Ciao Penna. Ieri sera, a metà della prima pagina del tuo racconto, dico a mia moglie:"Sai, ho cominciato questo nuovo racconto. Non so dove andrà a parare ma so che chi scrive ha un tratto maturo, elegante, con delle sottigliezze linguistiche eccezionali." Ma poi comincia la partita dell'Inter, e mi riservo il piacere di riprenderlo, come mi è accaduto stamattina in camera iperbarica. E non mi è parso vero. Da un certo punto in poi mi sono chiesto se il racconto sia stato scritto da due persone diverse. Quella che ha commesso così tanti refusi e ha messo su una storia che non regge nemmeno con la debolezza intrinseca del romanzo rosa non può essere la stessa penna che mi delizia con la qualità delle "cicale che non capivano di dover fare silenzio". E ancora con le cicale dal canto incessante che piangevano una morte fatale. La stessa penna che ha scritto "...dove persino i gatti accrescevano il numero dei residenti." Eri partita a bomba, cara Penna, ma ti sei persa troppo in fretta. Peccato, a rileggerti con un lavoro un poco più curato, dal tuo inizio si capisce che c'è ottima stoffa. Grazie.