Different Tales
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.
Ultimi argomenti attivi
» La scorreggia di Dio
Il vento delle parole EmptyOggi alle 10:09 am Da tommybe

» Appunti al buio
Il vento delle parole EmptyOggi alle 10:04 am Da Fante Scelto

» I colori del vento
Il vento delle parole EmptyOggi alle 8:39 am Da ImaGiraffe

» Come ombre nel vento
Il vento delle parole EmptyOggi alle 8:17 am Da FedericoChiesa

» Il vento delle parole
Il vento delle parole EmptyOggi alle 8:14 am Da ImaGiraffe

» Un diario dal passato
Il vento delle parole EmptyOggi alle 7:43 am Da ImaGiraffe

» Madre mia amatissima
Il vento delle parole EmptyOggi alle 7:42 am Da tommybe

» La rotta del tè
Il vento delle parole EmptyOggi alle 1:37 am Da Albemasia

» Staffetta 12 - Episodio 3
Il vento delle parole EmptyOggi alle 1:03 am Da Albemasia

EVENTI DT
DIFFERENT ROOMS 12 - LA SOFFITTA



Il vento delle parole

+2
M. Mark o'Knee
Different Staff
6 partecipanti

Andare in basso

Il vento delle parole Empty Il vento delle parole

Messaggio Da Different Staff Mar Ott 08, 2024 6:44 pm

20 maggio 1937

Non morirò il giorno in cui il mio cuore cesserà di battere, perché sono già morto il 10 maggio 1933, quando i miei concittadini, istigati dall’ideologia nazista, hanno assalito e depredato la biblioteca in cui lavoravo.
Adoravo il mio lavoro e quel profumo di carta stagionata che mi accoglieva all’ingresso. Nei momenti di calma spesso mi fermavo davanti agli scaffali a contemplare i dorsi delle copertine. E poi, che gioia parlare ai clienti i libri per aiutarli nella scelta! Cosa potevo chiedere di più dalla vita? Avrei letto tutti i volumi, se solo ne avessi avuto il tempo.
Di quel fantastico mondo non resta più nulla; romanzi, saggi, manuali, sono stati rapiti e arsi nella piazza del Teatro dell’Opera di Berlino. Dovevate vederli: ragazzi, adulti e anziani, sembravano posseduti da un demonio e in preda all’isteria collettiva gettavano nel fuoco, con malefica soddisfazione, tutto il sapere del mondo. L’altezza delle fiamme sfidava il cielo e le faville, che ricadevano a terra, parevano fiocchi di neve scuri come l’inferno. E io, paralizzato dal terrore, osservavo a distanza e piangevo disperato. Avrei tanto voluto impedire quello scempio. Mi sono sentito impotente, una sensazione bruttissima.
Siamo tutti colpevoli! Per anni abbiamo ignorato i cambiamenti in corso. Il vento è cambiato, non ci sono più quelle correnti ascensionali capaci di portare le foglie in alto e di cui mi beavo in autunno, seduto sulla solita panchina, non lontano dalla biblioteca. Le osservavo volteggiare, libere dal cordone ombelicale dei rami e felici di provare quel brivido senza ritorno, fino a planare leggiadre sul terreno. Tale immagine è una meraviglia ormai lontana, di cui serbo un piacevole ricordo.


12 settembre 1937

Le fiamme per propagarsi hanno bisogno del vento, lo sanno bene i piromani: il vento di Hitler si chiama propaganda e il principale protagonista è Joseph Goebbels. È lui che ha ideato il “ricevitore del popolo”, una radiolina dal costo irrisorio, grazie alla quale l’eco delle idee xenofobe risuona imperterrito da anni, tanto da convincere i tedeschi di essere in ascolto della verità assoluta.
Nonostante le difficoltà, sono comunque riuscito ad accontentare il bisogno di leggere di molte persone, tra le quali c’è anche Leonard, un bambino di otto anni: quanta consolazione nel vedere il suo sguardo felice. La mia amicizia con un distributore mi consente di fare arrivare i libri dall’Inghilterra, dai Paesi Bassi e dall’America. Il rischio che corro è altissimo, ma la gratificazione è impagabile. Per non parlare di Amadeus, un mio carissimo amico abituato a leggere almeno due libri al mese. Al suo compleanno mi sono permesso di festeggiarlo con un pacco contenente quattro volumi, di cui due fatti arrivare dagli Stati Uniti. Quando mi ha abbracciato e baciato per ringraziarmi non ho capito più niente, ma ho dovuto contenermi per non fare capire ai presenti il mio trasporto. Le voci corrono e chi ha sensibilità diverse, rispetto a chi ci governa, viene deportato nei campi di concentramento. Però, è stato bello sentire il contatto con la sua pelle, ho ancora i brividi solo a pensarci.
Questa bellissima attività è diventata la mia missione, ma è sempre più complicato mantenere il segreto, ho rischiato più volte di venire scoperto.


