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1Il cacciatore delle anime nere - Byron RN Empty Il cacciatore delle anime nere - Byron RN Lun Nov 04, 2024 10:06 am

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Admin
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Quanto spazio può occupare una persona?
Così su due piedi verrebbe da dire che dipende da quanto è alta e da quanto pesa, ma in fin dei conti cosa cambia se uno è alto un metro e cinquanta e pesa sessanta chili o se passa i due metri e si avvicina ai due quintali?
Si tratta di misure fisiche che possono essere circoscritte.
Ma l’anima? Come si fa a misurare un’anima?
È come l’universo, immensa, sconfinata, sebbene possa essere imprigionata per un periodo limitato dentro una scatola di carne. Eppure come il corpo è corruttibile e influenzabile.
Gelosia, invidia, crudeltà, ignoranza, insoddisfazione, noia, si cibano delle anime delle persone deboli, contribuendo a riempire le pagine della cronaca: tradimenti finiti male, ricatti psicologici, bambini abusati e seviziati, delitti a sfondo raziale e sessuale, atti di bullismo, animali torturati, emarginati massacrati o bruciati vivi. E poi tutta una serie d’inganni, perversioni, omicidi, incidenti provocati appositamente per il gusto di provocare disperazione e dolore.
A lui andava bene così, più anime nere c’erano in circolazione e più aveva la possibilità di divertirsi.
Non ricordava nulla della sua esistenza, fatta eccezione che per le ultime ore di vita. C’era un ciccione coi baffi con in mano una telecamera e due tizi incappucciati che si divertivano a tagliuzzargli il corpo.
Quando gli avevano cavato gli occhi aveva urlato sino a farsi sanguinare la gola, capendo che non c’era nessuna speranza di uscire vivo da quella situazione, ma il terrore vero era stato quando gli avevano inserito un aggeggio in bocca e avevano iniziato a cavargli i denti, uno dietro l’altro. Mentre stava per perdere conoscenza aveva giurato sulla propria anima che in un modo o nell’altro si sarebbe vendicato.

L’uomo osserva le due donne sdraiate, mani e piedi legati alla struttura in ottone del letto. La bionda è morta la scorsa notte, ma lui non ha ancora deciso
di liberarsi del cadavere. L’incarnato è già virato dal rosa a una tonalità improbabile e sciami di mosche aleggiano con insistenza sul corpo.
L’altra ragazza ha gli occhi verdi spalancati e sbraita parole senza senso. Probabilmente ha perduto il senno e presto dovrà uccidere anche lei.
«Stammi lontano. Aiuto, aiutatemi. Allontanati da me!»
«Urla pure quanto vuoi, nessuno ti può sentire. Il paese è disabitato.»
La donna grida, scuote la testa, i lunghi capelli rossi che vorticano nell’aria in una coreografia aggraziata e allo stesso tempo macabra.
«Vai via, stammi lontano» ringhia di nuovo la rossa, provando a resistere.
Quella femmina è così selvaggia che riesce ancora a eccitarlo dopo più di una settimana. Si spoglia e salta sul letto, l’erezione che gli pesa tra le gambe. Lei prova a scalciare, nonostante le corde; il letto pare una barchetta in mezzo al Mare del Nord in tempesta.
«Dai, adesso basta coi capricci, divertiamoci un po'.»
Le entra dentro e comincia a spingere, aumentando il ritmo poco alla volta.
La ragazza strilla, si dimena, inizia a piangere in preda a una crisi isterica. L’odore dell’uomo la disgusta, così come la puzza di decomposizione che emana la sua compagna di sventura. E poi c’è il ronzare delle mosche adesso, assieme all’orrido tatuaggio sul bicipite dell’uomo che la tormenta a ogni penetrazione. Si tratta di una sirena, il volto mostruoso e i seni deformi. Odia quell’uomo con tutte le sue forze e odia quel tatuaggio. Chiude gli occhi e addenta la carne inchiostrata, mordendo con tutte le sue forze. Riesce a strappare un brandello di carne e ride quando sente il proprio aguzzino lamentarsi per il dolore. Prova a morderlo di nuovo, poi gli sputa addosso, consapevole che quella sarà la sua ultima, inutile rivincita.
Le mani dell’uomo si chiudono sulla sua gola, troncandole il respiro. Per fortuna quell’incubo sta per finire, presto andrà a fare compagnia ad Amanda, la ragazza morta che giace al suo fianco. Prestò le mosche danzeranno anche per lei.

