A chi potrei rivolgermi se non a Te, mentre il fuoco divampa e distrugge sbriciolando ogni cosa, mi raggiungerà anche qui, in questo cunicolo dove ho trovato scampo momentaneo, ma non durerà molto. Anzi non mi resta che sperare in una morte rapida che, pietosa, mi liberi dall’angoscia che morde il mio cuore a pezzi.
Quando mi rifugiai nei boschi con mia moglie e i figli pensai di sfuggire alla devastazione, ma la speranza si rivelò insana quando a uno a uno li vidi sparire tra le fiamme.
Eppure non urlai, non avevo più voce. Non piansi, non avevo più lacrime. Solo Tu, Dio, conosci il mio strazio.
Giunge ora il mio momento, ma nell’attesa voglio scrivere sulle pareti di questa roccia la mia ultima preghiera a testimonianza del mio passaggio sulla terra.
Io Ti ho amato con tutte le mie forze e credo d’essere stato fedele ai tuoi comandamenti amando il mio prossimo come me stesso, finché sei stato il Dio dei vivi, ma ora sei il Dio dei morti e il mio rapporto con Te cambia.
So bene quanto poco possano contare le tragedie umane di fronte ai piani ultraterreni, ma non mi pare d’aver meritato quanto sta accadendo a me come a miliardi di persone. Non Ti chiederò di contravvenire ai Tuoi disegni, trattami pure con la stessa indifferenza che hai usato con gli altri uomini, non cercherò di salvarmi o di fuggire da qui.
Concedimi però di chiederti perché hai creato il mondo per distruggerlo. Quale colpa può meritare una tale punizione.
Non chiuderti nel silenzio, almeno alla fine dei miei giorni rispondi a questa domanda che mi brucia dentro come il fuoco che mi circonda e, Ti prego, non dirmi che non è per colpa o punizione, ma che hai nascosto il Tuo volto, abbandonando gli uomini ai loro istinti, perché proprio questo ti domando: perché hai nascosto il Tuo volto?
E non cambiare discorso, come hai fatto quando Giobbe Ti chiese il perché della sua miseria, rispondendo: dov’eri tu quando Io ho creato il mondo?
Tu devi rispondere, perché non mi convincono le risposte dei filosofi.
Non mi sono mai lamentato delle tempeste della vita e ho sopportato ogni cosa fidando in Te, ma questa devastazione le supera tutte e mi lascia solo, assolutamente solo e pieno di paura.
Non credevo che la fine dei giorni giungesse tanto presto come un ladro nella notte, pensavo piuttosto a un evento lontano miliardi di anni, tanto lontano da non riguardarmi. Certo mi incuriosiva, ne parlavo e mi documentavo pure, ma come ci si informa su un tema filosofico o scientifico.
Le visioni del mondo che hanno i filosofi si contraddicono; ognuno di loro espone un punto di vista coerente col suo sistema, ma opposto rispetto ai sistemi altrui sicché tra metafisici, illuministi, idealisti e materialisti vai a sapere chi ha ragione: tutti e nessuno.
Tu, soltanto Tu, conosci la verità, perché sei La Verità. Io credo in Te.
Le verità scientifiche sono relative alle conoscenze che si hanno nel periodo in cui vengono elaborate, destinate a essere smentite dal successivo progresso della scienza umana. Però ora assisto alla distruzione del mondo e penso che non ci saranno più uomini né progresso.
Se esisteranno altri universi non so e quand’anche esistessero, che potrebbe importarmi, una volta che il mondo sarà distrutto e io stesso avrò cessato di esistere?
C’era forse un barlume di verità nella teoria che, partendo dalla constatazione di non esservi stelle nuove al centro dell’universo, affermava che una combustione stellare - una volta esauritasi - avrebbe spento la vita.
Così mi è parso nel lunghissimo inverno che ho vissuto in preda al freddo e alla fame; ho visto uomini togliersi la vita non sopportando l’atroce agonia, eppure resistevo cercando di provvedere ai miei figli, costringendoli a mangiare cose ripugnanti, pur di farli sopravvivere.