8 novembre 1937

Più il tempo passa e più la situazione si aggrava, non so ancora per quanto tempo riuscirò a continuare. Spero, comunque, di riuscire a soddisfare l’esigenza di un professore polacco, che mi ha richiesto “L’interpretazione dei sogni” di Sigmud Freud, testo bandito dalla dottrina ariana nonostante sia stato scritto da un nostro connazionale. Mi sono impegnato di nuovo anche con Leonard, che abita con i suoi genitori nell’appartamento sopra il mio. Però devo stare attento, soffia un vento che spazza ogni dissenso e le irruzioni nelle case sono sempre più frequenti. Nell’aria aleggia il sospetto al posto delle foglie colorate di autunno e io mi sento stanco, molto stanco e ansioso. Tra l’altro, non vedo Amadeus da alcune settimane, non riesco più a comunicare con lui, temo gli sia accaduto qualcosa. Mi manca da morire…
Ho fatto bene a riportare i miei pensieri su questo blocco per gli appunti. Da quando non lavoro più in biblioteca scrivere è una delle attività che mi aiuta a non impazzire, bombardato senza sosta dalle paure. Ebbene sì, ho paura, non vedo più un futuro per me e per la Germania.


12 dicembre 1937

Sono barricato in casa, ogni rumore anomalo mi suscita angoscia. Mi è passata la voglia persino di scrivere e di leggere, ho perso ogni stimolo. Da un mese non ho più notizie nemmeno del mio amico che mi fornisce i libri. Spero di accontentare Leonard: almeno per Natale non posso deluderlo. Temo di essere vicino alla fine e forse è meglio così. In caso di arresto vorrei tanto avere la forza di togliermi la vita, ma ci vuole coraggio anche per morire e io non credo di averne.


25 dicembre 1937

È il primo Natale che trascorro da solo: mi sento depresso, che senso ha vivere in queste condizioni? Stamattina ho intravisto, per le scale, Leonard con la sua mamma. È un bambino sveglio, dalla mia espressione ha capito subito che non avevo il libro. Mi sono vergognato di me stesso. Ho freddo, fuori c’è una tormenta di neve che non accenna a diminuire. Credo di essermi ammalato, di avere la febbre. Dagli spifferi delle finestre entra l’aria gelida, incontra il mio debole corpo, lo colpisce senza pietà. Al contatto con le pareti ogni singola brezza genera un suono curioso, capace di alternare diverse tonalità: è una sinfonia creativa tutto sommato piacevole. L’isolamento mi ha portato a disprezzare ogni forma di vita, tranne la voce del vento e quella dei bambini, gli unici a non avere colpe di questa immane sciagura che ha colpito la Germania.
Mi manca Amadeus e sono sempre più preoccupato per lui. Gli ho scritto una lettera, spero la riceva senza problemi e che venga a trovarmi, ho bisogno di un suo abbraccio. Lui abita in centro, la sua famiglia è benestante, o almeno lo era. Inoltre, ho quasi terminato le provviste e mi sono rimaste poche patate. Se entro domani Anna non arriva con il cibo, sarò obbligato a uscire di casa. Mia sorella vive in un altro quartiere, nell’appartamento, sopra a quello di mia madre. È molto più giovane di me ed è sposata con un sergente che presta servizio nel centro trasmissioni dell’esercito. Questa condizione privilegiata le permette di muoversi per le strade senza problemi.


27 dicembre 1937

Sono passati due giorni. Anna non è arrivata con la spesa, Amadeus non ha risposto alla mia lettera e non ho più notizie del distributore di libri da molte settimane. Devo decidere come procedere, se lasciare il mio rifugio e andare a cercarlo, sempre che sia ancora vivo. Fa freddo, il maltempo non accenna a passare e non ho più legna per la stufa. Sarò costretto a uscire anche per fare degli acquisti, non ho alternative. Non so come ci riuscirò, mi sento debole e ho ancora la febbre alta.


