Da qualche ora la quiete è tornata sovrana su questo lembo di terra, animato solo dai turisti e dalle tempeste di sabbia provocate dallo Shamal, un vento caldo e secco che soffia per gran parte dell’anno su tutti le nazioni affacciate sul Golfo Persico.
Ziggurat è il mio nome, ma a te, caro lettore, chi sono io poco importa. Nel corso dei millenni, i mattoni di argilla di cui sono composto hanno assistito a migliaia di cerimonie, spettacoli e battaglie, che si sono svolte a Ur, la grande città di cui tuttora faccio parte e le cui fondamenta sono state riportate alla luce dagli archeologi. Eppure, l’evento a cui ho assistito e di cui ti voglio parlare non ha eguali: sull’ultima delle mie terrazze è avvenuto l’incontro tra la Quintessenza e gli altri quattro Elementi che permettono la vita sul nostro pianeta.
Lo straordinario si è manifestato nell’ordinario.
Chiedo venia a priori se la mia testimonianza non risulterà adeguata al prestigio dei protagonisti. Ora rilassati, respira profondamente e lasciati trasportare dalle mie parole.
Nella piana in cui dimoro, non lontano dalla confluenza del Tigri con l’Eufrate, il sole era scomparso dalla linea dell’orizzonte e gli ultimi turisti si erano allontanati a bordo delle loro Jeep. Mentre mi rallegravo per la temperatura ritornata accettabile, sono stato assalito da un calore esagerato proveniente da sud, calore che ha arrestato la sua corsa sopra la terrazza più alta. Ho faticato a comprendere il motivo di tale presenza, che ho avvertito solo a livello percettivo. La temperatura saliva mentre tutto taceva. Poi una fiammata dal nulla. Una voce.
«Terra ci sei? Se non sei puntuale a casa tua confermi di essere un caso senza speranza.»
«Ci sono, ci sono, caro Fuoco, aspettavo giusto un tuo lamento; non potevi certo esentarti dal palesare il tuo carattere fumante e critico.»
«Ma ti ascolti? Sei vecchia e i tuoi discorsi lo dimostrano.»
«Tu invece sei sempre il solito maleducato, non ti smentisci mai.»
Mentre Terra e Fuoco rivelavano la loro reciproca antipatia, ho intravisto un gruppo di nuvole arrivare da ovest e addensarsi sopra l’area che ospita le mie fondamenta. Gocce finissime hanno iniziato a cadere nel vuoto fino a incontrare la sabbia e i mattoni; la temperatura è diventata più gradevole.
«Benvenuta Acqua. Solo tu riesci a placare la mia arsura, mi doni sollievo e mi coccoli con garbo e dolcezza.»
«Terra, regina del mio cuore, che piacere incontrarti. La mia anima trova in te perenne comprensione. Grazie di essere così come sei.»
«Veramente ci sono anch’io a questo schifo di incontro. O preferite rimanere da soli, così potete continuare a lisciarvi il pelo a vicenda?»
«Fuoco, hai la straordinaria capacità di renderti detestabile nel volgere di pochi istanti. Non riesci mai a tenere a freno la tua lingua. Complimenti per il tuo talento.»
«Affascinante Terra lascia perdere questo brontolone, è nella sua natura imporre con prepotenza la sua presenza.»
«Oh dolce Acqua, pochi istanti in tua compagnia compensano il tempo infinito che ci ha tenuti distanti e lenisce l’insolenza dei maleducati.»
Divertito dalle scaramucce dei nuovi arrivati, ho soffocato le mie risate che potevano essere avvertite come irrispettose. Del resto sono un edificio sacro, il contegno è doveroso e indispensabile. Subito dopo le mie pareti hanno avvertito un cambiamento, la leggera brezza nel volgere di pochi secondi è mutata in un vento impetuoso, che ha sollevato e scagliato ovunque finissimi granelli di sabbia.
«Eccoti finalmente, Aria. Mi ero stancato di ascoltare le smancerie disgustose dei due fidanzatini.»
«Fuoco, nonostante siano passate numerose ere geologiche, il tuo temperamento è rimasto fedele alle origini e le tue risposte sono sempre esilaranti.»
«Benvenuta Aria, beata te che trovi divertenti i mugugni di Fuoco. Mi era già venuta la tentazione di spegnerlo.»
«Ben arrivata Aria. Ogni volta il tuo arrivo si manifesta con largo anticipo. Non passi mai inosservata.»
Dopo i saluti di benvenuto della Terra e dell’Acqua a favore dell’ultima arrivata, per alcuni minuti è calato il silenzio.
«L’attesa sta alterando in modo significativo le mie correnti interne. Aspettare oltre accentua il disequilibrio. Cosa o chi attediamo? Esigo di sapere chi ha indetto codesta riunione.»
«Io no di certo, Aria. Se penso a tutte le cose che ho in ballo… e corri di qui e corri di là, mi chiamano in continuazione.»
«A chi lo dici, Fuoco, a motivo della mutazione climatica in atto i miei impegni sono aumentati a dismisura. Ho nostalgia dei giorni in cui potevo essere sovente brezza e coccolare coloro che meritavano le mie attenzioni.»
