afferrò con gesto di goduria”; ovviamente ti è scappato un accento: ‘afferro’.
- “che ti permette di superare il limite della buona educazione”; poiché scrivi in prima persona credo meglio “che MI permette”…
- Infine, “goduria”. Usi spesso questo lemma, anche in altri racconti. Attento, non è termine usuale e finisce col ‘marcare’ il tuo lessico.


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L'uomo fa il male come l'ape il miele (William Golding).

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5La casa in via del Pollaiolo Empty Re: La casa in via del Pollaiolo Mar Feb 27, 2024 1:09 pm

Flash Gordon

Flash Gordon
Padawan
Padawan

Grazie di cuore Claudio, consigli utilissimi i tuoi, col tempo sto imparando a frenare l'esplosione della scrittura che mi cattura, quello stuprare le parole che mi fa divenire un serial killer della scrittura.
Hai perfettamente ragione, la scrittura lasciata a briglie sciolte è faticosa e richiede grandissima attenzione.
Amo troppo scrivere, soprattutto poesie dove posso lasciare andare i cavalli dove vogliono.
Devo staccare le redini dal poetico quando varco la soglia e sono nel "raccontare". 
Grazie ancora Claudio annoto tutto quello che mi consigli.


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Io sono quell'effimero scorcio d'arancio e di giallo che al tramonto appare per un istante e s'allunga in cielo, prima che la terra volti la faccia e il sole si ritrovi dall'altra parte del mondo.
Io sono sempre dall'altra parte del mondo quando gli altri mi leggono, per questo non esisterà mai un mio scritto.

6La casa in via del Pollaiolo Empty Re: La casa in via del Pollaiolo Mar Feb 27, 2024 2:31 pm

Giammy

Giammy
Padawan
Padawan

Condivido il commento di Claudio, anche se non sarei riuscito a scriverlo in modo efficace come il suo. Il tuo non è un vero racconto, lo definirei "una finestra temporale" in cui condividi una parte della tua giornata, cioè il rientro a casa. Però hai una grande capacità, quella di riuscire a catturare e coinvolgere il lettore. Mi sono sdraiato anch'io sul tuo letto, perché piacerebbe anche a me avere il piumino, la rete e il materasso che mi danno il benvenuto. Riesci a coinvolgere, a catturare, a tirare dentro alla scena e non è poco, anzi, è tutto. Complimenti. Se riesci ad asciugare il testo, come consigliato da Claudio, leggerti diventerà un vero piacere.

7La casa in via del Pollaiolo Empty Re: La casa in via del Pollaiolo Mar Feb 27, 2024 2:54 pm

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

La bandana come il prof David Foster Wallace
La maglietta semi sportiva sul corpo cicciottello

Pure in foto sei super simpatico, Gian
Non alterare nulla di te, vai bene così.

8La casa in via del Pollaiolo Empty Re: La casa in via del Pollaiolo Mar Feb 27, 2024 2:56 pm

Flash Gordon

Flash Gordon
Padawan
Padawan

Ti ringrazio molto delle belle parole, certamente, ci tengo a dirlo, non sono mai stato uno scrittore che segue canoni giusti, sono un pittore che racconta ciò che vede lasciando che la trama la crei il lettore e quella trama varia a seconda della personalità di ognuno.
Io descrivo e "tratteggio" le situazioni fisiche che circondano la vita e modificano l'animo nel suo aspetto interiore.
Bene hai detto sul catturare il lettore.
Ecco in realtà non è lo scopo vero, quello avviene in modo spontaneo, è il lettore che si immerge in quella situazione.
Detto in parole semplici io vado al cine e poi racconto il film a un amico ma lo faccio con la mia "visione".
Qui spesso ho postato delle cose demenziali, che solo all'apparenza lo sono, dietro racchiudono un'analisi amara ed ironica del mondo sociale e dell'uomo, compreso me stesso.
Grazie ancora!


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Io sono quell'effimero scorcio d'arancio e di giallo che al tramonto appare per un istante e s'allunga in cielo, prima che la terra volti la faccia e il sole si ritrovi dall'altra parte del mondo.
Io sono sempre dall'altra parte del mondo quando gli altri mi leggono, per questo non esisterà mai un mio scritto.

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