Caro
@Akimizu ai tuoi “sassolini” ho pensato tutto il giorno, decisamente angustiata credimi, perché ho percepito molto forte la tua amarezza e mi pare giusto, per i buonissimi rapporti che si sono instaurati tra tutti noi, porgerti sì le scuse per averti in qualche modo ferito, sia pure inconsapevolmente, ma anche sottoporti un minimo di spiegazioni, ovviamente riferite solo alla mia persona.
I terzi tempo a questo servono, e non è sempre facile esternare il proprio disappunto.
In tutte le occasioni in cui ho commentato i racconti (degli step e over contest), no ho mai – né lo farò mai – giudicato l’autore.
Sarebbe come considerare una Penna una persona violenta o cattiva solo perché in un racconto “forte” è risultata molto credibile. Non ci sta e non ci deve stare: sono altri gli ambiti in cui potremmo (condizionale) permetterci un minimo di giudizio sulla persona. Non in questo, assolutamente.
Tutti noi, coi nostri pregi e difetti, ci mettiamo alla prova su temi spesso molto ostici e il fatto di cogliere l’obiettivo dipende dalla sensibilità, dalla bravura, dalla fantasia e – come nel tuo caso – associando al tutto un accurato lavoro di preparazione, cosa per cui mi complimento (e non è una sviolinata per far accettare le scuse). Questo è quello che dovremmo valutare o giudicare, intendendo il giudizio un insieme di pregi e difetti che ci possono aiutare a migliorare.
Proprio per aver trovato un ambiente in cui ad essere valutati sono i nostri scritti e non noi come persone, ho condiviso alcuni racconti o inserito in qualche commento cose molto molto personali, e non me ne sono pentita, anzi sono state occasioni di grande conforto.
Francamente, siccome i commenti me li scrivo a parte per ragionarci magari un po’ prima di caricarli, onde evitare svarioni e/o fraintendimenti, non mi pareva che si potesse percepire un giudizio sull’autore, semmai solo sul lavoro “finito”: a saperlo mi sarei espressa un altro modo (facile dirlo ora, ma tant’è).
Il tuo racconto l’ho letto tre volte, in tempi diversi, e la mia personale sensazione era stata che in un racconto magari incompiuto, lasciato lì a decantare, fosse stato facile inserire i paletti dello step, che anzi fossero stati proprio gli elementi giusti che mancavano per chiudere il cerchio.
Non sarebbe sicuramente stato un delitto, anzi, e lungi da me pensare che fosse per pigrizia. La tua partecipazione ad altri contest dice proprio il contrario e anche nell’ipotesi che… fatica e tempo erano stati comunque spesi, con un supplemento oltretutto.
Penso che tutti noi abbiamo da qualche parte racconti che non riusciamo a finire, che presentano un ostacolo invisibile e poi il tema di un concorso letterario, di uno dei nostri favolosi step, ma anche una foto, una frase di un romanzo… si ripesca il racconto e quasi fa tutto da solo.
Quindi caro amico, ti rinnovo le mie scuse sincere, con l’augurio di trovarti rasserenato e carico per il prossimo step.
p.s. Una volta o l'altra spero di incontrarti, così le scuse te le rinnovo con una stretta di mano.