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1Il quaderno Empty Il quaderno Mar Ott 08, 2024 6:40 pm

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QUADERNO DELLE FRUSTRAZIONI”


Inizio questo quaderno per non mandare affanculo mio padre.
Lo amo, ma quando si impunta è difficile per lui non trattarmi da studentessa, senza considerare davvero le mie esigenze di figlia.
Per non rovinarmi le giornate facendo il muso lungo, ho deciso di mettere tutto per iscritto. Scrivere mi rilassa nei momenti di tensione e, una volta che avrò riempito le pagine, le brucerò per liberarmi dall’amarezza.


Frustrazione 1
Quest’estate ci sono i mondiali, e i miei compagni stanno evitando gli esami per guardare insieme le partite. Invece, mio padre ha deciso di portarci in uno dei suoi road trip padre figlia. Che sembrano fighi ma alla fine si tratta di vacanze studio.




Frustrazione 2
Negli altri road trip, mi ha fatto scegliere tra varie destinazioni, almeno due; questa volta NO.
Ho provato a dirgli che volevo rimanere in Europa, ma la conversazione è andata più o meno così:
           Figlia: Senti. Rimaniamo in zona. la Spagna, la Croazia, La Svezia che so… LA GERMANIA.
           Padre: Elisa, cara bimba del mio cuore, le mete che hai menzionato non sono pertinenti.
           Figlia: Pertinenti?
           Padre: Sì. Visto che stai studiando ingegneria ambientale, ho pensato a un viaggio sulle rinnovabili.
           Figlia: Ottimo. I mulini in Olanda.
           Padre: No, ma ci sei andata vicina: le torri captavento in Iran.
Aveva già deciso la SUA destinazione: lIran rientra in pieno nel suo campo di studi.
Me lo vedo, di notte, scervellarsi per cercare di adattare le sue ricerche filologiche alle mie, e ha tirato fuori l'idea di queste torri del vento.




Frustrazione 3
Quale padre ragionevole porterebbe una figlia femmina poco più che ventenne in un paese teocratico dove i diritti delle donne sono inesistenti?
Con mia madre, sono andata a comprare abiti che coprano le gambe, scialli e camicie di lino con maniche lunghe. In pratica, ho dovuto rifare completamente il guardaroba estivo.




***




QUADERNO DELLE IMPRESSIONI DI VIAGGIO”




Ho ritrovato il quaderno mentre facevo le valige e ho riso, mentre rileggevo le mie “frustrazioni”. Alla fine, una volta preparato il viaggio, mi sono lasciata coinvolgere dall’entusiasmo di mio padre. Per questo ho deciso di annotare qui tutto quello che vedrò.




Non mi aspettavo di essere così colpita allarrivo a Yazd. Qui, il vento sembra avere vita propria, rende difficile tenere su lo scialle che, oltre a coprirmi i capelli, mi ripara dalla sabbia. Le maniche lunghe, inizialmente imposte, sono diventate essenziali contro il sole rovente.
I miei occhi si alzano verso l'imponente moschea di Jameh, i cui alti minareti sembrano toccare il cielo. Le piastrelle blu brillano sotto il sole, creando un contrasto perfetto con la terra ocra intorno a noi.
Passeggiamo verso il giardino Dolat Abad, dove la torre più alta si erge come una sentinella nel deserto. Sono colpita dallingegnosità di questa città, progettata per prosperare in un ambiente così arido. Non avrei mai immaginato che Yazd potesse essere così bella e viva, nonostante il deserto che la circonda.




Il vento qui continua a sorprendermi. Non è come quello di casa, che spazza via tutto con furia. No, questo vento è più paziente, entra lento, ti avvolge, quasi senza che te ne accorga. E poi ci sono quelle torri... le badgir. Sono stata trascinata qui per loro, ma non me le aspettavo così, grandi e massicce. Le fessure che le attraversano, lunghe e strette, donano eleganza alla struttura.
Quando il vento le raggiunge, è come se le torri lo guidassero. Hanno una specie di accordo con l'aria. La fanno entrare, la lasciano scivolare dentro, la rendono fresca, leggera. Sotto il profilo tecnico le sto studiando ma non quello ad attrarmi.




Oggi, mentre camminavo per raggiungere ancora una volta le torri, i profumi delle spezie nell’aria mi hanno avvolta, raccontandomi la storia olfattiva di questa terra. Ho bevuto un tè bollente e dolce che mi ha fatto dimenticare il caldo torrido, ma ancora non so cosa mi spinga a tornare ogni giorno lì. Forse spero che quel processo di raffreddamento dell’aria alleggerisca anche me. Ero persa in quei pensieri, quando una ragazza, muovendosi tra le donne con una forza sorprendente, ha catturato la mia attenzione. La sua presenza è così potente che sembra non indossare nemmeno l’hijab.




Lho vista di nuovo. Sono sicura sia lei. Il suo passo è inconfondibile. Sono due giorni che, mentre mio padre studia testi in farsi alluniversità, io me ne sto in questo piccolo locale, per fortuna allaperto, in cui le donne possono riunirsi tranquille.




Oggi ho provato a fermarla, ma non ci sono riuscita. E se non parlasse inglese? Se non gradisse le attenzioni di una straniera? Se disturbo?
Allora lho osservata. Sembra avere delle amiche che vengono qui, dato che si è fermata per dei dolcetti e un tè. Anche in una situazione così gioviale, la sua presenza è tempestosa.




Ho scoperto che tutte le ragazze che frequentano questo posto sono studentesse universitarie. Sono molto brillanti e riesco a parlare bene con loro, trovando sempre temi interessanti da condividere. Purtroppo, però, lei non si è più fatta vedere. Le altre dicono che, anche se non studia alluniversità, passerà. Lo fa sempre, come se fosse attratta dall’atmosfera che si respira qui.




È passata, si chiama Nahid.