29 dicembre 1937

Ho deciso, esco, lo faccio soprattutto per Leonard, non sopporto l’idea che sia privato del libro, l’unica forma di normalità di vita ancora possibile. Ha smesso di nevicare ma il vento è forte: ha soffiato tutta la notte e cullato i brutti pensieri. Lascio questo blocco sul tavolo, dovesse capitarmi qualcosa spero serva a mia sorella e ad Amadeus per capire dove sono andato. Sono disperato, ho le dita delle mani informicolate, non riesco più nemmeno a scrivere. Se Dio esiste spero mi aiuti, così posso donare un po’ di felicità a Leonard.
Nonostante la drammaticità della situazione ho una certezza: le parole non si possono fermare, sono come il vento, viaggiano ed entrano in ogni pertugio. E come il vento ha il potere di modellare la terra, così anche i libri trasformeranno il cuore degli esseri umani, fino a mettere la parola fine a questa immane tragedia.


10 gennaio 1938

Boris, tesoro, scusa se mi permetto di scrivere nel tuo spazio sacro. Sono Theodora, tua mamma.

Sembra che Dio non ti abbia aiutato, sempre che esista… In questo momento sono talmente arrabbiata con lui da pensare le peggiori cose sul suo conto.
Anna si è ammalata, per questo motivo non è venuta a portarti la spesa. Perché sei uscito? Perché non l’hai aspettata?
Ho ricevuto questo blocco da un certo Amadeus, un tuo caro amico, almeno così si è definito. Gli credo, mi è sembrato sincero. Ha pianto davanti a me, come se ti volesse davvero bene, un comportamento insolito per un uomo. Boris, mi hai tenuto nascosto qualcosa di importante? Nel caso, lo sai che per me non ci sono problemi, non sono come tuo padre.
Cosa ti sia successo davvero non lo abbiamo ancora capito. Da madre mi aggrappo alla speranza e non di certo a Dio, che ormai da tanti anni guarda altrove.
Caro Boris, amore mio, i libri sono sempre stati la tua vita. Il rogo del 1933 ti ha devastato psicologicamente, anche se non lo hai mai voluto ammettere.
Fatico a proseguire. Non mi sento bene, mi devo fermare.


11 gennaio 1938

Desidero, a tutti i costi, riportare una considerazione personale. La distruzione di tante opere letterarie rappresenta tuttora l’annientamento simbolico dell’essere umano, della sua cultura e delle sue idee, antipasto di qualcosa di folle. Un vento impetuoso e diabolico ha spazzato via il sapere, il confronto, la diversità, la democrazia e non si è ancora fermato.
Però, sono sicura di una cosa: lo stesso vento, che ha rotto le cime delle navi, prima o poi tornerà a fare volare i gabbiani.
Boris, ti prego, ritorna, ho bisogno di sapere che sei vivo.


12 gennaio 1938

«Anna mi ha detto che il tuo corpo è stato trovato fra i ruderi della biblioteca… la tua biblioteca…
Sul petto tenevi stretto un libro per ragazzi, bruciacchiato in molte parti della copertina.
Ho un groppo in gola, fatico a scrivere, non riesco ad accettare una simile notizia.
NON PUÒ ESSERE VERO!!!
Un figlio non dovrebbe mai morire prima della madre. MAI!
Una madre non dovrebbe mai piangere un figlio. MAI!
HAI CAPITO DIO?»


13 gennaio 1938

Ho trascorso la notte insonne. Ho un solo desiderio, quello di vedere e di toccare il tuo corpo almeno per l’ultima volta. Inoltre, spero di recuperare quel libro che immagino sia per Leonard, il bambino di cui parli nelle pagine precedenti.
Chissà se mio cognato riuscirà in questo miracolo, l’abbiamo implorato di aiutarci, io e Anna.
Non riesco a proseguire, ho persino bagnato il foglio con le lacrime. Da quando ho ricevuto la notizia non riesco più a trattenerle.
Però mi piace scrivere sul tuo blocco, è un modo per sentirti vicino e per esserti accanto. Spero di non impazzire. Anna è preoccupata.