Jesper, così si chiama l’uomo, rientra in casa. Si è appena sbarazzato dei due corpi e adesso ha fame. Mangerà qualcosa, poi tornerà in città per confondersi
assieme ad altre solitudini. Apre uno stipetto e afferra una scatoletta di aringhe.
C’è anche un mezzo filone di pane vecchio di quattro giorni e una bottiglia di acqua minerale. La birra è finita, l’ha già scolata tutta da un pezzo.
Apre la scatoletta e lo vede, seduto sul pavimento in fondo alla stanza.
«E tu chi diavolo sei?»
Il ragazzino si alza: è nudo, fatta eccezione per un paio di mutande sbrindellate che riescono a malapena a coprirgli le parti intime. Il suo corpo è una sorta di puzzle, un intrico di cicatrici che ricoprono interamente il torso.
Sembra vibrare, le membra attraversate da spasmi irregolari.
Jesper lo osserva con attenzione e un pensiero osceno gli attraversa la mente.
«Hai fatto male a entrare qui dentro» dice, mostrando un sorriso malevolo.
Il ragazzino non risponde, ma sorride a sua volta. I suoi denti scintillano alla luce del mattino, però non sono normali, sono posticci.
Sono denti d’acciaio.
E pure gli occhi sono finti, Jesper se ne accorge solo ora, quando il giovane è a non più di tre metri di distanza. Le palpebre pendono basse sulle orbite e sopra sono disegnate delle iridi gialle con due pupille strette e verticali, come quelle dei serpenti.
«Se pensi di farmi paura hai sbagliato persona, stronzetto» ringhia Jesper, la voce increspata da una sottile inquietudine.
Chi è quello strano tipo? E cosa ci fa lì? Quelle domande gli attraversano il cervello da una parte all’altra. Il paese è abbandonato da anni e nessuno lo frequenta più, a parte lui.
Jesper allunga la mano, prova a toccare quel viso, ma i denti d’acciaio si chiudono come una tagliola su due falangi, troncandogliele via.
L’uomo strabuzza gli occhi per il dolore e la sorpresa, poi afferra uno straccio per tamponare l’emorragia.
«Per te finisce male, adesso» sibila Jesper, afferrando un coltello da sopra il tavolo. L’uomo inizia a menare fendenti, ma la lama non trova ostacoli, sembra passare attraverso quel corpo, come se fosse impalpabile, costituito soltanto da semplice aria.
«Cazzo, ma come è possibile? Cosa sei tu?»
Il ragazzino sorride, facendo stridere le zanne metalliche. Raccoglie i moncherini da terra e li fa scorrere sopra le cicatrici frastagliate che ricamano la parte superiore del corpo, poi li inghiotte.
Jesper ora ha davvero paura, prova a indietreggiare, tenta di scappare, ma quel piccolo demonio in un attimo gli è addosso. Azzanna il bicipite, quello dove è presente il tatuaggio della sirena, e tritura la carne. I denti segano muscoli, tendini e ossa, rosicchiano tutto ciò che incontrano, fino a quando l’arto cade a terra. Jesper stramazza al suolo, andando a fare compagnia al braccio che non ha più, il sangue che sgorga dalla ferita come vino a una festa di paese.
Non pensava che sarebbe finita così, col bambino che ora gli squarcia il ventre e mastica i suoi intestini. È già morto quando quella creatura si alza, abbassa gli slip e gli piscia sopra un liquido rossastro. Il cadavere di Jesper prende fuoco, così come il tavolo e i mobiletti della cucina.
Quando il ragazzino dai denti di acciaio esce, il rogo ha già quasi divorato la casa.