Sembrerò sciocca. Ingenua. Naif.
Da quando l’ho conosciuta, però, questo viaggio è cambiato. La città, gli studi di mio padre, i miei tour istruttivi, tutto è stato spazzato via dalla sua presenza. Come un ciclone, mi ha attirato nel suo occhio e ogni cosa ha preso un senso diverso.
Da quando ho scoperto che parla fluentemente inglese è stato facilissimo legare, anche per me che sono timida. Le ho raccontato tutto, mentre di lei non so niente. Ho provato a chiedere, ma è difficile spostare la sua attenzione. Si è messa in testa di aiutarmi con i miei studi, ma vuole farlo a modo suo; per questo domani mi porterà nel deserto.




***




QUADERNO DEL DESERTO”




Il cielo nel deserto sembra più grande, aperto, come se ci fosse troppo spazio tra noi e l’orizzonte. Per questo ho camminato per tutto il tempo con il velo sul viso, mentre Nahid avanzava sicura accanto a me: le sue gambe corte si muovevano con una determinazione che a me manca del tutto. Da lontano, le Torri del Silenzio sembrano due colline gemelle, spoglie, senza niente di vivo intorno. La strada che le separa dalla città è piatta, come se tutto ci volesse condurre a quel punto senza deviazioni.
È strano, vero?” Ha detto Nahid, “Per i miei antenati, questo era un luogo sacro.”
Ho annuito, non sapendo bene cosa dire. La città si allontana, le cupole, i vicoli stretti, il rumore dei bazar sono solo un ricordo, e davanti a noi c’è il silenzio, un silenzio pesante, quasi palpabile. Mi sono sentita piccola, non solo accanto a Nahid, ma davanti alla vastità del deserto.
La prima volta che sono venuta qui ero una bambina,” ha continuato Nahid. “Pensavo fosse inquietante. Servivano per i morti. I corpi venivano lasciati qui, esposti all’aria e agli animali, per non contaminare la terra. Era un modo di restituire tutto alla natura. Era rinnovabile, come direste voi. Ora capisco che è un luogo di pace.”
Mi sono fermata un attimo a guardare la forma circolare delle torri; lei no: ha solo rallentato il passo, per darmi il tempo di assorbire l’energia del luogo.
Avevo il cuore in gola quando siamo arrivate ai piedi della collina perché le torri, da vicino, sono imponenti.
Poi si è alzato il vento e per un momento lo scialle mi ha coperto il viso e ho sentito Nahid ridere teneramente.
Quando sono riuscita a districarmi dal velo, ho visto il diavolo di sabbia.
Si avvolgeva su sé stesso, alto e sottile, come un vortice di granelli che luccicavano al sole, creando spirali dorate. Si spostava di poco, come se aspettasse qualcosa.
Sono rimasta affascinata da quel fenomeno che non avevo mai visto dal vivo.
Un piccolo tornado comparso dal nulla.
Tu sei come quel tornado lì.” ho detto, quando ormai eravamo in silenzio da troppo. “Il cielo è sereno, tutto sembra andare bene, ma tu arrivi e non riesci a trovare una quiete.”
Se girassi così veloce, il velo volerebbe via.”
Saresti libera.”
Mi ha guardato con sfida; credevo sarebbe fuggita, lasciandomi nel deserto a farmi consumare, come accadeva ai morti. Invece ha preso il suo hijab, se lo è strappato di dosso e lo ha lanciato verso il diavolo della sabbia che, in un attimo, come si era formato si è dissolto, lasciando il velo a terra coperto da granelli di polvere.
È stata la prima volta che ho visto i capelli di Nahid, tempestosi come lei, i più lucenti che abbia mai visto. Sono mossi e le arrivano alle spalle. Mi sono vergognata dei miei, sottili e lisci, ma ho preso lo scialle e l’ho lanciato anche io.
Ora siamo libere. Io mi sento bene, e tu?”
Io mi sento strana. Sono libera qui” indicando i capelli “ma non sono libera, qui.” E si posata la mano sulla pancia. È stato strano, come se del cuore non le interessasse.
Ha pensato al ventre. Al suo centro.
Era difficile affrontare certi argomenti senza banalizzarli, ma non ho trovato un'alternativa migliore.
Dovresti studiare. Come le tue amiche del caffè. Non so nulla di te. Ma se studiassi saresti più libera. Potresti pure andare all’estero. Magari venire a trovarmi in Italia.” Ho sorriso per l’imbarazzo perché mi sono sentita una sciocca.
Ho paura.” E per la prima volta l’ho vista quietarsi. “Forse è per quello che vortico come un tornado. Per paura di stare ferma e rendermi conto di quanto sia precaria la mia esistenza. Per difendermi dalla vita qui.”
Non ho saputo fare altro che voltarmi verso i veli che giacevano poco lontano. Li ho raccolti e, con un gesto deciso, ho iniziato a girare. Le gambe si sono mosse più veloci del solito, i piedi affondavano nella sabbia, ma ho continuato, con forza.
Mentre i veli si sollevavano attorno a me, ho preso Nahid per la mano, e insieme abbiamo iniziato a girare. I nostri movimenti si sono sincronizzati, creando un vortice di corpi e stoffa, un ritmo condiviso che non voleva fermarsi. Il vento mescolava i nostri capelli e i veli, amplificando ogni gesto. Per la prima volta, non sono stata io a seguire qualcuno. Ho trascinato Nahid, e insieme abbiamo girato come un unico tornado, lasciando che fosse il mio ritmo a guidare.




Mancano pochi giorni alla partenza. Dall'Italia arrivano ancora notizie di festeggiamenti, ma la cosa non mi entusiasma, anzi.
Nahid ha ricominciato a vorticare. Dopo un primo momento più calmo e riflessivo, è tornata a portarmi da una parte all’altra della città, ma questa volta ci ho messo del mio. Ho portato gli appunti, le ho spiegato dei dettagli tecnico-architettonici: è stato bello unire le nostre visioni.




Mi mancherà Yazd.
Mi mancherà la Yazd di Nahid.
Mi mancherà Nahid.












