- Stralci d’erba:
- Leggendo questi versi mi sono venute in mente tante immagini. Ho pensato alla guerra e quei monti che hanno visto scorrere tanto sangue, ho pensato al Vajont, a Rigopiano. Montagne che hanno storie da raccontare, vite da elevare al cielo e fiumi di lacrime versate.
Sono pochi versi potenti ed evocativi. Bella e intensa poesia, Gian.
Centomila passi di pietra e di legno
milioni di sospiri, di risate,
di bisbiglii sommessi
ché il signore non deve sentire.
Porte ancora pronte ad accogliere
sale aperte allo stupore
stanze colorate di tempo passato.
Mura impastate di ricordi
e di profumi d’arrosto
in uno svolazzar di piume
in uno sfrigolare di grasso che cola.
Visi sudati di camino e mani ruvide di lavoro
finestre che si aprono
sulla città dai tetti antichi.
E nelle orecchie risuona ancora lento
il cigolio della corda del pozzo
e mi pare di sentire l’eco
delle gocce che traboccano nel vuoto
a colmare i silenzi di piccoli
tonfi sordi di acqua fresca.