«166 per 41?»
«23.406».
«Giusto; 156.800 diviso 113?»
«1.387,61».
«Giusto anche questo; radice quadrata di 12.600?»
«112,24».
«Caspita, radice cubica di 861?»
«9,28».
«Mmmmm, sicura?»
«…»
«No Preside, ho sbagliato; 9,51».
«OK, perfetto. 214 più 864 più 12.123?»
«13.201».
«Nicole, sono davvero stupito e ammirato. Sei realmente un piccolo genio; non mi spiego come riesci a fare così velocemente calcoli tanto complessi. Però ricordati che la matematica non è tutto, anche l’italiano, la storia, l’inglese e tutte le altre materie sono importanti per la tua formazione.
Ora però torna in classe. Io farò due chiacchiere con i tuoi genitori».
«Dunque signori Ferranti, avete una figlia genio».
«Ecco, Preside, le abbiamo chiesto un colloquio perché non riusciamo a capire se questa capacità può rappresentare una caratteristica positiva o un problema per Nicole…».
«Beh, signora Ferranti, è un po’ difficile dirlo adesso; probabilmente molto dipenderà anche da cosa deciderà di fare nella vita Nicole».
«Preside, guardi: io sono architetto e, quindi, un po’ di matematica bene o male la mastico, ma non sono neanche lontanamente in grado di effettuare calcoli alla velocità di Nicole mentre mia moglie è laureata in storia medievale; non riusciamo quindi a capire da chi abbia ereditato questa abilità».
«Fossi in voi, signori Ferranti, non starei a domandarmi la provenienza del dono di Nicole; credo, invece, che dovreste preoccuparvi di restare vicino a vostra figlia e farle vivere la normalità della sua età».
«Ma Nicole non è normale. Nessun ragazzo o ragazza della sua età riesce a fare calcoli mentalmente alla sua velocità…»
«È corretto che voi mostriate di apprezzare la sua dote, ma è altrettanto importante che non la isoliate su un piedistallo di diversità o, peggio, di superiorità; dovete amarla come si amano tutti figli e farle vivere la sua età in maniera naturale; la scuola, dal canto suo, farà in modo di farla sentire membro della sua classe, amica dei suoi compagni. Nicole ha un dono, è vero, ma questo non deve renderla diversa né isolarla dalle persone della sua età».
«E quindi, cosa dobbiamo fare?»
«Fatele semplicemente vivere la sua vita di studio, di sport, di cotte per ragazzi, di trucchi per gli occhi, di social e di serie TV; e ogni tanto, se e quando ne ha voglia, fatele fare quello che la fa sentire "diversa" ma che, credo, la gratifichi».
«Ciao Nicole, bentornata; com'è andata stamattina a scuola? Ti hanno interrogato in qualche materia?»
«No».
«Cosa avete fatto?»
«Niente di particolare».
«Ma… che materie avevi in orario oggi?»
«Le solite».
«… Hai fame? Fra poco è pronto, ti ho preparato la carbonara».
«Non ho fame, vado in camera mia».
«Ma Nicole, non puoi non mangiare nulla; e poi la carbonara ti è sempre piaciuta!»
«Ti ho detto che non ho fame».
«Vuoi almeno restare a farmi compagnia? Magari una forchettata…»
«Ti ho detto di no, noooooo!»
«Mah, credo che sia un problema di età; tutti gli adolescenti hanno un rapporto conflittuale con i genitori».
«Sì, ma con te parla, ti racconta qualcosa; con me fa fatica persino a salutarmi».
«Sai che cosa si dice… le figlie femmine vanno d'accordo con i padri e i figli maschi, invece, sono "mammoni"».
«Sarà, però io sono preoccupata. È sempre di umore pessimo, non parla, almeno con me; appena tornata da scuola se ne sta sempre in camera sua, non mangia e dimagrisce. Non mi sembra che vada troppo bene, non verrei che avesse qualche problema a scuola o con i suoi amici… non sarà per caso bullizzata?»
«Sabato mattina saremo ambedue a casa e proverò a parlarle con calma per cercare di capire se ha qualche problema; magari ce ne andremo insieme a fare colazione al bar in piazza… comunque non ti preoccupare, vedrai, è solo una questione di età».
- Non voglio essere diversa, non voglio essere stupida, voglio essere come tutti gli altri, come Ire, come Viola, come Dany, come Daria… sono stanca… i miei non capiscono niente, non ce la faccio più.
- Eccole, le lamette.
- Non ho neanche fatto i compiti per lunedì, ma chi se ne importa; la scema voleva interrogarmi in scienze… dovrà fare a meno del mio voto; e Alex, quello stronzo, non mi vedrà più, mai più.
- Che sonno… mi dispiace per la mamma che dovrà pulire tutto il bagno… ora dormo un po’, si sta così bene qui nella vasca…
La mia critica: https://www.differentales.org/t2963-impegni#34788