***




QUADERNO DEL DOLORE




Trovare questo quadernino nel cassetto della tua scrivania è stato come averti di nuovo qui. Ma non ha attenuato la sensazione disgustosa che ha lasciato la sentenza.
Dopo quindici anni, siamo ripiombati nellincubo. Ci siamo stretti attorno alle famiglie coinvolte nel processo, ma quella decisione è dura da digerire: dovranno persino pagare le spese legali.
Il comportamento dei ragazzi è stato considerato “incauto”. La legge ci sbatte in faccia questa realtà: siete morti perché siete stati incauti, non perché le case del centro si tenevano su con lo sputo. Non perché il terremoto ha raso al suolo tutta la città. No, siete stati incauti.
Questo dolore mi ha spinto a rimettere piede nella tua stanza. Era da anni che non sentivo più fisicamente la tua presenza. Nei nostri cuori e nei ricordi sei sempre lì, ma quei luoghi non li viviamo più. Sono fossilizzati nel tempo o sepolti.
Hanno estratto il tuo corpo dopo sei giorni. Sei stata tra le ultime, abitavi al piano rialzato e, quando è arrivata la prima scossa, non sei riuscita a scappare. Dicono che non hai sofferto, che la tua è stata una morte istantanea, ma questo non mi consola. Anzi, dopo aver letto queste pagine, sono ancora più dilaniata.
Non avevo notato grandi cambiamenti dopo quel viaggio, sembravi solo più frizzante. E invece sembra che quellesperienza ti abbia cambiato davvero. Abbiamo litigato spesso per la tua indolenza ma, se ti fossi aperta con me, magari ti avrei aiutata a vorticare ancora di più come un... Adesso so come si chiama, diavolo di sabbia.
Questo mi fa pensare a quante volte mi sia sentita esclusa, vedendoti legata così tanto a tuo padre, grazie alla conoscenza. Vi capivate e vi stimolavate a vicenda. Ora sembra morto anche lui. Non ha più stimoli e io devo fare per due. Ma va bene così. Tenermi in movimento mi dà la forza di andare avanti, e così farò.
Io non sono un piccolo diavolo della sabbia, sono un tornado, e ora troverò questa ragazza. Costi quel che costi. Userò il recapito che ho trovato nel quaderno e la troverò. Non so perché, ma sento che devo farlo, per non essere spazzata via.
***




QUADERNO DEL SILENZIO


Elisa, ho trovato Nahid.
Mi sembra incredibile. All’inizio l’ho fatto solo per avere qualcosa da fare, ma poi anche tuo padre si è interessato. Ricorda ancora quell’ultimo viaggio insieme; non sa che per un periodo lo hai odiato, ma questo non glielo dirò mai. Rimarrà il nostro segreto.
Ci siamo lanciati insieme alla ricerca di questa ragazza. Temevamo fosse impossibile, ma grazie alla competenza linguistica di tuo padre e alle sue vecchie conoscenze universitarie, ce labbiamo fatta.
Nahid ora abita in Italia.
L’abbiamo invitata qui a L’Aquila e lei ha accettato subito.
Sarai felice di sapere che non indossa più lhijab. Lho riconosciuta da lontano: è vero, ha un modo di camminare che la rende inconfondibile.
Sei anni fa, quando è arrivata in Italia per motivi di studio, uscire dall'Iran era già una sfida. Oggi, nel 2024, la situazione non è migliorata: nonostante la continua rivoluzione delle donne iraniane, è quasi impossibile lasciare il paese senza un motivo accademico o lavorativo.
Si era iscritta all'università iraniana, ma tra le lacrime mi ha detto che è stato merito tuo se, una volta in Italia, ha deciso di proseguire gli studi in ingegneria ambientale. Ricorda ancora i tuoi discorsi sulle rinnovabili, i tuoi sogni sulle torri captavento. Quando lha detto, tuo padre ha avuto un moto dorgoglio che lo ha illuminato.
Hai lasciato una traccia, Elisa. Anche se sei andata via troppo presto, il tuo spirito ha trovato un modo di continuare a girare, come un vento che non si ferma. Vive attraverso Nahid, attraverso quei sogni di libertà che hai seminato e che adesso si stanno realizzando in modi che forse non avresti nemmeno immaginato.
Vive a Reggio Emilia. Ha rinnegato la fede e ha sposato un italiano. Ci ha mostrato le foto: un uomo affascinante, di sicuro non il tipo che ti avrebbe fatto perdere la testa, visti i tuoi pessimi gusti.
È rimasta solo per due giorni, ma dice che tornerà a trovarci. Intanto abbiamo deciso che, quando tornerà in Iran a trovare i suoi, porterà con sé il quaderno. Lo lascerà alle Torri del Silenzio, in balia del vento, dove sarai libera.
Forse, in quel vento, troveremo anche noi un po' di pace.




Addio, bambina mia.

2Il quaderno Empty Re: Il quaderno Gio Ott 10, 2024 10:23 pm

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Il racconto era partito alla grande, con uno stile intenso, vivo, percepibile. Anche la vicenda sembrava molto particolare e mi aveva subito catturato.
Poi, da quando entra in scena Nahid, trovo che la storia si perda un po' e subentri un senso di straniamento che mi ha accompagnato fino alla fine della narrazione.
Il problema principale è la somiglianza tra Nahid e i fenomeni del vento, che ci viene data per vera dalla narratrice ma della quale noi non vediamo praticamente nulla.

"una ragazza, muovendosi tra le donne con una forza sorprendente,"
"La sua presenza è così potente che sembra non indossare nemmeno l’hijab"
"Il suo passo è inconfondibile."
"Anche in una situazione così gioviale, la sua presenza è tempestosa."


Mi sembrano descrizioni da condottiero vichingo di due metri per due, ho fatto fatica a visualizzarle su una ragazza mediorientale perdipiù bassa di statura. Cioè, manca il far capire al lettore perché Nahid sia così preponderante con la sua sola presenza.

Poi, l'escursione nel deserto non l'ho compresa, o non in relazione agli studi della narratrice, come a un certo punto scrive. Anche il togliersi il velo, il fare cose da film, non so, ho trovato tutto molto distante dall'impostazione che avevi dato in prima battuta al racconto.
Mi ha ricordato un po' quelle teen-story, tipicamente americane, nelle quali la giovane teenager insicura viene portata controvoglia in una vacanza lontana e lì incontra un belloccio che si rivelerà trascinatore irresistibile, possessore di tutte le qualità del mondo e trasformerà la vacanza noiosa nel mese più bello dell'intera vita di lei.
Dico la verità: io è da quando sono iniziate le primissime similitudini vichinghe che mi aspettavo una svolta saffica, perché veramente mi sembravano descrizioni da donna che rimane folgorata da uno di quegli uomini che aprono le acque al solo passaggio.
Invece non è successo nulla di saffico ma ti dirò, meglio così, sarebbe stato troppo telefonato.