Non ricordava nulla della sua vita da mortale, fatta eccezione che per le ultime ore di vita. C’era un ciccione baffuto con una telecamera e due tizi incappucciati che gli avevano tagliuzzato il corpo. Non poteva trovare pace, era impossibile. Aveva fatto la sua scelta e ora non poteva più tornare indietro.
Quei tre si erano divertiti con lui e ora lui si sarebbe sollazzato per l’eternità con la feccia che infestava il mondo.
Gli avevano cavato gli occhi, i denti e chissà cos’altro, ma lui sarebbe andato avanti senza sosta. Al mondo c’erano troppe persone che vivevano per il solo gusto di provocare dolore e disperazione negli altri.
L’anima, quanto grande è l’anima? E come si fa a misurarla?
Era quella la cosa strana. L’anima non aveva confini, era come l’universo, ma per un periodo limitato la si poteva trovare chiusa dentro una scatola di carne.


Petunia

Petunia
Moderatore
Moderatore

Ma che ganzo  @Byron.RN! Mi piace la struttura circolare, mi è piaciuto scoprire quale fosse l’anima del ciccione. L’immagine mi ha ricordato “Gollum” (anche lui parecchio cattivo e vendicativo). Scene cruente descritte in modo asciutto e convincente. Se proprio devo dirti qualcosa che possa esserti utile, ho trovato le incursioni del narratore onnisciente un po’ inutili. 
Per esempio questo passaggio, ma ci sono altri punti in cui le descrizioni che avevi fatto già mostravano bene i sentimenti senza doverli “raccontare”. Bella storia e bella scrittura.
Jesper ora ha davvero paura, prova ecc.

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Piaciuto molto l'inizio e la fine del racconto.
Quello che sta in mezzo è talmente raccapricciante e ovviamente poco credibile che non mi ha preso.
Non fraintendere, sei molto bravo e non smetti mai di sorprendermi. Avrai un voto alto.

Asbottino

Asbottino
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Giocato bene il ribaltamento. Pensi che quello del corsivo sia l'uomo con il tatuaggio, ma poi appare il bambino e capisci. A proposito di corsivo: io lo asciugherei, quello iniziale è troppo lungo e il concetto che vuoi passare passa comunque forte e chiaro anche con meno parole. La scena dello stupro è molto ben fatta anche se non è chiaro da quale punto di vista la osservi. Sembra spostarsi da lui alla rossa e non si capisce se è voluto.
Comunque è tosto, con delle immagini forti che ti si piantano bene in testa. Piaciuto parecchio.


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Il cacciatore delle anime nere - Byron RN Senza_10

A Akimizu garba questo messaggio

vivonic

vivonic
Admin
Admin

C'è un problema non indifferente in questo racconto, che è l'incipit, che ha la capacità di confondere completamente il lettore e fargli leggere un altro racconto rispetto a quello che hai scritto tu.


Il soggetto di questa frase è il ciccione; il complemento di termine del verbo transitivo "tagliuzzare" è "gli". Mi sono chiesto per tutto il racconto come cazzo facesse questo ciccione a tenere in mano la telecamera mentre i due tizi lo seviziavano.
Una incurante svista del genere ha prodotto la tremenda conseguenza di cambiare tutto il racconto, e quindi sono arrivato alla fine senza averci capito niente.
Solo rileggendolo ho capito che cosa stessi raccontando. Che è anche bello, perché ha anche i giusti ingredienti horror.
Peccato, quindi, non averlo potuto gustare appieno.
Chiaramente mi soffermo su questo aspetto perché è l'unico sul quale mi senta di dirti qualcosa; per il resto, trovo che il tuo sia un racconto fortissimo, soprattutto all'interno di questo contest di genere. 
Convincente.


