Commentare i racconti di Giancarlo è davvero complicato.
Fin dal primo suo pezzo che ho letto - e ne sono uscita invero frastor-nata - me li immagino portati un sul palco e scenico da Alessandro Bergonzoni (lo so caro che te l'ho già detto, ma se fai questo effetto...), coi suoi capelli ribelli, quello sguardo di traverso che pare minacciarti se appena provi a pensare: Non ci sto capendo niente.
Per leggere i tuoi pezzi ti devi mettere como'-do, prenderti il tempo per almeno due letture, snidare la trama o lo spunto in mezzo a un sacco di parole, similparole, pseudoparole, scordarti come si sillaba, e... divertirti.
Questo racconto è abbastanza semplice, ma in altri, caro ragazzo, ci trovo un sacco di risate ma poi non mi ricordo perchè ho riso tanto. Mica è un difetto, sappilo. Bisogna essere bravi per tramortire il lettore e indurlo al contempo a continuare a leggerti.