Il passaggio di consegne tra madre e figlia mi è sembrato un po' repentino. Non è facile renderlo uniforme, forse serviva un pezzetto intermedio, ma non saprei consigliarti.

La scrittura invece è fantastica, l'ho trovata il vero punto forte del racconto.
La vicenda in sé mi aveva creato delle aspettative diverse e non sono riuscito a farmi prendere appieno. Il personaggio di Nahid l'ho trovato il punto debole della storia, perché appare troppo cinematografico, troppo costruito, quasi superumano.
Ecco, per dirla in soldoni, l'errore è stato, secondo il mio gusto, legare troppo strettamente Nahid ai fenomeni del vento. Non ce n'era bisogno, la storia parlava già di vento in tutte le direzioni, le similitudini con Nahid rendono tutto esagerato e sovrabbondante, perdipiù senza che ci venga mostrata questa imperiosità di lei, scritta molte volte ma che io non ho percepito.

Un buon lavoro che però aveva le basi per poter essere qualcosa di molto più forte.

3Il quaderno Empty Re: Il quaderno Sab Ott 12, 2024 12:00 am

Albemasia

Albemasia
Padawan
Padawan

Un racconto che mi ha colpito fin dalle prime righe e che, nonostante la sua lunghezza, ho letto tutto d’un fiato, perché sono stata catturata dalla storia, che ho trovato originale.
Mi è piaciuta la scansione temporale che hai dato alle vicende grazie allo strumento del diario e concordo nel ritenere molto buona la scrittura.
Ho trovato, tuttavia, alcune espressioni riferite a Nahid un po’ iperboliche, come ad esempio quando definisci il suo modo di muoversi “con una forza sorprendente” o quando descrivi la sua presenza “così potente”. Forse il coraggio della sua scelta avrebbe risaltato maggiormente se di lei fosse emerso un lato più fragile, più “umano”.
Anche l’abiura della religione mi è parsa forzata: come se avesse rinnegato tutto di se stessa, anche la propria cultura, in una sorta di tradimento delle proprie radici.
Ma questa resta una scelta personale dell’autore/autrice rispetto al racconto e quindi insindacabile da parte mia in quanto lettrice.


Segnalo solo un refuso: “Sotto il profilo tecnico le sto studiando ma non quello ad attrarmi”, dove secondo me manca il verbo essere (“ma non è quello ad attrarmi”)
E poi più avanti si legge: “E se non parlasse inglese? Se non gradisse le attenzioni di una straniera? Se disturbo?”, dove, per una questione di concordanza verbale, sarebbe stato meglio “Se disturbassi?”. Anzi, forse quest’ultima frase interrogativa avrebbe potuto anche essere eliminata, dal momento che il concetto è già espresso dalla frase precedente.


A parte questi particolari ribadisco che questo racconto ha saputo suscitare in me molte emozioni. Piaciuto.

4Il quaderno Empty Re: Il quaderno Sab Ott 12, 2024 8:34 am

AurelianoLaLeggera

AurelianoLaLeggera
Younglings
Younglings

In generale è un buon racconto. Sembrerebbe uno di quelli consegnati un po' in fretta. 
Lo dico perché ho trovato qualche refuso ma anche per il modo in cui la qualità mi sembra vada calando sul finale.

Alle cose già segnalate aggiungo:
Ero persa in quei pensieri, quando una ragazza, muovendosi tra le donne con una forza sorprendente, ha catturato la mia attenzione. La sua presenza è così potente che sembra non indossare nemmeno l’hijab.

Anche nell'ultima frase avrei usato l'imperfetto.

Prendendo ad esempio proprio questa frase, la prima volta che l'ho letta ho pensato che più avanti avresti spiegato perché la sua presenza fosse così potente. Avevo pensato a qualche donna attivista, una leader, magari. Sono rimasto un po' deluso.

Bello invece il personaggio del padre: inizialmente si fa odiare, poi nel finale bastano due parole della madre a dare una luce completamente diversa al personaggio:

Vi capivate e vi stimolavate a vicenda. Ora sembra morto anche lui. Non ha più stimoli e io devo fare per due.


Giudizio complessivo:

Grandi capacità, stile della scrittura ottimo, calcolare meglio i tempi per la consegna!
 Il quaderno 1f60a 

Grazie

5Il quaderno Empty Re: Il quaderno Sab Ott 12, 2024 7:02 pm

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Al di là di qualche refuso tra parole mancanti (due volte "è" in mezzo a una frase) e un congiuntivo mancato (disturbassi) il racconto è scritto molto bene e si fa leggere con facilità, oserei dire tutto d'un fiato.
Il racconto in sè non mi ha suscitato grandi emozioni e ti spiego subito perché: hai trattato due temi di dimensioni gigantesche (cosa alquanto meritoria) come la tragedia del terremoto a L'Aquila con la vergognosa sentenza che ne è scaturita e il dramma delle donne in Iran, temi che hanno bisogno di un respiro molto più ampio che non quello di un breve racconto; alla fine, perciç, mi è rimasto un senso di delusione e di incompletezza.
Splendide le figure di Elisa e del padre, non mi ha entusiasmato Nahid (personalmente non credo che la soluzione del problema delle donne in Iran sia l'abiura della loro Fede, ma questo credo che non c'entri molto con il racconto).