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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.

Giammy

Giammy
Padawan
Padawan

Il tema è centrato, la scrittura è ottima, solo i dialoghi non mi sono piaciuti, mi sembrano stereotipati.
Non ho capito come faccia l’anima, sotto forma di ragazzino, ad avere i denti d’acciaio. L’autore mi aiuterà sicuramente.
Nel complesso è un buon racconto, il livello è davvero alto.

paluca66

paluca66
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Questo per me è il più horror di tutti i racconti, quello che ha centrato meglio il paletto richiesto.
La storia mi è piaciuta molto per il messaggio che tarsmette, magari banale, ma che non bisogna mai dare per scontato.
Il titolo è un classico del fumetto, mi verrebbe da dire e da Byron non m i sarei aspettato molto di meno o di diverso.
Molto buona la scrittura, in grado di coinvolgere il lettore e di farlo essere spettatore presente sulla scena visivamente molto chiara; e poi, non vorrei sbagliarmi, ma mim sembra che il racconto sia del tutto privo di refusi.


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Il cacciatore delle anime nere - Byron RN Badge-3

Albemasia

Albemasia
Padawan
Padawan

Un racconto che ho faticato a leggere tutto d'un fiato per le immagini potenti che la tua scrittura asciutta ha saputo creare. Come quando, da bambina, tenevo le mani davanti agli occhi durante le sequenze in cui il film passava immagini paurose.
Il che significa che hai centrato perfettamente l'obiettivo!
L'unica osservazione che mi sento di farti è l'intro, troppo lunga, a mio parere, e un po' troppo "filosofica" per il genere che poi hai maneggiato così magistralmente.

Susanna

Susanna
Maestro Jedi
Maestro Jedi

L’anima nera di Byron si è palesata, e alla grande. Mi è piaciuta in particolare la prima parte, quando parli dell’anima e della sua “consistenza”: una sorta di preludio “filosofico” (se mi passi il termine) a un qualcosa di terribile che il lettore si aspetta e di cui arriva un’immagine che poi si ripete nel finale. Il male genera nuovo male, la vendetta non sazierà mai, non sarà mai abbastanza.
Il resto è davvero da horror, che fa inorridire, sia pure in un clima letterario: anche se, purtroppo, casi simili la cronaca più nera ne ha portati tanti alla ribalta. Buona prova.


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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"

Fante Scelto

Fante Scelto
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Per qualche motivo, non sono stato ingannato dalla struttura dell'incipit. Effettivamente, rileggendolo alla luce dei commenti precedenti, si può davvero creare l'equivoco. Penso però che l'uso della parola "ciccione", dispregiativa, lasciasse intendere che il punto di vista era necessariamente su qualcuno che stava subendo un torto, appunto la voce narrante.
Ma sto divagando, in realtà mi ha fatto sorridere il non essermi accorto del possibile equivoco.

Che dire, questo è un ottimo horror, per l'atmosfera, per le immagini crude, per il senso di "senza speranza" che avvolge tutti i personaggi che compaiono, anche quelli che non compaiono affatto, intesi come la società che volge sempre più verso il degrado.
A dirla tutta, però, il vendicatore demoniaco è a suo modo un personaggio positivo: si ciberà per sempre di anime nere e questo dà speranza, virtuale, all'umanità non corrotta. Questo stona un po' ed è poco horror, e più epic, o qualcosa del genere. L'horror, di tradizione, è senza speranza.

