Credo sia doveroso, innanzitutto, chiarire il grande equivoco che mi ha accompagnato per tutto questo lungo “Natale bifronte” mentre leggevo i vostri commenti al mio racconto.
Il film di Vinterberg che ha lo stesso titolo del mio racconto e al quale ho scritto di essermi (indegnamente) ispirato, in realtà non lo avevo mai visto e, come qualcuno di voi, l’ho fatto solo a posteriori.
Quando però ho inviato il racconto, lo staff mi ha fatto notare la somiglianza oltre al fatto che il titolo era identico, chiedendomi (giustamente) di inserire la frasetta alla fine altrimenti non avrebbero potuto pubblicarlo o, comunque, farlo partecipare al contest.
E
@Vivonic ha spiegato molto chiaramente nel suo commento il perché.
Tutto qui.
Peraltro, visto il film, devo dire che al di là dell’idea di partenza, le differenze sono abbastanza significative e, d’altra parte, non avrei potuto nemmeno lontanamente scrivere qualcosa a livello di un bellissimo film come quello di Vinterberg.
Resta questa incredibile coincidenza, a partire dal titolo: la vita, a volte, fa davvero degli scherzi incredibili.
Ora provo a rispondere a ciascuno di voi, ringraziandovi, come sempre, prima di tutto, per i commenti, sempre utili, costruttivi e necessari per aiutarmi un po’ alla volta a crescere: a partire dal mio maledetto tallone d’Achille, la punteggiatura!
@Arianna non ho mai visto Blu Notte per cui non saprei dirti; sull’uso dell’articolo prima del nome, mi sembrava di dare un ulteriore senso di piccolo paese, di villaggio, appunto; poi rileggendo ho deciso di toglierne la maggior parte finendo, però, con il farne un ibrido che non ha avuto alcun senso: ho sbagliato.
@Fante nell’economia del racconto, almeno nella mia testa, naturalmente, quello che è successo a Giovanni nel bosco non aveva alcuna importanza; si era semplicemente perso e questo doveva accentuare l’assurdità della violenza
@Antonio quando il bambino chiama mamma “il tumulto si era appena quietato” (cit.); l’appendere il maestro all’albero è un’esagerazione voluta per accentuare l’assurdità di ciò che sto raccontando. Mi rendo conto che è stata un po’ troppo azzardata.
@Petunia, grazie per i preziosissimi consigli. Su cosa ha fatto Giovanni ti rimando a quanto scritto a @Fante; confermo che l’eccessiva crudezza del delitto è voluta per accentuarne l’assurdità.
@gipoviani su dove sia andato Giovanni ti rimando ai commenti precedenti; sul fatto che spesso linciamo, soprattutto con le parole (che possono uccidere più della violenza fisica), persone solo sulla base di presunti sospetti purtroppo non lo trovo poco credibile anche se riconoscerlo fa molto male.
@Danilo anche a te prima di tutto grazie per le belle parole e per gli utilissimi consigli; le due frasi che mi segnali, quella sulla strada del paese e quella dell’interrogatorio le ho girate e rigirate decine di volte eppure alla fine il risultato è stato ancora insufficiente: ho ancora parecchio da lavorare!
@Molli come ho già scritto non mi serviva raccontare cosa fosse successo a Giovanni, meno importanza gli si dà, più risulta assurda la violenza che per questo ho voluto così feroce; i tre “insinua” sono decisamente voluti, per cui l’errore è doppio, ma, come scritto sopra, il bello di stare qui dentro è proprio la possibilità di continuare a crescere.
@Valentina, lo scopo non era quello dell’horror e nemmeno di farti inorridire troppo: se questo è passato evidentemente ho almeno parzialmente sbagliato il tiro; sulla suddivisione tra uomini e donne l’ho utilizzata per accentuare la sensazione di un paesino chiuso, fermo a mezzo secolo fa. Anche il non dare spazio ai colloqui con le bambine mi è servito per accentuare la sensazione di futilità dei motivi scatenanti la violenza.
@Arunachala, grazie dei complimenti graditi; concordo, la follia umana è molto peggiore di quella animale.
@Tommy mi spiace non essere riuscito a entrare nelle tue corde; è vero che non si può piacere a tutti ma un giudizio come il tuo fa riflettere e per questo ti ringrazio, qualcosa nel mio racconto non ha funzionato. So che non ce ne è bisogno ma naturalmente non mi sarei mai sognato di mettere “cacca” a un tuo commento, meno che mai a un commento a un mio racconto.