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Il quaderno Badge-3

6Il quaderno Empty Re: Il quaderno Lun Ott 14, 2024 2:37 pm

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un bel racconto, con una prima parte che ci porta - tralasciando un momento le vicende di Elisa - a scoprire o a ri-scoprire informazioni su lasciti molto importanti di ingegneri e architetti che anticamente sono vissuti nell’attuale Iran, con soluzioni, come le torri captavento, che nulla hanno da invidiare alle moderne soluzioni tecnologiche.
La seconda parte riguarda la bella storia della protagonista: il voler essere donna del suo tempo, desiderosa di coltivare le proprie idee, anche di contestare i genitori, di voler vedere quello che per lei è il “suo mondo”, salvo poi accorgersi che a volte i genitori vedono un pochino più avanti.
Una donna che ha l’immensa fortuna di poter essere “donna libera”, di poter studiare, viaggiare, fare conoscenze. Una fortuna che vorrebbe poter condividere con una coetanea che invece vive tra lacci e lacciuoli che ne imbavagliano la vita: per credenze religiose, per assurde leggi ispirate a non dare spazio ai giovani… sono stati aperti argomenti su cui altro che fiumi d’inchiostro!
L’ultima parte è densa di momenti, di esperienze, di nuovi fatti che travolgono la famiglia. Per qualcuno potrebbero essere troppi spunti su cui ragionare per un racconto così breve, forse squilibrato rispetto alla prima parte. Ma per rendere quello che è accaduto alla protagonista ci sta. Al dolore per la sua morte tragica i genitori devono sommare la “presa in giro” – e non si può definire diversamente – della recente sentenza sulla morte dei ragazzi dell’Aquila e la ricerca dell’amica di Elisa forse rappresenta una compensazione, un modo per provare a rimettersi in piedi, a dare un senso a qualcosa che senso non ha. Sicuramente non sarà un’altra figlia, ma una figura che ne rappresenta il futuro che lei non ha potuto costruire.
La scrittura è sicura, hai saputo dare due stili per le due figure narranti che consentono di vedere meglio il passaggio di testimone.
Le mie note
Qualche piccolo refuso e un paio di verbi mancanti (ma non quello ad attrarmi. – Si posata la mano).


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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

7Il quaderno Empty Re: Il quaderno Mar Ott 15, 2024 7:40 pm

M. Mark o'Knee

M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Ci sono alcune imprecisioni nel testo, fra le quali segnalo le seguenti.
- "ma non quello ad attrarmi" / "si posata la mano": manca "è" in entrambi i casi;
- un paio di volte viene ripetuto il concetto già espresso in precedenza: "Se disturbo?" / "Naif", e il primo caso vuole il congiuntivo (disturbassi);
- "Si è messa in testa di aiutarmi con i miei studi, ma vuole farlo a modo suo; per questo domani mi porterà nel deserto": non si capisce come, nel deserto, possa aiutarla negli studi di ingegneria ambientale.
Ma le vere criticità sono altre.
In primo luogo, la figura di Nahid. Le descrizioni di Elisa la fanno apparire come qualcosa di prorompente, una sorta di leader indiscusso, ma in effetti la ragazza non è niente di tutto questo, anzi. Si sente quindi la mancanza di qualcosa che vada oltre la semplice descrizione, qualcosa che faccia capire al lettore che "La sua presenza è così potente che sembra non indossare nemmeno l’hijab": il vecchio ma intramontabile "show, don't tell".
E poi, l'aver messo un po' troppa carne al fuoco. Vengono trattati due argomenti che anche da soli potrebbero riempire centinaia di pagine: la condizione delle donne e ragazze iraniane e gli strascichi inconcepibili del terremoto de L'Aquila. Tanta roba per rientrare nel limite di caratteri imposto dal contest, con la conseguenza di restare solo a livello superficiale.
Molto efficace invece la scrittura, che mi sembra la vera forza del racconto (insieme a quella del vento, naturalmente).
Insomma, un altro testo con grandi potenzialità, che però si sono perse un po' per strada.
M.


______________________________________________________
"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola

8Il quaderno Empty Re: Il quaderno Gio Ott 17, 2024 9:09 am

Giammy

Giammy
Padawan
Padawan

C’è un mondo dentro questo racconto, un mondo affascinante come tutto l’oriente.
Il testo scorre, mi ha accompagnato nel deserto fino alle torri captavento e ha iniziato a farmi roteare a causa del diavolo di sabbia.
Così come si è formato, all’improvviso il vortice è scomparso e mi sono ritrovato a terra: la caduta non è stata indolore.
Il paletto della madre ancora una volta ha colpito. La scrittura è uguale a quella della figlia e il finale non è all’altezza delle premesse iniziali.
Ebbene sì, sono rimasto un po’ deluso. L’incrocio con la tragedia del terremoto è un azzardo che, a mio modesto parere, non ha pagato.
Nulla di grave, comunque è un buon lavoro realizzato da una penna capace.
Ringrazio l’autore perché i temi trattati sono interessanti e stimolanti. Mi sarei concentrato sino alla fine sulla condizione femminile, sia nel mondo islamico che nel nostro apparente democratico e liberale occidente. Un tema immenso e complesso come l’oriente.



Ultima modifica di Giammy il Ven Ott 25, 2024 1:23 pm - modificato 2 volte.

9Il quaderno Empty Re: Il quaderno Gio Ott 17, 2024 9:56 am

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

La struttura diaristica del racconto è stata la scelta di parecchi scrittori. La mia è solo una nota, non una critica. Del resto mi taglierei la mano solo a pensare di poter criticare un racconto così bello. 
Troppe cose, troppi argomenti?
A me sembra un sintomo di salute dello scrittore se penso alle difficoltà che ho avuto io per scrivere quattro parole.
L'ultima parte, quella criticata per difetto di coinvolgimento io la vedo come la più vera e quindi la più bella. Dovrà pure dopo tanta fatica appoggiare i gomiti sul bracciolo del divano e sorseggiare un caffè questo bravo scrittore, forse scrittrice. Dovrà pure fumare una sigaretta. Rileggere il testo. Accarezzare un gatto, un cane, osservare un pesciolino rosso.
Ecco, avevo giurato a me stesso che non mi sarei commosso.
E invece...
Mio vincitore.