22 febbraio 1938

Boris, figlio mio, da quando ho visto il tuo corpo, per settimane ho smesso di parlare, di mangiare e di scrivere. Non aveva più senso vivere. Poi tua sorella mi ha convinta ad accompagnarla a portare il libro a Leonard ed è successo qualcosa di sorprendente: ho avvertito un fuoco capace di scaldare la mia vita e ho smesso di piangere.
Voglio che la tua missione diventi la mia: donare i libri, soprattutto ai bambini. Ogni volta che accadrà tu, Boris, vivrai di nuovo, è l’unica consolazione che mi resta.
Tuttavia da sola sarebbe impossibile, ma Anna mi ha dato la sua disponibilità. Tua sorella ti assomiglia, anche se non siete mai andati d’accordo.
Se verremo arrestati sarà almeno per una buona causa.
Veglia su di noi, figlio mio. Veglia su di noi.
Different Staff
Different Staff
Admin
Admin

Messaggi : 797
Punti : 2324
Infamia o lode : 7
Data di iscrizione : 26.02.21

Torna in alto Andare in basso

Il vento delle parole Empty Re: Il vento delle parole

Messaggio Da M. Mark o'Knee Mer Ott 09, 2024 5:16 pm

Un racconto a due facce.
Molto ricca e sentita - in alcuni punti anche poetica - tutta la prima parte, nella quale il bibliotecario esprime orrore e disperazione per ciò che sta accadendo al suo Paese. Un po' come fosse l'unico vedente in un paese di ciechi, sembra essere l'unico (o almeno uno dei pochissimi) a rendersi conto che il vento che sta soffiando è un vento di rovina, di distruzione e che quel rogo di libri è in realtà una metafora di quella che sarà la sorte sua e di buona parte della Germania.
C'è anche molta delicatezza nella parte in cui Boris rivela la propria omosessualità, ben consapevole che anche quella, per il vento predominante, è un'anomalia da estirpare.
Poi, nella parte in cui subentra la madre, il racconto cambia registro.
E cambia registro in un modo troppo brusco per poter essere giustificato da un semplice cambio di punto di vista.
Le annotazioni della madre hanno un tono più freddo, distaccato: non esprimono pienamente il dolore per la perdita del figlio, nonostante provi quasi a gridarlo nella nota del 12 gennaio 1938. Mentre quella del giorno precedente ha un'aria quasi didascalica nel suo tiepido fervore politico. Il finale stesso appare troppo descrittivo, tanto che anche il nuovo "fuoco capace di scaldare la mia vita" sembra essere anch'esso piuttosto tiepidino.
Tanto per fare un esempio: "Tuttavia da sola sarebbe impossibile, ma Anna mi ha dato la sua disponibilità" non ha proprio la verve, lo spessore di una frase scritta da una madre in procinto di raccogliere la sacra missione del figlio scomparso.
In definitiva, un lavoro che presenta molte luci ma anche molte ombre.
M.

______________________________________________________
"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola
M. Mark o'Knee
M. Mark o'Knee
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Messaggi : 903
Punti : 1048
Infamia o lode : 9
Data di iscrizione : 27.01.22
Età : 68
Località : Prato

Torna in alto Andare in basso

Il vento delle parole Empty Re: Il vento delle parole

Messaggio Da Giammy Gio Ott 10, 2024 12:02 pm

Un racconto per lasciare una impressione positiva deve coinvolgere il lettore nel climax e in questo caso mi sembra che la tensione emotiva del protagonista sia comunicata in modo abbastanza efficace.
Il cambio di registro con la comparsa della madre mi pare una scelta logica, a me non ha disturbato. Invece, avrei concluso il racconto con la conferma della morte del figlio e le frasi rabbiose riguardo il silenzio di Dio. 
Nel complesso, al netto di qualche refuso, mi è piaciuto.
Giammy
Giammy
Younglings
Younglings

Messaggi : 137
Punti : 157
Infamia o lode : 4
Data di iscrizione : 01.02.24
Località : Varese

Torna in alto Andare in basso

Il vento delle parole Empty Re: Il vento delle parole

Messaggio Da Fante Scelto Lun Ott 14, 2024 12:14 pm

Un racconto che, forse nel tentativo di ispirarsi a uno stile novecentesco, cerca di far emergere le emozioni con similitudini un poco canoniche e toni catastrofici, riuscendo solo in parte nell'intento.
Un problema comune coi racconti ispirati al periodo è quello del filtro temporale: cioè, sia autore che lettore sanno, grazie al senno di poi, cosa sta succedendo in Germania, e l'impressione si trasmette anche ai personaggi, facendoli suonare a volte troppo profetici.
Questo, combinato con un livello emotivo non sempre all'altezza della gravità dei fatti narrati, non mi ha fatto calare appieno nell'atmosfera dell'epoca.