Gli unici due appunti puntigliosi che faccio sono i seguenti:
- non è chiaro se la prima vittima, cioè il ragazzino non-morto, abbia assunto le sembianze di un adolescente dopo la trasfigurazione demoniaca, o lo fosse già al momento della sua morte violenta. Se fosse buona la seconda, le elucubrazioni filosofiche che fa, pur molto belle da leggere, suonano stonate per la sua età;
- c'è un salto troppo netto di emozioni e comportamenti della ragazza dai capelli rossi, che nello spazio di nulla passa dal "dire cose senza senso" al supplicare al reagire contro l'aguzzino e addirittura ridergli in faccia. Di solito sono fasi psicologiche con tempi molto dilatati.

Ma, dicevo, sono puntigli.

Ottimo lavoro.
Forse già lo dissi in passato, ma credo che il tuo livello di scrittura sia molto cresciuto negli ultimi tempi.

ImaGiraffe

ImaGiraffe
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Un super horror. Un horror al quadrato. Tutto è così horror da risultare troppo horror. Questo, insieme alla parte iniziale troppo filosofica, sono gli unici difetti. Per il resto, il testo mi è piaciuto, soprattutto nelle scene d'azione, dove tutto è chiaro e vivido, come la scena dello stupro e dell'aggressione finale: davvero da brividi. Bravo

tommybe

tommybe
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Quando ho letto frettolosamente il titolo ho subito pensato...Ecco Achille che sfodera le sue armi da battaglia, tipo ...Il Cacciatore di Androidi, e ho sorriso quando ho letto che il racconto era il tuo.
Sono ripassato qui vicino e mi andava di dirtelo.
Ciao.

Claudio Bezzi

Claudio Bezzi
Padawan
Padawan

Giudizio folgorato (correttezza formale, trama, qualità narrativa e tutto il cucuzzaro): Qualche errore ma poca roba. Incipit ed explicit eccessivamente didascalici. Un racconto a mio avviso splatter più che horror (è un sottogenere, ha i suoi estimatori), e in quello splatteraggio si camuffano alcune debolezze narrative (prima di tutto una certa stereotipia del protagonista).


______________________________________________________
L'uomo fa il male come l'ape il miele (William Golding).
https://alamagoozlum.blog

Akimizu

Akimizu
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

Cavoli, il personaggio he hai creato è praticamente perfetto. Proprio da un punto di caracter design, una bomba. E questo incorporeo ma estremamente materiale, almeno i denti lo sono eheh, è un tocco di classe. Certo, ti chiedi come sia possibile che le coltellate lo attraversino e poi lo finisce a morsi, ma l'irrazionale è dovuto in un testo come questo. Tutto è molto potente, le scene, la trama, la scrittura. Solo un appunto sul passaggio di pdv nella scena dello stupro che risulta ballerino e nel finale della scena dell'uccisione di Jesper, dove lui è già morto ma la scena continua, il pdv sino a quel momento era stato profondo, quindi risulta una stortura. Potevi lasciarlo agonizzante, con le budella esposte che sente il piscio caldo addosso e si accorge del fuoco, sarebbe stato più corretto e forse anche più tremendo. Comunque davvero una bomba.

The Raven

The Raven
Admin
Admin

Ciao Byron!
Qui, assieme a Caipi, sei tu l'altro maestro del brivido, lo sappiamo!
Infatti ti muovi benissimo nel genere, sai giostrarlo perfettamente.
E appunto la storia che ne è uscita è davvero ben costruita e scritta molto bene!
Sarà difficile scegliere il podio...


______________________________________________________
IN GRAN SILENZIO OGNI PARTIGIANO GUARDAVA QUEL BASTONE SU IN COLLINA.


REACH OUT AND TOUCH FAITH!                                                                                               Sembrano di sognante demoni gli occhi, e i rai
                                                                                         del lume ognor disegnano l’ombra sul pavimento,
né l’alma da quell’ombra lunga sul pavimento
sarà libera mai!
Quel vizio che ti ucciderà
non sarà fumare o bere,
ma è qualcosa che ti porti dentro,
cioè vivere.