Per loro, non per me, quante volte ti ho invocato: Dio guardaci!
Forse speravo ancora in un’ipotesi di vita, ma illudendomi e sapendo di illudermi.
Immagino anche si siano illusi quanti hanno teorizzato la nascita di nuove stelle che consentirebbero una nuova espansione dell’universo dopo una fase di contrazione e così all’infinito.
D’altra parte, se anche fosse, chi assisterebbe al nuovo big bang? Quali uomini? La mia mente limitata non trova risposte ai tanti quesiti che mi confondono, rinuncio al tentativo infantile di far entrare il mare in un secchiello, ma Tu mi devi una risposta. Solo Tu conosci ogni cosa e puoi rispondere. Devi.
Io, mio Dio, non farò come Giobbe, non metterò la mano sulla mia bocca e fino all’ultimo respiro continuerò a chiedere perché Tu Infinito hai creato un mondo finito, perché dalla nascita ci hai condannato a morte.
Hai voluto sottoporci a una prova così insostenibile che hai l’obbligo di perdonare la mia arroganza.
Perdona chi si è allontanato da Te, perché esistere è una lotta così ardua che i deboli hanno voluto evitarla; perdona quelli che Ti hanno maledetto o creduto in un altro dio. Li hai colpiti a tal punto da non credere che Tu possa essere loro padre, né che possa esistere un qualunque Dio.
Non io, che continuo a credere e se Ti rivolgo queste parole, più dure della roccia su cui le incido, è perché io credo in Te.
Non posso lodarti per il male che tolleri, ma ti benedico per la Tua Esistenza. Tu hai fatto di tutto perché non credessi, ma non Ti è servito a niente perché muoio credente, se non supplice.
Se esiste un senso nell’universo, non può essere che in Te e io non posso credere in un Dio insensato. Ora, più che mai, credo in Te, perché Tu sei il senso, lo svelerai mostrando il Tuo Volto.
Ho vissuto cercando il senso della vita. Ora il tempo dell’attesa è finito e quando mi apparirà il Tuo Santo Volto, spero di scorgervi un sorriso d’incoraggiamento.
Quando mi rifugiai nei boschi con mia moglie e i figli pensai di sfuggire alla devastazione, ma la speranza si rivelò insana quando a uno a uno li vidi sparire tra le fiamme.
Eppure non urlai, non avevo più voce. Non piansi, non avevo più lacrime. Solo Tu, Dio, conosci il mio strazio.
Giunge ora il mio momento, ma nell’attesa voglio scrivere sulle pareti di questa roccia la mia ultima preghiera a testimonianza del mio passaggio sulla terra.
Io Ti ho amato con tutte le mie forze e credo d’essere stato fedele ai tuoi comandamenti amando il mio prossimo come me stesso, finché sei stato il Dio dei vivi, ma ora sei il Dio dei morti e il mio rapporto con Te cambia.
So bene quanto poco possano contare le tragedie umane di fronte ai piani ultraterreni, ma non mi pare d’aver meritato quanto sta accadendo a me come a miliardi di persone. Non Ti chiederò di contravvenire ai Tuoi disegni, trattami pure con la stessa indifferenza che hai usato con gli altri uomini, non cercherò di salvarmi o di fuggire da qui.
Concedimi però di chiederti perché hai creato il mondo per distruggerlo. Quale colpa può meritare una tale punizione.
Non chiuderti nel silenzio, almeno alla fine dei miei giorni rispondi a questa domanda che mi brucia dentro come il fuoco che mi circonda e, Ti prego, non dirmi che non è per colpa o punizione, ma che hai nascosto il Tuo volto, abbandonando gli uomini ai loro istinti, perché proprio questo ti domando: perché hai nascosto il Tuo volto?
E non cambiare discorso, come hai fatto quando Giobbe Ti chiese il perché della sua miseria, rispondendo: dov’eri tu quando Io ho creato il mondo?
