Sulla scrivania ci sono due foto: due belle ragazze.
Avranno la mia età. Sono molto serie. Sembrano impaurite.
Il signor Palumbo mi guarda.
Ha l’età di mio padre.
“Sono sue figlie?” gli chiedo per rompere il ghiaccio.
Questi colloqui di lavoro mi rendono sempre nervosa.
Lui mi guarda.
“No, sono le ultime due candidate al posto”.
Sorride.
Sorrido anche io.
Non mi piace questo gioco.
Non mi piace quest’uomo.
“Mi può scusare un attimo? Ho dimenticato il cellulare in auto” dico.
“Certo” risponde.
Mi alzo.
La porta è chiusa.
Quando mi giro ha una macchina fotografica in una mano.
Nell’altra, un coltello.
Avranno la mia età. Sono molto serie. Sembrano impaurite.
Il signor Palumbo mi guarda.
Ha l’età di mio padre.
“Sono sue figlie?” gli chiedo per rompere il ghiaccio.
Questi colloqui di lavoro mi rendono sempre nervosa.
Lui mi guarda.
“No, sono le ultime due candidate al posto”.
Sorride.
Sorrido anche io.
Non mi piace questo gioco.
Non mi piace quest’uomo.
“Mi può scusare un attimo? Ho dimenticato il cellulare in auto” dico.
“Certo” risponde.
Mi alzo.
La porta è chiusa.
Quando mi giro ha una macchina fotografica in una mano.
Nell’altra, un coltello.