«Aria, per me è la stessa cosa. Con le alte temperature mi accendo spesso contro la mia volontà. La situazione è esasperante, non riesco più nemmeno a riposare.»
«Da parte mia confesso di gradire questa convocazione che è giunta inaspettata. Tuttavia, non conosco il nome dell’autore. Forse è opera tua, mia cara Terra?»
«Dolce Acqua, è bello esserci ritrovati tutti insieme, nonostante Aria e Fuoco siano sempre molto originali nelle loro espressioni. Eppure, mi dispiace deluderti: la tua curiosità corrisponde alla mia, non sono io l’organizzatrice.»
«Quindi qualcuno di noi mente?»
Nel frattempo, una enorme fiammata ha conquistato la scena; la superficie della terrazza è diventata più bollente che in piena esposizione solare.
«Orsù Fuoco, trattieni le tue fiamme, non ha senso adirarci fra di noi. In fondo è stato magnanimo da parte nostra concedere tempo e attenzioni a codesta famiglia. Ne convieni? Ora, però, vi devo salutare, è richiesta la mia presenza altrove.»
Al termine della frase di commiato dell’Aria, un meraviglioso aroma si è diffuso tutto intorno. La fragranza era gradevole e recepibile persino dai mattoni di cui sono composta.
«La colpevolezza si nasconde persino in un invito? Ebbene sì, se ciò vi consola allora merito il carcere. Ricordatevi, però, che arduo è il compito solo per chi non si reputa all’altezza.»
«Quintessenza? Malevoli lingue avevano portato fino a me notizie nefaste a tuo riguardo. Del resto, sei stato dimenticato anche dagli esseri umani, non ti sembra un buon motivo per cessare di esistere? Prendila in considerazione questa possibilità, ti prego, ascolta i buoni consigli.»
«Aria, mi dispiace deluderti, ma sono numerose le creature che alimentano l’unione armonica e giustificano la mia presenza. Inoltre, ti ricordo che noi Elementi esistiamo per un volere superiore che prescinde dalla nostra volontà.»
«Benvenuto Spirito, la tua presenza dona al mio provato cuore gioia e letizia. La convocazione è opera tua, ora comprendo. Grazie per il tuo sostegno.»
«Quando la smetterai Terra di proferire frasi stucchevoli? Arriviamo al dunque, per trattenerci serve un valido motivo. E tu, mister perfettino, evita di rimarcare la tua presunta superiorità, è vomitevole.»
L’arroganza di Fuoco e l’ironia pungente di Aria hanno provocato in me un grande fastidio. Come si fa a mancare di rispetto al quinto elemento? Se perdiamo la stima verso la sacralità e lo spirito, cosa resta? Ti chiedo scusa, paziente lettore, per la mia dissertazione personale. Riprendo il racconto a partire dalla risposta di Quintessenza.
«Convocare significa richiedere una o più presenze per un motivo importante. Cari Elementi, la situazione è drammatica, il punto di non ritorno è vicino.»
«Quintessenza, mi preme rimarcare la necessità di concretezza. Cosa desideri?»
«Aria, lo puoi immaginare… chiede la collaborazione di tutti noi. Spera che tratteniamo la nostra natura e ci limitiamo a vicenda nelle nostre manifestazioni estreme. Esatto?»
«Terra, la tua sapienza non è per me una sorpresa. Tutte le creature, a partire dalla specie umana, rischiano di scomparire se l’equilibrio verrà ulteriormente alterato. In un breve lasso di tempo ogni forma di vita sarà cancellata da questo pianeta. Vi chiedo di aiutarmi, di trattenervi nel momento in cui si palesano le condizioni per esprimere tutta la vostra forza. E se non riuscite da soli, vi prego, provate a contenervi vicendevolmente.»
L’atmosfera era suggestiva ma allo stesso tempo inquietante. Le voci degli Elementi provenivano da punti sempre diversi. Numerose fiammelle si accendevano e si spegnevano in continuazione. Vortici di aria nascevano dal nulla per poi scomparire nel cielo. Minuscole gocce fluttuavano per poi adagiarsi ovunque sul terreno e sopra la superficie della terrazza.
«Per quanto mi riguarda la richiesta di Quintessenza non è recepibile. Non può pretendere di evitare di assecondare la nostra natura, verremmo meno al motivo stesso per cui siamo stati creati.»
«Quintessenza, diversamente da quanto asserito pocanzi da Aria proverò a seguire il tuo suggerimento. Limiterò il mio potere, attenuerò gli effetti delle inondazioni e donerò sollievo laddove la temperatura minaccerà la sopravvivenza. Aiuterò con estremo piacere la Terra, anche contro tutte le leggi fisiche.»
«Sei davvero carina, Acqua, grazie. Da parte mia cercherò di trattenere e assorbire tutti i moti interiori, a partire dai terremoti e dalle eruzioni vulcaniche. Io posso trasformarmi e assumere forme nuove e diverse, ma questo potere è precluso alle creature e la loro estinzione sarebbe inevitabile.»