Tu devi rispondere, perché non mi convincono le risposte dei filosofi.
Non mi sono mai lamentato delle tempeste della vita e ho sopportato ogni cosa fidando in Te, ma questa devastazione le supera tutte e mi lascia solo, assolutamente solo e pieno di paura.
Non credevo che la fine dei giorni giungesse tanto presto come un ladro nella notte, pensavo piuttosto a un evento lontano miliardi di anni, tanto lontano da non riguardarmi. Certo mi incuriosiva, ne parlavo e mi documentavo pure, ma come ci si informa su un tema filosofico o scientifico.
Le visioni del mondo che hanno i filosofi si contraddicono; ognuno di loro espone un punto di vista coerente col suo sistema, ma opposto rispetto ai sistemi altrui sicché tra metafisici, illuministi, idealisti e materialisti vai a sapere chi ha ragione: tutti e nessuno.
Tu, soltanto Tu, conosci la verità, perché sei La Verità. Io credo in Te.
Le verità scientifiche sono relative alle conoscenze che si hanno nel periodo in cui vengono elaborate, destinate a essere smentite dal successivo progresso della scienza umana. Però ora assisto alla distruzione del mondo e penso che non ci saranno più uomini né progresso.
Se esisteranno altri universi non so e quand’anche esistessero, che potrebbe importarmi, una volta che il mondo sarà distrutto e io stesso avrò cessato di esistere?
C’era forse un barlume di verità nella teoria che, partendo dalla constatazione di non esservi stelle nuove al centro dell’universo, affermava che una combustione stellare - una volta esauritasi - avrebbe spento la vita.
Così mi è parso nel lunghissimo inverno che ho vissuto in preda al freddo e alla fame; ho visto uomini togliersi la vita non sopportando l’atroce agonia, eppure resistevo cercando di provvedere ai miei figli, costringendoli a mangiare cose ripugnanti, pur di farli sopravvivere.
Per loro, non per me, quante volte ti ho invocato: Dio guardaci!
Forse speravo ancora in un’ipotesi di vita, ma illudendomi e sapendo di illudermi.
Immagino anche si siano illusi quanti hanno teorizzato la nascita di nuove stelle che consentirebbero una nuova espansione dell’universo dopo una fase di contrazione e così all’infinito.
D’altra parte, se anche fosse, chi assisterebbe al nuovo big bang? Quali uomini? La mia mente limitata non trova risposte ai tanti quesiti che mi confondono, rinuncio al tentativo infantile di far entrare il mare in un secchiello, ma Tu mi devi una risposta. Solo Tu conosci ogni cosa e puoi rispondere. Devi.
Io, mio Dio, non farò come Giobbe, non metterò la mano sulla mia bocca e fino all’ultimo respiro continuerò a chiedere perché Tu Infinito hai creato un mondo finito, perché dalla nascita ci hai condannato a morte.
Hai voluto sottoporci a una prova così insostenibile che hai l’obbligo di perdonare la mia arroganza.
Perdona chi si è allontanato da Te, perché esistere è una lotta così ardua che i deboli hanno voluto evitarla; perdona quelli che Ti hanno maledetto o creduto in un altro dio. Li hai colpiti a tal punto da non credere che Tu possa essere loro padre, né che possa esistere un qualunque Dio.
Non io, che continuo a credere e se Ti rivolgo queste parole, più dure della roccia su cui le incido, è perché io credo in Te.
Non posso lodarti per il male che tolleri, ma ti benedico per la Tua Esistenza. Tu hai fatto di tutto perché non credessi, ma non Ti è servito a niente perché muoio credente, se non supplice.
Se esiste un senso nell’universo, non può essere che in Te e io non posso credere in un Dio insensato. Ora, più che mai, credo in Te, perché Tu sei il senso, lo svelerai mostrando il Tuo Volto.
Ho vissuto cercando il senso della vita. Ora il tempo dell’attesa è finito e quando mi apparirà il Tuo Santo Volto, spero di scorgervi un sorriso d’incoraggiamento.