Prima di tutto complimenti a tutti i vincitori per i bellissimi racconti, che hanno meritato il plauso ricevuto.
Ma il grazie e i complimenti vanno a tutti quelli che hanno accettato la sfida: ogni step sarà tosto e non saranno tanto i personaggi, i luoghi e le date, ma il genere a mettere più a dura prova, per i gusti personali propri di ciascuno.
E penso sia questo uno dei punti di forza di rooms: una sfida a noi stessi per tentare qualcosa fuori dal nostro orticello così tranquillo.
Questo step è stato tosto, soprattutto con i generi in cui calare i paletti. Come sempre, bastava poco finire fuori strada (è un eufemismo). Il bagno, proprio perché talvolta rifugio, con il genere epistolare ci va a nozze, non è così improbabile, solo diverso: oggi ci si va col portatile, col tablet o col cellulare, tutto è più immediato. Nel ’68 con carta e penna e tempo per attendere le risposte.
Il western... è il western: non è nelle corde di tutti e le forzature si sono lette (questo capita per ogni genere comunque).
Mio commento sui commenti in generale
ho avuto netta l’impressione di una maggior severità nei giudizi, più attenzione ai dettagli, alla grammatica, al verificare le notizie inserite nei racconti che non negli altri due step. Forse stiamo imparando - soprattutto chi come me non aveva esperienze pregresse - forse con l’evoluzione del concorso abbiamo aspettative sempre più alte, pensando che tutti facciano tesoro delle “critiche” precedenti. Ci può stare tutto: quello che diciamo spesso è che le critiche servono per crescere e migliorarsi. Può essere che leggiamo in modo differente? Io l’ho percepito dal tenore di alcuni commenti, dalle chiavi di lettura che ne sono scaturite, dalle discussioni che si stavano preparando.
Magari non era quello che l’autore voleva passasse, ma tutte le chiavi sono state stimolanti.
Quello che mi spiace è stato - e sarà - di dover talvolta esprimere un parere non positivo su un lavoro, perché la passione che ci accomuna è bellissima e leggere commenti difficili da accettare può davvero fare male ad un autore, ma qui in DT abbiamo il sostegno per non arrenderci e, soprattutto, per non lasciare indietro nessuno di quelli che osano.