«Mi sono stancato di sentire le vostre assurdità. È tutta colpa della razza umana se il pianeta è rovinato. Cosa fanno questi esserini che si credono intelligenti? Pensano solo ai loro interessi e rimandano sempre il momento in cui smettere di inquinare. Invece di allearsi nell’unica guerra che abbia senso, combattono fra di loro e lanciano missili e bombe che, oltre a uccidere, devastano il mondo intero. Sono pazzi e non meritano trattamenti di favore. Vogliono incendiare la terra? Allora li accontento. Se loro stessi non si preoccupano del proprio futuro perché ci devo pensare io? Che si fottano. Anzi, sarò ancora più implacabile, pagheranno per i loro errori. E tu Acqua smettila con questi sentimentalismi, tanto la Terra si salva comunque. Solo con la scomparsa degli esseri umani si potrà ritornare al vecchio equilibrio. Quando tutto sarà bruciato la vita ritornerà protagonista. È giusto così!»
Durante il monologo di Fuoco, le fiamme sono tornate a ricoprire l’intera superficie della terrazza e il calore è risultato insopportabile anche per i miei mattoni.
«Complimenti, hai tenuto un discorso sublime. Concordo con te, soffierò ancora più lontane le tue fiamme e il pianeta verrà purificato. Siamo Elementi, è bene evitare preferenze e favoritismi, gli esseri umani raccoglieranno quello che hanno seminato!»
Non sapevo cosa pensare, ero tentato di intervenire e supplicare Aria e Fuoco di perdonare gli esseri umani. Ma chi ero io per prendere la parola ed esternare il mio pensiero agli Elementi? Il destino del pianeta terra e dei suoi abitanti era segnato e mi sentivo triste. Mi vedevo già trasformato in un ammasso di materia informe e privato della mia anima.
«Vi ho convocati in questo luogo in cui le civiltà più importanti sono nate. In particolare ci troviamo sopra questo edificio religioso che i Sumeri hanno costruito e che utilizzavano per ringraziare noi, Cinque Elementi e le altre divinità in cui riponevano la loro fiducia. Vi ho ascoltati silente, rispettoso della vostra opinione. A questo punto mi permetto soltanto di porre alcune domande e mi rivolgo a Fuoco e Aria: nel corso della storia credete di esservi sempre comportati correttamente con tutte le creature, o non pensate di avere spesso esagerato con il vostro potere? Prima di rispondere pensate a quanti miliardi di essere umani, di flora e di fauna sono scomparsi per causa vostra. Davvero vi ritenete così impeccabili da ergervi a giudici? Se vi sentite in pace e ritenete di essere superiori a ogni forma di errore, prego, andate e sfogate tutta la vostra forza. Però, ricordatevi, alla fine dei tempi, oltre agli esseri umani la bilancia peserà anche noi Elementi; saremo messi davanti alla Verità assoluta e nessuno potrà barare e accampare scuse o giustificazioni.»
Avrei voluto applaudire, gridare inni di giubilo e di acclamazione. Lui è la via verso la conoscenza suprema. Lui è Quintessenza!
«Non avete nulla da rispondere o da obiettare? Allora il nostro incontro volge al termine, non vi tratterrò oltre. A ciascuno il suo cammino e il suo destino. Devastazione o salvezza, a voi la scelta. Siamo ancora in tempo per evitare la fine di questo pianeta e trasformare il nostro incontro in un nuovo inizio, un rinnovamento che partirà da noi Elementi. Gli esseri umani necessitano del nostro aiuto per evolvere; così facendo, anche noi ci trasformeremo insieme a loro. Vi invito a non commettere l’errore di pensare di essere al di sopra delle parti. Tutti siamo parti dell’Uno, non dimentichiamolo mai.
È l’ora del congedo. Da questo momento non potremo più interloquire fra di noi fino alla prossima convocazione.»
Dopo il toccante monologo le tenebre sono calate all’improvviso, come se fino a quel momento fossero state trattenute da una forza superiore. Non ho più avvertito alcuna fonte di calore, brezza d’aria o gocce sulle mie pareti. Il profumo, però, è rimasto e lo percepisco anche in questo momento; sono certo che dimora in ogni forma di vita che desidera dare spazio allo Spirito.
Le parole di Quintessenza riusciranno a operare il miracolo e preservare ogni forma di vita dalla devastazione del nostro pianeta? Da parte mia, caro lettore, continuerò ad alimentare la speranza del suo salvataggio e non mi stancherò mai di raccontare, a chi è disposto ad ascoltarmi, la storia che ti ho appena narrato.
Da qualche ora la quiete è tornata sovrana su questo lembo di terra animato solo dai turisti e dalle tempeste di sabbia dello Shamal. Domani arriveranno ancora numerosi fuoristrada: molte persone mi visiteranno e scatteranno centinaia di foto. Fra di loro potresti esserci anche tu, caro lettore, ne sarei davvero onorato. In questo caso ti consiglio di non aspettare troppo. Io sono ottimista, ma gli Elementi sono imprevedibili. Tutto può succedere.