Menico

Menico
Padawan
Padawan

Un horror veramente cruento e raccapricciante.                                                                              Una sorta di creatura soprannaturale, scaturita da una inaudita violenza subita, si erge a vendicatore dimostrando una cattiveria pari o superiore a quella dei suoi aguzzini.


______________________________________________________
Come l'acqua che scorre, sono un viandante in cerca del mare. Z. M.

Molli Redigano

Molli Redigano
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Dove sta l'horror, nella scena dello stupro ai danni delle due ragazze o nella misura dell'anima e nella sua vendetta? Io propendo per la seconda, poiché in fin dei conti è quello il contorno alla scena principale del racconto che diventa horror per induzione di incipit e conclusione. Veramente un bel racconto, forse l'horror più esplicito tra i racconti di questo contest folgorante.

Gimbo

Gimbo
Padawan
Padawan

Un racconto horror o thriller con elementi macabri e una rappresentazione del male assoluto e della vendetta ultraterrena. Jesper, l’assassino senza scrupoli, incarna una violenza disturbante, mentre il ragazzo con i denti d’acciaio come vendicatore sovrannaturale introduce un elemento di giustizia inquietante.
L’atmosfera opprimente, con dettagli viscerali, sottolinea la crudeltà e il degrado umano. L'immagine del bambino mutilato che si reincarna per vendicarsi è potente e perturbante, esplorando temi di tortura e trauma. L'elemento sovrannaturale arricchisce la trama con una tensione macabra, portando a un climax di terrore. Il linguaggio diretto e brutale rafforza l’impatto emotivo, facendo percepire disgusto e senso di rivalsa. Nonostante un’introduzione quasi filosofica sul concetto di anima, il racconto soddisfa pienamente i criteri del genere horror, intrecciando paura e giustizia spietata.

Achillu

Achillu
Maestro Jedi
Maestro Jedi

Ciao, Byron.

Praticamente hai messo insieme due storie. In un romanzo una delle due storie potrebbe prendere il sopravvento, direi quella del ragazzino con i denti d'acciaio, mentre in un racconto breve risultano "alla pari", se mi permetti di dire così. Diciamo che il punto debole è proprio questo, non si capisce qual è la storia principale.
Ma alla fine chi se ne frega? Si tratta di due storie da brividi horror. Anche i personaggi sono memorabili. Il personaggio di Jasper mi piace per come è costruito e boh, quasi lo preferisco (scrittoriamente parlando) al ragazzino con i denti di acciaio.

Grazie e alla prossima.


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Il cacciatore delle anime nere - Byron RN Badge-2
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caipiroska

caipiroska
Cavaliere Jedi
Cavaliere Jedi

In questo racconto ci si cala in un horror pieno, a tutto tondo, dove chi legge viene inglobato in una spirale di scene disturbanti che lo avvolgono sempre più tra le spire di una perturbante inquietudine.
La scrittura matura e convincente è la giusta cornice che impreziosisce la storia.
Il testo tocca i tasti giusti per destabilizzare, inorridire e far riflettere chi legge proponendo anche una lettura diversa del tema rivincita e vendetta.
Forse la parte iniziale si dilunga un pò troppo in pensieri filosofici, che comunque faranno il giro del racconto trovando la loro ragione d'essere e la loro casella dove inserirsi, ma su questo vorrei aprire una piccola parentesi della quale magari possiamo chiacchierare tutti insieme a giochi conclusi.
La mia domanda è: il male ha necessità di essere spiegato e in qualche modo giustificato?
Il male, per definizione, è banale: i gesti efferati e inconsulti, quelli senza una spiegazione logica e plausibile, sono quelli che nell'immaginario collettivo creano terrore e inquietudine proprio perchè immotivati. Dar loro una connotazione diversa, quasi una forma di giustizia antica (occhio per occhio...) non li snatura un pò? Non li carica di un significato diverso?
Il male che non si spiega è la vera natura dell'orrore.

A Akimizu e tommybe garba questo messaggio

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