@Byron faccio tesoro dei tuoi commenti, soprattutto il riferimento a un eccesso di “cronachismo” del racconto che rischia di fargli perdere mordente; sulla violenza eccessiva del linciaggio, come ho già scritto, è voluta proprio per accentuarne l’assurdità.
@Susanna, grazie per il commento positivo e per l’ottimo lavoro di “editing”; inutile che ti dica quanto sappia che il lavoro da fare sull’uso punteggiatura da parte mia sia molto e nonostante ciò continuo a ricadere nei medesimi errori. Ma voi siete giustamente qui a farmelo notare e di questo vi ringrazio.
@Supegric ti ringrazio perché in poche righe hai centrato il messaggio che volevo far passare con il mio racconto; faccio tesoro del tuo consiglio sull’eccessiva sinteticità.
@Federico tutto l’eccesso è stato voluto, mi premeva che l’azione apparisse quanto più assurda possibile come è sempre la violenza, spesso, ahimè, gratuita. Tra questo e riuscire a fare passare il messaggio, poi, c’è di mezzo la scrittura e, almeno nel tuo caso, non ha funzionato, fa parte del mio percorso di crescita, ancora solo agli inizi.
@Asbottino ho inserito quel “indegnamente” perché come ho scritto nel commento precedente in realtà io il film quando ho scritto il racconto non lo conoscevo affatto, non ne avevo mai sentito parlare: è stato un caso incredibile. Per quanto concerne il lavoro sui personaggi che dire… ne ho di pastasciutta da mangiare ma ne sono cosciente.
@Sisyphe che dire oltre a ringraziarti? Che evidentemente in questo racconto è uscita la mia parte femminile…
@Ima non posso dirti altro che “grazie” visto che l’unico difetto che mi segnali non è voluto.
@Char credo di aver capito quello che vuoi dire perché mi è parso di intuirlo anche in altri commenti: un eccesso di prevedibilità nel racconto che toglie un po’ di energia al finale. Giusto?
@Mac come ho scritto sopra a @Tommy, non sono proprio riuscito a entrare nelle tue corde e questo mi dispiace. Diciamo che con te non sono riuscito a far funzionare la cosiddetta “sospensione dell’incredulità” tra scrittore e lettore
@Nellone, come te anche altri hanno rilevato un’ambientazione natalizia un po’ carente e forse rileggendo non posso darvi del tutto torto: La scelta di andare a capo spesso è voluta, uno stile che utilizzo spesso.
@MarcoG sì, è proprio quello il messaggio che volevo far passare oltre al fatto che la violenza gratuita spesso trascende e questo non è mai accettabile, per principio, dal mio punto di vista.
@Tontonlino grazie per il bel commento; sinceramente allungarlo mi sarebbe sembrato inutile e rischioso nel senso che avrebbe fatto perdere forza al racconto (dal mio punto di vista, naturalmente)
@Akimizu, grazie per il commento; ho rivisto “La ragazza nella nebbia” proprio l’altra sera ma l’ispirazione non mi è venuta da lì, come d’altra parte nemmeno dal film omonimo al racconto che nemmeno conoscevo; come ho scritto nel commento al racconto, semmai, in parte c’è qualche reminiscenza di “The Village” di Shyamalan.
@alessandro, intuisco quanto vuoi dirmi, ci penso su anche se al momento non sono in grado di trasformare il racconto in qualcosa di più… però mi piacerebbe.
@digito, come sempre i tuoi appunti mi sono utili, anzi utilissimi, fai un lavoro sempre molto prezioso e di questo ti ringrazio.
@miichiiiiiiii mi dispiace averti rovinato il gusto della lettura, avrei dovuto essere capace di farti abbandonare di più alle parole ed evidentemente non ci sono riuscito.
@vivonic, dopo tante (giuste) critiche ricevute da te mi ritrovo questo commento al limite dell’entusiasta, posso solo dirti che mi ha fatto molto piacere e ringraziarti.
@Resdei grazie per il bel commento; anch’io non avevo visto il film…
@Caipiroska posso solo ringraziarti per le belle parole; credo di avere capito cosa vuoi dirmi in merito alla prevedibilità del finale, se rimetterò mano al racconto lo terrò senz'altro presente.