Estasi di Natale

Ciao Penna. Racconto tutto sommato divertente. Il finale, con quella concatenazione di eventi lievemente surreali, ricorda un po' il teatro dell'assurdo e a mio parere funzionerebbe proprio rappresentato da attori. I dialoghi sono abbastanza verosimili. Non ho ancora letto le recensioni delle altre penne, può essere che mi ripeta, ma ti segnalo poche cose che ho annotato. "Altrimenti i miei amici ci giocano Shanghai con le tue ditini". Non mi piace "ditine" (e non "ditini"), preferirei "dita". Usi spesso l'articolo davanti ai nomi di persone (la Susy) che mi è stato insegnato essere un errore. Non lo è, a mio parere, quando lo metti davanti ai soprannomi, per esempio è giusto con "lo smilzo) che però scriverei in maiuscolo. Vabbè, quisquilie. Ma non riesco ad andare più in là di" carino e divertente". A rileggerci.

Fammi aggiungere che ho trovato divertente, visto la tipizzazione di Susy e convinto che ci hai giocato apposta con le parole, "Ho fatto un po' di marketing all'università". Dimmi, pr favore, che hai giocato con marketing e "marchette". Dai, dimmelo, che l'ho trovato gustosissimo.

Ciao Autore,
ho iniziato a leggere il racconto e subito mi hai incuriosita con la tua scrittura scorrevole, con l'ambientazione torbida e underground e con la promessa di una storia tosta tra le righe.
In realtà il racconto si adagia in una posizione più comoda, dove i cattivi non sono così cattivi ma sono solo dei disperati, i furbi si dimostrano poco intelligenti e il fato ci mette lo zampino e conduce la storia verso la sua conclusione.
Non credo che tu sia riuscito a confezionare bene l'idea (tra l'altro interessante) che hai avuto, perchè a fine lettura mi è rimasta la strana sensazione che il testo sia rimasto in bilico tra tante cose, senza trovare mai il coraggio d'inoltrarsi in questa o quella atmosfera.
Così rimane una lettura leggera che non riesce a lasciare un'impronta nitida dietro di sè: non c'è cattiveria, non c'è riscatto, non ci sono cambiamenti né evoluzioni, ma solo un pizzico d'ingenuità e tanta sfortuna. Elementi che tra l'altro potrebbero diventare protagonisti di un racconto, ma a quel punto consiglio d'ingigantirli e renderli grotteschi, esagerati, indelebili.

Confermo, la Susy è proprio una troietta. Anzi, senza usare il diminutivo...

Racconto veramente ben scritto, un'interessante versione natalizia circa un certo tipo di "affari". Nella sua illegalità, sono sincero, m'è dispiaciuto che hanno pizzicato il Quattrocchi. Ed è forse per questo che ho odiato la Susy, che si è rivelata l'approfittatrice che in realtà è sempre stata (vedi il riferimento ad Alex sia nell'appartamento di Andrea che nel finale).

Questo racconto è originale per il punto di vista circa la festività. Devo dire che mi ha sorpreso per linearità della trama, intendo dire che non è eccessivamente farcito di descrizioni e i personaggi sono delineati senza troppa dovizia di particolari. Poteva andare bene anche per DR: in effetti il monolocale è pur sempre una stanza, o no?

Grazie.

Ciao, Autore. Mi è piaciuto molto il tuo racconto: trama semplice ma importante, per tematica e risoluzione. Un racconto che infastidisce e che per questo fa riflettere: mi ha ricordato "La volta buona" del mio amato Max, "un sacchetto che [...] mai nessuno avrebbe attribuito a lui lasciando quel giubbotto per i cazzi suoi".
Un'ambientazione natalizia del tutto originale, e imprescindibile per il tuo racconto, quindi anche in questa voce voto altissimo.
Scrittura fluida e pulita, senza imprecisioni. Giusto qualche segno di punteggiatura non piazzato in maniera ottimale, ma anche qui voto altissimo.
Insomma, credo tu abbia capito che il tuo racconto mi è piaciuto molto.
Forse mi sarebbe piaciuto ancora di più se avessi spinto ancora sull'infastidire il lettore, perché sei sicuramente in grado di farlo.
Complimenti! Anzi, ancora di più per il titolo: azzeccatissimo!
Non da antologia. Non da decina. Non da podio. Di più

Riletto.
Bello, astuto e moderno per gli ingredienti che usa, il tuo racconto. Con qualche puntino in meno sarebbe il favorito per la vittoria.
Complimenti.

Ecco, forse quello che gli manca è un po' di magia, qualcosa che lo sollevi un po' da terra, sollevi i suoi personaggi dallo squallore. Perché anche se il tono del racconto non è propriamente realista (si parla di droga, ma sugli effetti  e le conseguenze di chi consuma si sorvola), i personaggi sono decisamente con i piedi per terra, non certo i tipici personaggi da racconto di Natale.
E allora forse renderli un po' magici avrebbe dato un guizzo in più al racconto. Così restano anche un po' sulla pagina, come personaggi di una striscia di un fumetto. Alla fine non tieni per nessuno: nessuno è abbastanza cattivo, nessuno è buono. Quattrocchi si chiede cosa ci faccia la Susy con uno sfigato come lui e se lo chiede anche il lettore. Ma non dovrebbe invece capirlo prima ancora del protagonista?
Questi i difetti che percepisco. Più difetti di identità che di realizzazione. Perché la realizzazione è ottima. Il racconto ha la lunghezza giusta (non è una cosa da sottovalutare), il ritmo giusto, la capacità di coinvolgere il lettore dall'inizio alla fine. La qualità ci sono tutte (anche il titolo è azzeccato), quindi penso finirà nella decina di molti (probabilmente anche nella mia, ma non tanto in alto).

Grazie a tutti.

@Byron, @Molli Redigano, @Vivonic un grazie speciale per i volti molto alti che hanno dato al racconto e che mi spronano a darci dentro per il prossimo step.

@Danilo Nucci, @Paluca 66: grazie, forse siete quelli che avete colto meglio lo spirito che volevo dare al racconto.

@SuperGric: i prezzi penso siano giusti, su internet trovi anche quelli .

@Susanna, @Petunia: non volevo un racconto CATTIVO. Il personaggio voleva essere uno sfigato, uno che si barcamena per sbarcare il lunario e si trova a che fare con un affare più grosso di sé. Un cattivo non si veste da Babbo Natale per distribuire estasi insieme a lecca lecca! Forse avrei dovuto seguire l’indicazione di @Fante Scelto e puntare tutto sull’ironia, che è più nelle mie corde. Dopotutto un racconto veramente cattivo l’avevo fatto… e l’avevo sbagliato.

@digitoergosum: marketing-marchette! Bella, bellissima, mi piacerebbe poterti dire che era voluta ma…