A vivonic garba questo messaggio

10Il quaderno Empty Re: Il quaderno Ven Ott 18, 2024 7:24 pm

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Parto dallo stile che ho trovato davvero originale. Il racconto mi ha dato l’impressione di un quaderno di appunti, come quello che tutti portiamo dietro, con cancellature qua e là. Questo ha dato un bel movimento al testo, alternando descrizioni accurate che risultano molto belle. Ci porta in un luogo tristemente attuale, sia per il clima di guerra che per le politiche scellerate. I dettagli tra terremoto, torri del vento, diavolo di sabbia e mondiali gli danno davvero carattere. Tutto si incastra alla perfezione con la storia di queste due giovani donne in cerca di una direzione, come il vento, riuscendo ad emozionare senza esagerare.

11Il quaderno Empty Re: Il quaderno Ven Ott 18, 2024 9:29 pm

FedericoChiesa

FedericoChiesa
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

L'ambientazione mi ha colpito. L'Iran è un paese che frequento e che amo: ne ho scritto in DifferentRooms.
La trama mi ha lasciato più indifferente e non mi ha coinvolto.
All'inizio della storia tra le ragazze ho pensato sfociare in una relazione omosessuale, ma alla fine di è trasformata più in una condanna un po' stereotipata della condizione femminile in Iran.
Non è l'Islam il problema, potremmo disquisirne a lungo, ma ayatollah e pasdaran.
Un appunto, ma forse sbaglio: come mai Elisa era alla casa dello studente dell'Aquila se all'Aquila viveva?
Comunque la scrittura è  ottima e il racconto si fa leggere con piacere.

12Il quaderno Empty Re: Il quaderno Ven Ott 18, 2024 11:08 pm

caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Questo racconto inizia in maniera molto originale e accattivante, il timbro imposto dall'autore denota una forte personalità e il testo incuriosisce per il lessico e la promessa di qualcosa di nuovo e sfizioso. Inoltre è scritto molto bene e il testo scivola via senza annoiare mai.
Durante la lettura però le aspettative vengono disilluse, il testo si appesantisce e propone l'incontro con un personaggio che tutt'ora mi rimane sfuggente e del quale non riesco a percepire l'importanza che ha e avrà nella vita di Elisa e della sua famiglia.
Si amano le due ragazze? Probabilmente no, ma ciò avrebbe spiegato almeno in parte l'importanza di Nahid per Elisa.
Il senso di libertà che provano nel deserto è una sensazione che le legherà per sempre: difficile mettersi così a nudo con un 'estranea, certe cose si fanno con più disinvoltura se la persona con cui le condividiamo è affine a noi. In definitiva mi manca questo legame: nello scorrere della storia riesco a inquadrare Elisa e affezionarmi a lei, mentre Nahid rimane un personaggio sfuggente e poco indagato per cui a me lettore non arriva in maniera completa ed efficace.
Ho trovato molto interessante inserire il paletto del vento per mezzo delle torri e della passione comune di padre e figlia per questo tipo di studi; come controparte trovo poco giustificato il parallelismo tra Nahid e il vento: entrambi vengono accostati con un massiccio uso d aggettivi ma non mi è arrivata la profondità di questa similitudine.

Ci siamo stretti attorno alle famiglie coinvolte nel processo, ma quella decisione è dura da digerire: dovranno persino pagare le spese legali. Questa frase non mi è chiarissima: i genitori di Elisa non fanno parte delle persone coinvolte nel processo? In queste frasi sembra di no (dovranno dovrebbe essere dovremo...).

13Il quaderno Empty Re: Il quaderno Dom Ott 20, 2024 1:01 am

Gimbo

Gimbo
Padawan
Padawan

Il racconto è profondo e carico di emozioni. È strutturato in modo originale, suddiviso in diverse fasi della vita della protagonista attraverso la metafora dei quaderni e l'uso di diversi toni e registri narrativi. L'evoluzione dalla frustrazione iniziale del rapporto padre-figlia, alla scoperta di una cultura affascinante e complessa, fino all’incontro con Nahid, rende il racconto coinvolgente e toccante. Il “Quaderno del Dolore” aggiunge un potente livello emotivo alla storia, con la perdita di Elisa a causa e la ricerca da parte della madre di una sorta di pace e continuità attraverso Nahid.
La descrizione della trasformazione di Elisa durante il viaggio e il parallelismo con le torri captavento è raffinato e ben costruito. Il rapporto con Nahid, un simbolo di libertà femminile, è rappresentato con sensibilità e profondità. Il racconto è realistico nel trattare temi complessi come il rapporto padre-figlia, la ricerca di sé, e le tensioni culturali e politiche.
La scrittura è fluida e ricca di immagini evocative, specialmente nelle parti che descrivono il paesaggio e l'atmosfera delle città. Il ritmo varia tra momenti di riflessione intima e dialoghi vivaci. La conclusione è toccante, con il dolore della madre che cerca di trovare pace attraverso i quaderni e la connessione con Nahid.
Alcuni passaggi potrebbero essere più concisi, ma nel complesso il racconto è molto ben costruito.

14Il quaderno Empty Re: Il quaderno Mar Ott 22, 2024 3:57 pm

Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Questo testo mi ha affascinata fin dalla prima lettura. Mi è piaciuta la struttura e anche una buona parte della trattazione dell’argomento richiesto dal contest. Ho pensato che Nahid non fosse vera, fosse quasi una proiezione del desiderio di libertà e di auto affermazione di Elisa. 
Poi, il racconto vira, Nahid diventa vera, in carne e ossa e perde buona parte del fascino che mi aveva suscitato fino alla sua comparsa “postuma. No. Ho nemmeno capito il riferimento che la madre fa circa i gusti in fatto di uomini della figlia. Leggendo avevo anche pensato in certi momenti che Elisa provasse dei sentimenti nei confronti di Nahid. 
Il racconto si legge benissimo e trasporta davvero il lettore in un mondo
quasi magico.  Per gusto avrei lasciato Nahid librarsi nel vento (visione o ragazza vera?) Materializzarla secondo me ha deviato dal tema originario del vento introducendo un altro argomento potente che, autore, puoi riprendere fuori dal contest perché il messaggio è forte.