La scrittura è abbastanza buona, sebbene ci sia qualche espressione qua e là troppo ricercata o troppo forzata sulla tematica del vento.
Parlando di quest'ultimo, mi è piaciuto l'uso del vento in senso più spesso metaforico, anche abbinato al periodo drammatico di quegli anni. Forse la similitudine è un po' troppo insistita in alcuni passaggi, ma in fondo doveva essere il tema del racconto e quindi comprendo l'esigenza di ribadirla con frequenza.

Ti segnalo questa frase, dalla costruzione bizzarra e che credo abbia un qualche errore di forma.

E poi, che gioia parlare ai clienti i libri per aiutarli nella scelta!

In definitiva, un lavoro discreto che però non mi ha affascinato.
Fante Scelto
Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Messaggi : 833
Punti : 981
Infamia o lode : 0
Data di iscrizione : 08.01.21
Località : Torino

Torna in alto Andare in basso

Il vento delle parole Empty Re: Il vento delle parole

Messaggio Da Molli Redigano Mer Ott 16, 2024 1:40 pm

Anche in questo caso il racconto è stato costruito utilizzando il diario. La scrittura è fluida e la lettura è stata scorrevole. Apprezzo anche in questo caso il backround storico a cornice della storia di Boris, che si insinua nella tragedia vissuta dal personaggio.

A proposito della suddetta tragedia. La narrazione a pezzi, ovvero le pagine di diario, mi hanno via via incuriosito e coinvolto nonostante il fisiologico "stacco" tra le parti. Tuttavia ci sono rimasto male perché una domanda mi tormenta: ma come è morto Boris? Ha veramente trovato il coraggio di farla finita come aveva profetizzato oppure è stato vittima della repressione del dissenso che il regime metteva in atto senza scrupoli? Questo è il vero motivo per cui non riesco a apprezzare in toto questo lavoro. Come se mancasse qualcosa, un tassello determinante che l'Autore, attraverso le parole del protagonista e poi della madre, ha fatto soltanto intravedere al lettore senza chiudere il cerchio da questo punto di vista. Dico questo perché il cerchio in realtà s'è chiuso grazie alla volontà della madre e della sorella di Boris di portare avanti la nobile missione della distribuzione dei libri.

Arvedse!
Molli Redigano
Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Messaggi : 1126
Punti : 1225
Infamia o lode : 2
Data di iscrizione : 07.01.21
Età : 44
Località : Torino

Torna in alto Andare in basso

Il vento delle parole Empty Re: Il vento delle parole

Messaggio Da ImaGiraffe Oggi alle 8:14 am

Mi è piaciuta la scelta di trattare il tema del vento in modo metaforico, anche se la trovo poco adatta al concorso. Ma, per questa volta, non mi ci soffermo troppo.
Riguardo la trama, pur non amando particolarmente i diari di guerra, l’ho trovata interessante: coerente e lineare, nel modo che mi piace. Tuttavia, questo diario mi è sembrato poco "diario", non saprei... quasi più una serie di appunti, e all'inizio quasi un pamphlet. Ti suggerirei di togliere le date, che alla fine non aggiungono molto, e di scrivere con un flusso di coscienza, come se buttasse fuori tutto quello che pensa, magari prima di uscire. 
Anche per la parte della madre, avrei evitato la forma del diario, perché stona un po’ con quello che scrive.
Detto questo, il testo rimane comunque interessante.
ImaGiraffe
ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Messaggi : 874
Punti : 950
Infamia o lode : 2
Data di iscrizione : 04.02.21
Età : 38

Torna in alto Andare in basso

Il vento delle parole Empty Re: Il vento delle parole

Messaggio Da Contenuto sponsorizzato


Contenuto sponsorizzato


Torna in alto Andare in basso

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.