15Il quaderno Empty Re: Il quaderno Mer Ott 23, 2024 9:39 am

Claudio Bezzi

Claudio Bezzi
Padawan
Padawan

Scrittura (sotto il profilo formale: correttezza ortografica e sintattica, punteggiatura sintatticamente corretta…): nel complesso buona con molteplici errori marginali nella punteggiatura specialmente ridosso dei dialoghi ma non solo; anche altri errori:
  • “mio padre ha deciso di portarci in uno dei suoi road trip padre figlia”; di portarmi, singolare. Lui porta me, e assieme facciamo il road trip…
  • L’uso del maiuscolo per parole che vorrebbero essere enfatizzate è davvero brutto; qualunque editor può dirti che queste, come il grassetto per esempio, sono vietate (almeno da editori seri, che hanno editor bravi); prima che i social ci ammorbassero, le parole e frasi in maiuscolo nelle email, per esempio, erano considerate strillate, e quindi creavano reazioni negli interlocutori (specie stranieri, anglosassoni, che a queste cose ci guardano, o guardavano).
  • “Con mia madre, sono andata a comprare abiti…”; non vedo la necessità di quella virgola; ne hai usate molte come sorta di pausa mentale al ‘lancio’ dell’azione successiva; per esempio: “In pratica, ho dovuto rifare completamente il guardaroba estivo”; “Qui, il vento sembra avere vita propria”; eccetera. Se - sotto un profilo sintattico - non si può ovviamente parlare di errori, sotto quello prosodico ho trovato queste virgole un po’ disturbanti, perché mi impongono una pausa dove invece, col mio pensiero, vorrei proseguire spedito.  
  • “le sto studiando ma non quello ad attrarmi”; manca un ‘è’.
  • “E se non parlasse inglese? Se non gradisse le attenzioni di una straniera? Se disturbo?” Hai volto i primi due verbi al congiuntivo imperfetto (parlasse, gradisse) e poi l’ultimo all’indicativo presente; a me suona male.
  • ““È strano, vero?” Ha detto Nahid, “Per i miei antenati…”; hai messo tutta la punteggiatura a ridosso dei dialoghi quasi sempre correttamente; ma dopo ‘Nahid’ poni una virgola, quindi il dialogo deve riprendere con la minuscola (ma forse un punto e virgola, qui, ci stava meglio); poco più avanti: ““Tu sei come quel tornado lì.” ho detto,…”; qui è il contrario: il dialogo termina con un punto, quindi dopo devi iniziare con la maiuscola. Sono solo esempi, fa’ un controllo generale.
  • “sé stesso”; so che per alcuni è controverso, ma ci sono ottime ragioni per preferire ‘se stesso’.

Trama (originalità, ritmo, logica degli eventi, spessore personaggi, plausibilità narrativa, finale…): la trama è interessante e originale, e anche la scrittura con “quaderni” successivi mi è piaciuta molto. Mi è però rimasto come un senso di stordimento per il doppio salto narrativo: dalla scoperta dell’“altra da sé”, e quindi di se stessa, in Iran, alla tragedia dell’Aquila, alla ricerca finale - da parte della madre - dell’amica iraniana. Anche se ciascuna parte è sviluppata abbastanza bene (assai meno quella del terremoto, con tesi morali troppo esplicite che causano un’immediata caduta emotiva), a me paiono scollegate. In un racconto, con la brevità di battute concesse, la tenuta complessiva di un testo “a strati” come il tuo è essenziale, perché non c’è la possibilità di curare le necessarie legature che un elaborato di più ampio respiro renderebbe possibili. Queste fratture (che a me sono parse tali) mi hanno un pochino infastidito. C’è poi da dire che hai aggirato il tema del vento; in maniera meno evidente rispetto ad altri racconti di questo step ma, senza dubbi, il vento non è il protagonista del tuo racconto ma elemento di scena. Ancora: trovo delle implausibilità in questo viaggio: dopo avere messo le mani avanti col lettore al paragrafo “Frustrazione 3” (sì, è un paese teocratico nemico delle donne), questo padre filologo la trascina là lo stesso e lei, pur maggiorenne, accetta; boh? Mi sono documentato sui viaggi di donne sole in Iran e sostanzialmente tutte dicono che sì, l’Iran è affascinante ma pericoloso, specie per donne sole; quel padre è scellerato e lei sconsiderata; poi scopriamo che la ragazza parla tranquillamente con tante studentesse; in inglese; secondo l’English Proficiency Index (https://www.ef-italia.it/epi/regions/middle-east/iran/) in Iran l’inglese è abbastanza conosciuto, ma non molto conosciuto; e Nahid? Anche se non è neppure una studentessa parla “fluentemente” inglese. Insomma, è tutta una situazione narrata come se tutto fosse molto disinvolto e semplice, quando invece credo sia davvero assai complicato e tragico. Il finale materno mi è parso poco originale, abbasta in linea con quelli di altri racconti di questo step.
Qualità narrativa (scelte lessicali, punteggiatura funzionale, prosodia, poeticità, dialoghi, “morale”…):  tutto molto ben costruito, salvo quanto scritto sopra che ha, evidentemente, dei riflessi pesanti sulla qualità narrativa: dalla punteggiatura che non mi è piaciuta, imponendomi ritmi di lettura che mi sono sembrati inadeguati, alla - secondo me - scarsa plausibilità della situazione in Iran fino al finale. Insomma: idea buona ma non ho trovato quello potenzialmente questo racconto poteva far intendere.


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L'uomo fa il male come l'ape il miele (William Golding).
https://alamagoozlum.blog

16Il quaderno Empty Re: Il quaderno Mer Ott 23, 2024 11:11 am

vivonic

vivonic
Admin
Admin


Tra le tematiche che hai messo dentro, tra lo stile che hai scelto, tra il collegamento dei due narratori come previsto dallo step, tra il ruolo centrale del vento e tra il modo che hai di scrivere, non so scegliere per quale farti i maggiori complimenti.
Per me, questo racconto è una bomba. Da proporre a scuola, in tutte le classi di ogni ordine e grado.


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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.

17Il quaderno Empty Re: Il quaderno Gio Ott 24, 2024 6:13 pm

Menico

Menico
Padawan
Padawan

Racconto emozionante scritto molto bene, toccanti i riferimenti allo stato delle donne iraniane ed alla vergognosa sentenza sul terremoto a L'Aquila.
Importante il rapporto fra padre e figlia e splendida la caratterizzazione di Nahid.
Precise e dettagliate le descrizioni di posti, paesaggi e città.
Ottimo lavoro, complimenti.


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Come l'acqua che scorre, sono un viandante in cerca del mare. Z. M.

18Il quaderno Empty Re: Il quaderno Gio Ott 24, 2024 10:15 pm

Akimizu

Akimizu
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Anticipo a scanso di equivoco che il racconto mi ha colpito profondamente. Ho trovato lo stile bellissimo, leggendo era come se lo scrittore fosse seduto accanto a me e mi stesse sussurrando le sue parole all'orecchio. Siamo diventati intimi. Detto questo se posso permettermi avrei evitato di mettere in mezzo L'Aquila. È una scelta che non aggiunge granché (penso che sia una scelta che l'autore ha fatto per una questione personale, l'ho sentita quasi come obbligata, un cameo imprescindibile) e non solo non aggiunge, ma toglie al lettore la magia che si era creata con il viaggio in Iran. Almeno, io mi sono un attimo destabilizzato, ho pensato: e adesso questo che c'entra? E sono uscito, anche se per poco, dal racconto. Che poi questa è un'impressione che ho avuto per via della brevità del testo, probabilmente con un testo lungo il doppio questo sommarsi di argomenti non avrebbe disturbato. A rileggerci!


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Il quaderno Senza_10

19Il quaderno Empty Re: Il quaderno Sab Ott 26, 2024 10:48 am

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

La scrittura mi è piaciuta: l'ho trovata snella. La scelta dei "quaderni" mi è sembrata originale sebbene siano un altro modo per descrivere un diario.

Interessante l'ambientazione in Iran, un luogo particolare che per descriverlo credo si debba vederlo, non è sufficiente il web con video e foto. Questa è la mia sensazione derivante da ciò che ho letto, ma potrei sbagliarmi. Due parole sui personaggi principali, Elisa e Nahib. Elisa non mi è sembrata la classica studentessa italiana, bensì più una donna adulta che ancora cerca la sua strada nella vita. Nahib, allo stesso modo, non appare ai miei occhi come una studentessa che subisce tutte le contraddizioni del suo paese natale. Dico questo perché, a mio avviso, ho trovato le protagoniste un po' distaccate dalla storia che stavano vivendo, come se fossero (soprattutto Elisa) narratori esterni a ciò che stavano vivendo. Spero di essermi spiegato.

Arvedse!

20Il quaderno Empty Re: Il quaderno Dom Ott 27, 2024 9:58 am

Hellionor

Hellionor
Admin
Admin

Tante tantissime cose nel tuo racconto, autor.
Forse troppe per un racconto breve.
Penso che la tua storia che si dirama in due storie che poi diventeranno molte di più, avrebbe bisogno di spazio, tanto spazio, ampliarsi e diventare un susseguirsi di conseguenze che partono tutte dalle azioni di Elisa.
Scusa, forse questa sarebbe una storia diversa e mi sono lasciata prendere, però questo quaderno diario dona una verve davvero preziosa al tuo racconto, che rende il registro narrativo frizzante e pieno di una vita che sembra di toccare.
Ci sarebbero delle piccole aggiustatine da dare a qualche passaggio, secondo me e forse anche secondo gli altri lettori, valuterai tu a fine contest se accettare o meno i suggerimenti.
Mi piace come hai saputo trattare in maniera molto concreta quanto il destino sia beffardo.
Di quanto non sempre nascere in un paese che si professa più evoluto più emancipato voglia dire avere vita facile, o lunga. Che si muore in un attimo, e il cielo non ha preferenze (cit.)
Complimenti.
A rileggerti
Ele

21Il quaderno Empty Re: Il quaderno Dom Ott 27, 2024 11:14 am

Byron.RN

Byron.RN
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Davvero una bella scrittura, che accosta e cerca di far comunicare due mondi, quello occidentale e quello mediorientale. 
A me è piaciuto anche il riferimento all'Aquila e a quella sentenza il cui senso è difficile da comprendere, non tanto a proposito del discorso sulla legittimità o meno di un risarcimento(sul quale al limite si può pure discutere), ma sulle parole usate per avvalorare il nesso di non risarcibilità: condotta incauta da parte degli studenti.
Questo è un altro di quei mattoni che anno dopo anno fortifica la mia convinzione di totale sbandamento istituzionale di questo paese, in cui tutti(politici, magistrati, forze dell'ordine, sindacati, burocrazia, informazione) mostrano con orgoglio una totale mancanza di buon senso.
Quello che mi ha convinto meno è il personaggio di Nahid, un personaggio strano, difficilmente inquadrabile, misterioso e quasi inafferrabile, quasi una sorta di spettro, che probabilmente serve per far rivivere Elisa.
Detto questo posso comunque dire che se la giocherà per entrare nei miei cinque, lottando all'interno di una selezione di sette/otto racconti che reputo sostanzialmente sullo stesso livello.

22Il quaderno Empty Re: Il quaderno Lun Ott 28, 2024 9:55 pm

CharAznable

CharAznable
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Un racconto con diversi alti e bassi. Parti che ho apprezzato molto (come la scena nel deserto, forse un po' fuori contesto ma ha quel tocco di poesia che non guasta). Gli altri amici ti hanno già detto tutto. Io posso aggiungere cosa non mi è piaciuto: il personaggio di Hahid. Troppo distaccata, troppo eterea. Non so, non mi ha preso. Non mi ha trasmesso nulla.
E poi, perdonami, troppa carne al fuoco. Il tema principale è tosto di suo, aggiungere il carico con il terremoto dell'Aquila l'ho trovato forse eccessivo.


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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

23Il quaderno Empty Re: Il quaderno Mar Ott 29, 2024 6:13 am

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao, Penna.

Il racconto è stato analizzato sotto tutti gli aspetti e non mi ripeto. Aggiungo solo una domanda, più una curiosità: perché il titolo è "Il quaderno" e non "I quaderni"?

Grazie e alla prossima.

https://linktr.ee/Achillu

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